Palazzo del Pegaso
Palazzi storici della Regione Toscana
Cultura
Tutte le informazioni e le iniziative che riguardano l'enorme patrimonio culturale toscano: i musei, l'editoria, l'arte e i beni architettonici, ma anche gli archivi, le biblioteche, il cinema e la musica.Palazzo del Pegaso
Firenze, Via Cavour, 4
Il palazzo storico monumentale venne costruito alla fine del 1300 accorpando piccoli lotti di botteghe artigiane, per volontà di Agnolo di Ghezzo della Casa, commerciante di stoffe, ambasciatore a Bologna e Ferrara, Capitano di Pistoia e Pisa.
Le fondamenta insistono sui resti di un vecchio ponte sul Mugnone, sull’angolo di Via Larga, Via dei Frenai, poi Via dei Calderai, attualmente Via Pucci, angolo via Cavour. Quando i Medici ne fecero la loro dimora la Via prese importanza e nel 1621 Bandino di Niccolò Panciatichi nuovo proprietario, allineò il portone di ingresso con quello di Palazzo Medici.
Nel 1674 Monsignore Bandino Panciatichi ristrutturò il palazzo su progetto dell’architetto Francesco Fontana, ma i lavori vennero realizzati dall’architetto Anton Maria Ferri e interessarono anche l’attiguo palazzo Covoni Capponi, dando cosi ad entrambi una impronta unitaria di facciata, secondo lo stile severo delle sedi pontificie: facciate lineari e pareti interne intonacate con decorazioni ridotte al minimo. Solo nel 1697 fu inserito l’imponente Scalone monumentale che suscitò nella Firenze medicea curiosità e ammirazione.
Ma è con Niccolò di Iacopo Panciatichi che l’omonimo palazzo assume uno status sociale e politico di rango. Gli eredi, rispettando la clausola testamentaria, dimoreranno nel palazzo mantenendo integro il patrimonio. Per volontà di Giovan Gualtiero Panciatichi, diventato Ambasciatore e Gran Ciambellano presso Maria Teresa D’Austria, nel 1741, al secondo piano su progetto dell’architetto Bernardino Ciurini, venne ricavato un piccolo appartamento, rialzando la quota di cinque gradini. Oggi sono ancora visibili le salette affrescate da Gian Domenico Ferretti, da Vincenzo Meucci e dal quadraturista Pietro Anderlini: “L’apoteosi di Ercole”,“Il Trionfo del tempo sulla maldicenza”( Ferretti),“L’allegoria della poesia pastorale” (Meucci). Con Ferdinando Panciatichi, erede e personaggio importante nella allora Firenze Capitale (1865), il palazzo venne così suddiviso: al piano terreno le scuderie, botteghe e un caffè. Al primo piano il “Circolo di conversazione dei risorti”, luogo di incontro della borghesia cittadina e torinese, il secondo piano in abitazioni. La cappellina al primo piano venne spogliata delle tele dei santi e dei paramenti religiosi e decorativi realizzati nel tardo XVIII.
Nel 1910 la Società Cattolica di Assicurazione acquistò il palazzo per girarlo in proprietà all’Istituto Nazionale di Assicurazione il 16 maggio 1913 che affittò il primo piano al “Circolo ricreativo Fiorentino. Dopo il 1922 il “Circolo degli Impiegati Civili” utilizzò l’attuale “Sala Consiliare” come salone delle feste.
Dal 1960 Palazzo Panciatichi divenne sede del Provveditorato agli studi fino al 1972 che si trasferì in Via Alamanni.
Dal 1973 ospita il Consiglio regionale.
Oggi il Palazzo è di proprietà della Regione Toscana.Aggiornamenti
Vedi tuttiAggiornamento settembre 2024
Un progetto per conoscere, difendere e valorizzare il patrimonio storico religioso
Un panorama su oltre 160 giardini aperti al pubblico
Compila il questionario partecipativo disponibile fino al 10 marzo 2024