II Commissione - Seduta di martedi' 6 marzo 2001



INDAGINE CONOSCITIVA

La seduta comincia alle 14.20.

(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, rimane stabilito che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche attraverso impianti audiovisivi a circuito chiuso. (Così rimane stabilito).

Esame del documento conclusivo.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva ai sensi dell'articolo 144 del regolamento sul rinvenimento di fascicoli relativi a crimini nazi-fascisti, l'esame del documento conclusivo. Avverto che è in distribuzione la proposta di documento conclusivo dell'indagine conoscitiva, di cui mi limito a illustrare la parte finale, relativa agli interventi proposti dalla Commissione. Dall'indagine che la Commissione giustizia ha svolto è emersa con tutta evidenza che l'inerzia in ordine all'accertamento dei crimini nazifascisti sia stata determinata dalla "ragion di Stato", le cui radici in massima parte devono essere rintracciate nelle linee di politiche internazionali che hanno guidato i paesi del blocco occidentale durante la "guerra fredda". Si tratta di un tema che merita di essere approfondito nella prossima legislatura, al fine di delineare con maggiore precisione gli ambiti di responsabilità degli organi dello Stato coinvolti. Lo strumento più adeguato per raggiungere tale obiettivo è sicuramente l'inchiesta parlamentare, ai sensi dell'articolo 82 della Costituzione. La Commissione di inchiesta, della quale si auspica l'istituzione, non dovrà procedere all'accertamento delle responsabilità delle stragi eli guerra, il cui compito spetta alla magistratura militare, ma verificare quali siano stati gli ostacoli che hanno impedito alla giustizia di fare il suo corso, anche nominando un comitato composto da storici, al quale affidare il compito di procedere ad una esauriente ricostruzione storica del fenomeno. In tal senso, al termine dell'indagine conoscitiva, la Commissione giustizia sottolinea l'esigenza che agli storici italiani, studiosi di quella vicenda, sia messa a disposizione la documentazione custodita negli archivi italiani, (Ministero degli esteri, della difesa, della giustizia, dell'Arma dei carabinieri, della Procura generale militare). Il lavoro di ricostruzione storica di quel periodo è stato sinora affidata alla possibilità di consultare archivi stranieri (in particolare inglesi ed americani). La desegretazione, ove non rechi pregiudizio agli interessi dell'ordinamento tutelati dal segreto di Stato, appare oggi, da parte del Governo italiano, un atto concreto e affermativo di una volontà del paese di ricercare la verità storica di quei fatti, così facendo, insieme, un atto di giustizia. Nessuno chiedendo di parlare, passiamo alle dichiarazioni di voto.

MICHELE SAPONARA. In precedenza il nostro gruppo si era opposto allo svolgimento di quest'indagine conoscitiva; tuttavia ora, di fronte a questa proposta di documento conclusivo, riteniamo di poter votare a favore. Occorre essere sempre favorevoli a qualsiasi inchiesta o indagine che miri ad accertare la verità, purché quest'ultima venga ricercata a 360 gradi, sia cioè nei confronti delle stragi commesse da una parte politica sia rispetto a quelle eventualmente commesse da altre: naturalmente il mio discorso si traduce in un auspicio per la prossima legislatura.

GIOVANNI MELONI. Voteremo a favore di questa proposta di documento conclusivo poiché ci sembra che, pur nei limiti di tempo in cui questa indagine si è svolta, gli obiettivi proposti siano stati raggiunti. Abbiamo potuto accertare che non si è trattato di una vera e propria archiviazione dei fascicoli quanto piuttosto di un sostanziale occultamento; che per quest'ultimo esistono responsabilità in capo alle autorità militari che lo hanno preordinato e predisposto; che vi sono responsabilità politiche che hanno condotto la magistratura militare a tale occultamento dei documenti che fornivano le prove dei crimini di guerra perpetrati dalle forze naziste e fasciste contro popolazioni inermi. Insomma, è emerso che ci fu una responsabilità politica che si forma a partire dall'inizio degli anni cinquanta e che procede in parallelo allo svolgimento delle vicende internazionali. Siamo perfettamente consapevoli che queste ultime hanno molte volte un peso determinante nella politica interna, ma ci sembra di dover rilevare che quando si tratta di rispettare la verità storica e di riparare ai torti subiti dai cittadini (in questo caso la morte di migliaia di civili) la ragion di Stato non dovrebbe in nessun caso prevalere. Questa è la linea non solo morale ma anche politica che riteniamo di dover difendere. Le conclusioni cui è giunta la Commissione ci soddisfano; speriamo che l'auspicata inchiesta parlamentare ai sensi dell'articolo 82 della Costituzione possa essere decisa nella prossima legislatura. In ogni caso, ci riserviamo di presentare già nel corso di questi ultimi giorni della legislatura una proposta di legge per l'istituzione di tale Commissione di inchiesta, affinché rimanga traccia di una volontà che non si traduca in un semplice auspicio per il lavoro della prossima Camera.

