Campagna Salute

Tutela animali e controllo del randagismo

Relazioni attività Regione Toscana
 

Microchip e Banca Dati

Grande poco più di un chicco di riso con quindici numeri in sequenza casuale dentro una capsula di vetro biocompatibile. Il microchip può salvare la vita del cane o del gatto, un rapido riscontro nella banca dati vale il ritorno a casa dell'animale, risparmiandogli una vita in gabbia.

Sono più di seicentomila gli animali registrati nella Banca Dati Animali d'Affezione della Regione Toscana, connessa al sistema nazionale di anagrafe.
Dal 2014 è possibile registrare nel sistema regionale e nazionale anche il gatto, su base volontaria, a scelta del proprietario. Sono già oltre ventimila i mici identificati, una popolazione di gran lunga inferiore a quella dei cani, ma in forte crescita.
La Toscana è stata una delle prime Regioni ad aver istituito l'obbligo di anagrafe del cane, nel 1987, quattro anni prima della disposizione di legge nazionale.
Fino al 2001 l'identificazione veniva fatta con il tatuaggio, una tecnica efficace ma scomoda, poco gradita dagli animali perché richiede una piena immobilizzazione per qualche minuto. Oggi il microchip è diventato lo strumento universale di identificazione: un'iniezione, praticamente indolore, completata dalla registrazione in banca dati degli elementi anagrafici di animale e proprietario. Poco più di cinque minuti e l'animale è in anagrafe, iscritto per tutta la vita.
Identificazione e registrazione possono essere fatti presso la USL, ma la maggior parte degli utenti si rivolgono al proprio veterinario, che, accreditato sul sistema regionale, può effettuare tutta l'operazione in regime sussidiario.
E' ormai a regime la piattaforma informatica SISPC (Sistema Informativo Servizi Prevenzione Collettiva). L'accesso all'archivio è riservato ai soggetti pubblici o accreditati, ma il cittadino in possesso di una carta nazionale servizi, la stessa tessera sanitaria con pin, può accedere alla scheda del proprio animale.

Ogni anno entrano nel sistema di anagrafe più di quarantamila nuovi animali e i risultati di questa capillare registrazione sono evidenti considerato che più del 75% dei cani, recuperati sul territorio regionale, vengono prontamente restituiti al proprietario appunto grazie al microchip ed all'anagrafe. 

Lavorando una grande mole di dati e con un numero di utenti e di soggetti molto ampio, sono possibili errori, quasi sempre legati alla fase manuale del processo, in genere sbagli nella fase di digitazione dei dati o nell'inserimento del microchip. E' infatti molto raro che il microchip si danneggi o smetta di funzionare. Di fatto parliamo di un presidio tecnologico semplice, costruito con grande attenzione alla biocompatibilità e privo di energia (l'energia viene data dal lettore). E' invece possibile l'errore umano, appunto nella trascrizione dati, oppure nell'aggiornamento dell'archivio.
Da tenere presente che un cane microchippato non è automaticamente iscritto all'anagrafe: in particolare nei trasferimenti di proprietà, specie se da altre regioni, il proprietario deve curare la nuova registrazione presentando l'animale e la documentazione di origine, che deve essere obbligatoriamente presente. E' infatti obbligatorio cedere cani e gatti solo dopo l'iscrizione all'anagrafe ed i documenti, certificato di iscrizione e dichiarazione di cessione, devono essere consegnati dal cedente al nuovo proprietario. La gestione della banca dati è infatti regionale, con qualche differenza tra le regioni e, se l'animale proviene da altra regione, il cedente non può aggiornare l'archivio direttamente. Tutti gli archivi regionali alimentano una banca dati nazionale
Una misura di prudenza e un buon consiglio per tutti, è verificare la presenza del proprio animale nella banca dati nazionale e in quella regionale.
Dal proprio veterinario è anche possibile, se non si dispone di una carta servizi, far verificare che la scheda anagrafica sia aggiornata, in particolare con i numeri di telefono. Purtroppo cani e gatti possono scappare, possono essere trovati o soccorsi o recuperati e magari trasferiti anche lontano dal punto di scomparsa. In tal caso, se l'animale è entrato a far parte del sistema regionale di soccorso, dopo la verifica del microchip, l'interesssato prontamente avvertito.
E' quindi sempre opportuno (oltre che obbligatorio), segnalare lo smarrimento alla polizia municipale ed al servizio veterinario.
Siamo tutti consapevoli e concordi nel riconoscere i diritti degli animali: il dovere del proprietario responsabile è quello di iscrivere il proprio animale, rendendo concreti tali diritti per una popolazione di animali da compagnia numericamente molto rilevante.

