Agricoltura
Quadro generale e prime valutazioni Toscana - Dati definitivi provinciali
agosto 1993
Presentazione
Con l'acquisizione dei dati definitivi relativi al 4° Censimento dell'Agricoltura si è ritenuto importante - continuando il lavoro già iniziato nel 1991 con la diffusione dei primi risultati provvisori - dare largo spazio a questa informazione che per la sua articolazione territoriale e settoriale fornisce la base conoscitiva indispensabile per coloro che a vario titolo, amministratori pubblici, operatori del settore agricolo, studiosi e ricercatori sono interessati al mondo agricolo e in particolare a quello toscano.
Cogliendo l'occasione offerta dai dati censuari, la Giunta regionale toscana ha costituito un gruppo interdipartimentale di lavoro composto dai Dipartimenti Agricoltura, Foreste,Caccia e Pesca e Statistica, elaborazione dati e Documentazione (SEDD) e IRPET con il compito di massimizzare il valore di queste informazioni in termini di avvio della realizzazione di un sistema informativo regionale sul settore agricolo, di analisi delle dinamiche intervenute tra il 1982 e il 1990, di individuazione delle differenziazioni territoriali del sistema agricolo regionale.
Il lavoro che qui si presenta costituisce soltanto una prima tappa di questo itinerario che non può prescindere -crediamo- dal materiale documentario e dagli elementi principali utili per una prima lettura delle variazioni intervenute in campo agricolo, tra il 1982 e il 1990 forniti in questi volumi.
L'assessore all'Agricoltura, Foreste, Caccia e Pesca
L'assessore alla Statistica, Elaborazione Dati e Documentazione
Il presidente dell'IRPET
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Premessa
A due anni circa dalla prima diffusione dei dati provvisori è adesso possibile disporre di tutto il quadro informativo ricavabile dal IV Censimento dell'Agricoltura in termini di dati definitivi.
L'obiettivo che qui si è proposto di raggiungere non è ambizioso: è quello infatti di effettuare sostanzialmente una diffusione delle informazioni definitive più rilevanti cercando di indicare -quasi una guida alla lettura- quelli che sono risultati i cambiamenti più evidenti, con riferimento ad alcuni caratteri strutturali che appaiono dalla "fotografia" che il censimento del 1990 propone rispetto a quelli del 1982.
Le tavole statistiche contenute nel presente volume costituiscono il frutto di una selezione rispetto alle elaborazioni contenute nei fascicoli ISTAT relativi alle province toscane. I dati ISTAT sono stati rielaborati per renderne la presentazione più funzionale all'esigenza degli utilizzatori regionali, in alcuni casi le tavole sono state integrate con elaborazioni regionali sui dati individuali.
Il lavoro è stato organizzato in due volumi: nel primo è contenuto un quadro generale con prime valutazioni dei dati definitivi provinciali e cartogrammi che visualizzano la distribuzione dei fenomeni oggetto di analisi a varie scale territoriali, nel secondo sono contenute le tavole con i dati comunali. L'esame effettuato nel primo volume ha sostanzialmente un carattere constatativo più che interpretativo, in quanto si è ritenuto opportuno in primo luogo fornire il basamento informativo come «servizio» agli operatori pubblici e privati e successivamente iniziare, con metodologie e tecniche avanzate, analisi generali e mirate, intese come strumento concreto per le politiche agricole regionali.
In questo senso il lavoro di analisi segue lo schema di esposizione dei dati a livello provinciale fornendo di volta in volta l'evidenziazione di quelli che paiono i punti fondamentali da considerare: si tratta di aspetti che potranno essere approfonditi sul territorio utilizzando l'ampia base informativa resa disponibile con il volume che riporta i dati comunali che peraltro sono offerti anche nel primo volume in forma di cartogrammi al fine di evidenziare la distribuzione territoriale dei diversi fenomeni osservati e le variazioni intervenute durante gli anni ottanta.
Introduzione
Cenni storici
Il Censimento generale dell'Agricoltura iniziatosi il 21 ottobre 1990 è il quarto effettuato in Italia, il primo risale al mese di aprile del 1961, il secondo e il terzo sono stati attuati rispettivamente nel mese di ottobre del 1970 e nel mese di ottobre del 1982.
I dati raccolti con i censimenti costituiscono una puntale documentazione sugli aspetti organizzativi e strutturali delle aziende agricole, con molte altre informazioni che contribuiscono a delineare gli elementi che concorrono a definire un'azienda agricola presente nel territorio italiano ed in particolare, per quanto ci riguarda più da vicino, toscano.
Il fine principale è quello di ottenere dati comparabili sulla consistenza e sulla struttura delle aziende agricole, rilevati secondo concetti, metodi e definizioni uniformi, ma anche quello di ottenere una corretta impostazione della politica agricola italiana e di conseguenza anche di quella regionale toscana verso la Comunità Europea.
Bisogna tenere presente che le informazioni raccolte con questo Censimento generale dell'agricoltura devono:
(a) far riferimento agli aspetti strutturali tipici dell'agricoltura nazionale;
(b) tener conto delle raccomandazioni formulate dalla F.A.O. nel suo programma ricorrente sul censimento mondiale;
(c) soddisfare le indicazioni contenute nei regolamenti della Comunità Europea, obbligatorie per gli Stati che ne fanno parte.
Riferimenti giuridici
Il 4° Censimento generale dell'agricoltura ha avuto luogo in attuazione delle legge 2.5.1990 n.103 e del relativo Regolamento di esecuzione del 16.10.1990 n.297 emanato con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri.
In data 3.8.90 è stato emanato un decreto del Presidente del Consiglio nel quale venivano indicati gli indirizzi e il tipo di coordinamento a carico delle Regioni e delle Province Autonome in materia di organizzazione degli uffici in ambito regionale per le operazioni relative alla realizzazione del censimento.
Il censimento è stato attuato nel quadro del programma del Censimento mondiale dell'agricoltura promosso dalla Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (F.A.O.) ed in adempimento del Regolamento n.571/88 del Consiglio delle Comunità Europee.
In applicazione del Regolamento CEE n.357/79 e successive modificazioni ed integrazioni, con il censimento sono state assunte alcune notizie particolari sulla vite.
Struttura organizzativa
Dal punto di vista organizzativo il 4° Censimento generale dell'agricoltura è stato investito, come del resto è accaduto anche in altre realtà, dai progressi conseguiti sul piano delle strumentazioni elettroniche che hanno permesso ulteriori avanzamenti sul piano delle metodologie e delle tecniche nell'affrontare il censimento medesimo.
A questa generale e migliore organizzazione hanno contribuito inoltre fattori come il mutato atteggiamento del mondo agricolo verso l'informazione statistica, infine è importante sottolineare l'impegno profuso dai vari enti interessati in ambito regionale toscano durante la raccolta dei dati e nelle fasi successive di controllo e di diffusione dei dati stessi.
L'organizzazione del censimento è stata improntata sul raggiungimento di un elevato standard qualitativo del dato in ogni suo momento di acquisizione, di trascrizione e di elaborazione.
La struttura regionale prevista per l'esecuzione del censimento è stata costituita da uffici preposti a compiti definiti sia in ambito territoriale che in ambito metodologico.
Gli organismi costituiti sono i seguenti:
Commissione regionale di censimento
Avente il compito di agevolare il corretto adempimento delle funzioni attribuite ai vari organi di censimento, nonchè di svolgere opera informativa e divulgativa sulle finalità del censimento stesso.
Comitato provinciale di censimento
Avente l'incarico di fornire indicazione circa la regolare ed uniforme applicazione delle istruzioni impartite dall'Istat per l'esecuzione del censimento, oltre che predisporre un piano per l'espletamento delle attività degli Uffici intercomunali e di adottare i provvedimenti necessari nei casi di non regolare svolgimento delle operazioni censuarie da parte degli Uffici comunali.
Uffici provinciali di censimento
Costituiti dagli Uffici di statistica presso le Camere di Commercio, con il compito di coordinare le operazioni nell'ambito della Provincia di competenza e di svolgere opera di vigilanza per assicurare il tempestivo e regolare svolgimento delle operazioni affidate agli Uffici comunali di censimento.
Uffici intercomunali di censimento (U.I.C.)
Questi uffici sono stati costituiti presso gli Assessorati provinciali all'agricoltura con il compito di assicurare la necessaria assistenza tecnica ai Comuni compresi nel proprio territorio di competenza e di effettuare la revisione qualitativa dei questionari di azienda, procedendo anche alla loro eventuale correzione durante la fase di registrazione dei dati.
E' necessario segnalare che l'istituzione di questi uffici rappresenta una innovazione non indifferente rispetto ai censimenti agricoli precedenti.
Il Consiglio Regionale della Toscana ha provveduto con Deliberazione n.315 del 16.10.1990, su indicazione della Giunta Regionale, alla denominazione di questi uffici intercomunali e alla nomina dei relativi responsabili. La Giunta Regionale ha provveduto ad individuare gli ambiti territoriali di competenza di ciascun ufficio intercomunale. In Toscana sono stati individuati cinquantanove uffici intercomunali, aventi una propria denominazione (vedi allegato) ed una propria sede, che hanno operato per tutto il periodo di esecuzione del censimento.
Il Consiglio Regionale della Toscana ha nominato inoltre, con Deliberazione n.314 del 16.10.1990, su indicazione degli Assessorati provinciali all'agricoltura e successiva designazione della Giunta Regionale, i due rappresentanti della Regione nei rispettivi Comitati provinciali di censimento istituiti in ogni provincia con provvedimento del Prefetto.
Queste operazioni hanno permesso al Governo regionale di contribuire in modo rilevante alla realizzazione del censimento, di seguirne gli sviluppi nelle varie fasi operative ed infine di disporre dei risultati finali in maniera ottimale.
Uffici comunali di censimento
Avente l'incarico di svolgere le varie operazioni censuarie nel proprio territorio; da segnalare che preliminarmente alla effettiva esecuzione del censimento, nel periodo aprile-settembre 1990 da parte di tutti i Comuni toscani è stata svolta una operazione di lettura, correzione e aggiornamento degli elenchi delle aziende agricole inviati dall'Istat.
Rilevatori
I rilevatori sono stati scelti tra il personale dipendente del Comune con l'incarico di compilare i questionari d'azienda in base alle informazioni fornite dal conduttore d'azienda. Per i Comuni con oltre 400 aziende l'incarico poteva essere affidato anche a personale non dipendente dalla pubblica amministrazione. I rilevatori sono stati nominati dopo la partecipazione ad un apposito corso di istruzione tenuto dal responsabile dell'Ufficio Intercomunale.
Unità di rilevazione
L'unità di rilevazione del Censimento agricoltura è l'azienda agricola, forestale e zootecnica definita come l'unità tecnico-economica costituita da terreni anche in appezzamenti non contigui ed eventualmente da impianti ed attrezzature varie, in cui si attua la produzione agraria, forestale o zootecnica, ad opera di un conduttore, cioè persona fisica, società od ente che ne sopporta il rischio sia da solo sia in associazione ad un mezzadro o colono parziario.
Tra le aziende agricole sono comprese anche le aziende senza terreno agrario, le aziende zootecniche nelle quali si attua l'allevamento di bestiame senza utilizzazione di terreno agrario e le aziende zootecniche che praticano l'allevamento di bestiame utilizzando terreni pascolativi appartenenti a Comuni, ad altri Enti pubblici o a privati, senza che i terreni possano configurarsi come elementi costitutivi di dette aziende.
