Grossman - «La pace nel mondo passa attraverso il perdono»

'La pace nel mondo passa dal perdono. Ma il perdono non può essere concesso automaticamente, altrimenti sarebbe immorale. Accanto al perdono deve esserci un parallelo processo di dialogo ed ognuno deve essere pronto a pagare un concreto risarcimento per ciò che ha commesso. Se un criminale sapesse che si è pronti a perdonarlo 'a priori', questo vanificherebbe altrimentil'intero sistema”. E’ la riflessione con cui David Grossman, cinquantunenne scrittore di successo che vive a Gerusalemme, conclude l’intervista esclusiva rilasciata per il dossier distribuito in occasione di questa edizione del meeting in tutte le scuole secondarie della Toscana. Un dossier di 125 pagine sulla pace come diritto, con tanti suggerimenti per affrontare il tema a scuola da angolature diverse: dagli approfondimenti sulla carta dei diritti dell’uomo alla pace e la guerra nelle costituzioni dell’Unione europea e del mondo, dai numeri sul mercato delle armi ad alcune testimonianze di pace con brevissime biografie su Gandhi e don Lorenzo Milani, Martin Luther King e Bertrand Russel, Giorgio La Pira e padre Ernesto Balducci, Tiziano Terzani, Nelson Mandela e Gino Strada, per finire con Hannah Arendt, Wangari Maathai, Shrin Ebadi e Manuela Dviri Vitali Norsa. “Oggi - spiega Grossman, parlando del Medio Oriente – israeliani e palestinesi rimangono chiusi ognuno nelle proprie sofferenze e ferite. E’ assolutamente necessario invece che ognuno veda le ferite e le sofferenze anche dell’altro. In questo momento israeliani e palestinesi rifiutano di accettare la responsabilità di ciò che hanno inflitto all’altro”. “Se lo facessero – prosegue Grossman – e se si chiedessero scusa e perdono reciprocamente, un nuovo canale di dialogo si aprirebbe. A bloccarli è la rabbia, la vendetta, l’offesa e l’umiliazione. Anche questa è una conseguenza della guerra, del lungo stato di guerra che ha interessato questo quadrante di mondo. La guerra ci priva dell’umana necessità di empatizzare per altri essere umani: per uccidere dobbiamo prima uccidere parte delle nostre prerogative di uomini”.

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Aggiornato al:
02.12.2008
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547844