Da Pian del Voglio a Barberino di Mugello

Da Pian del Voglio a Barberino di Mugello

Questo itinerario e quello successivo attraversano gran parte del Museo Diffuso – Sistema Museale Territoriale Mugello-Alto Mugello-Val di Sieve – che riunisce i comuni di Barberino di Mugello, Borgo San Lorenzo, Dicomano, Firenzuola, Londa, Marradi, Palazzuolo sul Senio, Pelago, Pontassieve, Reggello, Rufina, San Godenzo, San Piero a Sieve, Scarperia, Vaglia e Vicchio. Il museo è organizzato secondo una struttura a rete che connette beni culturali diversi ed è articolato in quattro sistemi: naturalistico, demo-etno-antropologico, dei beni storico artistici e dei beni archeologici.
L'itinerario, che si connota sia per il valore paesaggistico delle vallate che attraversa sia per la significativa permanenza di emergenze legate alla Linea Gotica e alla guerra di Liberazione, inizia all'uscita di Pian del Voglio dell'autostrada A1 Milano-Napoli (Autostrada del Sole), dalla quale percorrendo la provinciale 59 si giunge in breve a Bruscoli, piccola frazione del comune di Firenzuola. Proseguendo per circa 7 km lungo la stessa provinciale 59 si arriva in località Traversa al passo della Futa.
 

Bruscoli

Il Museo storico-etnografico di Bruscoli, in via della Chiesa al N. 56, espone residuati della Seconda guerra mondiale legati in particolare agli eventi bellici sul fronte appenninico e alle vicende che videro la predisposizione delle locali postazioni della Linea Gotica. Il museo, gestito dal Gruppo archeologico di Bruscoli, è aperto dal 1994 e annovera circa 2000 visitatori all'anno. Promuove anche visite guidate ai luoghi più significativi inerenti il passaggio del fronte e ha prodotto una serie di mappe a partire da carte militari originali e ricostruito su apposito supporto cartografico l'avanzata alleata sulla Linea Gotica.
Il museo comprende anche due sezioni con i reperti degli scavi effettuati sui ruderi del castello medievale dei conti Alberti e una raccolta di utensili e attrezzi usati nel recente passato per l'agricoltura e l'artigianato locale.
 

Passo della Futa

In località Traversa ha sede il Cimitero militare germanico del passo della Futa, che rappresenta uno dei più interessanti esempi d'architettura cimiteriale contemporanea. Progettato dall'architetto Oesterlein Dieter e costruito durante gli anni 1962-65, venne inaugurato il 28 giugno 1969. Accoglie circa 31000 salme di soldati tedeschi; la maggior parte dei caduti che vi riposano sono vittime degli attacchi britannici e americani contro le postazioni tedesche fra Carrara e il Riminese, avvenuti alla fine dell'agosto 1944. Lo spazio dedicato alle sepolture si estende su una serie di terrazze definite dallo sviluppo di un'elegante muratura che si disegna sulla collina come un'ampia spirale che interpreta il motto: le tombe di guerra incitano alla pace. È suddiviso in 72 blocchi di diversa grandezza e ciascuna delle 10000 lastre in granito grigio, appena sporgenti dal profilo del terreno, contrassegna la tomba di due, tre o quattro caduti. L'ultima spirale del muro forma uno spiazzo, il cortile d'onore, sotto il quale è la cripta con la fossa comune.
Nei pressi del passo della Futa è anche possibile effettuare escursioni nello stupendo contesto appenninico del territorio circostante. In particolare si segnala il percorso "Il Santerno. Dalla Futa a Cornacchiaia", promosso dal Comune di Firenzuola e realizzato da Ischetus Scrl di Firenze. Si tratta di un itinerario panoramico lungo l'alta valle del Santerno, attraverso pascoli e castagneti, in una zona la cui bellezza naturalistica si associa alla rilevanza storica attinente alle vicende del fronte sulla Linea Gotica toscana.
Le escursioni sono raccomandate nel periodo estivo ed è possibile organizzare visite guidate contattando il Comune di Firenzuola. A 11 km dal passo della Futa, percorrendo la provinciale 116, s'incontra il borgo di Firenzuola.
 

