Comune di Fivizzano (Ms)

Località della strage Valla e Bardine, San Terenzo Monti, Fivizzano, Massa data 17-19 agosto 1944



Elenco delle vittime

Numero e tipologia delle vittime 159 vittime: 70 donne (15 bambine, 39 adulte, 10 anziane, 6 senza indicazione anagrafica), 89 uomini (11 bambini, 57 adulti, 12 anziani, 5 senza indicazione anagrafica, 4 corpi di ignoti)  

San Terenzo Monti, 17 agosto
: 2 vittime (una donna adulta, un uomo anziano)
Bonatti Stella, 52 anni
Vangeli Giuseppe, 57 anni  

San Terenzo Monti, 19 agosto
: 1 vittima (un uomo anziano)
Rabino Michele, 64 anni  

Bardine, 19 agosto : 53 vittime (53 uomini: 47 adulti, 2 anziani, 4 corpi di ignoti)
Antonucci Vittorio, 40 anni
Bacilli Agostino, 26 anni
Bacilli Dante, 35 anni
Barberi Casimiro, 26 anni
Bartalini Francesco, 43 anni
Benassi Felice, 36 anni
Beretti Valerio, 30 anni
Bertelloni Sauro, 19 anni
Bertozzi Orfeo, 20 anni
Bigi Sirio, 52 anni
Bramanti Giuseppe, 44 anni
Bresciani Giovanni, 26 anni
Bresciani Giuseppe, 43 anni
Caprini Eraldo, 38 anni
Catelani Jago, 35 anni
Catelani Otello, 41 anni
Cella Euro, 36 anni
Cinquini Leone, 59 anni
Da Prato Adamo, 33 anni
De Salvia Alberto, 33 anni
Della Menna Enrico, 43 anni
Della Santa Alessandro, 37 anni
Esposito Vittorio, 35 anni
Federici Nello, 26 anni
Figlie’ Primo, 37 anni
Galeotti Luigi, 32 anni
Gamba Ernani, 22 anni
Giovannini Giuseppe, 44 anni
Guidi Carlo, 39 anni
Imparato Venturino, 33 anni
Lamberti Ruggero, 49 anni
Lazzeri Giulio, 21 anni
Leonardi Oscar Aldo, 43 anni
Lucarini Guglielmo, 39 anni
Macchiarini Giuseppe, 25 anni
Malfatti Vincenzo, 49 anni
Marchetti Alessandro, 40 anni
Palmerini Athos, 43 anni
Paolicchi Alfonso, 40 anni
Pardini Bruno, 33 anni
Parenti Alvaro, 21 anni
Pellegrini Battista, 48 anni
Pezzini Francesco, 63 anni
Pezzini Luzio, 37 anni
Sciaretta Gennaro, 51 anni
Signori Trento, 28 anni
Tartaglia Enrico, 36 anni
Togni Domenico, 36 anni
Vannucci Attilio, 40 anni
Venezia Angelo, 24 anni
Corpo di ignoto
Corpo di ignoto
Corpo di ignoto