Le aziende sono state individuate e quindi censite nel comune in cui erano ubicati i terreni. Nel caso di aziende i cui terreni erano situati in due o più comuni, esse sono state censite dal Comune in cui si trovava il centro aziendale.
Campo di osservazione
Il campo di osservazione nazionale (Universo Italia) comprende tutte le aziende agricole, forestali e zootecniche di qualsiasi ampiezza e da chiunque condotte.
Rientrano nel suddetto compo di osservazione anche:
- le aziende agricole degli istituti di ricerca, degli ospedali, delle cliniche, delle comunità religiose, delle scuole, degli istituti penitenziari e delle imprese industriali;
- gli allevamenti di tori e verri per la riproduzione, gli allevamenti di cavalli, i centri di incubazione;
- le aziende agricole costituite da prati permanenti o pascoli condotte dall'Amministrazione comunale (terreni messi a disposizione, generalmente dietro retribuzione, per l'utilizzazione da parte di animali appartenenti ad altre aziende).
Periodo di riferimento
Fanno riferimento all'annata agraria 1° novembre 1990 i dati relativi a:
- Forma di conduzione
- Contabilità
- Utilizzazione dei terreni
- Lavoro
- Mezzi meccanici
- Contoterzismo
- Attrezzature informatiche
- Rapporti con l'estero.
Fanno riferimento alla data del 21 ottobre 1990 i dati relativi a:
- Forma giuridica
- Superficie totale
- Superficie agricola utilizzata (S.A.U.)
- Consistenza degli allevamenti
- Fabbricati e abitazioni
La condizione professionale del conduttore, dei familiari, dei parenti e del capo azienda si riferisce a quella posseduta nella settimana precedente il 21 ottobre 1990.
Quadro generale e principali mutamenti
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Aziende e superficie totale per classi di superficie totale vai >>>
Aziende e superficie agricola utilizzata (S.A.U.) per classi di S.A.U. vai >>>
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Alcune specificazioni afferenti la S.A.U. e riferite al solo anno 1990 vai >>>
AZIENDE E SUPERFICIE TOTALE PER FORMA DI CONDUZIONE
La constatazione del calo registrato a livello regionale rispetto al 1982 delle aziende agricole assume -rispetto a quanto già si era visto dai dati provvisori- un valore più marcato (da -7,9 a -8,6) alla luce delle risultanze definitive. Si tratta di un valore che in termini assoluti ha il significato di una riduzione di un numero di aziende pari a 14.059, la quale è il frutto di una diminuzione che ha interessato sia pure con intensità diverse tutte le province toscane, con l'unica eccezione della provincia di Siena che dopo otto anni riesce a conservare nel 1990 lo stesso numero di aziende del 1982.
Le riduzioni maggiori hanno riguardato le province di Lucca e Massa-Carrara (rispettivamente -20,0% e -17,2%) per le quali la perdita è sostanzialmente riferita alle aziende condotte direttamente con solo manodopera familiare. La scomparsa di questa tipologia di aziende si è verificata in maniera consistente anche nella provincia di Grosseto e in misura minore in quella di Pistoia, mentre sostanzialmente in controtendenza appaiono per questo tipo di conduzione le province di Arezzo, Firenze e Siena che risultano in crescita anche notevole, cui fa peraltro riscontro una più forte caduta nelle aziende a mezzadria e con salariati.
Nel complesso la conduzione diretta del coltivatore nelle sue varie forme registra a livello regionale una diminuzione (-3,9%), un dato negativo che vede comunque come eccezioni le province di Firenze (+5,8%), di Arezzo (+6,3%) e Siena (+8,4%).
Con i cali generalizzati invece in tutte le province la mezzadria risulta essere rappresentata al 1990 da poco più di 1.600 aziende, diventando così la forma residuale di conduzione aziendale.
Anche le aziende condotte con salariati e/o compartecipanti si sono fortemente ridotte in tutte le province con l'unica eccezione, peraltro assai modesta, della provincia di Pistoia.
Il dato inerente alle aziende ha evidentemente comportato molti riflessi in termini di superficie totale. Infatti quella censita al 1990 è inferiore di circa 87.000 ettari rispetto al 1982, con situazioni abbastanza differenziate rispetto al dato relativo alle aziende con particolare riferimento a quella pertinente alla conduzione diretta.
In effetti mentre per questo tipo di conduzione, considerata complessivamente, il calo di superficie interessa soltanto la provincia di Massa-Carrara, in tutte le altre province o rimane sostanzialmente stazionaria (Pistoia, Firenze e Livorno) oppure registra aumenti in qualche caso anche di rilievo (Pisa e Siena).
Nel complesso in Toscana la superficie totale relativa alle aziende a conduzione diretta aumenta di circa 65.000 ettari, cui fa riscontro un calo di ben 110.000 ettari dovuto alle aziende con salariati e/o compartecipanti, al quale è da aggiungere quello riferito alle aziende a mezzadria (-46.417 ha).
In sintesi al 1990 ci troviamo di fronte ad un quadro nel quale, sia in termini di aziende che di superficie totale la conduzione diretta del coltivatore resta la forma prevalente e di questa quella di gran lunga più rilevante è ancora costituita da quella e cioè la conduzione svolta con la sola manodopera familiare.
Gli effetti dei mutamenti fin qui descritti, visti in termini di superficie media aziendale, evidenziano comunque un dato positivo: limitato nel caso delle aziende a conduzione diretta del coltivatore (la superficie media passa da 7,2 a 7,9 ha), più consistente nel caso delle aziende con salariati per le quali vi è un aumento medio aziendale di circa 26 ha (da 100 ha a 126 ha nel 1990). Nonostante il drastico ridimensionamento subito, le aziende condotte con salariati occupano ancora una superficie che rappresenta più di un terzo della superficie aziendale totale.
AZIENDE E SUPERFICIE TOTALE PER CLASSI DI SUPERFICIE TOTALE
Il quadro precedentemente tratteggiato, visto sotto il profilo della dimensione aziendale, indica al 1990 una prevalenza netta delle aziende di piccolissime e medie dimensioni rispetto a quelle medio-grandi e grandi. Circa il 47,6% delle aziende ha infatti una dimensione inferiore ai 2 ettari, mentre un ulteriore 34,5% del totale delle aziende appartiene alla classe dai 2 fino ai 10 ettari. Il resto delle aziende risulta per il 14,1% costituito da quelle comprese tra i 10 e i 50 ettari mentre le aziende di più elevate dimensioni (oltre i 50 ha) rappresentano solo il 3,8% del totale.
In termini di superficie il quadro che si presenta al 1990 indica nella distribuzione per classi valori di importanza relativa assai diversa rispetto a quanto si era visto per le aziende: quelle di oltre 50 ettari detengono infatti ben il 59,4% della superficie totale, quelle comprese fra i 10 e i 50 ettari il 24,3% mentre il restante 16,3% si ripartisce fra le aziende minori.
Le province di Massa-Carrara, Lucca e Pistoia sono quelle che presentano, più delle altre, una elevata incidenza di piccolissime aziende: si passa dal 55,4% della provincia di Massa-Carrara al 62,1% di quelle di Pistoia, valori che tuttavia incidono in termini di superficie agricola provinciale in misura contenuta. Siamo in presenza peraltro di aziende che in genere producono colture ad alto valore aggiunto (vivai, fiori e ortaggi) per cui la loro limitata dimensione non è affatto sinonimo di diseconomia. Tra il 1982 e il 1990 le piccole e piccolissime aziende hanno registrato comunque un forte calo (-36,5%) con una concentrazione delle perdite nelle province di Lucca, Pistoia, Massa-Carrara, Grosseto e Pisa.
Le aziende con una superficie da 2 a 20 ettari sono maggiormente presenti nelle altre province toscane e sul totale regionale rappresentano il 42,9% del numero e il 22,8% della superficie totale. Le riduzioni delle aziende comprese in questa classe di superficie sono stati notevoli sia in termini numerici (-49,3%) che di superficie totale (-53,7%). Si è trattato di un fenomeno che ha interessato principalmente le province di Massa-Carrara, Lucca, Firenze, Grosseto e Pisa.
Nelle classi comprese tra i 20 ettari ed oltre i 50 si concentra nel 1990 ben il 74,0% della superficie totale agricola.
A livello territoriale le aziende di queste classi di superficie maggiormente rappresentate nelle province di Grosseto, Siena, Firenze, Arezzo e Pisa sono anche quelle che hanno subito il maggior calo in termini di superficie (-41,5%) a fronte di una diminuzione numerica pari al 2,3%.
AZIENDE E SUPERFICIE AGRICOLA UTILIZZATA (S.A.U.) PER CLASSI DI S.A.U.
I dati aziendali al 1990 visti per classi di S.A.U. evidenziano, rispetto a quelli considerati per classi di superficie totale, alcune significative differenziazioni anche se il quadro strutturale precedentemente visto non risulta stravolto dalla considerazione della sola superficie agricola utilizzata.
In termini di superficie fino a 2 ettari sono comprese, in Toscana, il 61,6% delle aziende, da 2 fino a 10 ettari il 26,5%, da 10 a 50 ettari il 9,8% e quelle oltre i 50 ettari rappresentano solo il 2,1%.
Se prendiamo invece in considerazione la S.A.U. vediamo che quelle fino a 2 ettari rappresentano il 6,5%, da 2 fino a 10 ettari il 18,9%; da 10 a 50 ettari il 32,0% e quelle oltre i 50 ettari il 42,6%.
Le province più settentrionali (Massa-Carrara, Lucca e Pistoia) sono quelle che presentano una elevata presenza di aziende di piccolissime dimensioni: si passa dal 76,3% di Massa-Carrara all'82,4% di Pistoia ma anche per le province di Firenze, Pisa ed Arezzo si registrano valori superiori al 50% (dal 54,2 al 64,0%). Questo dimostra che sono fortemente rappresentate nella nostra agricoltura regionale aziende di ridottissime dimensioni, anche se in molti casi dedicate a produzioni altamente produttive (fiori, ortaggi, vivai).
Nelle province più settentrionali della Toscana la S.A.U. di queste piccole aziende rappresenta oltre il 20% di quella totale provinciale (dal 21,3% al 27,9% rispettivamente).
La provincia di Lucca ha avuto le maggiori contrazioni nel periodo 1982-1990 in queste classi sia come numero di aziende che come S.A.U., seguito da Massa-Carrara, Grosseto e Firenze.
Le classi da 2 a 20 ettari sono maggiormente rappresentate nelle altre province toscane, ma sul totale del numero regionale rappresentano il 32,4% e sulla S.A.U. il 31,9%.
Il ridimensionamento c'è stato solo per quelle dai 5 ai 20 ettari, mentre sono cresciute quelle comprese fra i 2 ed i 5 ettari per accorpamenti e per suddivisione di aziende più grosse. Tuttavia la S.A.U. perduta in queste classi di ampiezza è molto elevata (-73,6%) ed ha interessato maggiormente le province di Massa-Carrara, Grosseto, Firenze ed Arezzo.
Le classi da 20 a 50 ettari rappresentano il 3,9% del totale aziendale ed il 19,0% della S.A.U. totale. Sono maggiormente presenti nelle province più agricole come Grosseto, Firenze, Arezzo e Siena, mentre come S.A.U. la graduatoria vede Siena, Grosseto, Firenze, Pisa ed Arezzo nell'ordine. I cali di aziende e di superficie sono stati molto contenuti.