Firenzuola

Il borgo, configurato secondo il tipico impianto urbano delle trecentesche "terre nuove" della Repubblica fiorentina, conserva parti del circuito murario medievale trasformato nel XV secolo da Antonio da Sangallo il Vecchio in una cinta bastionata. Per la sua posizione centrale rispetto alla vallata del fiume Santerno, ricoprì un ruolo strategico di primaria importanza durante la Seconda guerra mondiale. Proprio per questo Firenzuola fu vittima di pesanti incursioni aeree e cannoneggiamenti alleati che determinarono una distruzione quasi completa dell'abitato, senza fortunatamente produrre una gran numero di vittime grazie al preventivo sfollamento della popolazione. Sempre a Firenzuola, in località Coniale, è localizzato un sacrario inglese in cui riposano le salme dei soldati del British Commonwealth caduti lungo la valle del Santerno.
Escursioni ad anello. Da Firenzuola è possibile scegliere fra una serie di interessanti percorsi escursionistici, promossi dal Comune e realizzati con la collaborazione di Ischetus Scrl di Firenze. Alcuni ripercorrono zone assai significative sia per la presenza di fortificazioni, in parte restaurate, sia perché interessano luoghi di primaria importanza nella predisposizione dei fronti e nelle vicende belliche e civili della Seconda guerra mondiale.
Si riportano di seguito i percorsi che hanno maggiore attinenza con il tema della Linea Gotica, perché conservano resti di fortificazioni o sono stati direttamente interessati da eventi bellici significativi. Per ulteriori informazioni in merito o per la richiesta di visite guidate si rimanda ai recapiti del Comune di Firenzuola e di Ischetus Scrl di Firenze.
Escursione "Anello del Biscione". Percorso panoramico ad anello, inserito in un circuito di sentieri più ampio, che permette di raggiungere la rocca di Bruscoli, di cui si hanno le prime notizie nel 1248 e che risulta abbandonata dal 1500, la chiesa di S. Martino, ricostruita nel Cinquecento dopo le distruzioni del duca Valentino e completamente restaurata nel 1920, e la cascata del Biscione.
Escursione "La Linea Gotica". Itinerario guidato attraverso i luoghi della Linea Gotica, rivolto a scuole e turisti.
Escursione "Anello del Monte Coloreta". Percorso ad anello di notevole valore panoramico, con ampie vedute sulla conca di Firenzuola, su tutti i rilievi di Sasso di Castro e Montebeni e sulle cave di Brento.
Escursione "Anello di Moscheta". Itinerario ad anello lungo e abbastanza impegnativo, di grande interesse paesaggistico e naturalistico. Offre ampie vedute sulle valli dell'Inferno e del Rovigo. Sono possibili varie alternative di percorso utilizzando i numerosi sentieri del CAI.
Scendendo da Firenzuola lungo la strada provinciale 503, poi strada statale, si raggiunge dopo 11 km il giogo di Scarperia o passo del Giogo. Proseguendo dal Giogo verso Scarperia (10 km circa) e deviando sulla destra per qualche chilometro si incontra, in località Ponzalla, il Memoriale americano che ricorda la drammatica battaglia per lo sfondamento della Linea Gotica. Quindi si raggiunge Scarperia.


Giogo di Scarperia o passo del Giogo

La battaglia del passo del Giogo, conclusasi il 17 settembre 1944, vide contrapposte le truppe della V Armata americana e i reparti tedeschi impiegati nella difesa dei monti Altuzzo e Monticelli; lo scontro si concluse con lo sfondamento della linea del fronte da parte degli alleati. I piani americani per l'attacco contro il passo del Giogo prevedevano manovre mirate ai rilievi posti ai due lati della strada statale 503: la catena di Monticelli a ovest, settore della 91a Divisione di fanteria, e il monte Altuzzo a est, settore della 85a Divisione di fanteria, entrambe appoggiate dall'artiglieria di tutto il II corpo d'Armata.
Oggi è possibile visitare i teatri di quei combattimenti proprio grazie ai due percorsi di Monticelli e di monte Altuzzo. Dispiegati nella zona del Mugello che comprende i monti Altuzzo, Monticelli, Castellaccio e Carzolano, sono promossi dall'AUSER Verde Argento Volontariato Onlus di Borgo San Lorenzo e sono di grande interesse sia per l'alto valore paesaggistico del territorio attraversato, sia per l'importanza dei resti di postazioni fortificate, gallerie e trincee della Linea Gotica che si incontrano durante le escursioni. L'accessibilità di questi percorsi è ottima durante tutto il corso dell'anno ed è possibile organizzare visite guidate su prenotazione ogni seconda domenica del mese, salvo in caso di maltempo.
 

