Da Massa a Sant'Anna di Stazzema

Massa è punto di partenza anche per un itinerario diverso, ricco di alternative interessanti sia per le opportunità di escursione offerte dai monti Pasquilio e Folgorito, sia per la presenza di luoghi che le vicende belliche hanno legato per sempre alla memoria collettiva.
Dal capoluogo, seguendo la provinciale 4 per circa 5 km, si raggiunge dapprima Altagnana.
 

Altagnana

Nella splendida cornice della piazzetta che si incontra lungo la via provinciale si trova il monumento al Partigiano, realizzato nel 2005 dallo scultore Brunello Pucci. È dedicato a tutti i partigiani di questa frazione massese, ma in particolare ai gemelli Fialdini, uccisi nell'eccidio del passo del Turchino,
Il paese di Antona, allungato nei boschi alle pendici dell'omonimo monte.
presso Genova, e al partigiano, nonché ex carabiniere, Enrico Mazzanti, morto durante uno scontro a fuoco con le truppe tedesche proprio alle pendici del borgo di Altagnana. Nello stesso sito nel 1944 era posizionata una batteria di artiglieria tedesca che cannoneggiava le posizioni montane presidiate dai partigiani.
Da Altagnana si imbocca la strada provinciale 55 che porta al monte Pasquilio (895 m) e più a sud al monte Folgorito (911 m).
 

Monte Pasquilio

Attorno al rilievo si snodano i vari percorsi utilizzati dalla Resistenza apuana durante il periodo bellico. Nei locali del Circolo culturale Pasquilio, capace anche di ospitalità e sito in via Pea, vicino a una chiesetta chiamata "della Resistenza" perché iniziata nel 1944 dagli stessi partigiani, è allestito un archivio-museo dedicato al comandante della formazione partigiana dei Patrioti Apuani Pietro Del Giudice. L'archivio è a disposizione per studi e ricerche. Partendo dal piazzale del Termo, situato sul monte, è praticabile un vero e proprio percorso denominato "della Linea Gotica" che guida il turista alla scoperta di trincee e camminamenti utilizzati dai tedeschi. Nel pieno del Parco naturale regionale delle Alpi Apuane, gli "itinerari della Resistenza apuana", e soprattutto quello che porta al monte Folgorito, permettono di godere degli stupendi panorami della costa apuo-versiliese con la possibilità di scorgere le maggiori isole dell'Arcipelago Toscano. Nell'area di vetta si trovano una trincea di 30 m con due ricoveri e due bunker debitamente segnalati. In generale, nella zona, i resti di trincee tedesche appartenenti alla Linea Gotica sono numerosi e spesso in buono stato di conservazione; in particolare quelle lungo il percorso che dal crinale montano conduce alle Forche, recuperate nel 1994 grazie a un restauro effettuato dalla Comunità Montana delle Apuane e dal parco su iniziativa del comandante dei Patrioti Apuani Pietro Del Giudice. Il 5 aprile del 1945 la fanteria angloamericana guidata dalla formazione dei Patrioti Apuani sorprese i soldati tedeschi del generale Otto Fretter Pico, aprendo così il primo varco sul settore occidentale della Linea Gotica e dando avvio alla liberazione apuana.
Sempre da Altagnana, riprendendo la provinciale 4, si arriva in pochi chilometri ad Antona, da dove si può raggiungere in breve Pian della Fioba.
 

Antona

Da questo antico borgo è possibile intraprendere l'itinerario detto "via della Libertà". Antona fu infatti la sede logistica da cui i partigiani controllarono il passaggio del fronte, attraversato proprio qui da migliaia di persone che volevano consegnarsi alle truppe alleate a Seravezza. Nel centro del paese, in via dei Colli, un sacrario ricorda tutte le vittime civili e combattenti che il passaggio del fronte provocò. A dieci minuti di auto si raggiunge Pian della Fioba, celebre per l'Orto botanico "Pietro Pellegrini" dell'Università di Pisa, ricco di specie floreali delle Alpi Apuane. Poco oltre, in località Tecchia, si trova un piccolo sacrario in memoria dei "valichi della Libertà", realizzato dall'ANPI locale nel punto in cui inizia il percorso che conduce al passo del Pitone, reso accessibile dai partigiani e fra i più usati per attraversare la Linea Gotica. Il sentiero è immerso in un bel paesaggio alpestre con visuale completa del crinale delle Apuane, dal Sagro al Contrario, alla Tambura, al Sumbra e all'Altissimo, originaria linea fortificata progettata dal comando tedesco. Verso sud si ha invece di fronte il crinale montano su cui di fatto si stabilì la Linea Gotica, ossia quello che va dall'Altissimo al Folgorito, a Porta. Lungo il crinale si raggiungono facilmente anche i passi delle Greppie, della Cardella e degli Uncini, che costituivano i valichi della Gotica verso l'Italia già liberata.
Da Massa, risalendo il corso del Frigido per la strada provinciale 5 dopo circa 7 km si è a Forno.
 