Valla, 19 agosto
: 103 vittime (69 donne [15 bambine, 38 adulte, 10 anziane, 6 senza indicazione anagrafica], 34 uomini [11 bambini, 10 adulti, 8 anziani, 5 senza indicazione anagrafica])
Albertini Armando, 25 anni
Albertini Clelia, 11 anni
Ambrosini Palmira, 58 anni
Bambini Bernardina, 48 anni
Barucci Elsa, 24 anni
Barucci Giuseppe, 59 anni
Battistini Francesco, 61 anni
Battistini Maria, 58 anni
Biancardi Giuseppe, 17 anni
Bonatti Stuarda, 54 anni
Carlini Erminia, 71 anni
Carlini Genoveffa, 60 anni
Cecchini Carlo, 70 anni
Cecchini Dante, 67 anni
Cecchini Eugenia, 52 anni
Cecchini Eugenio, 43 anni
Cecchini Gino, 34 anni
Cecchini Giulia, 45 anni
Cecchini Maria, 20 anni
Cecchini Pietrino, 6 anni
Cecchini Rita, 3 anni
Cecchini Ultimia, 25 anni
Chinca Angiola, 33 anni
Chinca Maria, 31 anni
Chinca Oliva, 26 anni
Chinca Settimia, 22 anni
Conti Policarpo, 54 anni
Cresci Fedora, 25 anni
Dolcini Maria, 5 anni
Dolcini Mario, 3 anni
Favalli Minerva, 59 anni
Filippi Aristide, 14 anni
Filippi Dina, 16 anni
Filippi Eugenio, 74 anni
Filippi Nikita Valmo, 44 anni
Gabbrielli Francesca, 34 anni
Gargano Maria, 64 anni
Gerini Beppina, 17 anni
Gerini Dina, 12 anni
Giacomini Anna, 23 anni
Gianoglio Anna, 23 anni
Gianoglio Rina, 64 anni
Giorgi Elsa, 13 anni
Giorgi Giuseppina, 10 anni
Giorgi Lina, 15 anni
Guelfi Franco, 14 anni
Guelfi Maria, 12 anni
Guelfi Pietro, 65 anni
Innocenti Cesare, 68 anni
Lori Maria, s.i.a.
Maracci Andreina, 6 anni
Maracci Pier Luigi, 2 anni
Morelli Fabio, s.i.a.
Morelli Pier Giorgio, s.i.a.
Musetti Maria, 48 anni
Nardi Irene, 39 anni
Nardi Maria Angelina, 31 anni
Novelli Mafalda, 17 anni
Oligeri Alfonsina, 19 anni
Oligeri Luigi, 12 anni
Oligeri Maria, 15 anni
Oligeri Rita, 3 anni
Oligeri Romano, 17 anni
Orfanotti Dario, 47 anni
Orfanotti Iride, 20 anni
Orfanotti Pietro, 13 anni
Orlandi Ida, 51 anni
Orlandi Lino, 52 anni
Orlandi Vienna, 25 anni
Paradisi Mauro, 3 anni
Pasquali Elena, 43 anni
Pasquini Maria, 45 anni
Pasquini Rosa, 47 anni
Piccioli Lea, 32 anni
Pigoni Emilia, 61 anni
Pigoni Maria, 24 anni
Precetti Carla, s.i.a.
Precetti Giuseppina, s.i.a.
Precetti Roberta, s.i.a.
Pucci Assunta, 34 anni
Ricci Anna, 46 anni
Rossini Emilia, 53 anni
Serralunga Giovanni, 56 anni Sf Carr
Simonelli Giovanna, 18 anni
Simonelli Maria, 21 anni
Tanca Alberto, s.i.a.
Tanca Dino, s.i.a.
Tanca Sergio, s.i.a.
Taricco Vittoria, s.i.a.
Terenzoni Bruna, 16 anni
Terenzoni Emma, 21 anni
Terenzoni Flavio, 2 anni
Terenzoni Giuseppa, 13 anni
Terenzoni Italo, 51 anni
Terenzoni Leandrino, 7 anni
Terenzoni Ultimia, 3 anni
Tonelli Ersilia, 32 anni
Tonelli Luigi, 4 anni
Tulipani Lucia, 56 anni
Valtriani Enia, 19 anni
Vangeli Enrichetta, 68 anni
Vangeli Vittorina, s.i.a
Venturini Elsa, 42 anni