La classe di oltre 50 ettari è maggiormente presente nelle grandi aree agricole della regione e da sola rappresenta ben il 42,6% della S.A.U. regionale. Ha subito un calo del 13,8% nel decennio di riferimento soprattutto nelle province di Massa-Carrara, Firenze e Livorno, un calo soltanto in parte compensato dall'aumento registrato nelle province di Siena e di Pisa.
LE SPECIFICAZIONI PRODUTTIVE
Aziende e superficie investita a seminativi
Nel 1990 sono state rilevate in Toscana 114.000 aziende investite a seminativi per una superficie interessata che supera i 570.000 ettari.
Tra il 1982 e il 1990 si è registrato un forte calo nelle aziende che presentano cereali nel loro ordinamento produttivo, mentre si constata un ampliamento delle colture industriali ed un calo di quelle con foraggere avvicendate.
In termini di superficie investita le uniche variazioni positive si riscontrano per la barbabietola da zucchero e le piante industriali; forti perdite sono invece registrate per la cerealicoltura a causa delle note vicende di mercato e per il set-aside e per le foraggere avvicendate (legate al calo delle consistenze degli allevamenti bovini), mentre più contenute sono quelle della patata e delle colture ortive.
Le province più agricole sono quelle che hanno subito le maggiori penalizzazioni nella riduzione delle superfici cerealicole, ma durante il periodo intercensuario si sono orientate verso altre produzioni (piante industriali in primo luogo e barbabietola da zucchero).
Per quanto riguarda i cereali spiccano le forti contrazioni di Siena (-17.078 ha), di Grosseto (-16.565 ha), di Firenze (-12.119 ha) e di Pisa (-11.010 ha), marcatamente per il frumento ed in misura inferiore per il granturco.
L'aumento delle piante industriali è risultato molto accentuato nelle province di Arezzo (+8.129 ha), Pisa (+7.071 ha), Siena (+6.449 ha) e Firenze (+4.272 ha).
Il settore delle colture ortive ha subito una lieve contrazione nella superficie (-398 ha), in quanto gli aumenti delle province di Grosseto (+874 ha) e di Livorno (+676 ha) hanno solo in parte compensato le perdite subite dalle altre province ed in particolar modo Firenze (-598 ha), Pistoia (-374 ha) e Massa-Carrara (-334 ha).
Come numero di aziende il calo è stato notevole (-18.198 unità) e distribuito in tutte le province.
Il settore delle foraggere avvicendate ha subito una certa contrazione sia come numero di aziende (-13.868 unità) che come superficie investita (-19.442 ha). Il calo nel numero di aziende è stato molto elevato nelle province di Arezzo (-3.694), Firenze (-2.757) e Pisa (-2.282); per quanto riguarda la superficie perdite maggiori si sono registrate nelle province di Siena (-8.145 ha), Arezzo (-5.525 ha), Firenze (-5.087 ha) e Pisa (-4.227 ha).
Aziende e superficie investita a coltivazioni legnose agrarie
Nell'ambito delle coltivazioni è nota la forte presenza in Toscana della viticoltura e dell'olivicoltura, che al 1990 fanno registrare rispettivamente 75.000 aziende con vite e 70.500 aziende con olivo.
Per quanto riguarda il numero di aziende viticole il censimento 1990 evidenzia un calo che interessa tutte le province (-26.071 aziende), soprattutto quelle che producono vini di minore qualità (-23.718) rispetto a quelle con produzioni DOC e DOCG (-1.748). Tuttavia i cali più forti si registrano nelle province di Lucca (-4.944 aziende), Pisa (-3.543), Firenze (-3.500) e Pistoia (-3.411).
Le riduzioni sono molto accentuate per le produzioni non di qualità ed interessano principalmente Lucca (-4.958), Pisa (-3.405), Grosseto (-3.559) e Pistoia (-3.134); le produzioni DOC subiscono cali maggiori nelle province di Firenze (-710 unità), Siena (-414 unità) ed Arezzo (-298 unità), mentre la provincia di Grosseto presenta un incremento (+122 unità).
Anche la superficie investita segue la tendenza alla riduzione delle superfici investite, ma i valori sono quasi equivalenti tra DOC ed altri vini.
Per quanto riguarda l'uva da tavola essa non è una coltura molto praticata nella nostra Regione ed ha subito una contrazione sia per quanto riguarda il numero di aziende investite a tale coltura che per la superficie. Le maggiori perdite vengono registrate dalla provincia di Pisa (-657 aziende e -210 ettari), essendo anche quella maggiormente produttrice di uva da tavola.
L'olivicoltura ha subito una riduzione sia nel numero di aziende (-2.330 unità) che in termini di superficie investita (-6.154 ettari), ma la produzione potenziale dell'olivicoltura toscana, gravemente compromessa dalla gelata del 1985, è stata in parte ricostituita sia con interventi di ristrutturazione dell'olivicoltura tradizionale che con nuovi impianti. Le province di Firenze (-1.364 ettari) e di Grosseto (-2.805 ettari) sono state particolarmente interessate dall'abbandono di alcune aree olivicole a vantaggio di altre produzioni, mentre quella di Livorno ha visto ampliare il peso di tale coltura.
La frutticoltura ha subito un forte aumento nel decennio considerato sia come numero di aziende (+6.328 unità) che come superficie investita (+1.024 ettari). Tuttavia mentre l'aumento del numero di aziende lo si riscontra in tutte le province, la superficie investita si contrae fortemente in alcune aree costiere (Grosseto e Livorno) mentre si nota un grosso aumento in altre province (Arezzo, Firenze e Pisa soprattutto) per modifica degli ordinamenti colturali.
Aziende e superficie aziendale secondo l'utilizzazione dei terreni
Tenendo presente la situazione regionale e le variazioni intercorse nel periodo 1982-1990 il Censimento evidenzia -come si è visto- che la S.A.U. aziendale ha subito una notevole contrazione (-62.613 ettari) ripartita in tutte le province; tuttavia le perdite più grosse si sono registrate nelle province di Massa-Carrara (-25,8%), Firenze (-19,5%), Grosseto (-12,5%) ed Arezzo (-11,7%) mentre quella minore ha interessato la provincia di Siena (-1,1%).
L'incidenza maggiore nel calo regionale è stata data dalle coltivazioni legnose agrarie (-37,1% pari a 23.238 ettari), seguite dai seminativi (-30,5% pari a 19.084 ettari), dai castagneti da frutto (-22,4% pari a 14.038 ettari) e dai prati permanenti e pascoli (-10,0% pari a 6.253 ettari).
A livello provinciale esistono situazioni nelle quali le diminuzioni interessano tutte le coltivazioni (Massa-Carrara e Lucca), mentre per le altre province le situazioni appaiono molto differenziate.
Il complesso delle coltivazioni legnose agrarie diminuisce su tutto il territorio regionale soprattutto a causa delle contrazioni della vite; al contrario il complesso dei prati permanenti e pascoli presenta molte situazioni di attivo (Firenze, Pisa, Arezzo e Siena).
I seminativi presentano aumenti solo nelle due province più importanti dal punto di vista agricolo (Grosseto e Siena), mentre la castanicoltura da frutto denota un calo abbastanza generalizzato con grosse punte negative in alcune province (Massa-Carrara, Lucca, Firenze ed Arezzo) per abbandono di aziende montane o per modifica di ordinamenti colturali verso altre destinazioni.
Per quanto riguarda le altre utilizzazioni si nota un incremento (sia pure non generalmente diffuso su tutto il territorio regionale) della superficie agricola non utilizzata e delle pioppete (numerosi minori impianti destinati alla produzione della carta, dopo il ciclo produttivo necessario per raggiungere le dimensioni ottimali dei tronchi, sono siti nelle province di Pisa e di Firenze). Al contrario la superficie boschiva è in forte calo, soprattutto nelle province di Lucca (-8.051 ettari), Grosseto (-7.357 ettari) e Firenze (-4.653 ettari).
GLI ALLEVAMENTI
Aziende e numero di capi con allevamenti principali per provincia
Anche da una sommaria analisi relativa alla consistenza del bestiame (allevamenti principali) si può evidenziare una notevole modifica -così come era già apparso nei dati provvisori- dei tipi di allevamento praticati nella nostra regione, che si è concretizzata da un lato in una forte diminuzione nelle consistenze bovine e suine e dall'altro ad un aumento notevole negli ovini (più contenuto nei caprini).
Si tratta di una fenomenologia che peraltro non trova riscontro in termini di aziende, che quanto a numero risultano tutte in diminuzione ivi comprese quelle che allevano ovini e caprini.
Con riferimento agli allevamenti bovini si registra, infatti, nel periodo 1982-1990 un calo di oltre 7.000 aziende.
Gli allevamenti hanno subito questa diminuzione su tutto il territorio regionale, con forti cali nelle province di Livorno (-8.390 capi), Arezzo (-8.380 capi), Siena (-7.029 capi) e Grosseto (-6.474 capi); nel settore degli allevamenti da latte i cali maggiori si sono avuti nelle province di Massa-Carrara (-1.865 capi), Lucca (-1.265 capi) ed Arezzo (-1.056 capi), mentre la provincia di Grosseto ha avuto un sensibile aumento (+2.211 capi).
Per quanto riguarda gli allevamenti ovini si è assistito ad un lieve calo nel numero di aziende, una diminuzione che si è concentrata nelle province di Grosseto (-301), Massa-Carrara (-96) e Lucca (-83) mentre un buon aumento si è registrato nella provincia di Firenze (+74).
Il numero dei capi è invece aumentato in misura notevole (+134.302 delle quali 114.521 pecore), con il determinante contributo delle province di Grosseto (+88.531 capi dei quali 70.798 pecore) e di Siena (+36.471 capi dei quali 30.488 pecore).
Per quanto riguarda gli allevamenti caprini si è assistito ad un calo nel numero di aziende (-973 delle quali 717 con capre) che ha riguardato tutta la regione con la punta massima della provincia di Grosseto (345 aziende delle quali 292 con capre), mentre le due province più settentrionali (Massa-Carrara e Lucca) hanno fatto registrare variazioni positive.
Il numero dei capi ha subito un netto aumento, che si è però concentrato solo nelle province di Lucca (+1.164 capi), Firenze (+1.074 capi) e Massa-Carrara (+1.053 capi), le quali hanno contrastato efficacemente il calo di Grosseto (-1.698 capi).
Per quanto riguarda gli allevamenti suini le grosse difficoltà del mercato durante questi anni hanno portato ad una forte contrazione del numero di aziende dove si pratica questo allevamento (-10.708); particolarmente forte è stato il calo nelle province di Arezzo (-2.230), Grosseto (-2.170), Siena (-1.779) e Firenze (-1.268).
Le consistenze suine hanno subito un crollo (-132.012 capi) concentrato nelle province di Siena (-37.873), Arezzo (-30.177), Grosseto (-21.085) e Firenze (-16.853); quest'ultima (-2.001 capi) assieme a quelle di Grosseto (-3.053 capi) ed Arezzo (-4.050 capi) ha subito la maggiore diminuzione nel numero di scrofe.