Forno

Antico paese di cavatori con tradizioni artigiane legate alla lavorazione del ferro, della canapa e della lana, presenta numerose emergenze di interesse storico-artistico: la chiesa parrocchiale, risalente al Trecento; il Ponte dell'Indugio, della seconda metà del Cinquecento; la Casa Socialista, del primo decennio del Novecento, vero e proprio simbolo della crescita politica del movimento operaio dei cavatori del marmo.
Superato Ponte di Forno, attraverso la strada di fondovalle via Bassa Tambura che risale il corso del Frigido si raggiunge il luogo dell'eccidio di Forno: qui il 13 giugno 1944 i nazifascisti uccisero 68 persone, per lo più civili, di cui 56 fucilati. Sul luogo della fucilazione nel dopoguerra fu posto un monumento di marmo dello scultore Riccardo Rossi, inserito in un'area-parco recentemente ristrutturata e comprendente la piccola chiesa di Sant'Anna (sec. XVII), con una grande pittura murale dedicata all'eccidio.
Ogni anno, in occasione dell'anniversario di quel tragico evento, la sezione dell'ANPI di Massa organizza una cerimonia in memoria dei caduti. Nei pressi dell'ex filanda della Società Cotonificio Ligure (costituisce un importante reperto di archeologia industriale e ospiterà un museo della Resistenza collegato in rete con gli altri centri similari della provincia), in località Pizzo Acuto, è stato posto un cippo a ricordo del luogo in cui venne ucciso dai nazifascisti Marcello Garosi, detto "Tito", sotto il cui comando si sarebbero dovute unificare le formazioni partigiane della Versilia e delle Apuane.
Riscendendo a Ponte di Forno e ripercorrendo per pochi chilometri la provinciale 5 in direzione Massa, si gira a sinistra oltrepassando i paesi di Guadine, Redicesi e Gronda, fino a giungere a Resceto.


Resceto

Posto nella valle di Renana in cui operarono numerosi i patrioti apuani, il paese è il punto di partenza della celebre via Vandelli, che collegava Massa a Modena attraverso il passo della Tambura. Al tempo della Seconda guerra mondiale era chiamata "via del sale e della fame" perché utilizzata dagli apuani per recarsi in Garfagnana e in Emilia a scambiare il sale con la farina. La strada è oggi una mulattiera di agevole percorribilità pedonale.
Altro percorso importante è quello che da Massa, lungo la strada che porta al mare (via Marina Vecchia), dopo circa 2 km conduce in località San Leonardo alle "Fosse del Frigido".
 

Fosse del Frigido

Il luogo è un rilevante sito archeologico: vi sorgeva infatti la romana Taberna Frigidas, posto di sosta lungo la Via Emilia Scauri, poi Francigena, caratterizzato dalla chiesetta romanica di S. Leonardo del XII secolo. L'intera area è interessata dal progetto del Parco della Memoria e della Pace, che dovrebbe costituire il fulcro multimediale della rete dei luoghi della Memoria e della Resistenza dell'intera provincia di Massa-Carrara.
Dopo il ponte che attraversa il Frigido, sulla destra, è collocata la stele di Mario Angelotti con l'epigrafe in memoria delle Resistenza apuana dettata da Piero Calamandrei. Più oltre, accanto all'antica chiesa di S. Leonardo, il 16 settembre 1944 avvenne l'eccidio del Frigido. Prigionieri comuni provenienti da tutta Italia, fatti uscire dal carcere del castello Malaspina, furono caricati su camion e condotti nell'argine destro del fiume, dove 147 di loro furono uccisi dopo essere stati gettati nei crateri formati dalle bombe con cui gli alleati avevano cercato invano di distruggere il ponte. Solo 63 delle 147 vittime ebbero un oggettivo riconoscimento nel 1947, all'epoca della riesumazione; le altre furono formalmente identificate sulla base dei registri carcerari.
Sempre in località San Leonardo si vedono i resti di un piccolo bunker in cemento armato, parte di un'originaria e più ampia serie di fortificazioni litoranee.
 

