Tappa 22: dal Passo della Cisa a Pontremoli


La Via Francigena varcava lo spartiacque appenninico entrando nel mondo mediterraneo non lontano dall'attuale valico della Cisa (o Via di Monte Bardone, dall'antico Mons Longobardorum) e andava verso il mare seguendo il corso del fiume Magra.

La Valle del Magra è tutt'oggi fulcro di importanti nodi stradali e ferroviari e ha mantenuto integre le sue bellezze: castelli di diverse forme architettoniche, pievi romaniche, borghi murati ancora ben conservati e ricchi di fascino. Tutta la Valle, compresa fra le province di Massa-Carrara e La Spezia, offre riposanti paesaggi con verdi boschi e fiumi dalle limpide acque fino al mare, dove ad un litorale sabbioso a sud si contrappone a nord la costa impervia, frastagliata e suggestiva con borghi medievali quali Portovenere e Lerici e gli incantevoli vigneti delle Cinque Terre a strapiombo sul mare.

La prima tappa toscana della Via Francigena è di 19,57 km che si percorrono in 5 ore circa.

Dai 1.100 metri del Passo della Cisa si seguono sentieri fino al passo del Righetto dove inizia una ripida e impegnativa discesa fino a Groppoli a 400 metri di altitudine.

Si prosegue attraversando i borghi ancora ben conservati e ricchi di fascino di Groppodalosio - reso famoso da un ponte medioevale che rappresentava il punto di attraversamento del fiume Magra per i pellegrini della Via Francigena - Casalina e Topelecca, poi una lunga salita porta al passo della Crocetta a 700 mt circa di altitudine.

Da qui si scende infine lungo una mulattiera tra riposanti paesaggi boschivi fino ad Arzengio e in breve si raggiunge Pontremoli, sorta tra due corsi d'acqua e caratterizzata dal gran numero di ponti.
Il corso principale conduce fra palazzi e chiese medievali, tra cui a chiesa di S. Pietro, dove ancora oggi si conserva il "labirinto", simbolo dei pellegrinaggi diretti in Terra Santa, fino al punto tappa, in Piazza della Repubblica.

In questa tappa non sono presenti tratti pericolosi in promiscuità con il traffico.
 

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Vedi il percorso

 

  • Partenza: passo della Cisa
  • Arrivo: Pontremoli, piazza della Repubblica
  • Lunghezza Totale (km): 19.57
  • Percorribilità: A piedi
  • Tempo di percorrenza a piedi (ore.min): 5.00
  • Dislivello in salita (m): 527
  • Dislivello in discesa (m): 1327
  • Quota massima (m): 1108
  • Difficoltà: Molto Impegnativa
  • Strade pavimentate: 16%
  • Strade sterrate e carrarecce: 29%
  • Mulattiere e sentieri: 55%
  • Ciclabilità: 65%
  • Come arrivare al punto di partenza: Linea FS Parma-La Spezia stazione Berceto, prontobus per la Cisa (800-977900 entro le 14)

 

 

 


COSA VEDERE

La città di Pontremoli sorge ai piedi del Passo della Cisa. Citata come XXXI tappa nell'itinerario di Sigerico, fu libero comune fra XII e XIII secolo e fu definita da Federico II "Chiave e Porta della Toscana". Il borgo medievale, sviluppato tra due fiumi su un unico asse viario da Porta Parma a Porta Fiorentina, attrezzato per accogliere mercanti e pellegrini e munito di imponenti strutture difensive, è dominato dal Castello del Piagnaro. Sorto attorno al X secolo per controllare il sistema viario e proteggere l'abitato, il Castello è stato più volte distrutto, ricostruito, ampliato: all'interno sono visibili l'imponente mastio medievale con ingresso sopraelevato, le strutture anticamente utilizzate come caserma e prigione, i possenti bastioni sei-settecenteschi.

Il Castello ospita dal 1975 il Museo delle Statue Stele Lunigianesi, enigmatiche sculture in pietra databili tra il III e il I millennio a.C. che rappresentano la più antica e preziosa testimonianza della presenza umana in Lunigiana.

Ai piedi del colle del Piagnaro si trova Porta Parma, che segna l'ingresso settentrionale della città; la struttura fortificata risale al XVII secolo, come testimonia la targa di marmo posta sopra l'arco, su cui è inciso il nome di Filippo III re di Spagna. La porta immette nella parte della città chiamata "Sommo borgo": seguendo la via che attraversa l'abitato su raggiungono i quartieri di S. Nicolò e S. Gemignano e si arriva a piazza del Duomo. Nella chiesa di S. Nicolò si può ammirare un crocifisso nero del XV-XVI sec.

