Importata negli anni novanta dall'Asia probabilmente attraverso il commercio di pneumatici usati, l'Aedes albopictus, meglio conosciuta come "zanzara tigre", si è diffusa negli ultimi vent'anni abbondantemente sia negli Stati Uniti che in Europa, arrivando a costituire un serio motivo di preoccupazione sanitaria e ambientale. Attualmente è diffusa in tutto il paese fino a quote collinari, soprattutto nei centri abitati, dove, stagionalmente, può raggiungere densità molto elevate. L'aspetto caratteristico la rende ben riconoscibile grazie al corpo nero a bande trasversali bianche sulle zampe e sull'addome e con una striscia bianca che le solca il dorso e il capo, si distingue dalle altre zanzare per le abitudini e il ciclo di vita.
Grazie alla sua versatilità, la zanzara tigre è riuscita a superare barriere ambientali notevoli: infatti può deporre anche le uova in ambienti asciutti e poco luminosi dove sono in grado di superare inverni anche rigidi. Il ciclo riprende poi quando si allungano le ore di luce, la temperatura si aggira sui 10 gradi e questi ambienti si riempiono di acqua, spesso anche semplicemente grazie a fenomeni di condensa. A questo punto le uova si schiudono, danno origine a larve e quindi a zanzare adulte che colonizzano poi le zone circostanti secondo un andamento "a focolaio", cioè in modo non continuo e omogeneo. In Italia, è presente come insetto adulto da marzo a novembre-dicembre, ma la deposizione della uova invernali, quelle destinate a svernare, si conclude entro la fine di ottobre e metà novembre.
L'Aedes albopictus è il vettore di diverse malattie virali, ( chikungunya, dengue, malattia da virus Zika), più diffuso nel nostro Paese.
Prevenzione
Nei mesi più caldi, quando le temperature medie sono intorno ai 25°C, la zanzara può completare un ciclo di sviluppo in meno di 10 giorni, con un picco di massima densità al culmine dell'estate, tra agosto e settembre. L'azione tesa a contrastarla è di natura essenzialmente preventiva e deve puntare a limitare tutte le situazioni e i comportamenti che ne facilitano la riproduzione e la diffusione. La zanzara tigre punge soprattutto nelle ore più fresche della giornata, al mattino presto e al tramonto, e riposa di notte sulla vegetazione. Le sue punture procurano gonfiori e irritazioni persistenti, pruriginosi o emorragici, e spesso anche dolorosi. Nelle persone particolarmente sensibili, un elevato numero di punture può dare luogo a risposte allergiche che richiedono un'attenzione medica.
La strategia di lotta, messa a punto dalle istituzioni sanitarie e dai Comuni, si concentra soprattutto sull'individuazione e distruzione dei focolai larvali e sulle campagne di informazione al cittadino al fine di prevenire la possibilità di deposizione delle uova. Le Aziende Sanitarie svolgono sul territorio una attenta attività di sorveglianza sanitaria per identificare tempestivamente eventuali casi sospetti di malattia e porre in essere, con i Comuni, gli opportuni interventi di disinfestazione anche negli spazi privati, fornendo supporto al controllo di qualità dei trattamenti larvicidi sul suolo pubblico.
La diffusione della zanzara tigre è tipicamente urbana, proprio per la sua propensione a deporre le uova in piccole raccolta d'acqua. Per questo, è necessario monitorare tutte le zone in cui l'acqua ristagna, come i sottovasi di piante e fiori, le aiuole e le vasche e fontane ornamentali, qualsiasi contenitore lasciato all'aperto, le grondaie, ecc.
