Raccolta documentaria di Luigi Caldarelli sullo stragismo in Italia
Centro di documentazione Cultura della Legalità Democratica
Diritti
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Luigi Caldarelli nasce a Montalcino (Siena) il 20 novembre 1925. E’ stato partigiano, aderente al Partito d’Azione. Di professione architetto, nel 1974 sua figlia Ilaria, insieme alla moglie Valentina e alla cognata si trovano sul treno Italicus il giorno della strage ma fortunatamente non subiscono esiti fatali. Inizia per Caldarelli il suo impegno civico e obbligo morale per la memoria dei fatti di sangue e per la cultura della trasparenza democratica del Paese. Il 6 aprile 1983, Caldarelli contribuisce alla nascita dell'Unione dei familiari delle vittime per stragi, di cui diverrà presidente, che inizialmente comprende tra i suoi membri i parenti dei morti e i sopravvissuti agli eventi tragici di piazza Fontana, di piazza della Loggia a Brescia e dell'Italicus. In seguito sarebbero entrati a farne parte anche i familiari delle vittime dell'aereo di Ustica. L'Unione aveva sede dapprima a Palazzo Marino, dove si trova il Comune di Milano, per poi trasferirsi a Bologna. Per l'eccidio della stazione di Bologna i rappresentanti erano Torquato Secci e Paolo Bolognesi; per la bomba del 12 dicembre 1969 Luigi Passera; per quella bresciana Manlio Milani; per l'esplosione del 1974 a San Benedetto Val di Sambro, appunto, Luigi Caldarelli.
“L'Unione nasce per combattere il silenzio e l'omertà, cui si deve l'impunità dei colpevoli”. Insieme ad alcuni familiari delle vittime delle stragi e a Paolo Bolognesi, assistiti dall'avvocato Roberto Montorzi, Caldarelli presenta alla Procura di Bologna un esposto-denuncia contro Licio Gelli "quale mandante dell'attentato al treno Italicus" e contro altre sette persone, tra le quali il segretario missino Giorgio Almirante, ritenuto responsabile di calunnia, e i generali Luigi Bittoni e Gino Birindelli "per le coperture prestate a favore degli imputati della strage, quali complici di Gelli e membri dell'associazione sovversiva P2". Per accusare Gelli, i parenti delle vittime riportano e commentano ampi stralci della motivazione della sentenza sull'Italicus. Si legge tra l'altro nel documento: "[...] è dimostrato che esponenti della Massoneria sollecitavano e sovvenzionavano gli attentati di destra [...] deve poi sottolinearsi essere provati i rapporti tra la Loggia P2 e gli extraparlamentari di destra aretini [...] Risulta adeguatamente dimostrato come la loggia P2, e per essa il suo capo Licio Gelli, nutrissero evidenti propensioni al golpismo [...]".
Un passo fondamentale verso l’apertura del summenzionato fronte civile avviene con la costituzione della “Casa della Memoria” quando l’Associazione fra i Familiari entra a far parte dell’Unione dei Familiari delle Vittime per Stragi”, con Luigi Caldarelli portavoce per i fatti del treno Italicus
Descrizione.
La documentazione è stata raccolta da Luigi Caldarelli a partire dagli anni Settanta del Novecento fino alla sua morte (2008) e riguarda in prevalenza gli attentati attribuibili al terrorismo eversivo nero e più in generale alla cospirazione politica legata alla cosiddetta strategia della tensione in Italia. La raccolta è messa a disposizione del pubblico dal Centro di documentazione Cultura della legalità democratica di Regione Toscana che la detiene insieme a quella prodotta, nello stesso ambito tematico e cronologico, dal giudice Rosario Minna. Di natura "privata", essa si connota per il particolare ed esclusivo interesse storico riconosciuto con dichiarazione ai sensi del d.lgs 42/2004 (Codice dei beni culturali). La raccolta si compone, oltre che degli atti giudiziari, della pubblicistica e delle considerazioni-interpretazioni personali di Caldarelli e vorrebbe aiutare il consultatore nel tentativo di individuazione di quei nessi concettuali e metodologici, già espressi dello stesso Luigi Caldarelli nella monografia "Il terrorismo e le sue maschere. L'uso politico delle stragi", Bologna: Pendragon, 1996, utili per una rilettura critica delle drammatiche vicende che hanno segnato la storia recente del nostro Paese. Tra i pregi della raccolta documentaria infatti, per quanto sedimentatasi in modo spesso caotico e incoerente, c'è il tentativo di collazionare le diverse fonti prodotte dalle autorità giudiziarie impegnate nei tanti processi, al fine di delineare un'interpretazione coordinata e trasversale delle vicende stragiste che consenta agli studiosi di approcciare conclusioni diverse rispetto a quelle “accertate” dagli organi giudiziari ufficiali.
Storia archivistica.
La raccolta venne in un primo tempo messa a disposizione del Comitato toscano di solidarietà per le vittime delle stragi. Donato per espressa volontà del suo autore a Regione Toscana nel 2015, il Fondo è oggi conservato presso il Centro di documentazione cultura legalità democratica a Firenze (Sede di Novoli).
Il progetto di riordinamento, selezione con scarto delle copie multiple, ricondizionamento e descrizione archivistica col software ArDeS del Fondo è curato da Roberto Baglioni su incarico del Centro
Consistenza.
184 unità di conservazione (faldoni)
Estremi cronologici.
1969-2004
Note alla datazione.
con precedenti fino al 1950
Criteri di ordinamento.
Riordinamento del Fondo per serie archivistiche (con sigle)
Fondo LC - Raccolta Luigi Cardarelli
Serie I AG - Atti giudiziari, 109 faldoni
Serie II RS - Rassegne e raccolte di materiali a stampa, 28 faldoni
Serie III DP - Dossier intestati A-Z, 30 faldoni
Serie IV CP - Commissioni parlamentari, 3 faldoni
Serie V UFV - Unione e associazioni familiari delle vittime e altri enti, 14 faldoni
Documentazione collegata.
La documentazione complementare al Fondo si trova presso l’Istituto storico della Resistenza Toscana e consta di 25 buste.
Per maggiori notizie.
Ordinamento.
Inventariato
Strumenti di ricerca.
* Inventario
Nel rispetto dei limiti alla consultabilità dei documenti imposti dall’art. 122 del D.lgs. 22 gennaio 2004, n. 42 l’inventario non viene pubblicato integralmente ma in forma ridotta. Il testo completo è consultabile su richiesta del ricercatore.
* Biblioteca del Fodo Luigi Caldarelli