Scendendo dal Castello del Piagnaro si accede alla porta e al ponte di S. Francesco di sopra: il ponte romanico ha origini antiche, è stato più volte ristrutturato a causa delle piene subite, mantenendo però l'originale costruzione trecentesca. Noto come ponte della Cresa, conduceva alla chiesa di San Francesco. Edificio a tre navate, conserva un bassorilievo che raffigura la Madonna con il Bambino, attribuito ad Agostino di Duccio.

Piazza del Duomo – dove si trova Palazzo Vescovile, sede del Museo Diocesano che raccoglie opere presenti in chiese ed oratori del territorio - è separata da Piazza della Repubblica – dove si trova il Palazzo comunale - dalla Torre del Campanone, che faceva parte della fortificazione detta di "Cacciaguerra", cortina muraria che correva dalla sponda sinistra del Verde a quella del Magra, eretta da Castruccio Castracani nel 1322 per separare la parte guelfa della città, in alto, da quella ghibellina in basso.
In piazza della Repubblica si possono ammirare palazzo Bocconi e Ruschi-Pavesi. Seguendo la strada si raggiunge il nucleo inferiore alto medievale della città noto come "Immoborgo". Il ponte S. Francesco di sotto – ponte dello Stemma – permetteva il collegamento tra l'Immoborgo e la campagna oltre il Verde, la chiesa e il convento di S. Francesco. Rientrando nel borgo, si raggiunge la torre di Castelnovo, parte del sistema difensivo della città.

Attraversato il fiume Magra, sulla destra si trova la chiesa di Nostra Donna – oratorio della Madonna del Ponte – interessante esempio di architettura Rococò e vicino il teatro della Rosa, le cui origini risalgono al 1739.
Nella piazzetta a sinistra si trova la chiesetta di S. Cristina che conserva preziose tele e poco più oltre i palazzi Petrucci e Damiani, decorati con affreschi di Natali e Antonio Contestabili.
All'estremità del borgo si trova Porta Fiorentina: questa parte della città era circondata da mura ancora visibili; qui si trova anche la chiesa di S. Pietro, al cui interno è conservato il bassorilievo del labirinto dell'XI-XII sec. scolpito in arenaria, simbolo del cammino spirituale del pellegrino.

Fuori dal centro storico di Pontremoli si trova la chiesa di San Giorgio, costruita probabilmente nel V secolo, le cui prime notizie certe risalgono a un documento di Papa Gregorio VII del 1078. Oggi della Chiesa rimangono solo l'abside e un campanile.


Da vedere anche:

In prossimità del Passo della Cisa, al termine di una ripida scalinata, si trova la chiesetta dedicata a Nostra Signora della Guardia. Iniziata nel 1919, fu benedetta il 16 luglio 1922 e dichiarata santuario il 29 agosto del 1930. Da allora ogni 29 agosto, giorno dedicato a Nostra Signora della Guardia, molti fedeli si recano in pellegrinaggio verso questa chiesa.

Da vedere, ai piedi del Passo della Cisa, lungo il percorso della Via Francigena, l'antico ospedale che era destinato a viaggiatori e pellegrini: lo Xenodochio di San Benedetto di Montelungo, tenuto dai benedettini. Dell'ospedale, distrutto dai Longobardi e poi ricostruito, rimangono oggi pochi ruderi.

Duomo e Museo Diocesano di Pontremoli: La costruzione della "Chiesa di S. Maria Assunta", che dal 1787 sarà Cattedrale della Diocesi di Pontremoli, si deve al voto della popolazione della città affinchè la Madonna ponesse fine alla pestilenza dei primi decenni del XVII secolo. L'interno barocco è a pianta latina, con la cupola che sovrasta l'incrocio tra la navata e i bracci laterali; abside e presbiterio sono ricchi di stucchi dorati, opera del 1760 di artisti ticinesi, al pari di quelli che decorano i transetti e la navata centrale, realizzati un secolo dopo sopra la decorazione prospettica di Francesco Natali. Di Natali sono anche due affreschi dell'inizio del '700 sulla volta della navata, che rappresentano la "Gloria di S. Rosa da Lima" e la "Gloria di S. Geminiano", protettori della città. Nella nicchia al centro dell'abside si trova la statua lignea trecentesca della Vergine in trono con il Bambino, vestita alla fine del '600 alla foggia della Madonna di Loreto e venerata a Pontremoli con il nome di "Madonna del Popolo".

A Pontremoli si trova anche la Chiesa di San Giacomo d'Altopascio, nel luogo in cui nel Medioevo era l'hospitale dei Cavalieri del Tau d'Altopascio. Nel 1508 l'edificio fu trasformato in Monastero per monache agostiniane di clausura e nel 1785, divennè Conservatorio femminile. La chiesa attuale - consacrata nel 1641 – nell'altare maggiore conserva la pala di G. Bottani, raffigurante l'Ascensione di Nostro Signore e negli altari laterali l'affresco della Madonna del Perpetuo Soccorso e una tela della Madonna con Bambino e Santi di scuola senese.

 

 

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Aggiornato al:
16.07.2018
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902152