Aziende e numero di capi con allevamenti secondari
Il quadro che si presenta al 1990 delle aziende e numero dei capi con allevamenti secondari è riferito a tre principali tipologie: gli equini, i conigli e gli avicoli.
Quella degli equini è l'unica attività di allevamento secondario che appare in crescita nella nostra regione sia in termini di aziende (+1.072) che di capi (+4.152).
Durante gli anni ottanta si è infatti manifestato un grande interesse per questa attività, che è collegata anche ad una crescita di una domanda molto diffusa sul territorio di praticare attività sportive e turistiche con il cavallo.
Tuttavia vi è da osservare che mentre l'aumento delle aziende è generalmente esteso a tutta la regione (fa eccezione la provincia di Massa-Carrara) con forti incrementi nelle province di Grosseto (+248), Firenze (+194), Siena (+191) e Pisa (+147); per quanto riguardo l'incremento delle consistenze si può notare che le province di Lucca (-3.974) e Pistoia (-1.019) sono in controtendenza rispetto alle altre. Gli incrementi maggiori si riscontrano in quelle di Grosseto (+4.658), Firenze (+1.174) e Siena (+1.027 capi) sicuramente correlati allo sviluppo dell'attività ippica amatoriale.
Per quanto riguarda i conigli, in termini di numero di aziende, l'allevamento presenta un andamento piuttosto negativo (-21.177 aziende perse nel decennio) con una caduta generalizzata sul territorio regionale; le perdite maggiori sono comunque concentrate nelle province di Lucca (-4.072 unità), Firenze (-4.017 unità) e Pisa (-3.452 unità).
Il numero di capi allevati registra invece un aumento di quasi 60.000 unità, ma è sostanzialmente la provincia di Grosseto che favorisce questo risultato con il suo grande sviluppo (+421.855 capi) mentre tutte le altre presentano valori negativi che sono massimi nelle province di Firenze (-99.104 capi), Arezzo (-94.689 capi) e Pisa (-53.407 capi).
Sicuramente si stanno sviluppando concentrazioni di grossi allevamenti in poche aziende con caratteristiche industriali o comunque molto collegate all'industria alimentare.
Infine per quanto riguarda gli allevamenti avicoli si nota un calo nel numero di aziende con tali allevamenti; le province che denotano una contrazione maggiore sono Firenze (-3.463 unità), Pisa (-2.931 unità), Lucca (-2.864 unità) e Grosseto (-2.395 unità). Calano soprattutto le aziende produttrici di polli da carne, mentre quelle con galline da uova presentano incrementi nelle province di Arezzo e di Massa-Carrara.
La consistenza totale è peraltro molto aumentata (+678.325 capi) grazie al rilevante contributo delle province di Arezzo (+450.659 unità) e di Grosseto (+839.794 capi) che hanno coperto le forti perdite registrate nelle province di Firenze (-342.374 capi) e di Siena (-365.309 unità). La produzione di galline da uova è in forte aumento rispetto a quella di polli da carne che è complessivamente in diminuzione.
Anche in questo caso si assiste al concentramento degli allevamenti industriali in poche grosse aziende che lavorano a ciclo chiuso, e collegate alla grande distribuzione, mentre sono ancora diffusi allevamenti a livello locale di piccola consistenza.
IL LAVORO
Aziende e numero di giornate di lavoro per categoria di manodopera aziendale
Le contrazioni già segnalate in termini di numerosità di aziende trovano un puntuale riscontro quando queste sono esaminate anche in termini di manodopera.
Nel 1990 la manodopera prevalente (giornate di lavoro) è comunque ancora quella prestata dal conduttore che assomma a 11,7 milioni di giornate su un totale di giornate pari a 24,7 milioni.
Comunque a livello regionale si nota nel decennio di confronto un forte calo (-14.295) di aziende nelle quali il conduttore fornisce giornate di lavoro; tale diminuzione risulta molto accentuata in alcune province come Lucca (-5.008), Massa-Carrara (-2.329), Grosseto (-1.927) e Firenze (-1.642).
Come complesso di giornate di lavoro effettuate la riduzione risulta estremamente elevata (-5.179.234) concentrata soprattutto nelle province di Arezzo (-1.163.488), Lucca (-674.032) e Siena (-646.115).
Aumentano invece le aziende nelle quali vi è offerta di lavoro da parte del coniuge (+3.988), tuttavia la situazione risulta negativa per quanto riguarda il numero delle giornate di lavoro effettuate dai coniugi (-2.482.792), con valori massimi nelle province di Arezzo (-682.951), Siena (-347.199) e Firenze (-303.249).
Per quanto riguarda l'apporto degli altri familiari e parenti la presenza nelle aziende è calata (-1.945 aziende) ma la situazione è molto variegata a livello regionale; da un lato esistono infatti province con valori positivi come Lucca (+232), Massa-Carrara (+143) e Pistoia (+188), dove l'aiuto degli altri familiari in qualche caso sostituisce quello del conduttore impegnato in altre attività e dall'altro province con forti valori negativi come Firenze (-856), Arezzo (-572), Grosseto (-552) e Pisa (-466).
Per quanto riguarda il numero delle giornate di lavoro anch'esse sono in calo (-2.200.058) con valori massimi rappresentati da Arezzo (-565.115), Siena (-389.723) e Firenze (-368.035).
Il lavoro fornito dagli operai a tempo indeterminato ha subito una contrazione sia a livello di aziende interessate (-1.584 unità) che per quanto riguarda il numero di giornate prestate (-1.555.970). In questo caso la provincia di Firenze è quella che registra i valori negativi più elevati (-564 aziende e -189.008 giornate) seguita dalla provincia di Siena (-186 aziende e -354.511 giornate).
Il lavoro fornito dagli operai a tempo determinato ha subito anch'esso una contrazione sia a livello di aziende interessante (-5.229) che per quanto riguarda il numero di giornate prestate (-2.715.553). Risulta però determinante, in quest'ultimo caso, la situazione anomala della provincia di Lucca dove un dato sicuramente errato del 1982 porta a valori negativi troppo diversi rispetto alle altre province.
In generale pare possibile affermare che la caduta sostanzialmente generalizzata dell'attività lavorativa, specie nell'ambito dell'impresa a conduzione diretta del coltivatore, è riconducibile da un lato all'invecchiamento dei conduttori e dall'altro ad una ripartizione del tempo di lavoro più favorevole nei confronti delle attività extraziendali.
Aziende e numero di giornate di lavoro per classi di giornate di lavoro
Le fin qui descritte caratteristiche delle aziende agricole toscane, specie con riferimento alla dimensione, non potevano non trovare riscontro anche sull'aspetto dell'attività lavorativa.
In effetti per quanto riguarda la situazione regionale delle aziende si può registrare che quelle nelle quali sono effettuate fino a 100 giornate di lavoro all'anno costituiscono ben il 57,9% del totale ma anche che pesano sul totale delle giornate solo per il 13,2% e sono soprattutto concentrate nelle province più settentrionali della Regione (Massa-Carrara, Lucca, Pistoia) ed in quelle più interne (Firenze ed Arezzo).
Nella fascia compresa fra le 100 e le 500 giornate le aziende coprono il 34,7% del totale regionale ma forniscono ben il 46,1% delle giornate di lavoro complessive. Sono soprattutto presenti nelle zone agricole più ricche (Grosseto, Arezzo e Firenze in primo luogo) mentre risultano meno importanti nelle altre.
Qualora si prendano in considerazione i valori compresi fra le 500 e le 2.500 giornate nella fascia si osserva che in questa fascia insistono solo il 7,2% delle aziende, che però forniscono ben il 34% delle giornate complessive. Le principali province che rientrano in tale insieme sono quelle di Pistoia, Firenze, Grosseto, Siena, Lucca e Pisa dove maggiormente esistono tipologie agricole ad alto reddito o di qualità.
La fascia più alta (oltre 2.500 giornate) è poco importante come numero di aziende (0,2%) ma come quantità di lavoro fornito pesa per il 6,7%. La presenza maggiore si ritrova nelle province di Siena, Firenze ed Arezzo dove sono situate molte aziende di maggiori dimensioni.
Le variazioni intervenute nel periodo 1982-1990 indicano per la fascia fino a 100 giornate un incremento sia nel numero di aziende interessate che in quello delle giornate di lavoro (valori positivi in tutte le province ad eccezione di quella di Lucca e di Grosseto); la fascia compresa fra le 100 e le 500 giornate ha invece subito un forte ridimensionamento (-15.026 aziende e -4.184.062 giornate) in tutte le province della regione; anche quella compresa fra le 500 e le 2.500 giornate ha subito un ridimensionamento (-9.753 aziende e -7.374.335 giornate) in tutta la regione con un minore calo nella provincia di Pistoia. Infine la fascia più alta ha subito un ridimensionamento più contenuto (solo Pistoia presenta valori positivi per la presenza di aziende altamente specializzate), ma rimane ancora il dubbio dell'affidabilità del dato della provincia di Lucca che potrebbe invalidare molto delle supposizioni fatte per spiegare questo calo.
Aziende per attività lavorativa aziendale ed extraziendale del conduttore
L'analisi delle aziende per attività lavorativa aziendale ed extraziendale pur significativa è comunque limitata dal dato che è fornito con riferimento al solo conduttore, anzichè al complesso della famiglia contadina nel cui ambito complessivo si risolvono gli aspetti del lavoro aziendale ed extraziendale. Limitando l'analisi all'attività del solo conduttore risulta che al 1990 ancora più di due terzi dei conduttori lavorano esclusivamente e prevalentemente presso la propria azienda. Le circa 46.000 aziende i cui conduttori hanno dichiarato di lavorare prevalentemente in attività extraziendali dedicano principalmente la loro attività lavorativa al settore terziario (25.831) e a quello industriale (15.459). Meno del 10% dei conduttori agricoli si ritrova a lavorare principalmente in altre aziende agricole.
Tra il 1982 e il 1990 si è verificata una diminuzione del numero di aziende presso le quali il conduttore espleta la propria attività lavorativa esclusivamente presso l'azienda, pari a 9.614 unità. Questa diminuzione ha interessato soprattutto le province più settentrionali della Toscana (Lucca, Massa-Carrara, Pistoia e Firenze), mentre appare più limitata in quelle costiere (Livorno, Pisa e Grosseto).
Considerando l'attività lavorativa del conduttore prevalentemente nell'azienda, il dato emergente è quello di un calo relativamente contenuto generalizzato in tutte le province con l'eccezione modesta, ma non priva di significato, di quella di Pistoia.
Appare comunque evidente il fatto che il dato generale richiamato è frutto di una notevole diminuzione di attività nei settori extragricoli e di un rientro non infimo, ma certamente non compensativo, nell'ambito agricolo e questo dato è generalizzato in tutte le province. In particolare il fenomeno è presente nella provincia di Pistoia e ciò è verosimilmente imputabile al settore florovivaistico.
Considerando poi la situazione evolutiva delle aziende nelle quali l'attività del conduttore è prevalentemente extraziendale si osserva un calo nel numero di aziende interessate molto più ampio del precedente (-3.472 aziende).
Anche in questo caso è il settore terziario nel quale è più vistoso l'abbandono di attività lavorative ma in questo caso oltre che in agricoltura anche nelle attività industriali avviene un ingresso di energie lavorative, da parte dei conduttori che solo secondariamente lavorano nella propria azienda agricola.