  • Per verificare l'anagrafe:


Controllo del randagismo

Dei 7.737 cani recuperati sul territorio toscano, 5.261 sono stati restituiti ai legittimi proprietari e 1719 sono stati adottati, e quindi sottratti ad una lunga permanenza nei canili rifugio.
Questo il dato che emerge dalla relazione annuale 2016 sul controllo del randagismo in Toscana che, trasmessa al ministero della salute, offre, con i suoi dati, l'opportunità di riflettere sulle politiche di gestione regionali da tempo adottate.
Diciamo che si tratta di un risultato di assoluto rilievo, che non trova paragoni con le altre regioni italiane, ottenuto grazie a un'attività di sistema tra Aziende USL, Comuni e Vontariato, il cui perno operativo è la Banca dati di anagrafe degli animali d'affezione, impostata sulla piattaforma del SISPC (Sistema Informativo Servizi Prevenzione Collettiva): sistema che dal 2013 è a regime e che dal 2014 ha visto l'entrata in anagrafe anche i gatti, seppur in via facoltativa.

Il primo atto di verifica che si effettua nel canile sanitario, all'ingresso di un animale recuperato sul territorio, è la ricerca nell'archivio SISPC. Dopodiché il responsabile viene contattato e l'animale torna a casa. In caso contrario, terminato un percorso sanitario di valutazione e vaccinazione, l'animale viene trasferito nel canile rifugio

I comuni singoli o associati si sono dotati di canile sanitario e di servizio accalappiacani, ove possibile, attraverso le aziende sanitarie locali e il canile rifugio può essere gestito dal volontariato o da privati. Il sistema regionale è impostato su una rete di 68 strutture, alcune delle quali di recente completamento, 34 Canili Sanitari e 34 Canili Rifugio, accreditati sullo standard definito dalla Legge Regionale 59/09.
Un piano regionale annuale finanzia interventi di potenziamento, nuova costruzione ed adeguamento dei canili. Il numero di canili sul territorio appare congruo e la realizzazione dei nuovi progetti finanziati è orientata essenzialmente al potenziamento di strutture esistenti. 

Il completamento della rete di canili, in particolare dei progetti già finanziati, nonché l'accreditamento regionale di tutte le strutture nel sistema, resta ancora un obiettivo da centrare completamente. Ma l'accreditamento dei canili rappresenta una ulteriore specificità della Regione Toscana, a garanzia del benessere degli animali ma anche della corretta gestione di tutto il sistema.

Rilevante anche il controllo demografico dei gatti di colonia e dei cani nei canili effettuato dai servizi veterinari delle aziende sanitarie locali della regione con il concorso sussidiario di strutture veterinarie di liberi professionisti.
I punti di sterilizzazione sono organizzati sia nelle strutture canile che come presidi autonomi e nel 2016 sono stati sterilizzati 4.496 gatti e 366 cani. 

Permane, pur in alcune ristrette parti del territorio, la presenza di animali randagi, la cui presenza riveste particolare importanza ai fini del contrasto della predazione su animali zootecnici.  La difficile cattura di questi animali è oggetto di uno specifico piano mirato attivato su alcune Aziende sanitarie locali, nel più generale quadro del contrasto dei danni per predazione da lupi. 