Descrizione

Le stragi di Valla e Bardine San Terenzo Monti si configurano come una rappresaglia nei confronti della popolazione civile, perpetrata da reparti della 16. SS-Panzer-Grenadier-Division “ Reichsführer-SS” . Gli eccidi del 19 agosto avvengono infatti in una zona teatro, due giorni prima, di uno scontro tra formazioni della Brigata “Muccini” ed elementi della 16. “Reichsführer-SS” di stanza a Fosdinovo, località a circa cinque chilometri dall’abitato di San Terenzo.
L’accurato conteggio delle vittime sembra voler rispondere alla volontà, da parte dei comandi dell’operazione, di stabilire una proporzione di uno a dieci tra i soldati tedeschi uccisi nel combattimento del 17 agosto ed i civili trucidati nella rappresaglia.
L’episodio, che per il territorio della provincia di Apuania costituirà l’inizio di una catena di massacri prolungatasi fino alla metà di settembre, si inserisce in un contesto generale segnato dal progressivo intensificarsi dell’attività resistenziale in un’area, l’immediata retrovia del settore tirrenico della Linea Gotica, ritenuta di importanza fondamentale dagli occupanti. In questa zona la lotta alle bande viene affidata alla 16. SS-Panzer-Grenadier-Division “Reichsführer-SS”, Divisione che si renderà responsabile delle più efferate violenze nei confronti della popolazione civile in Toscana ed in Emilia. La 16 a, subordinata al XIV corpo di Armata Corazzato, viene dislocata dall’ultima decade di luglio in un settore compreso tra le rive settentrionali dell’Arno a Sud, la zona occidentale delle province di Lucca e Pisa ad Est, la costa tirrenica ad Ovest, il fiume Magra a Nord. In un momento caratterizzato da un calo temporaneo dei combattimenti sul fronte difeso dalla Divisione esplode la violenza contro i civili.
Tra la fine di luglio ed i primi di agosto una compagnia di circa 100 unità appartenente al genio pionieri della 16 a Divisione, sotto il comando del tenente Albert Fischer, si istalla a Fosdinovo.
Nella bassa lunigiana operano diverse formazioni partigiane, le quali intensificano in quel periodo le azioni di sabotaggio e gli scontri con i convogli tedeschi. I primi giorni di agosto sono segnati da un tentativo di coordinamento unitario delle bande, fortemente voluto dal Partito Comunista e dal CLN di Apuania. A Tenerano, il 7 agosto, viene costituita la Brigata garibaldina “Muccini”, che affilia 10 formazioni, di cui 6 ad orientamento comunista, operanti tra la Bassa Lunigiana e il territorio carrarese. Comandante è il maggiore Alfredo Contri, di orientamento moderato; commissario politico Giuseppe “Andrea” Antonini, comunista. La “Muccini”, che l’8 agosto aderisce alla Divisione Lunense di Antony Oldham (con Roberto Battaglia come commissario politico), è segnata fin dall’inizio da gravi contrasti politici interni e dalla mancanza di un reale coordinamento unitario. Si sfalderà poco tempo dopo, in coincidenza con il rastrellamento del Monte Sagro del 24- 25-26 agosto.
La compagnia Albert Fischer, una volta istallatasi a Fosdinovo, effettua una serie di incursioni nei paesi limitrofi al Comando, operando numerose razzie tra la popolazione. Il 3 agosto, in seguito ad uno scontro con una formazione partigiana, le truppe fanno saltare in aria Marciaso e uccidono cinque anziani sorpresi nel borgo. La mattina del 17 agosto un reparto composto da una ventina di unità ed un autocarro giunge nella frazione di Bardine, a circa due chilometri da San Terenzo Monti. Qui i militari intimano la consegna di diversi capi di bestiame. Completato il carico i soldati tornano verso Fosdinovo, ma a poche decine di metri dall’abitato di Bardine, appena guadato il corso del torrente omonimo, vengono attaccati da partigiani della formazione “Ulivi”, comandata da Alessandro “Memo” Brucellaria. Diverse testimonianze evidenziano come l’intervento sia stato richiesto da alcuni abitanti di Bardine che raggiunsero nella prima mattinata il comando della “Ulivi”, situato nei pressi di Viano.
Al combattimento, che si sviluppa per circa due ore, prende sicuramente parte un gruppo della formazione “Gerini”, mentre è dubbia la partecipazione di altri elementi; ciò è da imputarsi anche ad una generale presa di distanza dall’azione operata subito dopo la strage. La “Gerini” e la “Ulivi”, quest’ultima costituita da un nucleo di gappisti carraresi saliti in montagna nel mese di luglio, aderiscono in quel momento alla neonata Brigata “Muccini”.
Nel combattimento del 17 agosto rimangono uccisi 16 soldati tedeschi (un ufficiale, 4 sottoufficiali, 11soldati) appartenenti ad un plotone di carristi subordinato alla compagnia del genio divisionale di Fisher. Un altro militare, gravemente ferito, morirà in seguito, dopo essere stato trasportato a Fosdinovo da alcuni abitanti di San Terenzo. Un secondo soldato, ferito lievemente, raggiungerà il paese di San Terenzo per poi tornare al comando.
La “Ulivi” subirà invece una perdita (Renzo Venturini, 18 anni), un ferito grave (Roberto Vatteroni) ed un ferito lieve (Aurelio Cappelli). Dopo aver fatto ritorno al campo di Viano il gruppo sgancerà dalla zona il giorno successivo, portandosi in territorio carrarese.
Forti polemiche furono suscitate, dopo la strage, dal mancato coordinamento da parte della “Muccini” di un tentativo di difesa da un’eventuale ritorsione tedesca.
