Da Firenze al Monte Giovi

Per raggiungere il centro di Firenze, provenendo da nord o da sud, dopo aver percorso l'autostrada A1 Milano-Napoli (Autostrada del Sole), si esce al casello di Firenze Signa. Allontanandosi dal centro in direzione Pontassieve lungo la statale 67 (via Aretina), dopo pochi chilometri si giunge a San Jacopo Al Girone con il suo Cimitero Militare del British Commonwealth.
 

Firenze

Sebbene Firenze non sia stata in rapporto diretto con la Linea Gotica, giacché il suo territorio si trovava al di sotto dei rilievi sui quali si attestò il fronte, la città rivestì un'importanza cruciale nella guerra di Liberazione soprattutto perché centro di smistamento ferroviario utilizzato dai tedeschi per la movimentazione di uomini e merci verso l'Appennino. In questo senso gli alleati furono costretti, nonostante l'incommensurabile, ben conosciuto patrimonio artistico e architettonico della città, ad attaccarla proprio per cercare di ostacolare l'organizzazione del fronte dei reparti tedeschi.
In particolare, il 25 settembre 1943 venne condotta un'azione di bombardamento diretta al nodo ferroviario del Campo di Marte, che per errore si riversò invece sulla zona di piazza Cavour procurando la morte di numerosissimi civili. A seguito di questo episodio, soprattutto per il deterrente rappresentato dai beni artistici fiorentini, i bombardamenti successivi, effettuati a partire dal gennaio 1944, si concentrarono prevalentemente nelle zone circostanti la città, nelle quali vi furono anche numerosi scontri e uccisioni.
Nei mesi seguenti a Firenze e nei territori immediatamente a nord della città si susseguirono numerosi episodi di guerriglia che accompagnarono la progressiva e lenta ritirata dei tedeschi verso l'Appennino e le postazioni della Linea Gotica. L'11 agosto 1944 il capoluogo toscano venne liberato e il Comitato di Liberazione Nazionale insediò con tempestività il nuovo governo cittadino a palazzo Medici-Riccardi.
L'Istituto Storico della Resistenza. Proprio da palazzo Medici-Riccardi parte l'itinerario che si dispiega negli immediati dintorni del capoluogo. Qui, in pieno centro, ha sede l'Istituto Storico della Resistenza in Toscana (ISRT), uno dei più importanti d'Italia. Associato all'Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia, promuove lo studio dell'antifascismo e della Resistenza in Toscana e raccoglie, ordina e conserva documenti, cimeli e pubblicazioni riguardanti questo periodo della storia contemporanea. L'istituto fornisce anche supporto per attività didattiche in collaborazione con la Regione Toscana, le scuole e altre istituzioni culturali. Si compone di una biblioteca di oltre 50000 volumi, in continua crescita, rimasta pressoché intatta dopo l'alluvione del 1966, di un archivio documentario con videoteca, riferito anche agli aspetti sociologici della storia toscana, e di un'emeroteca che ha come elemento di spicco la raccolta della stampa antifascista clandestina e dell'emigrazione politica.
Oltre alla sede di palazzo Medici-Riccardi, sita in via Cavour al N. 1, dove si trovano la biblioteca e l'emeroteca, l'istituto dispone di una sede distaccata presso la palazzina Pucci, in via dei Pucci al N. 4, dove è stato collocato l'archivio fotografico che comprende circa 18000 foto.
Nella località detta "Il Girone" è visitabile il Cimitero Militare del British Commonwealth, che conserva le spoglie di 1600 soldati dell'esercito inglese caduti durante la guerra di Liberazione in Toscana. Il cimitero, con le lapidi disposte in file uniformi e accompagnate ciascuna da un piccolo cespuglio fiorito, è particolarmente suggestivo anche per la posizione che occupa, immediatamente a ridosso dell'argine dell'Arno. Accanto al cimitero è situato un vivaio che ne cura la manutenzione.
Proseguendo dal Girone lungo la strada statale 67 tosco-romagnola si supera Pontassieve e dopo circa 7 km, all'altezza di Rufina, si gira a sinistra per giungere a Tamburino alle pendici del monte Giovi; la strada diviene sterrata a iniziare da Acone Sant'Eustachio. Da Tamburino si può fare una deviazione per la località di Scopeti.
 