LA MECCANIZZAZIONE AZIENDALE
Al 1990 il mezzo meccanico più utilizzato dalle aziende risulta essere la trattrice: 84.610 aziende utilizzano questo mezzo, 65.853 si servono di motocoltivatori, 39.009 di mietitrebbiatrici.
Tra gli altri mezzi quello più diffuso riguarda le attrezzature per i trattamenti antiparassitari.
Per quanto riguarda la consistenza dei trattori e dei motocoltivatori si può notare che per i primi la massima concentrazione (69,9% del totale pari ad oltre 55.810 unità) la si riscontra nelle province con maggiore superficie agricola (Grosseto, Arezzo, Siena e Firenze nell'ordine) mentre per i secondi la massima concentrazione (60,5% pari ad oltre 46.610 mezzi) la si riscontra nelle province con aziende di piccole dimensioni o con buona parte del territorio situato in zone difficili (Lucca, Arezzo, Firenze e Pistoia nell'ordine).
Le macchine mietitrebbiatrici sono concentrate, ovviamente, soprattutto nelle province più cerealicole (Siena, Grosseto, Arezzo e Pisa), mentre quelle per la raccolta dei prodotti sono maggiormente presenti nelle province di Grosseto, Arezzo e Livorno.
In ambito regionale si nota, tra il 1982 e il 1990, una generale diminuzione nel numero di aziende che utilizzano mezzi meccanici, ad eccezione di quelle con macchine per la concimazione e per la raccolta.
Per quanto riguarda il numero dei mezzi in proprietà gli aumenti più consistenti si registrano per le trattrici e per i motocoltivatori; la provincia di Pisa è quella che registra un calo nella dotazione di questi tipi di macchine, sicuramente legate al fatto della diminuzione delle aziende.
Altre variazioni in positivo si registrano nel settore macchine per la concimazione e le macchine per la raccolta.
Le altre voci sono in negativo, con valori piuttosto elevati rappresentati dalle raccoglitrinciatrici (calo in tutte le province), degli apparecchi per la irrorazione (aumenti consistenti nelle province di Massa-Carrara, Siena e Grosseto ma forti perdite in quelle di Firenze e di Pisa) e per gli automezzi adibiti a trasporto merci.
I dati, comunque, non consentono di valutare il lavoro eseguito attraverso il conto-terzismo e quindi sottostimano l'attività effettivamente espletata con i mezzi meccanici.
L'IRRIGAZIONE
Al 1990 la numerosità delle aziende che praticano l'irrigazione per alcune colture (patate, barbabietola da zucchero, girasole, soia ed altre coltivazioni) risulta piuttosto bassa (di poco superiore al 14% del totale).
A livello regionale, comunque, questa pratica è diffusa in ogni provincia ma risulta particolarmente utilizzata in quelle dove è maggiormente presente l'orticoltura, le piante industriali, il mais e il comparto floro-vivaistico (Lucca, Pistoia, Grosseto, Massa-Carrara e Livorno).
La superficie irrigata rappresenta il 51,5% di quella potenzialmente irrigabile con le normali dotazioni aziendali. Le province di Lucca e di Pistoia presentano il migliore rapporto superficie irrigata/superficie irrigabile (rispettivamente con il 62,7% ed il 61,4%) mentre quelle con peggiore rapporto sono Pisa (42,4%) e Livorno (43,8%).
La forma di approvvigionamento principale è rappresentata da quella indipendente, mentre quella dipendente è molto utilizzata nelle province più settentrionali (Massa-Carrara e Lucca).
Tra i sistemi di irrigazione utilizzati quelli maggiormente impiegati sono lo scorrimento e l'aspersione; quest'ultima forma è molto praticata nelle province di Grosseto, Arezzo, Lucca e Pistoia mentre la prima è tipica delle province di Lucca, Massa-Carrara, Pistoia e Livorno.
ALCUNE SPECIFICAZIONI AFFERENTI LA S.A.U. E RIFERITE AL SOLO ANNO 1990
S.A.U. per forma di conduzione
A livello regionale si può notare che il 73,2% della S.A.U. complessiva viene condotta direttamente dal coltivatore; di questo valore il 55,1% viene fatto con solo manodopera familiare (molto presente nelle province di Grosseto, Siena, Arezzo, Pisa e Firenze), l'8,9% con manodopera familiare prevalente (molto presente nelle province di Siena, Grosseto, Firenze ed Arezzo) ed il 9,2% con manodopera extrafamiliare prevalente (molto presente nelle province di Siena, Firenze, Grosseto e Pisa).
La conduzione con salariati e/o compartecipanti viene esercitata sul 25,6% della S.A.U. regionale; le province maggiormente agricole o con produzioni specializzate presentano valori piuttosto elevati, ma principalmente questa forma si ritrova in quelle di Siena, Firenze, Grosseto, Arezzo e Pisa.
La conduzione a mezzadria è in costante e forte declino tanto che oramai è praticata sull'1,2% della S.A.U. regionale; le province dove maggiormente è presente sono Firenze, Arezzo, Grosseto e Pisa.
S.A.U. per classe di superficie totale
A livello regionale le aziende la cui classe di superficie totale è compresa fra meno di 1 e 2 ettari rappresentano solo il 4,4% della S.A.U. toscana e sono presenti in tutte le province; naturalmente quelle che producono fiori, ortaggi e vivai (in piena area e/o in serra) hanno un notevole peso economico nella formazione della plv provinciale pur essendo di superficie ridotta.
Le aziende la cui classe di superficie totale è compresa fra 2 e 10 ettari rappresenta il 16,0% della S.A.U. regionale e sono distribuite abbastanza uniformemente sul territorio regionale; tuttavia la concentrazione maggiore la si riscontra nelle province di Firenze, Arezzo e Grosseto.
Le aziende la cui classe di superficie totale è compresa fra i 10 e i 20 ettari rappresenta il 12,2% della S.A.U. regionale ed è molto presente nelle province di Grosseto, Arezzo, Firenze e Siena. Queste aziende costituiscono l'ossatura principale dell'agricoltura toscana.
Le aziende la cui classe di superficie totale è compresa fra i 20 e i 50 ettari rappresentano il 17,9% della S.A.U. regionale ma la provincia di Grosseto da sola dispone del 34,7% di tale valore distanziando in maniera molto netta le altre province.
Le aziende con classe di superficie totale di oltre 50 ettari rappresentano ben il 49,6% della S.A.U. regionale. La provincia di Siena dispone del 29,4% della S.A.U. compresa in questa classe di superficie, seguita da Grosseto (20,7%), Firenze (17,0%) e Pisa (13,7%).
Superficie totale per classi S.A.U.
A livello regionale le aziende la cui classe di superficie agricola utilizzata è compresa fra meno di 1 e 2 ettari rappresentano l'11,6% di quella regionale e sono presenti in tutte le province toscane. Tuttavia il peso maggiore lo si riscontra nelle province di Lucca e di Arezzo, seguite da Pistoia e Firenze.
Le aziende la cui classe di S.A.U. è compresa fra 2 e 10 ettari rappresentano il 17,5% di quella regionale. Il peso maggiore di questa classe è sostenuto dalle province di Arezzo, Firenze, Grosseto e Siena.
Le aziende la cui classe di S.A.U. è compresa fra 10 e 20 ettari rappresentano il 10,7% di quella regionale. Il peso maggiore è rappresentato dalla provincia di Grosseto, seguita (a forte distanza) da Firenze, Arezzo e Siena.
Le aziende la cui classe di S.A.U. è compresa fra 20 e 50 ettari rappresentano il 16,0% di quella regionale. Il peso maggiore è rappresentato dalla provincia di Grosseto, seguita da quelle di Siena, Firenze, Arezzo e Pisa.
Le aziende la cui classe di S.A.U. è superiore a 50 ettari rappresentano ben il 44,2% di quella regionale. Il peso maggiore rappresentato dalla provincia di Siena, seguita da quella di Grosseto, Firenze e Pisa.
Note metodologiche
Generali
In relazione ai dati considerati nelle tavole comunali, a tutela del segreto statistico, sono stati eliminati i dati relativi a singole aziende. Per tale motivo in alcune tavole la somma dei parziali non corrisponde ai totali. In taluni casi, per lo stesso motivo, non è possibile effettuare confronti corretti tra il 1990 e il 1982, di conseguenza se per il 1990 esiste al posto dei valori una lineetta (-), essa viene ripetuta nelle variazioni della stessa tavola.
La denominazione e le circoscrizioni territoriali delle province e dei comuni fanno riferimento alla situazione esistente alla data del 21 ottobre 1990.
Per la provincia di Firenze, sono stati scorporati successivamente al rigo del totale provinciale i due valori totali dei comuni facenti parte delle due nuove situazioni territoriali, ciò in seguito alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del Decreto Legge del Presidente della Repubblica n. 254 del 27 marzo 1992, che istituisce la Provincia di Prato; pertanto a piè di pagina risulteranno le due note: a) di cui Prato e b) di cui Firenze.
Nelle tavole che riportano i dati per classi di valori (superficie totale, superficie agricola utilizzata, ecc.) gli estremi inferiori di ciascuna classe si intendono inclusi e gli estremi superiori esclusi. Ad esempio nella classe di superficie totale da 2 a 5 ettari sono comprese le aziende da 2,00 ettari esatti fino a 4,99 ettari. Sono escluse pertanto le aziende da 5,00 ettari esatti.
Per alcune tavole è da tener presente che, secondo i caratteri considerati, le aziende possono risultare ripetute tante volte quanti sono i caratteri stessi. Con riferimento alle coltivazioni, ad esempio, se un'azienda ha praticato la coltivazione della vite e dell'olivo, tale azienda risulta sia tra le aziende che hanno praticato la coltivazione della vite, che tra le aziende che hanno praticato la coltivazione dell'olivo. Così pure le aziende che praticano l'irrigazione con approvvigionamento dell'acqua irrigua sia in forma indipendente che dipendente sono ripetute tante volte quanti sono i tipi di approvvigionamento; cosicchè ad esempio, se un'azienda si è contemporaneamente approvvigionata da un lago artificiale e da altre aziende agricole essa entra nel conteggio del primo dato come del secondo.
E' da considerare, inoltre, che costituendo la superficie agricola utilizzata (S.A.U.) una parte della superficie totale, nella ripartizione delle aziende per classi di S.A.U. si verifica rispetto a quella per classi di superficie totale, un passaggio delle aziende verso le classi più piccole. Così, ad esempio, un'azienda costituita da 3,50 ettari di superficie totale di cui 1,20 ettari di S.A.U. viene collocata nella classe da 3 a 4 ettari nella ripartizione per classe di superficie totale, mentre nella ripartizione per classe di S.A.U. tale azienda figura nella classe da 1 a 2 ettari.
Nelle tavole relative alla manodopera la voce operai a tempo indeterminato comprende anche categorie speciali, impiegati e dirigenti.
Nei censimenti del 1982 e 1990 il credito adottato, nel caso di consociazioni, considera ciascuna coltivazione principale per la parte di superficie effettivamente occupata.
Particolari
Tavola 1.4 - Le FORAGGERE AVVICENDATE comprendono le piante sarchiate da foraggio. La voce FRUMENTO comprende sia il frumento tenero che il frumento duro.
Tavola 1.4 e Tavola 1.6 - I seminativi comprendono gli orti familiari.