Scarperia

Fra i più interessanti borghi del Mugello, è famosa da secoli per la fabbricazione artigianale dei coltelli e conserva importanti testimonianze architettoniche del passato medievale, come la pieve costruita tra il X e il XII secolo, sita in località Sant'Agata, che è ritenuta l'edificio sacro più importante di tutto il Mugello. La sua posizione geografica si colloca perfettamente all'interno della fascia fortificata della Linea Gotica e i numerosi reperti bellici conservati ne confermano la rilevanza strategica. A differenza di Firenzuola, Scarperia non riportò gravi distruzioni nello scontro perché la Linea Gotica era situata a pochi chilometri dal paese e nella zona di Panna era istallata una base di lancio delle bombe V2. Anche qui come altrove i gruppi partigiani ebbero un ruolo determinante nella liberazione. Guidarono infatti gli alleati verso i tedeschi asserragliati sulla Linea Gotica e combatterono in prima linea a fianco del 338° reggimento della V Armata americana. Quest'ultimo, dal 13 al 18 settembre 1944, contribuì attraverso la conquista di posizioni cruciali nella zona del monte Altuzzo, assieme alla presa del monte Pratone e del monte Verruca da parte delle unità alla destra dello schieramento americano, a infrangere la Linea Gotica aprendo con una breccia di 8 km l'accesso al passo appenninico. Furono combattimenti che costarono perdite pesanti sia ai tedeschi sia agli alleati: in sei giorni di battaglia le vittime del II corpo d'Armata ammontarono a 2731 e sicuramente maggiore, ma ignoto, è il numero dei caduti tedeschi. È possibile visitare le opere difensive che ancora oggi, complice l'ambiente naturale, hanno resistito al passare del tempo; visite guidate alle fortificazioni sulla Linea Gotica, realizzate con la collaborazione della sezione AUSER di Borgo San Lorenzo, sono attive già dal 2003.
A opera dell'Associazione Ferri Taglienti è stato realizzato il sito web www.ferritaglienti.com, attivo dal 1997, che presenta, assieme a un'ampia galleria fotografica, le ricerche e le documentazioni sul tema della Linea Gotica e delle vicende belliche nel Mugello. Il sito viene regolarmente aggiornato e implementato e rappresenta uno strumento assai utile per raccogliere informazioni circa mostre, iniziative o convegni sul tema. Dalla prima pagina del sito è possibile accedere alle parti dedicate espressamente alle informazioni storiche legate alla Seconda guerra mondiale, oppure agli altri settori di interesse culturale, storico e ambientale. L'associazione offre inoltre l'opportunità di organizzare visite guidate alle fortificazioni.
Da Scarperia, percorrendo la strada statale 503 per circa 4 km e poi la strada statale 551 Traversa del Mugello per altri 5 km circa, è possibile arrivare a Borgo San Lorenzo e intraprendere l'itinerario successivo; oppure si può concludere questo, iniziato a Pian del Voglio, raggiungendo a ovest Barberino di Mugello (12 km circa).
 

Barberino di Mugello

Questo borgo medievale, situato a oriente della piana del Mugello, in prossimità dei monti della Calvana, sorge ai piedi dell'antico castello dei Cattani (sec. XII, ricostruito nel sec. XVII). Caratterizzato da un pregevole centro storico di impianto quattrocentesco, presenta suggestive emergenze ambientali e architettoniche nei dintorni, come il lago di Bilancino, il borgo di Galliano con la chiesa romanica di S. Bartolomeo e la villa di Cafaggiolo, residenza amata da Lorenzo il Magnifico realizzata da Michelozzo Michelozzi (1450 circa) per Cosimo il Vecchio, che agli inizi del Cinquecento ospitò una manifattura di ceramiche preziose, alcune delle quali oggi custodite presso il Victorian and Albert Museum di Londra.
In relazione alla Linea Gotica va segnalato che il Comune di Barberino intende collaborare all'ampliamento e al miglioramento fruitivo del Parco Memoriale della Linea Gotica della Torricella di San Quirico di Vernio, promosso dal Comune di Vernio e dalla sezione UNUCI di Prato, dove ogni anno la seconda domenica di settembre si svolgerà una cerimonia commemorativa. Il Comune svolge inoltre attività di studio e documentazione, anche attraverso la produzione di cortometraggi, sulla Resistenza e sull'avanzata alleata contro la Linea Gotica.
 