  • Relazione attività 2016 (.pdf) ►►
 

Microchip e Banca Dati

Grande poco più di un chicco di riso con quindici numeri in sequenza casuale dentro una capsula di vetro biocompatibile. Il microchip può salvare la vita del cane o del gatto, un rapido riscontro nella banca dati vale il ritorno a casa dell'animale, risparmiandogli una vita in gabbia.

Sono più di seicentomila gli animali registrati nella Banca Dati Animali d'Affezione della Regione Toscana, connessa al sistema nazionale di anagrafe.
Dal 2014 è possibile registrare nel sistema regionale e nazionale anche il gatto, su base volontaria, a scelta del proprietario. Sono già oltre ventimila i mici identificati, una popolazione di gran lunga inferiore a quella dei cani, ma in forte crescita.
La Toscana è stata una delle prime Regioni ad aver istituito l'obbligo di anagrafe del cane, nel 1987, quattro anni prima della disposizione di legge nazionale.
Fino al 2001 l'identificazione veniva fatta con il tatuaggio, una tecnica efficace ma scomoda, poco gradita dagli animali perché richiede una piena immobilizzazione per qualche minuto. Oggi il microchip è diventato lo strumento universale di identificazione: un'iniezione, praticamente indolore, completata dalla registrazione in banca dati degli elementi anagrafici di animale e proprietario. Poco più di cinque minuti e l'animale è in anagrafe, iscritto per tutta la vita.
Identificazione e registrazione possono essere fatti presso la USL, ma la maggior parte degli utenti si rivolgono al proprio veterinario, che, accreditato sul sistema regionale, può effettuare tutta l'operazione in regime sussidiario.
E' ormai a regime la piattaforma informatica SISPC (Sistema Informativo Servizi Prevenzione Collettiva). L'accesso all'archivio è riservato ai soggetti pubblici o accreditati, ma il cittadino in possesso di una carta nazionale servizi, la stessa tessera sanitaria con pin, può accedere alla scheda del proprio animale.

Ogni anno entrano nel sistema di anagrafe più di quarantamila nuovi animali e i risultati di questa capillare registrazione sono evidenti considerato che più del 75% dei cani, recuperati sul territorio regionale, vengono prontamente restituiti al proprietario appunto grazie al microchip ed all'anagrafe. 

Lavorando una grande mole di dati e con un numero di utenti e di soggetti molto ampio, sono possibili errori, quasi sempre legati alla fase manuale del processo, in genere sbagli nella fase di digitazione dei dati o nell'inserimento del microchip. E' infatti molto raro che il microchip si danneggi o smetta di funzionare. Di fatto parliamo di un presidio tecnologico semplice, costruito con grande attenzione alla biocompatibilità e privo di energia (l'energia viene data dal lettore). E' invece possibile l'errore umano, appunto nella trascrizione dati, oppure nell'aggiornamento dell'archivio.
Da tenere presente che un cane microchippato non è automaticamente iscritto all'anagrafe: in particolare nei trasferimenti di proprietà, specie se da altre regioni, il proprietario deve curare la nuova registrazione presentando l'animale e la documentazione di origine, che deve essere obbligatoriamente presente. E' infatti obbligatorio cedere cani e gatti solo dopo l'iscrizione all'anagrafe ed i documenti, certificato di iscrizione e dichiarazione di cessione, devono essere consegnati dal cedente al nuovo proprietario. La gestione della banca dati è infatti regionale, con qualche differenza tra le regioni e, se l'animale proviene da altra regione, il cedente non può aggiornare l'archivio direttamente. Tutti gli archivi regionali alimentano una banca dati nazionale
Una misura di prudenza e un buon consiglio per tutti, è verificare la presenza del proprio animale nella banca dati nazionale e in quella regionale.
Dal proprio veterinario è anche possibile, se non si dispone di una carta servizi, far verificare che la scheda anagrafica sia aggiornata, in particolare con i numeri di telefono. Purtroppo cani e gatti possono scappare, possono essere trovati o soccorsi o recuperati e magari trasferiti anche lontano dal punto di scomparsa. In tal caso, se l'animale è entrato a far parte del sistema regionale di soccorso, dopo la verifica del microchip, l'interesssato prontamente avvertito.
E' quindi sempre opportuno (oltre che obbligatorio), segnalare lo smarrimento alla polizia municipale ed al servizio veterinario.
Siamo tutti consapevoli e concordi nel riconoscere i diritti degli animali: il dovere del proprietario responsabile è quello di iscrivere il proprio animale, rendendo concreti tali diritti per una popolazione di animali da compagnia numericamente molto rilevante.