Tavola 1.11 - Nella voce ALTRI sono compresi i settori del commercio, pubblici esercizi e alberghi, dei servizi e della pubblica amministrazione.
Tavola 1.12 - Le MACCHINE PER LA RACCOLTA comprendono le macchine per la raccolta della frutta, per la raccolta meccanizzata della patata e della raccolta meccanizzata della barbabietola da zucchero.
Dati provinciali, valori assoluti 1990 e confronti 1990-1982
Tavola 1.1 - Aziende e superficie totale per forma di conduzione e provincia (scarica tavola in file xls)
Tavola 1.2 - Aziende e superficie totale per classe di superficie totale e provincia (scarica tavola in file xls)
Tavola 1.3 - Aziende e S.A.U. per classe di S.A.U. e provincia (scarica tavola in file xls)
Tavola 1.4 - Aziende e superficie con seminativi per principali coltivazioni e provincia (scarica tavola in file xls)
Tavola 1.5 - Aziende e superficie con coltivazioni legnose per principali coltivazioni e provincia (scarica tavola in file xls)
Tavola 1.6 - Aziende e superficie aziendale secondo l'utilizzazione dei terreni per provincia (scarica tavola in file xls)
Tavola 1.7 - Aziende e numero di capi con allevamenti principali per provincia (scarica tavola in file xls)
Tavola 1.8 - Aziende e numero di capi con allevamenti secondari per provincia (scarica tavola in file xls)
Tavola 1.9 - Aziende e numero di giornate di lavoro per categorie di manodopera aziendale e provincia (scarica tavola in file xls)
Tavola 1.10 - Aziende e numero di giornate di lavoro per classi di giornate di lavoro e provincia (scarica tavola in file xls)
Tavola 1.11 - Aziende per attività lavorativa aziendale ed extra del conduttore per provincia (scarica tavola in file xls)
Tavola 1.12 - Aziende che utilizzano i principali mezzi meccanici e numero mezzi di proprietà per provincia (scarica tavola in file xls)
Tavola 1.13 - Aziende con irrigazione e superficie irrigata per principali coltivazioni irrigate e provincia (scarica tavola in file xls)
Dati provinciali, valori assoluti 1990
Tavola 2.1 - S.A.U. per forma di conduzione e provincia (scarica tavola in file xls)
Tavola 2.2 - S.A.U. per classe di superficie totale e provincia (scarica tavola in file xls)
Tavola 2.3 - Superficie totale per classe di S.A.U. delle aziende e provincia (scarica tavola in file xls)
Tavola 2.4 - Aziende che praticano l'irrigazione e superficie irrigata per alcune coltivazioni irrigate e provincia (scarica tavola in file xls)
Tavola 2.5 - Aziende che praticano l'irrigazione e relativa superficie per provincia (scarica tavola in file xls)
Cartogrammi
Nazionali (per provincia) manca
Regionali (per comune) manca
Allegati
Glossario
AGRUMI
Arancio, mandarino, clementina e i suoi ibridi, limone, altri agrumi (arancio amaro o melangolo, bergamotto, cedro, chinotto, kunquat, limetta, pompelmo)
ALLEVAMENTI
I dati sulla consistenza degli allevamenti fanno riferimento a tutti i capi di bestiame che alla data del censimento si trovavano presso l'azienda sia che si trattasse di bestiame in dotazione dell'azienda stessa, sia che si trattasse di bestiame affidato o da essa allevato.
Sono inclusi i capi temporaneamente assenti per transumanza, pascolo, ecc. Sono esclusi gli animali di passaggio (es. femmine presenti per la monta).
APPROVVIGIONAMENTO DELL'ACQUA IRRIGUA
L'approvvigionamento dell'acqua irrigua è considerato:
in forma autonoma od indipendente, quando l'azienda si approvvigiona per derivazione diretta da corsi d'acqua superficiali, senza essere soggetta a vincoli per quanto riguarda le modalità di presa e di utilizzazione dell'acqua o mediante pozzi, fontanili, ecc. situati nel proprio fondo;
da consorzi di irrigazione e bonifica, quando l'azienda si approvvigiona di acqua attraverso consorzi di irrigazione e bonifica che servono per lo più un complesso organizzato di aziende;
da altre aziende agricole;
in altra forma, quando l'azienda si approvvigiona d'acqua attraverso imprese private non agricole, ecc..
ATTIVITA' LAVORATIVA EXTRAZIENDALE
Qualsiasi attività esercitata al di fuori dell'azienda e che ha come corrispettivo una remunerazione. Sono comprese eventuali attività remunerative che possono essere esercitate sull'azienda stessa o in un'altra impresa agricola (gestione di un terreno da campeggio, affitto di alloggi a turisti), oppure in una impresa non agricola appartenente al conduttore.
AZIENDA SENZA TERRENO AGRARIO
Per terreno agrario si intende la superficie dell'azienda destinata alla pratica delle varie colture o che potrebbe essere ad esse destinata mediante l'impiego di mezzi normalmente disponibili presso un'azienda agricola.
Non è terreno agrario la superficie costituita da aree occupate da fabbricati, cortili, strade poderali ecc.
Le aziende senza terreno agrario sono quelle zootecniche nelle quali si attua esclusivamente l'allevamento di bestiame e le aziende che utilizzano terreni pascolativi appartenenti a comuni, ad altri enti pubblici o a privati senza che i terreni stessi si configurino come elementi costitutivi delle aziende stesse.
Le aziende che praticano la coltivazione di funghi in grotte, sotterranei ed appositi edifici sono assimilate a quelle con terreno agrario.
BARBATELLE
Giovani piante di vite, innestate e non, prima del loro impianto definitivo.
BOSCHI
Superfici coperte da alberi e/o arbusti forestali. Sono considerati boschi anche i terreni il cui suolo occupato dalle piante forestali viene parzialmente utilizzato per coltivazioni erbacee aventi carattere accessorio o marginale. Sono compresi i vivai forestali destinati al fabbisogno aziendale. Sono esclusi i castagneti da frutto e le pioppete.
BOVINI
I dati dei bovini, comprensivi anche di quelli relativi ai bufalini, sono stati rilevati secondo l'età, il sesso e, per talune categorie, anche per destinazione economica.
Femmine:
vacche da latte (comprese le vacche da latte e carne): vacche (bovine che hanno già partorito almeno una volta) che per razza o attitudine sono adibite esclusivamente o prevalentemente alla produzione di latte destinato o al consumo umano o alla trasformazione in prodotti lattiero caseari. Sono comprese le vacche da latte riformate o al termine della loro carriera economica;
altre vacche (da carne, da lavoro, da carne e lavoro): bovine che hanno già partorito almeno una volta ma che sono allevate per la produzione di vitelli o vengono adibite per il lavoro o ad entrambe le funzioni economiche e il cui latte non è destinato né al consumo umano né alla trasformazione in prodotti lattiero caseari. Sono comprese le altre vacche riformate e al termine della loro carriera economica.
CASTAGNETO DA FRUTTO
Sono i castagneti allevati ad alto fusto e destinati principalmente alla produzione del frutto.
Sono compresi soltanto i castagneti nei quali durante l'annata agraria di riferimento si è proceduto alle operazioni colturali e alla raccolta del frutto.
La superficie degli altri castagneti è stata indicata tra i boschi (fustaie di latifoglie).
COLONI IMPROPRI
Coloro che prestano lavoro manuale in una azienda agricola, sulla base di pattuizioni particolari aventi in comune la natura associativa parziaria, ma caratterizzata da una diversità di contenuto per quanto riguarda le prestazioni di lavoro, i conferimenti delle scorte e le suddivisioni delle spese e dei prodotti.
COLTIVAZIONE PRINCIPALE
Coltivazione unica, cioè quella che è la sola ad essere praticata su una data superficie nel corso dell'annata agraria di riferimento. Una coltivazione si considera unica anche quando è consociata con coltivazioni erbacee aventi carattere accessorio o marginale o con colture legnose agrarie o boschive presenti in numero trascurabile di piante;
Coltivazioni erbacee consociate praticate su seminativi nudi. Ciascuna coltivazione erbacea consociata è stata rilevata come coltivazione principale per la parte di superficie effettivamente occupata;
Coltivazioni legnose agrarie consociate tra loro o con coltivazioni erbacee. Ciascuna coltivazione è stata rilevata come coltivazione principale per la parte di superficie effettivamente occupata;
Coltivazione successiva o intercalare più importante dal punto di vista economico. E' stata rilevata come coltivazione principale per l'intera superficie sulla quale essa è stata praticata.
COLTIVAZIONI LEGNOSE AGRARIE
Vite, olivo, agrumi, fruttiferi, vivai, canne, gelso (foglie), giunco, manna, salice da vimini, sommacco.
CONCIMAZIONE (MACCHINE PER LA)
Spandiconcime: macchine semoventi, trainate, portate o semiportate da trattrici, utilizzate per la distribuzione meccanica dei concimi chimici; distributori combinati di concimi e antiparassitari.
Sono esclusi gli spandiconcime azionati a mano e le seminatrici combinate con spandiconcime.
Spandiletame: macchine trainate o portate da trattrici, utilizzate per il trasporto e la distribuzione meccanica del letame.
Sono esclusi tutti gli spanditori semimeccanici ed i rimorchi a piano mobile senza apparecchi spanditori.
CONDUTTORE
Responsabile giuridico ed economico dell'azienda, può essere una persona fisica, una società o un Ente pubblico.
Nel caso di colonia parziaria appoderata (mezzadria) come conduttore di azienda è stato considerato il mezzadro. Nel caso di soccida quale conduttore di azienda è stato considerato il soccidante.
In genere il conduttore si identifica con il capo azienda che è la persona fisica che di fatto gestisce l'azienda e ne assicura la gestione corrente e quotidiana.
EQUINI
Sono compresi i cavalli (da corsa, da sella e da macello), gli asini, i muli e i bardotti, che sono allevati nelle aziende agricole.
FAMIGLIA DEL CONDUTTORE
Per famiglia, ai fini del censimento, si intende un insieme di persone legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela o da vincoli affettivi, coabitanti ed aventi dimora abituale nello stesso comune.
Sono considerate facenti parte della famiglia, come membri aggregati di essa, anche le persone addette ai servizi domestici, nonchè le altre persone che, a qualsiasi titolo, convivono abitualmente con la famiglia stessa.
FORAGGERE AVVICENDATE
Prati avvicendati, coltivazioni foraggere erbacee in avvicendamento che occupano il terreno per più annate agrarie consecutive (al massimo fino a cinque anni) e che sono costituite generalmente da leguminose pure o in miscuglio. Si distinguono in puri (erba medica, lupinella, sulla, trifoglio ladino, trifoglio pratense) e misti.
Erbai, coltivazioni foraggere erbacee in avvicendamento che occupano il terreno al massimo per un'annata agraria (veccia, trifoglio incarnato, cereali in erba e a maturazione cerosa, ecc.).
Si distinguono in puri (avena, bietola, cicerchia, colza, fava, favino, frumento e triticale, granoturco, loglio italico, lupino, miglio, moco, orzo, panico, pimpinella, pisello, ravizzone, sala palustre, segale, senape, serradella, soia, sorgo, trifoglio alessandrino, trifoglio incarnato, trigonella o fieno greco, veccia, vigna cinese) e misti.