Bergiola di Carrara

Nota anche come Bergiola Foscalina, è il luogo di un altro eccidio nazifascista che coinvolse 73 persone: c'è un monumento e si leggono targhe dedicate all'episodio. È in allestimento, al centro del paese, un museo che costituirà uno dei punti della progettata rete museale provinciale e sarà dedicato al tema "Donne e Resistenza".
Da Massa lungo la statale 1 Aurelia, in direzione Pisa, dopo circa 2 km si gira a sinistra verso Montignoso. Riguadagnando la statale 1, sempre in direzione Pisa, dopo pochi chilometri si gira a destra verso Marina di Montignoso e il Cinquale.
 

Montignoso

Splendido borgo, sede del famoso castello degli Aghinolfi, ha sempre rappresentato un sicuro baluardo posto a protezione delle piccole borgate situate lungo il corso del canale di Montignoso. Sull'antica fortificazione di età altomedievale che si estendeva su un'area murata di circa un ettaro, svettavano due alte torri denominate di S. Francesco e di S. Paolino. L'area era divisa in tre recinti fortificati. Nel primo sorgevano 43 edifici usati come rifugio dagli abitanti di Montignoso durante i periodi di guerra o come magazzini in tempo di pace. Nel secondo, al quale si accedeva mediante un ponte levatoio, c'erano altre 87 case, mentre nel terzo e ultimo, sulla cima del colle, sorgeva il castello vero e proprio. Questo era costituito da una grossa torre ottagonale, il mastio, collegato a una torre rotonda da cortine murarie. Fra le dotazioni della fortezza si ricordano una grande cisterna per la raccolta dell'acqua piovana, un mulino e un passaggio segreto che dalla torre portava all'esterno. Agli inizi dell'aprile 1945 il castello fu teatro della battaglia ingaggiata contro le truppe tedesche dai reparti americani guidati dal tenente Baker, primo ufficiale di colore a essere insignito della massima onorificenza militare USA. Con il tempo, la mancanza di lavori di manutenzione e l'abbandono hanno fortemente compromesso lo stato di conservazione del castello di cui oggi si possono ammirare solo i massicci ruderi. Dal 1998 è tuttavia in corso un'opera di restauro.
Montignoso, strategicamente importante per il fronte occidentale della Linea Gotica, fu colpito in maniera drammatica dalle vicende belliche; i rastrellamenti, le pesanti distruzioni e le numerose vittime civili non fanno che confermare la sua grande rilevanza nella storia della lotta di Liberazione, riconosciuta anche dal conferimento, l'8 ottobre 2004, della Medaglia d'oro al Merito civile per il sacrificio della popolazione durante l'occupazione nazifascista. Nelle immediate vicinanze del paese, scendendo verso la litoranea, si trova un monumento alle vittime dei nazifascismi, realizzato nel 2001 da Kim Hwal-Kyung.
 

Il Cinquale

Antica sede fortificata pensata per far fronte agli attacchi saraceni, deriva probabilmente il suo nome dalla particolare forma a cinque porte della torre di guardia. È qui che si trova il monumento marmoreo indicante l'inizio della Linea Gotica sul fronte tirrenico dello scultore Vito Tongiani, voluto dalla sezione ANPI e dal Comune di Montignoso e inaugurato l'8 ottobre 2004 alla presenza del presidente della Repubblica Ciampi. Si tratta di un elemento fortemente significativo, che permette di riappropriarsi della memoria di un luogo anche in un contesto apparentemente così lontano e mutato dai tempi delle funeste fortificazioni belliche, qual è quello dell'attuale litorale versiliese.
Per informazioni sul percorso "Cippo Linea Gotica" è possibile rivolgersi al Comune di Montignoso, telefonando allo 058582711. La fruizione del percorso è libera e accessibile durante tutto l'anno.
Dal Cinquale, ripercorrendo la strada di andata, si ritorna sulla statale 1. Procedendo sempre in direzione Pisa per circa 5 km si gira a sinistra nei pressi di Querceta e dopo 4 km si giunge a Seravezza in provincia di Lucca.
 

