Popolazioni e Linea Gotica
Popolazioni e Linea Gotica
La Linea Gotica fu qualcosa di più e di diverso da un insieme di opere e manufatti militari con finalità difensive dislocati lungo un percorso chiaramente e razionalmente definito. In realtà la Linea Gotica fu anche e soprattutto un progetto, un'idea che condizionò lo svolgimento della Campagna d'Italia, in particolar modo dopo la caduta di Montecassino e di Roma. Fu la concretizzazione finale della strategia prescelta da Kesselring e da Hitler, la strategia della "ritirata aggressiva", che avrebbe poi dovuto attestarsi su una barriera di arresto insuperabile e da difendere sino all'estremo.
Il costo di questa strategia fu pagato particolarmente dalla popolazione civile.
La terra bruciata che i nazisti vollero lasciare dietro di sé al momento della ritirata, non esitando a giungere fino a misure che si configuravano come tentativi di genocidio, con la distruzione di acquedotti, ospedali, centrali elettriche; la disseminazione del terrore per combattere il fenomeno partigiano spargendo sangue di innocenti; il feroce sfruttamento dei civili deportati per la realizzazione delle opere belliche, per garantire il funzionamento della macchina militar-industriale, furono momenti e aspetti di questo modo di concepire la guerra messo in pratica, con l'aiuto dei repubblichini, anche in Italia.
Nelle aree più direttamente investite dalla cosiddetta Linea Gotica, o comunque dalle linee del fronte e da quelle che erano state concepite come linee di arresto dal Tirreno all'Adriatico, attraverso l'Appennino, dall'estate 1944 in poi le popolazioni vissero vicende che forse finora non sono state del tutto riconosciute nelle loro peculiarità. Si tratta di una storia forse ancora in gran parte da scrivere.
Non vi è dubbio che i sacrifici, i lutti, le tragedie che coinvolsero le popolazioni nel loro complesso sotto l'occupazione nazifascista presentano caratteri di omogeneità e analogie, sia che si prendano in considerazione le vicissitudini del territorio aretino sia che si parli del Senese o del Modenese o di zone del Piemonte, della Lombardia o del Veneto. Ma ciò che accadde nei paesi, nelle campagne, nei poderi delle zone investite dalla Linea Gotica forse meriterebbe di essere osservato con una particolare attenzione. La memoria di quegli eventi ancora si presenta come un pulviscolo diffuso, al cui interno occorrerebbe ritrovare dei fili conduttori.
È una memoria di rappresaglie e di eccidi che si verificarono con un ritmo intenso e travolgente, ma anche di rastrellamenti, di deportazioni, di lavoro forzato nelle opere di fortificazione della Linea Gotica. Ed è anche memoria di una difficile convivenza con militari occupanti, con la loro presenza ingombrante, talora fino al limite delle violenze, delle prevaricazioni e dell'assassinio.
Ma anche i fatti della vita quotidiana, della vita minuta, quell'intreccio di problemi relativi all'approvvigionamento, alla ricerca dei generi di prima necessità, di costo del pane, della carne o dello zucchero, sono parte di questo vissuto che dovrebbe essere ricostruito e identificato, compresi anche i meccanismi del mercato nero e il confine tra il lecito e l'illecito.
Nelle zone investite dalla Linea Gotica non fu certo meno importante per la vita, per la sopravvivenza dei contadini, il problema della salvezza del bestiame, della sua protezione dalle razzie, che soprattutto in alcuni momenti particolari, come durante la ritirata, i nazisti praticarono su larga scala: in questi frangenti si verificarono innumerevoli episodi di generosa solidarietà tra i contadini e i partigiani.
Infine, i tanti lasciti di questa terribile esperienza della Linea Gotica, le distruzioni di opere pubbliche, di case d'abitazione, di palazzi, i campi minati e i disastri che continuarono a provocare anche dopo la fine della guerra sono anch'essi un capitolo che non può essere trascurato e tanto meno dimenticato.
Si tratta di una storia di vite vissute, di drammi e lutti che hanno coinvolto tante persone, gente qualsiasi che ha dovuto prendere coscienza delle tragedie del mondo attraverso le proprie tragedie, individuali e di gruppo, di famiglia e di comunità: si rompeva un muro che da sempre aveva separato le piccole realtà locali dal resto dell'universo, si spezzava un isolamento plurisecolare, ma in modo traumatico, doloroso. Il prezzo era particolarmente elevato.
Quanto tempo è stato necessario per risarcire le ferite, se mai sono state risarcite? E in che modo è avvenuto questo risarcimento? Con queste domande evidentemente si entra dentro un'altra storia, che forse rischia di coinvolgerci più da vicino e più direttamente, ma di cui non possiamo non farci carico se vogliamo comprendere il nostro presente, le sue radici e la sua vera profonda natura.
Ivan Tognarini, Popolazioni e Linea Gotica, "Paesaggi della memoria - Itinerari della Linea Gotica in Toscana", 2005 Regione Toscana - Touring Club Italiano
Approfondimenti
Itinerari della Linea Gotica in Toscana, "Paesaggi della memoria - Itinerari della Linea Gotica in Toscana", 2005 Regione Toscana - Touring Club Italiano
- Linea gotica in provincia di Arezzo
- Linea gotica in provincia di Firenze
- Linea gotica in provincia di Lucca
- Linea gotica in provincia di Massa-Carrara
- Linea gotica in provincia di Pistoia
- Linea gotica in provincia di Prato