Da Prato a San Quirico di Vernio

Da Prato a San Quirico di Vernio

Per raggiungere Prato si percorre l'autostrada A11 Firenze-Pisa Nord (Firenze Mare) fino all'uscita Prato Est, da cui si seguono le indicazioni per il centro.
 

Prato

Da secoli legata a una fiorente produzione tessile, è senza dubbio una delle più ricche e dinamiche città toscane, centro di grande importanza economica e produttiva. Ricca di opere d'arte e di testimonianze architettoniche, comprende anche un vasto territorio di straordinario valore naturalistico. I rilievi che la incorniciano da nord, e in particolare i monti della Calvana, offrono una natura ancora intatta e suggestiva, che invita all'esplorazione.
Le vicende di Prato e del suo territorio durante la Seconda guerra mondiale hanno lasciato traccia indelebile nella popolazione. Il 6 settembre di ogni anno, da via 7 Marzo fino alla collina di Figline, si svolge una fiaccolata in ricordo di 29 giovani partigiani della brigata Buricchi catturati in un'imboscata e impiccati dai tedeschi in ritirata.
Istituzioni per la memoria. Non mancano oggi luoghi dove poter approfondire la conoscenza di quei fatti e venire a contatto con testimonianze, anche dirette, di una storia di cui resta viva la memoria.
In città, presso la sede dell'UNUCI di Prato, in via dei Tintori al N. 11, è custodito materiale storico e iconografico particolarmente ricco riguardo la storia e le vicende del Pratese. Si possono anche ricevere informazioni e chiarimenti sulle tracce fortificate rimaste sul territorio, sulla loro posizione e accessibilità.
Per informazioni e raccolta di documentazione ci si può anche rivolgere, in piazza San Marco N. 29, alla Casa del Combattente, presso l'ANPI provinciale e l'Associazione nazionale Combattenti e Reduci.
In località Figline di Prato, al N. 250 di via Cantagallo, ha sede il Museo della Deportazione. Il percorso museale previsto da questa struttura è concepito come un viaggio simbolico in un campo di lavoro e di sterminio nazista. Vi si trovano infatti raccolti oggetti provenienti dalle gallerie e dai campi di concentramento di Ebensee e di Mauthausen in Austria, dove molti cittadini di Prato persero la vita.
Assieme al Centro di Documentazione della Deportazione e della Resistenza, che occupa la stessa sede di via Cantagallo, il museo rappresenta un concreto impegno per la salvaguardia della memoria storica e per la trasmissione di una cultura della pace. Il centro coopera inoltre alla costituzione di reti fra istituti e centri specializzati e allo sviluppo di portali telematici sulla storia del Novecento, con particolare riferimento a fonti e risorse attinenti alla Resistenza e alla deportazione.
Da Figline, percorrendo via 7 Marzo in direzione Prato, svoltando a destra in via di Galceti e ancora a destra all'incrocio con la strada provinciale 82 (via Nuova Montalese), dopo circa 7 km si raggiunge Montemurlo, località così prossima all'abitato pratese da rappresentarne quasi un prolungamento verso gli immediati rilievi di nord-ovest.
 

