Comune di Fucecchio (Fi)
Comune di Fucecchio (Fi)
Località della strage Fucecchio data 23 agosto 1944
Elenco delle vittime
175 persone, divise tra:113 uomini (15 bambini, 69 adulti, 29 anziani)
62 donne (15 bambine, 43 adulte e 4 anziane)
Descrizione
L'area del padule si trova al confine tra la parte meridionale della provincia di Pistoia e la propaggine occidentale di quella di Firenze, e nell'estate del 1944 si trova quindi nelle immediate vicinanza della linea del fronte che corre lungo l'Arno sino alla fine di agosto.Tutta la zona viene interessata da una serie di piccoli scontri e scaramucce tra i militari tedeschi ed i pochi partigiani presenti, che iniziano dai primi di luglio e proseguono sino all'immediata vigilia del massacro. Nella zona settentrionale del padule opera infatti la piccola formazione "Silvano Fedi", con a capo Aristide Benedetti, azionista: ne fanno parte soprattutto renitenti e uomini che scelgono la vita alla macchia per sfuggire al lavoro forzato. La capacità militare è ridotta, i confini della formazione alquanto frastagliati, la stessa leadership di Benedetti non molto incisiva.
Un primo scontro, del tutto fortuito, avviene il 6 luglio nella zona de La Fattoria, nel corso del quale quattro giovani sparano contro una motocicletta tedesca ferendo un soldato: la rappresaglia, condotta da uomini della 590a brigata anticarro, porta all'uccisione di cinque persone. Il 23 luglio altri due "ribelli" sono catturati nel padule, interrogati presso il comando sempre della medesima brigata, e impiccati a Montecatini, probabilmente come renitenti. Dopo diverse settimane, il 21 agosto , un gruppo di partigiani guidati da Carlo Martini si scontra presso Massarella con alcuni uomini della 3a compagnia del 93° battaglione del genio. Le fonti tedesche raccontano con più insistenza gli scontri ed il tentativo dei tedeschi di mantenere un ferreo controllo sull'intero territorio, segnalando un più alto numero di scaramucce ed anche diversi rastrellamenti tedeschi che coinvolgono le aree esterne al Padule, tra i primi di agosto e la data del massacro. L'insieme di questi episodi determinano nelle truppe tedesche di stanza nella zona una percezione assolutamente erronea della consistenza della formazione partigiana che opera nel Padule, e del numero dei "banditi" che vi sarebbero nascosti. Un errore che attiva un meccanismo di predisposizione allo sterminio particolarmente marcato nella persona del generale Edward Crasemann, comandante della 26a Panzergrenadier Division, che è arrivato solo il 20 luglio in Italia, reduce da una lunga campagna in Ucraina nelle fila del 24 PanzerKorps. L'impatto della "guerra a est" è immediato: le scaramucce e le notizie frammentarie trovano dalla storia personale e dalla psicologia di Crasemann uno schema preordinato nel quale vanno ad incastrarsi perfettamente, acquisendo senso compiuto - il padule infestato, la collusione della popolazione - .
La mattina del 23 agosto quindi Crasemann da il via ad una operazione di "grande rastrellamento", eseguita secondo i canoni del manuale antibande in vigore nella Wehrmacht, che mira a ripulire una zona retrostante il fronte per la quale è ormai chiaro che le truppe tedesche in ritirata saranno costrette di lì a poco a transitare.
L'operazione investe tutta l'area del Padule, sin dalle prime ore del mattino, tutte le fattorie vengono assalite dai militari tedeschi, tutte le persone trovate vengono uccise, gli uomini rinvenuti nelle macchie del Padule, ove erano rifugiati abitualmente da settimane, sono fucilati immediatamente; lungo il perimetro meridionale dell'area, Crasemann ha dislocati carri armati ed unità di artiglieria, per impedire qualsiasi fuga. Addirittura, su alcune abitazioni si spara direttamente con i cannoni.
Al termine, le vittime sono 175: tra esse, solo 69 sono uomini adulti in età di leva: ogni cinque persone uccise, tre sono quindi donne, anziani o bambini.
Note sui responsabili
L'ordine del rastrellamento viene emanato il 22 agosto direttamente dal generale Crasemann, comandante della, che viene processato e dichiarato colpevole dalla Corte Militare alleata di Padova tra il 13 ed il 22 magio 1947.
All'operazione partecipano il 26° battaglione esplorante, guidato dal capitano Strauch - processato poi presso il Tribunale militare di Firenze nel 1948 -; il I. battaglione del Panzer-Grenadier-Regiment 9 del tenente colonnello Henning von Witzleben; il II battaglione del 67° reggimento corazzato e il 93° battaglione del genio.
Si tratta di reparti della 26a Panzer-Grenadier Division dipendenti da Crasemann e dal comando della Divisione dislocato a Monsummano.
Bibliografia
292. Cardellicchio Riccardo, Lo chiamavano littorio. Notizie degli anni neri a Fucecchio e dintorni, Biblioteca comunale di Fucecchio, Fucecchio 1977, 82 pp.
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Aggiornato al:
19.02.2009
Article ID:
580888