Elenco delle vittime
Bonaiuti Aurelio, 38 anni
Bruschi Olimpio, 38 anni
Bruschi Orlando, 19 anni
Covini Angelo, 31 anni
Fanelli Brunetto, 35 anni
Lamporesi Renzo, 18 anni
Lamporesi Romolo, 18 anni
Toccafondi Gino, 45 anni
Descrizione
Nell'aprile 1944 Kesselring, preoccupato per la difesa della Linea Gotica, dispone un'ampia operazione di ripulitura degli Appennini. L'operazione, affidata per l'area toscana alla Divisione Göring, si concentra nel territorio dei monti Morello, Giovi e Falterona racchiuso fra le statali 302 Firenze - Faenza e 71 Bibbiena - Cesena.Il rastrellamento esordisce nel Mugello il 10 aprile, lunedì di Pasqua. Quella mattina gli uomini del Reparto esplorante della Göring, guidato dal capitano di cavalleria Von Loeben, marciano in direzione del versante nord - orientale del Monte Morello. Entrati a Cercina, sequestrano una ventina di uomini - fra cui il sacerdote Don Pio - e li rinchiudono, prima nella chiesa, poi li adibiscono al trasporto delle munizioni. Condotti attraverso le campagne circostanti e i centri di Poggio al Giro e Sesto, gli ostaggi sono poi divisi e trasportati in parte a Doccia e in parte a San Romano, in provincia di Pisa. Saranno poi liberati due giorni dopo, senza nessuna spiegazione.
Alle 7 dello stesso giorno, un reparto tedesco si reca presso Villa Fancelli e raccoglie nel giardino gli uomini ivi residenti e sfollati: Brunetto Fannelli, i cugini Renzo e Romolo Lamporesi, Aurelio Bonaiuti, Olimpio e Orlando Bruschi, Angelo Covini. Portati in località "il Masseto" i sette sono fucilati e nascosti sotto un cumulo di pietre: soltanto 4 giorni dopo la madre di Renzo Lamporesi riuscirà a trovare i loro corpi. Al bilancio definitivo delle vittime, deve essere aggiunto anche il nome di Gino Toccafondi, rintracciato nel registro atti di morte dell'archivio comunale.
Un tono di amarezza e di incapacità di dare senso alla tragedia vena la lettera del pievano Don Nannini, scritta a pochi giorni di distanza dall'evento: "Questo fatto così raccapricciante ha prodotto in quella calma e laboriosa popolazione il più profondo dolore e la più grande impressione perché, a quanto ci consta, in questi poveri giovani non si riscontra alcun reato e nessuno di essi è disertore o renitente di leva appartenendo tutti a classi non ancora chiamate al servizio militare." Responsabili
Tedeschi
Responsabile della strage, in base alla documentazione tedesca, è il Reparto esplorante della Divisione Göring, guidato dal capitano di cavalleria Cristian Von Loeben. Italiani
Gli archivi tedeschi accertano il coinvolgimento nell'operazione di una squadra della GNR e di tre compagnie di soldati della RSI subordinate alla Ordnungspolizei di Bürger. La presenza di questi ultimi, in particolare, sembra confermata da alcuni testimoni, che raccontano di aver visto isolati elementi fascisti vestiti con uniformi tedesche.