Montemurlo

Posto in prossimità di un territorio di notevole valenza strategica ai fini del controllo della linea del fronte e delle principali vie di valico attraverso gli Appennini, Montemurlo vanta oggi un'interessante attività di ricerca sul territorio in merito alle vicende legate al Secondo conflitto mondiale. A condurla sono gruppi di cittadini che si sono organizzati in opportune sedi e che da alcuni anni mettono a disposizione degli interessati i risultati delle loro ricerche e le loro conoscenze in materia.
L'importanza strategica di questo territorio è confermata dai numerosi resti di postazioni tedesche ancora visibili sui rilievi più prossimi, e dalle rilevanti vicende belliche, come per esempio la battaglia di Poggio Alto, in cui gli indiani del 4/13 Frontier Force Rifles, aggregati alla VI Divisione corazzata sudafricana, ingaggiarono un sanguinoso scontro con le truppe tedesche di stanza nei capisaldi del monte Acuto e di Poggio Alto.
Il lavoro dei Gruppi storici. Il Gruppo storico Veicoli 1999, nato dall'unione di alcuni collezionisti di automezzi storici nell'intento di costituire un "garage storico", in cui restaurare e conservare mezzi militari e civili protagonisti degli eventi del passato, possiede una preziosa raccolta di veicoli ripristinati attenendosi con scrupolo alle documentazioni d'epoca.
Il Gruppo storico di Ricerca Linea Gotica 1943-45, costituitosi nell'aprile 2000, è formato da appassionati di storia contemporanea locale, e in particolare degli eventi bellici che sconvolsero il territorio toscano nel settembre 1944. Il gruppo si è proposto di ricostruire, tramite la ricerca di documentazione originale e di cimeli recuperati sui campi di battaglia, gli eventi storico-militari avvenuti durante il passaggio del fronte. Tutti i materiali rinvenuti sono inclusi in una mostra permanente in continuo aggiornamento, allestita nei locali del Gruppo storico, in cui si trovano anche i resti di un aereo inglese "Spitfire" recuperato dal gruppo nel 2002.
Da Montemurlo si ripercorre la provinciale 82 in direzione Prato per circa 6 km, si gira poi a sinistra per circa 3 km fino a immettersi nella strada statale 325; dopo circa 7 km si incontra Vaiano.
 