FORMA DI CONDUZIONE (rapporti tra impresa e lavoro)
Conduzione diretta del coltivatore, quando il conduttore presta egli stesso lavoro manuale nell'azienda da solo o con l'aiuto di familiari, indipendentemente dall'entità del lavoro fornito da eventuale manodopera salariale, la quale può anche risultare prevalente rispetto a quella prestata dal conduttore e dai suoi familiari.
La conduzione diretta del coltivatore si suddivide ulteriormente nelle seguenti forme:
con solo manodopera familiare, quando le giornate lavorative impiegate nell'azienda sono dovute esclusivamente al conduttore, ai suoi familiari o agli altri parenti;
con manodopera familiare prevalente, se le giornate di lavoro prestate dal conduttore e dai suoi familiari o dagli altri parenti sono in numero uguale o maggiore di quelle prestate dall'altra manodopera aziendale (salariati fissi, braccianti, ecc.);
con manodopera extrafamiliare prevalente, se le giornate di lavoro prestate dal conduttore, dai familiari e dagli altri parenti, risultano inferiori a quelle dell'altra manodopera aziendale (salariati fissi, braccianti, ecc.).
Conduzione con salariati e/o compartecipanti (in economia), quando il conduttore impiega per i lavori manuali dell'azienda esclusivamente manodopera fornita da operai a tempo indeterminato o a tempo determinato (salariati fissi ed assimilati, braccianti, giornalieri e simili) e/o compartecipanti, mentre la sua opera e quella dei familiari è rivolta, in generale, alla direzione dell'azienda nei riguardi dei vari aspetti tecnico-organizzativi.
Conduzione a colonia parziaria appoderata (mezzadria), quando una persona fisica o giuridica (concedente) affida un podere a un capo famiglia il quale si impegna ad eseguire, con l'aiuto dei familiari (famiglia colonica), tutti i lavori che il podere richiede, sostenendo parte delle spese necessarie.
Altra forma di conduzione. Comprendente tutte le forme di conduzione non classificabili tra quelle sopra indicate tra le quali:
la conduzione parziaria non appoderata. Con questa forma di conduzione il concedente non conferisce un podere come si riscontra nelle aziende a colonia parziaria appoderata (mezzadria) ma soltanto uno o più appezzamenti di terreno. Inoltre, il rapporto associativo non si estende ai familiari del colono, sebbene questi di norma, si avvalga di familiari per i lavori richiesti dal fondo;
soccida. Contratto di natura associativa tra chi dispone di bestiame e di terreni a pascolo (soccidante) ed allevatore (soccidario) che presta lavoro manuale, anche se talvolta può conferire parte del bestiame e di altre scorte. I due contraenti si associano per l'allevamento e per l'esercizio delle attività connesse al fine di ripartire i prodotti e gli utili che ne derivano.
FRUTTIFERI
Frutta fresca di origine temperata: melo, pero, pesco, nettarina (pesca noce), albicocco, susino, ciliegio, (ciliegia tenerina e duracina, ciliegia visciola ed amarena o marasca), cotogno, fico, gelso, (bacca), giuggiolo, lampone, loto (kaki), melograno, mirtillo, mora di rovo, nespolo comune, nespolo del Giappone, ribes comune, ribes nero, sorbo, uva spina.
Frutta fresca di origine subtropicale: actinidia (kiwi), ananas, annone, avocado, babaco, banano, dattero, fico d'India, mango, maracuja, papaja, passiflora.
Frutta da guscio: mandorlo, nocciolo, carrubo, noce, pistacchio.
GIORNATE DI LAVORO
Prestazione lavorativa non inferiore alle otto ore. Se il lavoro prestato giornalmente presso l'azienda è stato inferiore alle 8 ore si sono convertite le ore di lavoro in giornate di 8 ore. Il numero delle giornate di lavoro fa riferimento a quelle effettivamente prestate con esclusione di giorni di congedo, ferie e malattia.
IRRIGAZIONE
Superficie irrigabile: superficie che nel corso dell'annata agraria di riferimento potrebbe essere irrigata in base alla potenzialità degli impianti a disposizione dell'azienda ed alla quantità di acqua disponibile.
Superficie effettivamente irrigata : superficie aziendale che nel corso dell'annata agraria di riferimento viene irrigata almeno una volta;
Coltivazione effettivamente irrigata nell'annata agraria. Una determinata superficie, sulla quale, nel corso dell'annata agraria, sono praticate successivamente più coltivazioni, si considera una sola volta per la coltura principale se questa è irrigata. Se la coltivazione principale non è irrigata si indica la più importante delle colture secondarie irrigate.
Sistemi di irrigazione:
Aspersione (a pioggia), se l'acqua viene somministrata al terreno dall'alto mediante idonee apparecchiature, in modo da riprodurre l'effetto della pioggia naturale;
Sommersione, se l'acqua, trattenuta da arginelli, sommerge per periodi variabili e con livello variabile il terreno (tipica delle risaie);
Scorrimento superficiale ed infiltrazione laterale, se l'acqua viene fatta scorrere sul terreno sistemato a piani inclinati (tipica delle marcite lombarde) oppure se viene immessa in canaletti o in solchi e raggiunge lateralmente, per infiltrazione, le radici delle piante coltivate. E' frequente nell'irrigazione delle sarchiate, in genere, e delle colture ortive del Mezzogiorno;
Localizzata sottochioma, (goccia, sorso, spruzzo), se l'acqua viene somministrata, mediante idonee apparecchiature, per gocciolamento localizzato o ad intermittenza (a sorsi).
Tale sistema viene utilizzato per le coltivazioni ortive, floreali e legnose;
Altro sistema, comprende tutti i sistemi non contemplati nelle voci precedenti, come la subirrigazione, somministrazione di acqua a mezzo di condotti sotterranei disperdenti o talora a mezzo di condotti di drenaggio.
IRRORAZIONE E PER LA LOTTA CONTRO I PARASSITI E LE ERBE INFESTANTI (APPARECCHI MECCANICI PER L')
Apparecchi a motore, a dorso o a trazione animale e tutti gli apparecchi a trazione meccanica e semoventi che servono per irrorare, atomizzare, nebulizzare, polverizzare o bruciare e che vengono utilizzati nella lotta contro i parassiti vegetali ed animali e le erbe infestanti. Sono compresi gli elicotteri, gli aerei e le jeeps utilizzati a detto scopo.
Sono esclusi gli apparecchi portati a dorso o a trazione animale non azionati da motore.
LAVORO
Lavori agricoli, sono quelli che contribuiscono al conseguimento della produzione agricola, forestale e zootecnica, ad eccezione dei lavori domestici (pulizia dell'abitazione, preparazione dei pasti per la famiglia, ecc.). Sono considerati lavori agricoli, purchè effettuati dalla manodopera aziendale, la direzione e la sorveglianza dei lavori, l'organizzazione e la gestione aziendale, la conservazione, la lavorazione, la trasformazione e la commercializzazione dei prodotti nonchè la manutenzione di fabbricati, macchine ed impianti ed il trasporto per conto dell'azienda.
Sono esclusi i lavori effettuati dalla manodopera aziendale presso altre aziende agricole, nonchè i lavori di stoccaggio, condizionamento, trasformazione, vendita e trasporto dei prodotti di altre aziende. E' esclusa la manodopera fornita da imprese di esercizio e noleggio di mezzi meccanici, da imprese industriali od a titolo di aiuto reciproco.
MANODOPERA AGRICOLA
Persone di 14 anni e più occupate nei lavori agricoli dell'azienda.
MEZZI MECCANICI UTILIZZATI
Mezzi meccanici utilizzati durante l'annata agraria di riferimento per l'effettuazione di lavori agricoli. Sono:
di proprietà dell'azienda, i mezzi meccanici di proprietà esclusiva dell'azienda, anche se temporaneamente utilizzati in altre aziende agricole, compresi i mezzi meccanici acquistati in leasing;
in comproprietà, i mezzi meccanici di proprietà di due o più aziende agricole;
forniti da altre aziende agricole, i mezzi meccanici temporaneamente utilizzati dall'azienda, ma di proprietà di un'altra azienda (aiuto reciproco, consorzi per il noleggio di macchine agricole);
forniti da organismi associativi, i mezzi meccanici appartenenti a cooperative agricole, enti di sviluppo, consorzi di bonifica, ecc. e utilizzati dall'azienda facente parte dell'organismo associativo stesso;
forniti da imprese di esercizio e noleggio, i mezzi meccanici utilizzati in azienda e di proprietà di imprenditori di lavori e di altre imprese industriali.
MIETITREBBIATRICI
Macchine semoventi, trainate o portate da trattrici, utilizzate per la mietitura, raccolta, trebbiatura dei cereali, dei legumi secchi, dei semi oleosi e delle sementi foraggere.
MOTOCOLTIVATORI
Veicoli a motore, ad un solo asse, utilizzati per i lavori agricoli. La voce comprende anche, motozappe, motofresatrici e motofalciatrici.
Sono esclusi tutti gli apparecchi utilizzati esclusivamente per gli orti familiari, i parchi e i giardini ornamentali.
OPERAI A TEMPO DETERMINATO
Operai assunti con un rapporto individuale di lavoro a tempo determinato per l'esecuzione di lavori di breve durata, stagionale o a carattere saltuario oppure assunti per fase lavorativa o per la sostituzione di operai per i quali sussista il diritto alla conservazione del posto.
Agli operai a tempo determinato sono assimilati, ai fini del censimento, i compartecipanti, intendendosi per tali i lavoratori ai quali vengono affidati, nel corso dell'annata agraria, tutti o soltanto una parte dei lavori che richiede una determinata coltivazione, ricevendo come compenso una quota parte del prodotto.
OPERAI A TEMPO INDETERMINATO
Lavoratori agricoli assunti con rapporti di lavoro senza prefissione di termine ed ai quali il datore di lavoro garantisce 181 giornate annuali di effettivo lavoro per tutta la durata del rapporto e la cui retribuzione, riferita ad anno, viene corrisposta mensilmente, a norma del contratto nazionale di lavoro per gli operai agricoli con l'integrazione dei contratti provinciali.
ORTI FAMILIARI
Piccole superfici utilizzate essenzialmente per la produzione di ortaggi, legumi freschi, patate, ecc., destinati, di norma, ad essere consumati dalla famiglia del conduttore o da altre persone che lavorano nell'azienda. Su tali superfici possono essere eventualmente presenti anche altre coltivazioni erbacee e/o alcune piante legnose agrarie.
ORTIVE (Coltivazioni)
Coltivazioni ortive in piena aria sono le coltivazioni di legumi freschi ed ortaggi praticate all'aperto sia in pieno campo che in orti stabili o industriali. Si distinguono in:
coltivazioni ortive di pieno campo, quando sono in avvicendamento con le altre coltivazioni agricole;
coltivazioni ortive in orti stabili o industriali, quando sono caratterizzate da un rapido avvicendamento tra di loro e producono ortaggi e legumi freschi normalmente immessi nel commercio.