Monte Giovi

Il massiccio è costituito da un insieme di territori di media montagna che raggiungono l'altitudine più elevata nella cima del monte Giovi (992 m). L'area riveste notevole interesse non solo dal punto di vista geomorfologico e geologico, ma anche per la sua ricchezza botanica e faunistica. Sulla vetta del monte sono percorribili una serie di sentieri gestiti dal CAI, ed è inoltre raggiungibile a piedi il paese di Barbiana, legato al nome di don Lorenzo Milani.
Il Parco culturale della Memoria. Nell'ambito di un più ampio progetto del Parco territoriale di monte Giovi, un piano autonomo istitutivo e di gestione avrà il cosiddetto "Parco culturale della Memoria" promosso dalla Provincia di Firenze, dalle Comunità Montane Mugello e Montagna Fiorentina e dai Comuni di Borgo San Lorenzo, Dicomano, Pontassieve e Vicchio. Il progetto è stato concepito in attuazione della Legge regionale N. 38/02 contenente "Norme in materia di tutela e valorizzazione del patrimonio storico, politico e culturale dell'antifascismo e della Resistenza e di promozione di una cultura di libertà, democrazia pace e collaborazione tra i popoli". Oltre alla finalità principale, cioè promuovere la memoria degli eventi della Resistenza, il progetto si propone di recuperare la viabilità rurale che collega i quattro comuni compresi nell'accordo per la valorizzazione e la fruizione della viabilità sedimentata storicamente dal sistema agroforestale della mezzadria. Il progetto comprende inoltre obiettivi di diffusione e di animazione culturale e sociale e precisi interventi sul territorio, tra i quali la costruzione di un monumento alla Memoria sulla vetta del monte Giovi. L'iniziativa, di alto valore culturale, coinvolge un territorio importante nella guerra di Liberazione, della quale tuttavia non conserva permanenze consistenti.
In effetti, dopo l'8 settembre 1943 il monte Giovi, per la sua posizione strategica e per la vicinanza al capoluogo, divenne uno dei centri del movimento partigiano toscano che da qui si allargò nelle zone montane attigue come il monte Morello, i monti della Calvana, il Pratomagno, l'Appennino dal Falterona al passo della Futa; ivi si costituirono e agirono la formazione Gruppo Acone, le divisioni Potente (brigata Caiani) e Garibaldi (brigata Stella Rossa, poi Faliero Pucci), la divisione Jugoslavia, e le brigate Lanciotto, Checcucci e Lavacchini che poterono contare nella loro azione di resistenza sul pieno appoggio delle popolazioni locali. Organizzazione atipica rispetto alle altre fu il cosiddetto "Gruppo di Pontassieve", che prima di far parte di una formazione vera e propria si mosse rivendicando con forza la propria autonomia operativa. Per informazioni sul parco rivolgersi all'Ufficio stampa della Provincia di Firenze.
Come primo atto della costituzione del Parco culturale della Memoria, per il 60° anniversario della Liberazione l'ANPI di Firenze, con il gruppo escursionisti "Geo", ha promosso una serie di "itinerari partigiani sul monte Giovi" utilizzando in gran parte la sentieristica attivata dal CAI e intitolando i singoli sentieri a personalità o a gruppi di azione protagonisti dell'antifascismo e della Resistenza. Per informazioni rivolgersi all'ANPI di Firenze.
Un itinerario alternativo unisce il Cimitero Maggiore di Sesto Fiorentino, una cui parte ospita le spoglie dei caduti partigiani, e quello dei Falciani, situati a nord-ovest e a sud-ovest del capoluogo. Ritornati a Firenze si raggiunge piazza Dalmazia e da qui si percorre la via Sestese per arrivare dopo circa 6 km a Sesto Fiorentino e successivamente, dopo un paio di chilometri, a Calenzano. Sempre da Firenze, dirigendosi a sud-ovest verso la Certosa del Galluzzo e proseguendo verso la via Senese per circa 8 km, si raggiunge la località di Falciani nel comune di San Casciano in Val di Pesa, dopo aver attraversato l'abitato di Tavarnuzze.


Calenzano

All'interno del castello di Calenzano Alto ha sede il Museo del Soldatino e del Figurino storico, terzo museo italiano del settore dopo quelli di Padova e di Bologna. Nato nel 1981, opera da alcuni anni insieme alla Fondazione Museo Stibbert di Firenze e si avvale dell'ausilio di diverse associazioni modellistiche fiorentine. Scopo del museo è infatti la ricostruzione di contesti e la rievocazione di eventi storici attraverso lo strumento della riproduzione artigianale dei manufatti. Per informazioni rivolgersi all'Associazione Turistica Calenzano al N. 7 di via del Castello.
Tra le società delle quali il museo si avvale va menzionata l'associazione "Cantiere della Memoria", che è impegnata nell'ambito della divulgazione storica in senso lato, compreso il periodo della Seconda guerra mondiale. Istituita nel 1999, utilizza quali principali strumenti di divulgazione i plastici ricostruttivi degli eventi bellici e il figurino storico. L'associazione organizza anche attività didattiche e di documentazione. Per informazioni consultare il sito www.cantieredellamemoria.com.
 

Falciani

A San Casciano in Val di Pesa, in località Falciani, si trova il Cimitero americano dei Falciani. Senz'altro uno dei più importanti cimiteri di guerra stranieri in Italia, fu realizzato nel 1959 da un gruppo di architetti americani e ospita oltre 4402 caduti statunitensi della Seconda guerra mondiale, circa il 39% delle perdite americane. Il cimitero è di rilevante importanza, sia per il suo valore intrinseco, sia come esempio di sistemazione paesaggistica giacché si dispiega su un'intera collina.

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Aggiornato al:
19.02.2013
Article ID:
570909