ROSANNA MORONI. Concordo con le considerazioni del collega Meloni, alle quali aggiungo solo un ringraziamento alla Commissione giustizia, della quale non faccio parte, e al suo presidente per il lavoro svolto, che a mio parere è propedeutico a quello che svolgerà la Commissione d'inchiesta nella prossima legislatura.

VITTORIO TARDITI. Dall'esame necessariamente sommario che è stato svolto dalla Commissione, a causa del tempo limitato, non mi pare emerga qualcosa di più di una responsabilità politica. Mi ha colpito, nella proposta di documento conclusivo, il passaggio relativo alle responsabilità degli organismi militari, sottolineata anche da qualche collega che mi ha preceduto. Ritengo che tali organismi abbiano agito sotto l'impulso di una volontà politica molto chiara, che in quel momento era predominante e che era determinata da ragioni di Stato che potrebbero anche essere criticate oggi. A quel tempo eravamo tutti molto giovani e non in condizione di vivere con partecipazione il momento politico. Dobbiamo perciò limitarci alle considerazioni che ci vengono riportate; peraltro, non mi sembra che una valutazione oggettiva della situazione porti ad una esagerata sottolineatura delle responsabilità militari. Certamente occorre evidenziare una responsabilità di natura politica: nella proposta di documento conclusivo, per il quale preannuncio voto favorevole, si spiega con molta chiarezza quali furono le ragioni che portarono il Governo italiano a dar corso ad una archiviazione di fatto di quei procedimenti: diversamente, la Germania non avrebbe potuto partecipare al Patto atlantico e ricostituire il suo esercito. Sotto questo profilo, credo che la ricostruzione che abbiamo di fronte, anche se affrettata (in assoluto dal 18 gennaio ad oggi non è passato poco tempo, ma esso risulta breve se si tiene conto della complessità dell'indagine da effettuare), abbia davvero colpito nel segno. Concordo anch'io con la necessità di un ulteriore approfondimento che si svolga a 360 gradi, come ha detto il collega Saponara, e che prenda le mosse da una valutazione generale di quel periodo. Sento che in questo momento si parla di pacificazione; secondo me dobbiamo davvero superare questa fase di contrapposizione che, nel 2001, è ormai solo formale. Gli eventi della Resistenza fanno parte dei nostri geni, per così dire: nessuno di noi, sia egli di centrodestra o di centrosinistra, può rinnegare il valore che la Resistenza ha avuto per il nostro paese. Sento profondamente l'importanza di questo evento: per quante analisi siano state compiute su questo periodo della nostra vita esse non saranno mai complete e comunque c'è bisogno di una sedimentazione che solo il tempo può garantire. Oggi occorre superare queste difficoltà ed affrontare con serenità (come, almeno parzialmente, si è fatto in questa sede) un esame obiettivo dei fatti, che non deve riguardare solo una parte, né accusare o puntare il dito contro qualcuno o effettuare un accertamento di responsabilità che ormai - a distanza di tanti decenni - lascia il tempo che trova. Per fortuna i tempi sono diversi, grazie all'operato di chi (uomini di destra, di sinistra o di centro) ha portato avanti la ricostruzione e la rinascita morale del nostro paese cui tutti hanno partecipato.

FRANCESCO BONITO. Esprimo l'apprezzamento del nostro gruppo per il lavoro che siamo riusciti a svolgere, ancorché in tempi brevi; anzi, il tempo dedicato è stato inversamente proporzionale al valore del documento stilato. Grazie all'impegno della presidenza ed alla passione del collega Meloni è stato svolto un lavoro intenso. Siamo assolutamente soddisfatti del risultato finale, che affidiamo alla prossima legislatura. Sono certo che, qualunque sia il responso elettorale, i parlamentari della prossima legislatura terranno fede all'impegno che in questo momento solennemente ci assumiamo.

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, pongo in votazione la proposta di documento conclusivo.
(E' approvata).

La seduta termina alle 14.40.
 

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Aggiornato al:
19.02.2013
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