Nel pomeriggio del 17 agosto un forte contingente di truppe al comando di Fischer si reca a Bardine. Qui i soldati recuperano le salme dei commilitoni e distruggono buona parte dell’abitato appiccando incendi ed utilizzando esplosivo. La popolazione del paese, nel frattempo, si era allontanata dal borgo, ad eccezione di una donna e due anziani, che vengono uccisi (non è stata rintracciata un’indicazione specifica nei registri degli atti di morte del Comune di Fivizzano. Le vittime sono state probabilmente annoverate all’elenco dei trucidati di Valla).
I soldati del genio divisionale, sulla strada di ritorno verso Fosdinovo, uccidono i coniugi Vangeli, sorpresi appena fuori della propria abitazione, situata nei pressi del cimitero di San Terenzo Monti.
In relazione a questi avvenimenti nei due giorni successivi gran parte della popolazione di San Terenzo abbandona il paese.
La mattina del 19 agosto una una lunga autocolonna della Reichsführer proveniente dalla direzione di Fosdinovo attraversa il borgo senza fermarsi, percorrendo la provinciale che taglia in due l’abitato. I reparti coinvolti nell’operazione sono quelli installati a Fosdinovo, la Feldgendarmerie divisionale comandata da Gerhard Walter, il 16° Gruppo Corazzato Esplorante (SS-Panzer-Aufklärung-Abteilung 16) comandato dal maggiore Walter Reder. Dalla metà di agosto quest’ultimo reparto era stanziato a Isola, tra Carrara e Marina di Carrara. Reder svolgeva, tra l’altro, funzione di comandante di sicurezza per la zona a Nord di Carrara.
Le truppe operano una sorta di accerchiamento, presidiando un’area compresa tra le frazioni di San Terenzo, Bardine, Colla, Ceserano.A Bardine, che i tedeschi trovano deserto, vengono fatti scendere dagli autocarri 53 ostaggi provenienti dal comando divisionale di Nozzano. Erano stati rastrellati il 12 agosto a Valdicastello al termine delle operazioni di Sant’Anna di Stazzema. Catturati insieme a centinaia di altre persone, erano stati valutati inidonei al lavoro e trattenuti a Nozzano Castello fino al 18 agosto.
Il 19 agosto la Feldgendarmerie aveva probabilmente provveduto al trasporto degli ostaggi nel sito scelto per effettuare la rappresaglia.
I 53 uomini vengono legati con del filo spinato stretto attorno al collo ad alberi, siepi, pali di sostegno dei vigneti, nella stessa area in cui due giorni prima era avvenuto lo scontro con i partigiani. Dopo una lenta agonia, sono freddati con un colpo alla nuca.
Nel contempo alcuni reparti raggiungono la frazione di Colla, sui monti antistanti Bardine, dove vengono rastrellate numerose persone. Altri nuclei tedeschi si spostano più a valle, verso la frazione di Ceserano, da dove risalgono il crinale fino al podere di Valla. Qui, a circa un chilometro da San Terenzo Monti, si erano rifugiate più di un centinaio di persone, in maggioranza donne, vecchi e bambini del paese. I soldati rastrellano la zona ed obbligano i prigionieri a marciare su e giù per un tratto di strada che collega Valla a San Terenzo.
Altre unità tedesche penetrano intanto nel borgo, dove uccidono il parroco, Don Michele Rabino, e rastrellano alcune persone rinchiudendole nei locali di un edificio. Dalle ricostruzioni successive alla strage, sembra che i tedeschi considerassero il sacerdote un collaboratore dei partigiani, perché reo di avere indirizzato i commilitoni uccisi il 17 agosto verso la frazione di Bardine (la parrocchia di San Terenzo comprende anche la frazione di Bardine).
Nella tarda mattinata si istalla in paese il comando delle operazioni: un gruppo di sette-otto ufficiali occupa l’unica trattoria del paese, gestita da Mario Oligeri. La testimonianza di quest’ultimo sarà fondamentale nel processo a carico di Walter Reder, per stabilire come il maggiore SS avesse firmato l’ordine relativo alla sorte dei rastrellati di Valla.
Intorno alle 13.30, infatti, i soldati impiegati in questa località ricevono il via libera per effettuare il massacro. I prigionieri, dopo la marcia forzata loro imposta subito dopo il rastrellamento, erano stati rinchiusi nei locali delle due case coloniche del podere, dove erano stati contati più volte. Vengono fatti uscire all’aperto e diretti sotto un pergolato nei pressi delle abitazioni. Qui i soldati, una volta radunati tutti gli ostaggi, fanno fuoco da distanza ravvicinata con mitragliatrici pesanti.
Delle 106 persone rastrellate a Valla, 2 riescono a fuggire poco prima dell’esecuzione. Si tratta di Alba Terenzoni e della figlia Adelitta, di tre anni. Si gettano da una finestra della casa in cui erano state rinchiuse mentre gli altri ostaggi cominciano ad essere condotti all’aperto.
Clara Cecchini, una bambina di sette anni, viene mitragliata insieme agli altri. Nonostante le gravi ferite riportate riesce a salvarsi, fingendosi morta per evitare il colpo di grazia.
I tedeschi se vanno nel pomeriggio, liberando gli ostaggi rastrellati a Colla e nel paese di San Terenzo.   Responsabilità
Partecipano all’operazione i seguenti reparti della 16. SS-Panzer-Grenadier-Division “ Reichsführer-SS” :
Gruppo Corazzato Esplorante (SS-Panzer-Aufklärung-Abteilung 16) comandato dal Maggiore Walter Reder.
Feldengendarmerie, comandata dal tenente Gherard Walter.
Compagnia del genio pionieri comandata dal tenente Albert Fischer.
Non è da escludere la partecipazione alle stragi di reparti della scuola di addestramento sottufficiali della 16 a Divisione, stanziata nella vicina frazione di Canova. Comandante del gruppo era il capitano Max Paustian.
Secondo la deposizione di Walter Reder il comando delle operazioni sarebbe stato tenuto dal responsabile dell’ufficio informazioni della Divisione, capitano Helmut Looss, il quale sarebbe stato presente durante tutte le operazioni.