Da Borgo San Lorenzo, a Marradi, a Vicchio

Il punto di partenza dell'itinerario è Borgo San Lorenzo, che si raggiunge dall'autostrada A1 Milano-Napoli (Autostrada del Sole), uscendo a Barberino di Mugello, costeggiando il lago di Bilancino e prendendo la strada provinciale 551 Traversa del Mugello (circa 20 km).
 

Borgo San Lorenzo

Sorto attorno all'omonima pieve il cui primo impianto risale al X secolo, è il principale centro urbano del Mugello. L'edificio sacro è caratterizzato da un originale campanile a pianta semidodecagonale e conserva al suo interno una Madonna attribuita a Giotto. Famoso per le manifatture ceramiche Chini, il paese ospita nella villa Pecori-Giraldi, di origine rinascimentale ma oggetto di vari restauri a partire dalla metà dell'Ottocento, un importante museo dedicato alla produzione di oggetti in ceramica, arredi in gres e vetrate artistiche.
Borgo San Lorenzo ha vissuto nell'epoca della Resistenza un episodio particolarmente drammatico: il bombardamento delle forze alleate avvenuto il 30 dicembre 1943, che provocò ingenti danni, un centinaio di morti e numerosi feriti. Nei mesi successivi si intensificarono gli episodi di guerriglia e di distruzione fino alla definitiva liberazione del paese l'11 di settembre 1944.
A Borgo San Lorenzo hanno sede due centri di documentazione. Il Centro per la storia mugellana nell'età contemporanea e nella Resistenza, attivo dal 2004, conserva una ricca documentazione storica e iconografica degli eventi bellici nella zona del Mugello. Il Centro di Documentazione storico-territoriale del Mugello, attivo dal 1980, raccoglie documenti dell'archivio delle Camere del Lavoro, atti, memorie, fondi speciali e pubblicazioni di storia locale. Per informazioni si può contattare l'Ufficio Cultura della Biblioteca comunale di Borgo San Lorenzo.
Lasciato Borgo San Lorenzo si percorre la statale 302 "Faentina" e, oltrepassato il santuario cinquecentesco della Madonna dei Tre Fiumi e il passo della Colla di Casaglia, si giunge dopo circa 26 km a Crespino del Lamone.
 

Crespino del Lamone

Il piccolo centro abitato sorse probabilmente dopo l'edificazione di una tra le più antiche abbazie appartenenti all'ordine di Vallombrosa, l'abbazia di
S. Maria, fondata presumibilmente nel 1048. Questa piccola frazione di Marradi viene ricordata dagli storici della Resistenza per un eccidio avvenuto il 17 luglio 1944, in cui 44 persone vennero uccise per mano nazista. Le spoglie delle vittime del massacro sono custodite nel Tempio-ossario dei Caduti di Crespino, progettato da Mario Bini e recante una pala commemorativa eseguita da Lanfranco Raparo. Il tempio è visitabile su richiesta contattando il Comitato Onorcaduti allo 055804719.
Da Crespino del Lamone, proseguendo ancora sulla statale 302, si raggiunge il centro di Marradi dopo 10 km circa.
 

