Toscana libera dal tarlo asiatico, sconfitto ufficialmente anche l’ultimo focolaio di Prato

Toscana libera dal tarlo asiatico, sconfitto ufficialmente anche l’ultimo focolaio di Prato

L’ultimo  focolaio toscano di tarlo asiatico, (Anoplophora chinensis) è stato chiuso e la Toscana torna ad essere finalmente area indenne; a Prato questo insetto fu ritrovato nel 2019 e nel 2020 in due distinte aree pubbliche, il rinvenimento suscitò grande allarme sia per i danni che l’insetto può produrre su molte piante arboree sia per la vicinanza ai molti vivai.

Questo è un nuovo  successo per la Toscana, confermato anche dagli ispettori della Commissione europea che nel 2023 visitando il territorio colpito, comunicarono ufficialmente l’approvazione delle procedure attivate e delle azioni intraprese dal Servizio Fitosanitario regionale.

Partner insostituibili per tutti questi quattro anni sono stati i cani da fiuto appositamente addestrati per il rilevamento di larve di Tarlo asiatico all’interno delle piante ospiti.

Durante le attività di eradicazione sono state distrutte complessivamente 84 piante che l’amministrazione comunale ha poi comunque prontamente sostituito con piante non ospiti del tarlo asiatico. 

L’eradicazione di questo pericoloso insetto è sicuramente un evento di grande soddisfazione raggiunto grazie all’impegno della Regione Toscana, in particolare del Servizio Fitosanitario Regionale, dal Centro per la Ricerca in Agricoltura e dell’amministrazione del Comune di Prato  oltre che della popolazione locale. 

Il tarlo asiatico
Indicato dall’Unione Europea tra i 20 organismi nocivi più pericolosi per le piante proprio a causa  del potenziale impatto ambientale ed economico, dato che contrariamente ai “parenti” autoctoni, questo insetto è capace di aggredire piante sane.
Buca la corteccia degli alberi per deporvi le uova (di solito una settantina) da cui si sviluppano larve lunghe sino a 5 centimetri che scavano vere e proprie gallerie dentro tronchi, rami e radici, divorando le piante dall'interno.

Proprio per questa sua pericolosità, la normativa europea prevede che, in caso di rinvenimento di un focolaio, debbano essere distrutte tutte le piante infette e le altre sensibili presenti entro 100 metri. 

La storia
L’insetto fu rinvenuto nel luglio del 2019,  in seguito ad una segnalazione di un cittadino che avvisava della presenza di numerosi fori sulle piante di acero negundo presenti nel giardino della bocciofila in Via Baracca a Prato.  

L’ispezione che seguì alla segnalazione confermò la presenza di una popolazione molto nutrita di insetti adulti. Il tarlo asiatico è un insetto che tende a non spostarsi molto dal luogo dove è nato ma l’estate è il periodo in cui gli adulti si nutrono e poi si riproducono, e quindi fu necessario intervenire prontamente per  eliminare il focolaio prima che si diffondesse ulteriormente. Infatti immediatamente dopo aver avuto la conferma ufficiale sull’identità del patogeno, grazie al comune di Prato, iniziarono i lavori di abbattimento delle piante infestate e delle piante ospiti nel raggio di 100 metri. Nel giro di quattro giorni furono abbattute e  distrutte 73 piante.

L’anno successivo durante le attività di monitoraggio del territorio, grazie all’ausilio di cani addestrati, fu scoperto un nuovo focolaio in un’alberatura pubblica  a circa 700 m dal primo. Anche in questo caso  furono abbattute e distrutte 12 piante arboree, sempre con la collaborazione del Comune di Prato.

Negli anni successivi e fino al 2024, le attività di monitoraggio effettuate dal SFR con esami visivi e apposizione di trappole entomologiche con feromoni,  svolte  in aree pubbliche e in giardini privati nel raggio di 2 km a partire dal luogo di ritrovamento delle piante infestate, non hanno più segnalato  insetti o sintomi della loro presenza. Pertanto il focolaio notificato alla Commissione Europea come Outbreak 848/2019, è stato considerato chiuso e il patogeno eradicato dal territorio.
 

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