Vaiano

In via Mazzini, presso la palazzina della Cultura, aveva sede il Centro di Documentazione Storico Etnografica della Val di Bisenzio (CDSE). Nato da un progetto del 1983 promosso dai Comuni di Vaiano, Vernio, Cantagallo e dalla Comunità Montana Val di Bisenzio, nel 1997 è divenuto Centro per l'Innovazione e la Documentazione per le Risorse Educative della Regione Toscana e dal 1999 gestisce per conto del Comune di Vaiano anche le attività culturali e didattiche del Museo della Badia.
Il centro promuove la ricerca storica sul territorio, cura e realizza periodicamente pubblicazioni di carattere didattico e possiede un vasto e dettagliato archivio in cui sono custodite sia le fonti iconografiche (con migliaia di fotografie raccolte in vent'anni di lavoro) e documentarie, sia le fonti orali.
In occasione del 50° anniversario della Liberazione nella val di Bisenzio, il centro ha curato la definizione di 10 itinerari incentrati sui luoghi più significativi della guerra e della Resistenza, dove avvennero i bombardamenti e gli scontri a fuoco, operarono i partigiani e si rifugiarono gli sfollati.
Raccolti nel V volume dei Quaderni del Centro di Documentazione Storico Etnografica. Storia e storie della Val di Bisenzio, vengono qui di seguito riportati in sintesi, indicando per ciascuno il percorso e le informazioni relative.
Vallupaia – Pian dei Massi – Faggi di Javello – Le Cavallaie – Migliana. È un itinerario nei luoghi della Resistenza armata sui Faggi di Javello (dove si trova un monumento dedicato ai partigiani realizzato dall'artista Gilberto Tozzi), che ripercorre i fatti di una cronaca di guerra che inizia con il bombardamento di Schignano e prosegue con la formazione dei nuclei partigiani Orlando Storai prima e Bernardo Bricchi poi, con lo scontro a fuoco di Migliana, con quelli delle Cavallaie e delle Banditelle, con i rastrellamenti e le esecuzioni a Schignano, per finire con le tragiche vicende degli sfollamenti.
Sofignano – Le Fornaci – Melagrana – Poggio dei Bianchi – La Buca del Tasso – Le Fonti – Cambiaticcio – Colle. Queste zone, caratterizzate da un elevato valore naturalistico, sono state tutte teatro di vicende tristemente consuete durante il Secondo conflitto mondiale: dal problema degli sfollati e dei rifugiati nelle capanne a Cambiaticcio e alla Buca del Tasso, ai bombardamenti alleati sulla ferrovia.
La Briglia – Popigliano – Grisciavola – La Fonte del Moruccio – Poggio dei Migliorati – Il Mulinaccio. È un itinerario che intende evidenziare un rapporto forte tra fabbrica e territorio, fra l'associazionismo dei luoghi di lavoro operaio e la costituzione dei movimenti di resistenza. Sullo sfondo i bombardamenti, in particolare quello violentissimo dell'8 febbraio 1944 su La Tignamica, lo sfollamento e i rifugi, la chiusura delle attività e la rovina delle colture agricole.
La Briglia – Fabio – Parmigno – Valibona – La Briglia. È un itinerario nei luoghi della solidarietà fra i contadini di Valibona e i partigiani di passaggio o facenti parte dei gruppi locali. Una solidarietà pagata al caro prezzo della vendetta dei repubblichini, con l'attacco alla formazione di Lanciotto Ballerini e l'incendio delle case dei contadini che avevano dato ospitalità al suo gruppo.
Ancora oggi il monumento a questo eroe partigiano domina la strada di Valibona ed è meta della camminata celebrativa organizzata ogni anno in occasione del 2 giugno.
Terrigoli – Foraceca – Montecuccoli – Figliule – Turbola – Mercatale. Percorso assai lungo, ma di facile frazionamento, interessa una zona coinvolta dai fatti di guerra nella primavera 1944, in particolare dai sabotaggi partigiani e dai bombardamenti alleati sulla linea ferroviaria. Nella zona di Montecuccoli si verificarono numerosi tentativi di passaggio del fronte da parte di civili sfollati: diretti verso i territori già sotto controllo alleato, furono però intercettati dalle postazioni tedesche presenti.
Sant'Ippolito – Sucini – Valamigiana – Luicciana – Castello. Si tratta di un itinerario ricco di splendide vedute panoramiche sulla valle del fiume Bisenzio, ma anche denso di memorie del passaggio del fronte. Sant'Ippolito fu scelto dai tedeschi come base per le postazioni difensive, che furono per altro disposte anche lungo la zona che da Valamigiana va fino a Sucini. Vennero apprestati campi minati, artiglierie e contraeree; le varie postazioni controllavano tutta la strada di Gricigliana e il fondovalle del Bisenzio. Da ricordare il riuscito attacco dell'agosto 1944 alla polveriera di Castello da parte delle truppe partigiane.
Cantagallo – Logomano – Fonterebbi – Poggio di Celso – Cascina di Spedaletto.
Il percorso si snoda all'interno di un'area protetta inserita nella Riserva naturale di
Acquerino e Cantagallo, che conserva intatte le sue bellezze naturali. La foresta demaniale, affidata alla Comunità Montana Val di Bisenzio, è recentemente divenuta anche un centro di attività di educazione ambientale con un laboratorio situato presso il rifugio "Le Cave", gestito da Legambiente e attrezzato per soggiorni di studio ed escursioni. L'itinerario segue le tracce della Linea Gotica nel territorio; sono ancora numerosi i resti delle fortificazioni approntate in zona dai lavoratori della Todt. Va ricordato inoltre che Cantagallo fu tagliato sostanzialmente in due dalla Linea Gotica e che, per ragioni di sicurezza, i tedeschi abbatterono tutti gli edifici posti lungo la linea fortificata, tra cui il Comune e l'Anagrafe; quest'ultima dopo la guerra fu ricostruita sulla base dei ricordi dei singoli cittadini. Molti furono anche i diboscamenti realizzati per l'allestimento del campo di tiro delle postazioni e per la costruzione di bunker e trincee; a Cascina di Spedaletto venne realizzata anche una strada che si snoda lungo il torrente Limentra ed era a servizio delle postazioni. Alla Fonte degli Acerelli le truppe tedesche avevano istallato un ospedale da campo.
Cavarzano – Crivigliana – L'Alpe – Le Rocche – Gavigno. Il territorio interessato da questo itinerario non è stato teatro di scontri particolarmente importanti: i luoghi appartati e protetti che vi si trovano erano difficili da raggiungere e da controllare. Proprio per questo furono il ricovero dei molti sfollati di Cavarzano e Crivigliana. Il percorso si caratterizza però per la forte valenza paesaggistica.
Sasseta – Ponte di Luciana – Le Migliarine – Pereta – Castagnaccio – Montepiano. Montepiano fu crocevia della guerra nei giorni del passaggio del fronte. I mezzi tedeschi, continuamente sotto il fuoco aereo alleato, percorrevano senza sosta la strada verso nord che porta ancora le tracce dei rifugi scavati ai lati per ripararsi dagli attacchi. Il paese fu anche una tappa obbligata per le colonne dei civili deportati da Cavarzano e Cantagallo.
San Quirico di Vernio – Le Soda – La Crocetta – Montepiano. Il territorio fu sottoposto a pesanti bombardamenti nella primavera-estate 1944 contro la stazione e l'imbocco della Galleria dell'Appennino. Visse inoltre i momenti drammatici dell'evacuazione di San Quirico imposta dai tedeschi in ritirata.
Decisiva, subito dopo, fu la riapertura della grande galleria ferroviaria che assicurò i rifornimenti agli alleati in avanzata verso Bologna.
Da Vaiano l'itinerario prosegue sulla statale 325 in direzione del comune di Vernio dove si arriva dopo 10 km circa. Dal centro della frazione di San Quirico si raggiunge in località La Torricella il sentiero che in pochi minuti conduce al Parco Memoriale della Linea Gotica (2 km).
 