Seguendo questi accorgimenti, tutti i cittadini possono assicurare il loro fondamentale contributo alla lotta della zanzara tigre:
- evitare l'abbandono di materiali (in cumuli) all'aperto, perché non vi si raccolga acqua piovana, d'innaffiamento, etc.;
- corretta tenuta della vegetazione (sfalcio e potatura);
- eliminare l'acqua dai sottovasi, dagli annaffiatoi, dai bidoni, dai copertoni;
- innaffiare direttamente orti e i giardini, senza mantenere riserve di acqua a cielo aperto;
- se necessita usare recipienti per la raccolta dell'acqua, cercare di tenerli coperti e provvisti di zanzariera, ben fissata e tesa;
- pulire bene i vasi di fiori prima di ritirarli all'interno durante i periodi freddi. L'abitudine di portare le piante al riparo dai freddi invernali, infatti, è probabilmente una delle cause che generano, all'arrivo della primavera, quando le temperature salgono e le piante vengono nuovamente esposte e innaffiate, la schiusa delle uova embrionate che hanno superato indenni l'inverno, così facilitando notevolmente la diffusione della zanzara nell'ambiente;
- introdurre pesci rossi, grandi predatori delle larve di zanzara, nelle vasche e nelle fontane dei giardini;
- trattare con larvicidi le raccolte di acqua non eliminabile, come ad esempio i tombini grigliati, le zone di scolo, i ristagni. I trattamenti dovranno essere eseguiti con cadenza regolare (in base alle indicazioni riportate in etichetta, ogni 7 giorni/4 settimane a seconda del tipo di prodotto), nel periodo di attività vettoriale tra maggio e novembre (esteso anche al mese di aprile laddove le condizioni climatiche ed ambientali risultino particolarmente favorevoli per lo sviluppo di zanzare). Il trattamento dovrà essere ripetuto dopo ogni pioggia abbondante. Esistono diversi prodotti larvicidi (elencati di seguito), reperibili con facilità e a basso costo presso negozi di giardinaggio e per operatori agricoli, negozi di ferramenta.
LARVICIDI BIOLOGICI dotati di selettività completa per la fauna acquatica non bersaglio, consigliati oltre che per tombini, caditoie, bocche di lupo anche negli ambienti con acqua pulita ed ecologicamente delicati (es. risaie, prati allagati, fossi, canali e scoline irrigue, ecc.).
- Bacillus Thuringiensis israeliensis, insetticida biologico, capace di produrre una tossina ad azione specifica contro le larve di zanzara, innocuo per l'uomo e gli animali, non inquinante per l'ambiente. Trattamento settimanale.
- Bacillus thuringiensis israelensis + Bacillus sphaericus, insetticida biologico di ultima generazione, ad azione residuale, che agisce per ingestione contro le larve di zanzare. Può essere impiegato in presenza di acque pulite e/o inquinate. Innocuo per l'uomo e gli organismi acquatici. Trattamento ogni 4 settimane.
- Prodotto a base di Polidimetilsiloxano (PDMS silicone) di nuova generazione per il controllo delle larve di zanzare, "eco-friendly" e rispettoso dell'ambiente. Forma un film molto sottile sulla superficie acquatica che ricopre in tutta la sua estensione impedendo alle larve e alle pupe la corretta assunzione dell'ossigeno atmosferico necessario per lo sviluppo allo stadio adulto. Agisce per azione fisico-meccanica, con una persistenza ed un'efficacia di almeno 4 settimane, come da indicazioni in etichetta.
LARVICIDI DI SINTESI CHIMICA a base di principi attivi appartenenti alla categoria dei regolatori di crescita degli insetti (IGR). L'impiego è consigliato per focolai caratterizzati da acque "sporche" con vita acquatica semplificata e con scarsa biodiversità in conseguenza della qualità dell'acqua stessa: lagoni, vasche di decantazione, scoli fognari, scoli di acque non depurate, tombini, caditoie, bocche di lupo, fondamenta allagate, vespai.
- Diflubenzuron , impedisce la trasformazione della larva in insetto adulto, presenta bassissima tossicità verso gli organismi non bersaglio, viene rapidamente degradato nell'ambiente e non produce derivati tossici. Trattamento da effettuarsi ogni 3/4 settimane,
- Pyriproxyfen , l'azione larvicida si manifesta tra una muta e la successiva in tutti gli stadi preimmaginali. Presenta bassissima tossicità verso gli organismi non bersaglio, viene rapidamente degradato nell'ambiente e non produce derivati tossici. Trattamento da effettuarsi ogni 3/4 settimane.
- S-Methoprene, previene la maturazione delle larve di insetto interferendo col ciclo biologico impedendo che l'insetto raggiunga la maturità e si riproduca. Trattamento da effettuarsi ogni 2/4 settimane come da indicazioni dell'etichetta.
Prima dell'utilizzo di qualsiasi prodotto larvicida leggere attentamente le indicazioni riportate in etichetta.
Queste precauzioni (e le relative tempistiche) si basano sulle evidenze al momento disponibili e saranno riviste alla luce di nuove indicazioni pubblicate sul portale del Ministero della Salute alla cui consultazione si rimanda per ottenere gli ultimi aggiornamenti.
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