Palazzo di Seravezza

Seravezza, via 24 Maggio, 22 
 

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La costruzione del Palazzo di Seravezza, fu voluta da Cosimo I de'Medici per sovrintendere alle ricche escavazioni marmifere e di minerali nella zona. La località infatti non era ricca soltanto di marmi, ma nei pressi della vicina Stazzema si trovavano filoni metalliferi di mercurio, piombo argentifero, cinabro, e ferro carbonato, conosciuti fino dall'epoca medievale.

Tra i marmi più pregiati quelli bianchi individuati da Michelangelo per la basilica di San Lorenzo a Firenze, e quelli della breccia detta ‘medicea di Seravezza'.
I lavori di edificazione furono diretti da David Fortini, tra il 1561 e il 1563, sotto la supervisione di Bartolomeo Ammannati.

Successivamente, il Palazzo ospitò durante l'estate, i principi medicei e in particolare Cosimo I, Francesco I, e Ferdinando I con la moglie Cristina di Lorena appassionata di pesca.
A lei, ricevuto con la morte del marito nel 1609, il legato del governo del Capitanato di Pietrasanta sono ascrivibili alcuni lavori, tra i quali la costruzione della cappella esterna al fabbricato attribuita al disegno del Buontalenti.
In seguito, nel 1784, il granduca Pietro Leopoldo donò la villa-palazzo alla Comunità di Seravezza, riservando una porzione come residenza estiva al suo vicario di Pietrasanta.
Nel 1786, la Comunità retrocedette il possesso al granduca per l'onere eccessivo del suo mantenimento. L'immobile fu allora assegnato alla Magona come sede dell'amministrazione e come magazzino di una ferriera attivata a Ruosina.
Nello stesso periodo, una porzione delle scuderie annesse alla villa-palazzo fu trasformata in teatro ad opera dei maggiorenti della cittadina riuniti in un'Accademia dei Costanti, mentre al posto di un vivaio per le trote fu costruito un distendino per il ferro.

Nel 1835, privatizzata la ferriera di Ruosina, la villa-palazzo fu completamente restaurata da Leopoldo II come soggiorno estivo per le figlie. Lo stesso granduca, nel 1855 destinò provvisoriamente l'immobile ad ospedale a seguito di un'epidemia di colera che infestò la zona.
Dopo l'Unità d'Italia passò allo Stato che, nel 1864, la donò al Comune di Seravezza.
Attualmente, dopo avere ospitato un carcere circondariale e la sede del Municipio (fino al 1967), l'intero complesso è diventato un importante centro di promozione culturale.

 

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Aggiornato al:
16.05.2022
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416700