  • Per verificare l'anagrafe:


Controllo del randagismo

Dei 7.737 cani recuperati sul territorio toscano, 5.261 sono stati restituiti ai legittimi proprietari e 1719 sono stati adottati, e quindi sottratti ad una lunga permanenza nei canili rifugio.
Questo il dato che emerge dalla relazione annuale 2016 sul controllo del randagismo in Toscana che, trasmessa al ministero della salute, offre, con i suoi dati, l'opportunità di riflettere sulle politiche di gestione regionali da tempo adottate.
Diciamo che si tratta di un risultato di assoluto rilievo, che non trova paragoni con le altre regioni italiane, ottenuto grazie a un'attività di sistema tra Aziende USL, Comuni e Vontariato, il cui perno operativo è la Banca dati di anagrafe degli animali d'affezione, impostata sulla piattaforma del SISPC (Sistema Informativo Servizi Prevenzione Collettiva): sistema che dal 2013 è a regime e che dal 2014 ha visto l'entrata in anagrafe anche i gatti, seppur in via facoltativa.

Il primo atto di verifica che si effettua nel canile sanitario, all'ingresso di un animale recuperato sul territorio, è la ricerca nell'archivio SISPC. Dopodiché il responsabile viene contattato e l'animale torna a casa. In caso contrario, terminato un percorso sanitario di valutazione e vaccinazione, l'animale viene trasferito nel canile rifugio

I comuni singoli o associati si sono dotati di canile sanitario e di servizio accalappiacani, ove possibile, attraverso le aziende sanitarie locali e il canile rifugio può essere gestito dal volontariato o da privati. Il sistema regionale è impostato su una rete di 68 strutture, alcune delle quali di recente completamento, 34 Canili Sanitari e 34 Canili Rifugio, accreditati sullo standard definito dalla Legge Regionale 59/09.
Un piano regionale annuale finanzia interventi di potenziamento, nuova costruzione ed adeguamento dei canili. Il numero di canili sul territorio appare congruo e la realizzazione dei nuovi progetti finanziati è orientata essenzialmente al potenziamento di strutture esistenti. 

Il completamento della rete di canili, in particolare dei progetti già finanziati, nonché l'accreditamento regionale di tutte le strutture nel sistema, resta ancora un obiettivo da centrare completamente. Ma l'accreditamento dei canili rappresenta una ulteriore specificità della Regione Toscana, a garanzia del benessere degli animali ma anche della corretta gestione di tutto il sistema.

Rilevante anche il controllo demografico dei gatti di colonia e dei cani nei canili effettuato dai servizi veterinari delle aziende sanitarie locali della regione con il concorso sussidiario di strutture veterinarie di liberi professionisti.
I punti di sterilizzazione sono organizzati sia nelle strutture canile che come presidi autonomi e nel 2016 sono stati sterilizzati 4.496 gatti e 366 cani. 

Permane, pur in alcune ristrette parti del territorio, la presenza di animali randagi, la cui presenza riveste particolare importanza ai fini del contrasto della predazione su animali zootecnici.  La difficile cattura di questi animali è oggetto di uno specifico piano mirato attivato su alcune Aziende sanitarie locali, nel più generale quadro del contrasto dei danni per predazione da lupi. 

  • Relazione attività 2016 (.pdf) ►►

Aggiornato al:
04.04.2018
Article ID:
15169230