Bibliografia

86. Sismondo mons. Giovanni, Nei venti mesi della dominazione tedesca (1943-1945). Episodi, Artigianelli, Pontremoli 1946, 31 pp.
89. Amministrazione provinciale di Massa Carrara
, Relazione sull'attività della Deputazione Provinciale nel sessennio maggio 1945 - maggio 1951, Tipografia E. Medici, Massa Carrara s.d. [ma 1954], 108 pp.
92. Tassi Mino,
Pagine Pontremolesi. Cronaca delle vicende resistenziali relative al territorio di Pontremoli nel periodo luglio 1943-aprile 1945, Artigianelli, Pontremoli 1957, 3 voll.
97. Ricci don Angelo, Angelini don Roberto
, Il clero della linea Gotica occidentale. Pagine di carità e di eroismi scritte dai sacerdoti della diocesi di Apuania durante la seconda guerra mondiale, Tip. Moderna, La Spezia 1966, 109 pp.
110. Ricci Giulivo, Storia della Brigata Garibaldina "Ugo Muccini". Brigate partigiane della zona operativa, Istituto storico della Resistenza Pietro Mario Beghi, La Spezia 1978, 529 pp.
112. Ghelfi don Bruno
, Stole insanguinate. Contributo del Clero pontremolese per la lotta di Liberazione, Artigianelli, Pontremoli 1981.
114. Angelini Aristide
, La Resistenza a Pontremoli. Le Brigate Beretta nelle retrovie della linea Gotica, Battei, Parma 1985, 89 pp.
117. Comuni di Aulla, Fivizzano e Pontremoli, Amministrazione provinciale di Massa Carrara, Comunità montana della Lunigiana, Retrovie della linea gotica occidentale: il crocevia della Lunigiana, Tipografia Ambrosiana, La Spezia 1987, 315 pp.
118. Mariani Giuseppe, Garella Giuseppe
(a cura di), Apuania nella morsa del fascismo e della guerra, Industria Grafica Zappa, Sarzana 1987, 63 pp.
119. Comune di Carrara
, 48° anniversario "Eccidio di Bergiola". Discorso commemorativo del Prof. Ettore Gallo, già Presidente della Corte Costituzionale, s.e., s.l. 1988, 16 pp.
121. Ricci Giulivo, Il crocevia della Lunigiana. Catalogo della mostra "Retrovie della linea gotica occidentale", Industria Grafica Zappa, Sarzana 1988, 204 pp.
122. Forfori Nino,
La guerra 1940-1945. Partigiano sulle Alpi Apuane, soldato sull'Appennino, Tipografia Mori, Aulla 1990, 70 pp.+app. ill.
124. Mori don Edoardo, Ceci don Guido
(a cura di), Per non dimenticare, Tip. Conti, Fivizzano 1994, 79 pp.
125. Putamorsi Renato
, Ricordi di un partigiano in Lunigiana, Zappa, Sarzana 1994, 125 pp.
177. Trevelyan Raleigh, Roma 1944, Rizzoli, Milano 1983, 446 pp.
463. Federigi Fabrizio
, Versilia linea gotica, Versilia Oggi, Querceta 1979, 335 pp.
464. Palagi Leone, Cronache dei fatti della Resistenza in Versilia, Versilia Oggi, Querceta 1981, 240 pp.