San Quirico di Vernio

In località La Torricella si trova il Parco Memoriale della Linea Gotica, istituito nel 2003 dalla Provincia di Prato, dalla Comunità Montana Val di Bisenzio, dal Comune di Vernio e dall'UNUCI di Prato. Questo museo all'aperto si compone di vari tipi di postazioni fortificate, restaurate e ripristinate nei particolari, che permettono un'effettiva comprensione dei metodi di predisposizione e di realizzazione delle postazioni di osservazione e di sparo.
La montagna fu infatti teatro di episodi molto drammatici, che videro fermare l'avanzata degli alleati per diversi giorni. Un'epigrafe in ferro apposta su uno sperone roccioso ricorda i caduti della guerra. Il parco, aperto tutto l'anno, è liberamente accessibile. Visite guidate sono organizzabili tramite l'UNUCI di Prato. Per ulteriori informazioni contattare l'Agenzia per il Turismo di Prato e il Comune di Vernio. È in programma un ampliamento della superficie del parco per includervi anche le emergenze conservate nel territorio di Barberino di Mugello e completare la messa in luce dell'intero complesso difensivo a quota
810 m, caposaldo tedesco, con opere esemplari dal punto di vista tecnico-militare.
A Vernio, in via Sant'Ippolito, ha sede la Biblioteca popolare "Petrarca", fondata nel 1916, che oltre a un vasto patrimonio bibliografico interdisciplinare possiede numerosi volumi e una raccolta di documenti fotografici sulla Seconda guerra mondiale e sugli eventi della Resistenza nel territorio pratese.
Per ritornare a Prato si consiglia di raggiungere Barberino di Mugello lungo la provinciale 8 e di proseguire lungo la stessa strada fino a Calenzano. Da Barberino, per abbreviare i tempi, ci si può anche immettere nell'autostrada A1 Milano-Napoli (Autostrada del Sole) fino all'uscita Prato-Calenzano.

Aggiornato al: Article ID: 570780