Le coltivazioni ortive protette sono quelle coltivazioni praticate al coperto per tutto o per la maggior parte del ciclo vegetativo. Rientrano in questa voce:
legumi freschi: fagiuolo (compresi i fagiuoli mangiatutto), pisello (compresi i piselli mangiatutto o taccole), fava;
carciofo;
fragola;
pomodoro da mensa;
pomodoro da industria;
altre ortive: acetosella, aglio, asparago, barbabietola da orto, basilico, bietola, broccoletto di rapa, cardo, carota, cavolfiore, cavolo a penna, cavolo broccolo, cavolo cappuccio, cavolo di Bruxelles, cavolo rapa, cavolo rosso, cavolo verza, cetriolo da mensa, cetriolini, cicoria o radicchio (da foglie e da radici), cipolla, cocomero o anguria, crescione, finocchio, funghi (esclusi quelli coltivati in grotte, sotterranei o in appositi edifici), indivia (riccia e scarola), lattuga (cappuccina romana, da taglio), mais dolce, melanzana, melone o popone o cantalupo, pastinaca, peperone, porro, prezzemolo, rapa, ravanello, scalogno, scorzonera bianca, sedano (da coste e da foglie), sedano rapa (da radice), spinacio, topinambur, zucca, zucchine.
PARENTI DEL CONDUTTORE
Per parenti del conduttore che lavorano in azienda si intendono i discendenti, gli ascendenti ed altri parenti o affini del conduttore (compresi i casi di parentela derivante da adozione) non facenti parte della famiglia del conduttore stesso, la cui attività lavorativa presso l'azienda durante l'annata agraria non è stata svolta a carattere saltuario od occasionale.
PIANTE INDUSTRIALI
Tabacco, luppolo, cotone, piante da semi oleosi (colza e ravizzone, girasole, soia, arachide, canapa, lino, papavero, ricino, senape, sesamo), piante aromatiche, medicinali, da condimento (aneto, angelica, anice, assenzio, belladonna, camomilla, cappero, cerfoglio, cumino o carvi, digitale, dragoncello, gelsomino, genziana, hamamelis, issopo, lavanda, liquirizia, maggiorana, malva, melissa o cedronella, menta, origano, piretro, rabarbaro, rafano, rosmarino, ruchetta, salvia, segale cornuta, timo, valeriana, zafferano), canapa (fibra), canna da zucchero, cicoria da caffè, giaggiolo (ireos), lino (fibra), saggina da scopa, scopiglio, sorgo zuccherino.
PIANTE SARCHIATE DA FORAGGIO
Barbabietola da foraggio e semizzuccherina, carota da foraggio, cavolo da foraggio, navone o rapa da foraggio o rutabaga, pastinaca da foraggio, topinambur, zucca da foraggio. Sono escluse le superfici destinate alla produzione di sementi.
PIOPPETE
Superfici utilizzate per la coltivazione dei pioppi ad alto fusto anche se il suolo viene parzialmente adibito a coltivazioni erbacee a carattere accessorio o marginale.
PRATI PERMANENTI E PASCOLI
Coltivazioni foraggere erbacee fuori avvicendamento che occupano il terreno per un periodo superiore a cinque anni.
Prato permanente, quando il foraggio viene, di norma, raccolto mediante falciatura.
Pascolo, quando il foraggio viene utilizzato, di regola, soltanto dal bestiame pascolante.
RACCOGLITRITICI-TRINCIATRICI
Macchine semoventi oppure trainate, portate o semiportate da trattrici che effettuano in maniera continua la raccolta, la trinciatura ed il caricamento del foraggio (verde, da insilare semiappassito o secco) e della paglia lasciati sul posto o preventivamente disposti in andane.
RACCOLTA MECCANIZZATA DELLA PATATA (MACCHINE PER LA)
Macchine semoventi oppure trainate o portate da trattrici, che estraggono le patate dal terreno, le separano dalle foglie, zolle, terriccio, ecc., le dispongono in file, le raccolgono e/o le caricano in sacchi o in casse o in recipienti da carico o su di un rimorchio.
RACCOLTA MECCANIZZATA DELLA BARBABIETOLA DA ZUCCHERO (MACCHINE PER LA)
Macchine semoventi oppure trainate o portate da trattrici, che scollettano le barbabietole da zucchero, le estraggono dal terreno, le allineano in file, le raccolgono in cassoni e/o distruggono le foglie, oppure le sistemano in andane trasversali o longitudinali. Gli organi che eseguono tale operazione possono essere raccolti in un unica macchina o divisi in più macchine semplici collegate tra loro.
RACCOLTA DELLA FRUTTA (MACCHINE PER LA)
Macchine semoventi dotate di piattaforma mobile a comando idraulico portata all'estremità di telai articolati capaci di spostarsi verticalmente ed orizzontalmente (carrelli elevatori), utilizzati per la raccolta della frutta.
SUINI
Scrofe: femmine utilizzate o destinate alla riproduzione.
SUPERFICIE AZIENDALE
Totale. Area complessiva dei terreni dell'azienda destinati a colture erbacee e/o legnose agrarie, inclusi i boschi, la superficie agraria non utilizzata, nonchè l'area occupata da parchi e giardini ornamentali, fabbricati, stagni, canali, ecc. situati entro il perimetro dei terreni che costituiscono l'azienda. E' compresa la superficie coltivata a funghi in grotte, sotterranei ed in appositi edifici.
Agricola utilizzata (S.A.U.). Insieme dei terreni investiti a seminativi, orti familiari, prati permanenti e pascoli, coltivazioni legnose agrarie e castagneti da frutto. Essa costituisce la superficie investita ed effettivamente utilizzata in coltivazioni propriamente agricole.
E' esclusa la superficie investita a funghi in grotte, sotterranei ed appositi edifici.
Agraria non utilizzata. Insieme dei terreni dell'azienda non utilizzati a scopi agricoli per una qualsiasi ragione (di natura economica, sociale od altra), ma suscettibili di essere utilizzati a scopi agricoli mediante l'intervento di mezzi normalmente disponibili presso un'azienda agricola. Sono compresi gli eventuali terreni abbandonati facenti parte dell'azienda.
Altra.E' costituita dalle aree occupate da fabbricati, cortili, strade poderali, fossi, canali, cave, terre sterili, rocce, parchi e giardini ornamentali, ecc.
TRATTRICI
Trattrici con almeno due assi, utilizzate per l'esecuzione dei lavori agricoli. Sono compresi i veicoli a motore trasformati (derivate) ed i veicoli a motore specializzati (Jeep, Unimag, ecc.) che vengono utilizzati come trattrici agricole propriamente dette.
UVA PER LA PRODUZIONE DI VINI A DENOMINAZIONE CONTROLLATA (vini DOC) E CONTROLLATA E GARANTITA (vini DOCG)
Uva prodotta da viti appartenenti a vitigni di uva da vino le cui superfici sono iscritte all'Albo dei vigneti istituito presso le Camere di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura, per la produzione di vino a denominazione di origine controllata e garantita (vino DOCG). Tale uva può anche essere destinata in tutto o in parte alla produzione di altri vini o al consumo diretto.
UVA PER LA PRODUZIONE DI ALTRI VINI (compresi i vini da tavola con indicazione geografica)
Uva prodotta da viti appartenenti a vitigni di uva da vino le cui superfici non sono iscritte all'Albo dei vigneti. Tale uva può anche essere destinata in tutto o in parte al consumo diretto.
UVA DA TAVOLA
Uva prodotta da viti appartenenti a vitigni di uva da tavola, anche se essa viene destinata del tutto o in parte alla vinificazione.
UVA PER LA PRODUZIONE DI VINI DA TAVOLA CON INDICAZIONE GEOGRAFICA
Uva per la produzione di altri vini le cui superfici sono destinate dall'azienda alla produzione di vini da tavola con indicazione geografica e dichiarate come tali alla competente Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura.
Per indicazione geografica si intende la specificazione della zona di produzione in cui ricadono le superfici a vite. Tale zona può essere costituita da una o più unità amministrative (comune, provincia, regione) oppure da una parte del loro territorio o da località delimitate da apposito decreto del Ministero dell'Agricoltura e delle Foreste.
VITI NON INNESTATE
Giovani piante di vite messe a dimora e non ancora innestate, ma destinate ad esserlo.
VITI MADRI DI PORTINNESTO
Piante di vite appartenenti a varietà coltivate per la produzione di materiale per la moltiplicazione della vite (tralci). Trattasi di particolari varietà di viti dalle quali vengono prelevati parti di tralci le quali, interrate, emettono radici dando origine ad una nuova pianta di vite (barbatella).
VITIGNO
Varietà di una stessa specie di vite, compresi i loro incroci e reincroci, nonchè gli incroci tra diverse specie di vite, coltivate per la produzione di uva da vino, uva da tavola o materiale per la moltiplicazione vegetativa della vite.
Questionario di azienda (modello ISTAT CA.1) manca
Uffici intercomunali di censimento (U.I.C.)
Denominazione degli uffici che hanno assunto la qualifica di Uffici Intercomunali di Censimento (U.I.C.) durante il IV Censimento Generale dell'Agricoltura
Provincia di Arezzo
n. 9 - Valdarno Superiore Sud (b)
n. 8 - Valdarno Superiore Sud (a)
n. 7 - Area Aretina Ovest
n. 6 - Val di Chiana Est
n. 5 - Area Cortona
n. 4 - Area Aretina
n. 3 - C.M. Valtiberina Nord (b)
n. 2 - C.M. Valtiberina Sud (a)
n. 1 - C.M. Casentino
Provincia di Firenze
n. 10 - Bassa Val d'Elsa
n. 12 - Area Fiorentina (a)
n. 11 - Valdarno Inferiore
n. 13 - Area Fiorentina (b)
n. 17 - Area Pratese
n. 16 - C.M. Mugello Sud
n. 15 - C.M. Mugello Nord
n. 14 - Valdarno Sup.re Nord
Provincia di Grosseto
n. 18 - C.M. Amiata
n. 19 - Costa d'Argento
n. 20 - Colline dell'Albegna
n. 21 - Colline Metallifere
n. 22 - Area Grossetana Ovest
n. 23 - Area Grossetana Est
Provincia di Livorno
n. 24 - C.M. Arcipelago Toscano
n. 25 - Area Livornese
n. 26 - Val di Cornia
Provincia di Lucca
n. 27 - C.M. Garfagnana (nord)
n. 28 - C.M. Garfagnana (sud)
n. 29 - Versilia Mare
n. 30 - Versilia Monti
n. 31 - Area di Lucca
n. 32 - Area di Capannori
n. 33 - Piana di Lucca
n. 34 - C.M. Media Valle del Serchio
Provincia di Massa-Carrara
n. 35 - C.M. Apuane (a)
n. 36 - C.M. Apuane (b)
n. 37 - C.M. Lunigiana (a)
n. 38 - C.M. Lunigiana (b)
n. 39 - C.M. Lunigiana (c)
Provincia di Pisa
n. 40 - Area Pisana
n. 41 - Area Pisana Est
n. 42 - Valdarno Inferiore
n. 43 - Bassa Val di Cecina
n. 44 - Alta Val di Cecina
n. 45 - Val d'Era
n. 46 - Val d'Era Sud
Provincia di Pistoia
n. 47 - Montagna Pistoiese
n. 48 - Piana Pistoiese
n. 49 - Area Pistoiese 1
n. 50 - Area Pistoiese 2
n. 51 - Val di Nievole Nord
n. 52 - Val di Nievole Sud
Provincia di Siena
n. 53 - Area Senese Est
n. 54 - Area Senese Sud Ovest
n. 55 - Val di Chiana Sud
n. 56 - Val di Chiana Nord
n. 57 - Val di Chiana Centro
n. 58 - C.M. Amiata Senese
n. 59 - Alta Val d'Elsa