Comune di Pescia (Pt)

Località della strage Collodi data 26 luglio 1944



Elenco delle vittime

Bini Giulio, 39
Frateschi Livio, 19
Giannoni Aldo, 19
Giorgini Germana, 26
Pizza William, 37

Descrizione

Dai primi di luglio del 1944, anche questa zona viene dichiarata "Zona di operazioni" da parte del Comando della Wehrmacht, e quindi sottoposta al diretto controllo dell'esercito. Con l'approssimarsi della linea del fronte, poi, la pressione sulla società locale si fa ancora più forte, in una zona nella quale si muovono sia i componenti del Gap di Pescia che gli uomini del "Settore Sud" appartenenti alla "XI Zona" di Manrico Ducceschi.
La tattica partigiana è quella tipica del "mordi e fuggi", della "guerriglia", l'unica che consente di arrecare danni reali alla presenza tedesca, numericamente superiore.
Il 21 luglio avviene lo scontro e il conseguente rastrellamento di Vellano, Il clima resta teso anche nei giorni seguenti, come attestano anche i bollettini della Wehrmacht. Il 25 viene ucciso, a Collodi, il fascista Francesco Rosellini. I tedeschi incrementano la perlustrazione delle vie di comunicazione che, dal pesciatino e da Collodi, si direzionano verso nord, verso la Gotica, in previsione della ritirata.
Sempre il 25 luglio, stando alla relazione della formazione "Perini" del Settore Sud della XI Zona, due soldati tedeschi di origine polacca, disertori e sbandati, si introducono presso la Cartiera Vamberti nel tentativo di operare un furto e, poco dopo, scoperti da una pattuglia tedesca, uccidono due soldati, prima di fuggire. I documenti tedeschi, pur nella loro consueta ambiguità, fanno riferimento per quei giorni a uno scontro nella zona tra un gruppo di partigiani e una pattuglia tedesca, tra i quali un ufficiale e un sottufficiale tedesco, e alla successiva uccisione di "tre banditi". In ogni caso, proprio il 25 luglio un rastrellamento colpisce tutta la zona nei dintorni dell'abitato di Collodi, casa per casa, alla ricerca di partigiani o loro collaboratori. Vengono così arrestate otto persone, tra le quali Livio Frateschi e Germana Giorgini, stando a documenti rinvenuti presso l'Archivio di Stato di Pistoia, erano legati agli uomini della "Xi Zona" operanti nella zona.
Due degli ostaggi vengono rilasciati, uno riesce a fuggire. Gli altri cinque, invece, sono fucilati il giorno seguente, 26 luglio, all'inizio della mulattiera di San Gennaro, in ore diverse, ma secondo un medesimo atroce rituale, che li vede costretti a scavarsi la fossa.
Responsabili:
Intorno alla metà di luglio, alcuni reparti della 65a Divisione di fanteria sono di stanza a Bagni di Lucca, e controllano il gruppo montuoso che separa la valle del Serchio dall'alta Valdinievole (e quindi anche il pesciatino). La 362a Divisione di fanteria è poi di stanza a S. Marcello Pistoiese. Sono proprio reparti di quest'ultima unità che probabilmente si rendono responsabili dela rappresaglia del 26 luglio.

Bibliografia

556. Calamari Giuseppe, In memoria delle vittime pesciatine della scellerata barbarie nazi-fascista, Stamperia Benedetti, Pescia 1945, 16 pp.
559. Amministrazione comunale di Pescia, Nel decimo anniversario della liberazione 8 settembre 1944-8 settembre 1954, Stamperie Benedetti, Pescia 1954, 38 pp.
573. Birindelli Dino, Pescia. Cronaca 1943-1944, Edizioni Benedetti, Pescia 1984, 328 pp.


Località della strage

Pescia
data 6 settembre 1944



Elenco delle vittime

2 donne (adulte)
3 uomini (anziani)

Descrizione

Il contesto in cui avviene questo episodio è strettamente connesso con il ripiegamento dell'esercito tedesco e l'abbandono della città di Pescia.
All'interno di un vero e proprio stillicidio di episodi di violenza, si inserisce anche l'esplosione di una serie di edifici sensibili e di abitazioni a ridosso delle vie di comunicazione, che erano stati minati dai genieri prima di abbandonare l'abitato anche per rallentare l'avanzata degli Alleati.
Ancora, preparandosi ad abbandonare Pescia i genieri tedeschi minano alcune case per rallentare l'avanzata alleata e nella detonazione muoiono tre anziani (un uomo e due donne) e due donne, rimasti nelle proprie case.
Responsabilità

Nessuna informazione disponibile.