Seravezza

Considerata la "porta" del Parco delle Alpi Apuane del versante versiliese, è incorniciata dai bacini marmiferi della Ceragiola, della Cappella, di Trambiserra e del monte Altissimo. Conserva pregevoli esempi di arte e architettura quattro-cinquecentesca, come la chiesa dei SS. Lorenzo e Barbara, la pieve della Cappella e il Palazzo Mediceo, edificato intorno al 1560 a protezione della magona del ferro. A causa della sua posizione geografica di rilevanza strategica ai fini difensivi, Seravezza subì pesanti distruzioni durante il periodo bellico, condividendo le tragiche vicende che la lotta di Liberazione comportò nell'immediato entroterra versiliese. Presso la Biblioteca comunale "Sirio Giannini" è custodito un Archivio della memoria dedicato ai fatti e ai documenti di quel tragico passato, dove sono raccolte anche preziose testimonianze orali rilasciate dai cittadini protagonisti delle vicende.
Da Seravezza, ritornando sulla statale 1 (4 km), si procede per circa 3 km in direzione Pietrasanta. Superato il paese si svolta a sinistra per raggiungere Sant'Anna di Stazzema.
 

Sant'Anna di Stazzema

Comune decorato della Medaglia d'oro al Valor militare per la Versilia e posto alle pendici dei monti Gabberi e Lieto, è una piccola frazione del comune di Stazzema, paese che si articola in diverse borgate sparse fra le pieghe del territorio circostante. Le tragiche vicende che hanno colpito questo luogo ne hanno fatto quasi un simbolo delle atrocità perpetrate ai danni dei civili durante la ritirata delle truppe tedesche dall'Italia. Il massacro di 560 persone compiuto il 12 agosto del 1944 rimane un fatto di imperitura memoria per tutta l'Italia. Il 22 giugno 2005 il Tribunale militare di La Spezia ha pronunciato la sentenza di ergastolo nei confronti dei dieci ex soldati tedeschi della 16a divisione Panzergrenadier delle SS imputati della strage di Sant'Anna di Stazzema. Inserita nel Parco della Memoria e della Pace delle Apuane, Sant'Anna viene oggi riconosciuta come il luogo più adatto a ospitare il Centro regionale della Resistenza. Nel Museo storico della Resistenza, in cui il Centro ha sede, si può approfondire la conoscenza dei fatti di cui il paese è stato teatro durante la Seconda guerra mondiale attraverso la visione di videocassette e la lettura di materiale storico-documentale specifico sul tema delle stragi nazifasciste.
Sul vicino colle di Cava si trova il monumento-ossario che custodisce i resti dei 560 martiri di Sant'Anna. L'opera, realizzata nel 1948 su progetto dell'architetto Tito Salvatori, accoglie sopra la fossa comune una scultura di Vincenzo Gasperetti raffigurante una giovane madre che stringe teneramente al petto, nell'abbraccio di morte, la figlioletta uccisa.
 

Parco Nazionale della Pace

Istituito con la legge N. 381 dell'11 dicembre 2000, ha sede in piazza don Vincenzo Lazzeri nel centro di Sant'Anna di Stazzema. Comprende anche il Museo storico della Resistenza di Sant'Anna, inaugurato come pinacoteca tematica nell'autunno del 1982 dall'allora presidente della Repubblica Sandro Pertini e divenuto museo il 19 settembre 1991.
Il parco, in collaborazione con il Comune di Stazzema e con il Comitato Onoranze ai Martiri di Sant'Anna di Stazzema, organizza numerose iniziative culturali incentrate sul tema della memoria, attività di ricerca e di documentazione, forum, visite didattiche (tra cui l'annuale viaggio a Mauthausen), seminari di formazione, premi letterari, concerti, mostre, proiezione di documentari, fiaccolate e commemorazioni anche con la partecipazione di testimoni sopravvissuti alla strage del 12 agosto.
Riprendendo da Sant'Anna di Stazzema la statale Aurelia si raggiunge Pietrasanta, dove, in viale Apua, è collocato il Monumento al Caduto Alleato sulla Linea Gotica realizzato dallo scultore Marcello Tommasi, inaugurato il 25 aprile 2000.

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Aggiornato al:
19.02.2013
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570744