Marradi

Il territorio di Marradi, uno dei centri più caratteristici delle valli del Mugello, abitato fin dall'antichità, venne fortificato in epoca romana e denominato "Castello" (Castellum). Attorno alla fortezza si estendevano i poderi, uno dei quali era chiamato "Marrato" cioè zappato da cui, forse, l'origine del toponimo. Dominio dei conti Guidi prima e in seguito della Repubblica fiorentina, Marradi conserva un pregevole centro storico caratterizzato dalla piazza delle Scalelle, sulla quale si affacciano il Palazzo comunale con il loggiato, il seicentesco palazzo Fabbroni, il palazzo del Cannone, risalente al XV-XVI secolo, e la chiesa del Suffragio (sec. XVIII). Altra emergenza significativa è il tardosettecentesco teatro degli Animosi. Il borgo ha dato i natali al poeta Dino Campana (1885-1932), del quale resta tutt'ora l'abitazione e si conservano presso l'archivio comunale documenti e scritti. Molto note anche le attività legate alla coltivazione e alla lavorazione dei marroni.
Vicende di guerra. Come tutto l'Alto Mugello anche Marradi, liberata il 25 settembre 1944, fu protagonista di numerosi eventi legati al Secondo conflitto mondiale. Il tributo di vittime e di distruzioni gli è valsa la Medaglia d'oro al Valor civile. In particolare si ricorda il bombardamento aereo alleato, diretto senza successo al vicino ponte ferroviario, che causò una quarantina di vittime e la distruzione di un intero rione del paese. Nei pressi della località detta "Capanna del Partigiano", luogo panoramico sul crinale appenninico, si svolse una consistente operazione militare alleata con il lancio aereo di truppe. Il luogo fu anche teatro di una delle più cruente battaglie combattute dalla brigata partigiana di Silvio Corbari, avvenuta il 18 luglio 1944 e ricordata con una lapide. La storica villa di Ersilia Fabroni (seconda metà sec. XIX), requisita dalle forze nazifasciste, divenne alloggio di truppe e sede di interrogatori e torture, tappa obbligata dei marradesi inviati nei campi di deportazione. Attualmente ospita una residenza per anziani. Il palazzo Torriani (fine sec. XVI), nelle immediate vicinanze di Marradi, fu sede delle truppe anglosassoni, come testimonia la scritta in inglese sulla porta di una stanza al tempo adibita a magazzino. Oggi è un Bed & Breakfast e una residenza d'epoca visitabile ogni seconda domenica del mese su prenotazione (0558042363). Per informazioni si può contattare il Comune di Marradi.
Da Marradi è possibile fare una deviazione dall'itinerario principale e raggiungere lungo la provinciale 306 Palazzuolo sul Senio (circa 11 km). Volendo si può arrivare a Palazzuolo anche dalla Colla di Casaglia, percorrendo la provinciale 477 per 16 km circa.
 

Palazzuolo sul Senio

Incantevole borgo nel cuore della Romagna toscana, al centro di un paesaggio in larga parte intatto dove è possibile fare gite a piedi, in mountain bike o a cavallo. Feudo degli Ubaldini, che gli assegnarono il ruolo di "mercatale", ovvero di punto di scambio dei prodotti dell'agricoltura e dell'artigianato, passò successivamente sotto il controllo della Repubblica fiorentina e più tardi fu sede del vicariato. Conserva nella piazza il trecentesco palazzo dei Capitani con il Museo delle Genti di Montagna e il Museo archeologico Alto Mugello. Nei dintorni spicca il santuario quattrocentesco della Madonna della Neve di Quadalto.
Palazzuolo era interessato dalla Linea Gotica e le truppe alleate dell'VIII Armata britannica e quelle tedesche della X Armata si installarono sulla riva sinistra del fiume Senio per tutta la durata dell'inverno 1944-45. A Palazzuolo nacque la 46a brigata Garibaldi Alessandro Bianconcini, che qui operò dall'inverno 1943 sino alla liberazione avvenuta il 24 settembre 1945. Nella primavera e nell'estate precedenti, sul crinale appenninico del monte Faggiola le truppe tedesche scavarono diverse trincee al fine di ostacolare l'avanzata verso il Senio degli alleati, ma furono costrette a ripiegare sulle alture circostanti per la rapidità dell'incedere nemico. La battaglia del fiume Senio, del 10-13 aprile 1945, fu particolarmente importante perché consentì agli alleati di proseguire l'avanzata verso Bologna.
Nel centro di Palazzuolo, in piazza Ettore Alpi, una cappella votiva con affreschi dell'artista Tito Chini ricorda i caduti di tutte le guerre.
Da Marradi, proseguendo l'itinerario principale, si percorre la provinciale 74 (provinciale 55 nel tratto emiliano-romagnolo) fino all'Alpe di San Benedetto (circa 20 km), da dove si diparte la statale 67 tosco-romagnola che conduce dopo circa 17 km a San Godenzo.