Bibliografia

556. Calamari Giuseppe, In memoria delle vittime pesciatine della scellerata barbarie nazi-fascista, Stamperia Benedetti, Pescia 1945, 16 pp. 559. Amministrazione comunale di Pescia, Nel decimo anniversario della liberazione 8 settembre 1944-8 settembre 1954, Stamperie Benedetti, Pescia 1954, 38 pp. 569. Bardelli Renzo, Francini Marco (a cura di), Pistoia e la Resistenza: atti per il riconoscimento e la concessione della medaglia d'argento al valor militare alla città di Pistoia, Tellini, Pistoia 1980, 182 pp. 573. Birindelli Dino, Pescia. Cronaca 1943-1944, Edizioni Benedetti, Pescia 1984, 328 pp. 574. Birindelli Dino, Pescia. Bilancio di una guerra, Amministrazione comunale di Pescia, Pescia 1985, 84 pp. 590. Ferretti Vasco, 1944. Una estate rosso sangue.

Località della strage


San Lorenzo
data 24 agosto 1944, ore 7







Elenco delle vittime

Brini Nello, 48
Ciampi Nello, 28
De Ranieri Mario, 19
Genovesi Claudio, 18
Giusti Renzo, 20
Sensi Virgilio, 21

Descrizione

In località Leggeri, alle pendici dei monti che sovrastano il paese di S. Lorenzo a Vaccoli (che si trova lungo la strada che collega Lucca a Pisa), le sei vittime sono uccise da ignoti militari tedeschi mentre, di primo mattino, sono impegnati nella preparazione di una carbonaia.
Dai segni rinvenuti sui corpi, i sei vengono percossi e feriti con le baionette prima di essere finiti a colpi d'arma da fuoco.
Responsabili:
La località della strage è dislocata sul versante lucchese dei Monti Pisani, in linea d'aria all'altezza di Ripafratta e Molina di Quosa, e proprio il 24 agosto tutti i Monti Pisani vengono investiti da un rastrellamento compiuto dalle truppe tedesche di stanza ad Asciano Pisano, cioè dalla 65a Divisione di fanteria.


Località della strage San Quirico data 19 agosto 1944



Elenco delle vittime

Azzolini Leandro, 43
Biliotti Oreste, 19
Del Monaco Francesco, 33
Giandotti Gastone, 47
Giardina Giuseppe, 41
Gragnoli Luigi, 22
Lazzerini Vincenzo, 38
Lotti Gino, 36
Macchi Cesare, 36
Macchi Iginio, 45
Pampana Asmaro, 42
Papini Ugo, 36
Pescaglini Osvaldo, 33
Pezzini Enzo, 22
Tofanelli Ettore, 26
Tognazzoni Renzo, 16
Tosi Aristide, 41
Venturini Mario, 41
Vernacci Pilade, 50
Vincentis Ugo, 20

Descrizione

Tutto il territorio del comune di Pescia è sotto lo strettissimo controllo tedesco. Le azioni partigiane del locale Gap e dei distaccamenti della "XI Zona" rendono comunque insicuri gli spostamenti delle truppe ed il tranisto lungo le vie di comunicazione, in particolare lungo la strada che collega Pescia a Bagni di Lucca, lungo la quale con molta frequenza si trovano a passare contingenti di lavoratori coatti che, scortati sia da soldati della Wehrmacht che da uomini della Organizzazione Todt, sono destinati al lavoro per il completamento delle difese e delle fortificazioni sulla Linea Gotica.
La sera del 17 agosto tre ufficiali tedeschi si recano a S. Quirico di Valeriana, presso l'abitazione di un fascista, e qui vengono raggiunti da un secondo repubblichino che chiede loro protezione, in quanto teme la giustizia partigiana nei suoi confronti.
Due dei tre tedeschi accompagnano quest'ultimo verso casa, ma si imbattono in alcuni soldati austriaci, disertori, che da alcuni giorni collaborano con i partigiani e stanno attendendo proprio il fascista, per ucciderlo. Ne nasce uno scontro a fuoco, uno dei due militari tedeschi viene ucciso, l'altro, gravemente ferito, muore il mattino successivo presso l'ospedale di Pescia.
La mattina successiva un reparto tedesco si porta immediatamente a S. Quirico con l'ordine di distruggere completamente il paese: i soldati circondano il paese e lo battono palmo a palmo alla ricerca di tutti gli uomini validi. Questi però, proprio in previsione di una rappresaglia, sono fuggiti la sera precedente. I comandanti concedono due ore alle donne per lasciare il paese insieme ai loro bambini, mentre i vecchi ed i malati non in grado di muoversi sono rinchiusi nella chiesa.
Intorno alle 11, dopo che il paese è stato saccheggiato e depredato, tutte le case vengono date alle fiamme, e solo la chiesa resta immune.
Nel frattempo, al parroco viene dato ordine di scavare, nei pressi del cimitero, una fossa in grado di contenere venti cadaveri. Infatti, mentre è in corso il rastrellamento di S. Quirico, una colonna di civili scortati da uomini della Todt sta passando lungo la strada nella vicina Pietrabuona. Sono una cinquantina, tutti muniti di regolare lasciapassare, che stanno per essere liberati avendo terminato i lavori di fortificazione per i quali erano stati prelevati da diverse località della piana di Lucca e della Versilia.
I tedeschi ne scelgono venti, li fanno montare su un camion e li conducono verso S. Quirico. Durante il tragitto uno dei deportati cerca di fuggire dal camion ma venne ucciso. Intorno alle 17, i restanti diciannove sono fatti scendere nei pressi del cimitero, e qui fucilati in tre riprese: 4 una prima volta, 8 una seconda, e 7 nell'ultima. Gli abitanti di S. Quirico concentrati in chiesa ed il pievano sono costretti a provvedere alla sepoltura delle vittime.
Responsabili

