Lavorare all'estero

Lavorare all'estero

I cittadini dell'Unione Europea hanno il diritto di cercare un lavoro e svolgere un’attività professionale in un altro paese dell’UE.
Le condizioni di lavoro, i diritti e i doveri dei lavoratori di ogni Stato membro sono equivalenti a quelle dei cittadini del paese ospitante. L’Unione Europea promuove politiche per facilitare la mobilità, i diritti sociali e le tutele dei lavoratori in tutti gli Stati membri.
Ulteriori informazioni sugli spostamenti per lavoro all’interno dell’Unione Europea.

EURES.
EURES è un’abbreviazione per “EURopean Employment Services”, ossia Servizi europei per l’impiego. È la rete europea dei servizi pubblici per l’impiego, con lo scopo di facilitare la libera circolazione dei lavoratori. Aderiscono a EURES tutti i paesi dell’UE, oltre a Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera. Sul sito EURES è possibile trovare:

  • Informazioni sulle condizioni di vita e di lavoro nei paesi aderenti;
  • Informazioni sui diritti e doveri dei lavoratori nella UE;
  • Offerte di lavoro nei diversi paesi d’Europa.

Per lavorare in un paese esterno all’UE è sempre necessario munirsi del visto di ingresso appropriato. Con il comune visto “turistico”, che generalmente ha una durata di 90 giorni, non è possibile svolgere attività lavorative e, di norma, nemmeno fare stage retribuiti o meno. Anche le attività di volontariato possono richiedere un visto specifico. Entrare in un paese con un visto turistico e poi svolgere attività diverse da quelle consentite può avere conseguenze gravi quali ad esempio il respingimento, l’espulsione, il divieto di tornare nel paese. In molti paesi il numero di visti è limitato e potrebbero esserci quote specifiche in base alla nazione di provenienza, all’età, al titolo di studio o alla professione esercitata. I permessi di residenza e di lavoro hanno generalmente una durata limitata nel tempo e non sempre è possibile rinnovarli. Prima di iniziare un progetto di vita a lungo termine è necessario informarsi sulle condizioni richieste dal paese ospitante per la concessione, il prolungamento e la conversione dei permessi a termine in permessi a tempo indeterminato.

Le informazioni corrette e aggiornate sui visti di ingresso necessari per le diverse attività si trovano generalmente sul sito dell’Ufficio Immigrazione del paese di destinazione oppure sui siti delle rappresentanze diplomatiche del paese estero in Italia.
È possibile consultare anche la sezione Documenti per viaggiare.

Certificazione delle competenze.
Prima di intraprendere un progetto di lavoro all’estero è necessario verificare:

  • i requisiti per accedere alla professione desiderata nel paese di destinazione;
  • le condizioni per la conversione del proprio titolo di studio o attestato professionale.

Alcuni paesi, specialmente anglofoni, richiedono anche il possesso di un certo livello di conoscenza della lingua per poter ottenere, rinnovare o prolungare il proprio visto di lavoro. Il livello di conoscenza linguistica viene accertato dalle autorità locali o da enti convenzionati.

Diritti e doveri dei lavoratori.
Il livello di tutela dei diritti dei lavoratori è molto diverso a seconda dei paesi, talvolta stipendi netti più elevati di quelli italiani nascondono livelli di tutela inferiori rispetto a quelli garantiti nel nostro paese. Per prendere decisioni ponderate e soddisfacenti nel lungo periodo può essere opportuno documentarsi prima sui diritti sociali e previdenziali dei lavoratori rivolgendosi a un Patronato italiano con sede nel paese estero o a un’organizzazione dei lavoratori locale.

Chi si trasferisce per lavoro all’estero, volente o nolente, continua ad essere cittadino italiano e di conseguenza titolare di relazioni, diritti e doveri con il suo paese di origine. Consultare la sezione del sito “Vivere all’estero” per maggiori informazioni in merito all’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero (AIRE), alle tasse, alla sanità e agli altri argomenti rilevanti.

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