San Godenzo

Il paese prende nome dall'abbazia dedicata a San Gaudenzio, fondata nel 1028 per volere del vescovo di Fiesole Jacopo il Bavaro. L'8 giugno del 1302 l'abbazia ospitò uno storico incontro tra gli esuli ghibellini e i guelfi bianchi, tra i quali era presente Dante.
Il borgo è circondato da verdi montagne, ricoperte per lo più di faggete, la più importante delle quali è quella che riveste il monte Falterona (1654 m). L'ambiente oltre a essere ricco dal punto di vista naturalistico, è importante per i segni lasciati dall'uomo e dalla sua cultura. Non stupisce dunque che circa un terzo del territorio del comune di San Godenzo sia entrato a far parte del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona, Campigna (vedi itinerario Da Pieve Santo Stefano a Poppi, p. 110).
Uno degli eventi più drammatici nella storia del comune si verificò durante il Secondo conflitto mondiale quando, dall'11 al 13 settembre 1944, il paese fu completamente raso al suolo dall'esercito tedesco al fine di contrastare l'avanzata degli alleati. I tedeschi, volendo lasciare al nemico terra bruciata, non si limitarono alla distruzione delle case del capoluogo e delle frazioni di il Castagno d'Andrea, Casale e Ficciana, ma dispersero anche il bestiame con le provvigioni e distrussero i boschi. L'unico edificio risparmiato, per scrupolo nazionalistico, fu proprio l'abbazia: il suo fondatore era di origine tedesca.
Nel corso dell'azione di rastrellamento che interessò la zona del monte Falterona, centro strategico per la Resistenza, il 12 e il 13 aprile 1944 si consumarono le stragi di San Godenzo, del Castagno d'Andrea e del monte Falterona. Il paese di il Castagno d'Andrea venne saccheggiato, le case distrutte, sette abitanti furono fucilati e gli altri, circa 700, privati di cibo e nella totale miseria, costretti ad abbandonare il luogo. Nel bosco sopra il Castagno d'Andrea 11 partigiani vennero fucilati dai tedeschi che si stavano trasferendo nella località di Vallucciole (vedi itinerario Da Pieve Santo Stefano a Poppi, p. 110).


Dicomano

Da San Godenzo, procedendo ancora sulla strada statale 67 per circa 10 km si giunge a Dicomano, piccolo paese anch'esso interessato sul fronte nord dalla Linea Gotica della quale conserva alcune tracce. Sede dal Trecento al Settecento di un porto fluviale in collegamento con i cantieri navali di Pisa e Livorno, Dicomano, anche per la posizione strategica che occupa, fu gravemente danneggiato dalle vicende della guerra di Resistenza fino alla liberazione avvenuta il 10 settembre 1944.
Da Dicomano, la statale 551 Traversa del Mugello per Borgo San Lorenzo dopo circa 8 km conduce a Vicchio.
 

Vicchio

L'origine di Vicchio è fatta risalire alla fondazione, all'inizio del XIV secolo, di un castello eretto dalla Repubblica fiorentina per fronteggiare le famiglie dei conti Guidi e degli Ubaldini che governavano le montagne circostanti. Un fascino particolare deriva a questi luoghi dall'aver dato i natali a Giotto e al Beato Angelico, nati rispettivamente nel vicino colle di Vespignano attorno al 1267 e all'interno del castello nel 1387. Nella piazza centrale hanno sede il Palazzo pretorio e la chiesa di S. Giovanni Battista, in gran parte ricostruiti dopo il terremoto del 1919. Presso l'oratorio barocco di S. Filippo Neri è la casa dove abitò Benvenuto Cellini. Nel secondo dopoguerra la storia di Vicchio è legata alla figura di don Lorenzo Milani, che operò dal 1954 al 1967 nella piccola frazione di Barbiana.
Una delle pagine più drammatiche della storia di Vicchio ha visto protagonisti i suoi cittadini durante la Resistenza. I fatti più significativi si collegano alla prima liberazione del paese che i partigiani effettuarono il 6 marzo 1944. La reazione dei fascisti e dei tedeschi provocò infatti episodi di grande crudezza, come la strage di Padulivo, tra il 10 e l'11 luglio, dove le SS della divisione Goering fucilarono 15 ostaggi. Gravissimi furono i danni causati alle infrastrutture civili e alle abitazioni; anche le due antiche torri medievali agli ingressi del centro abitato furono distrutte. Tracce del passaggio della Linea Gotica restano in tutta la parte montuosa del territorio del comune, in particolare nella frazione di Villore, dove sono rintracciabili vari bunker disseminati nei castagneti. La liberazione di Vicchio avvenne l'11 settembre 1944. Il paese è stato insignito della Medaglia d'argento al Merito civile.

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