Sembra che la rappresaglia sia stata operata da reparti della 65° divisione di fanteria, la stessa unità cui appartenevano i due ufficiali uccisi la sera del 17 agosto.

Bibliografia

7. Federazione italiana volontari della Libertà (fivl), Breve storia della Resistenza italiana, Edizioni Civitas, Roma 1994, 230 pp.
70. Vanni Renzo
, La Resistenza dalla Maremma alle Apuane, Giardini, Pisa 1972, 305 pp.
443. Volpe Rinonapoli Anna Maria,
Fuoco sulla Versilia, Edizioni Avanti, Milano 1961, 119 pp.
556. Calamari Giuseppe
, In memoria delle vittime pesciatine della scellerata barbarie nazi-fascista, Stamperia Benedetti, Pescia 1945, 16 pp.
560. Comune di Pescia, Le tragiche giornate del 17-19 luglio 1944 in S. Quirico di Vallerana, Tipografia E. Nucci, Pescia 1954, 24 pp.
573. Birindelli Dino, Pescia. Cronaca 1943-1944, Edizioni Benedetti, Pescia 1984, 328 pp.
577. Birindelli Dino
, Pescia dalla guerra alla Repubblica, Edizioni Benedetti, Pescia 1991, 210 pp.


Località della strage Vellano data 22 lugli 1944



Elenco delle vittime

Macchini Benvenuto
Keravid Vicini Maria
Maltagliati Ada
Narranti Simi Rosanna
Vanni Gastone

Descrizione

A partire dai primi di luglio del 1944, la pressione dell'occupazione tedesca in tutta la zona della Valdinievole e nei promontori retrostanti Pescia si fa più intensa. Rastrellamenti ed azioni antipartigiane sono sempre più frequenti, in reazione ad un attivismo resistenziale che prende di mira i fascisti e tenta di creare problemi logistici alle truppe tedesche.
Nella zona di Vellano opera un distaccamento della XI Zona di Manrico Ducceschi, guidata da Ugo De Poletti. Il 21 luglio, nel corso di un pattugliamento, alcuni soldati tedeschi si scontrano con dei partigiani: nello scontro a fuoco, un militare rimane ucciso.
L'indomani, il Comando tedesco lancia un rastrellamento che investe l'abitato di Vellano: al mattina la scuola viene incendiata, e nel pomeriggio minano e fanno saltare alcune case. Le tre donne, anziane, rimangono uccise nelle loro abitazioni. Alcuni uomini sono usati dai tedeschi per trasportare le mine: alla sera, prima di abbandonare l'abitato, due di essi, pur dotati del lasciapassare della Organizzazione Todt, vengono condotti di nuovo nei pressi della scuola e fucilati nel luogo esatto in cui aveva perso la vita il soldato tedesco. Responsabili:
Nessuna informazione precisa disponibile. La rappresaglia è però probabilmente da mettere in relazione con l'attività repressiva della 65a divisione di fanteria.

Bibliografia

556. Calamari Giuseppe, In memoria delle vittime pesciatine della scellerata barbarie nazi-fascista, Stamperia Benedetti, Pescia 1945, 16 pp.
559. Amministrazione comunale di Pescia,
Nel decimo anniversario della liberazione 8 settembre 1944-8 settembre 1954, Stamperie Benedetti, Pescia 1954, 38 pp.
566. Risaliti Renato
, Antifascismo e Resistenza nel Pistoiese, Tellini, Pistoia 1976, 263 pp.
568. Amministrazione comunale di Pistoia, Pistoia tre anni: 1943-1945: identità di una città in guerra, ecop, Pistoia 1980, 36 pp.
573. Birindelli Dino, Pescia. Cronaca 1943-1944, Edizioni Benedetti, Pescia 1984, 328 pp.
584. Nannucci Sandro, Tognarini Ivan
(a cura di), Una comunità in trasformazione. Documenti e memorie su Agliana e la sua popolazione nel ventesimo secolo, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli 1999, 219 pp.

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Aggiornato al:
06.02.2009
Article ID:
581899