Località della strage Mommio data 5 maggio 1944



Elenco delle vittime

Numero e tipologia delle vittime 21 vittime: 21 uomini (20 adulti e un anziano)
BABBINI ARTURO, 22 anni
BABBINI ERMINIO, 36 anni
BIANCHI DOMENICO, 36 anni
CAPPELLI OVIDIO, 31 anni
CONTI LUIGI, 26 anni
FIORI CARLO, 68 anni
FIORINI ANNIBALE , 50 anni
FIORINI GAETANO FLORIS, 36 anni
INCERTI LUIGI, 39 anni
LAZZERINI BALDINO, 29 anni
LAZZERINI CESARE, 32 anni
LOMBARDI GIUSEPPE, 44 anni
MENINI IVO, 20 anni
NARDINI BERTOLDO, 28 anni
PIETRELLI MARIO, 29 anni
PINELLI GUIDO, 48 anni
ROSSELLI SIRIO, 40 anni
ROSSI LINO, 24 anni
SAVINA GUIDO, 20 anni
SIGNANI ANGIOLINO, 35 anni
TRAVERSI NELLO, 29 anni

Descrizione

Il massiccio rastrellamento nasce dalla volontà di mantenere un ferreo controllo sul territorio, crocevia delle comunicazioni con il parmense, attraverso la statale della Cisa e il passo del Cerreto, prossimo al tracciato della Gotica. E' questo il movente principale che spinge i comandi tedeschi alla repressione di una resistenza sempre più minacciosa, alimentata dagli aviolanci eseguiti nel vicino campo di Massicciana, rafforzata - negli armamenti e nella reputazione - da azioni importanti (il disarmo del presidio del Cerreto e le frequenti incursioni sulla statale 63 appena fuori Fivizzano) e con ogni probabilità amplificata agli occhi dei tedeschi dalle delazioni dei fascisti locali. La sera del 4 maggio, circa 2mila uomini divisi in tre colonne provenienti da Massa, La Spezia e Reggio Emilia attraverso il Passo del Cerreto, circondano la Valle del Rosaro. Si tratta di tre compagnie dei battaglioni 905 e 906, del Reparto esplorante della "Göring" e di alcune unità fasciste al comando del colonnello Almers, comandante della 135a Brigata da Fortezza della Luftwaffe. I centri di Mommio e Sassalbo sono stretti con manovra concentrica. I partigiani di Sassalbo, guidati dal comunista Almo Bertolini, "Oriol", riescono a sganciare verso il monte La Nuda, risparmiato dal rastrellamento, mentre gli abitanti riescono a sfuggire al rastrellamento, una parte riparando nei boschi del monte Casarola, un'altra parte fuggendo attraverso le valli del Taverone e del Lucido. Pare poi che l'abitato riesca a scampare alla devastazione perché trovato libero da qualsiasi traccia di presenza partigiana. A Mommio, invece, la formazione del Marini è sorpresa dai tedeschi e sgancia troppo tardivamente, lasciando alcuni suoi uomini nelle mani dei tedeschi. Il ritrovamento nelle case di Mommio del materiale di un lancio caduto nella notte precedente viene considerata dai tedeschi una prova della connivenza del paese con la resistenza e decreta la condanna a morte dei suoi abitanti: i civili sono rastrellati, poi in parte deportati nel campo di Marinella, tappa intermedia del viaggio verso la Germania, in parte fucilati nella piazza del paese insieme ai partigiani catturati, tre dei quali successivamente impiccati ed esposti a lungo a pubblico monito nella piazza principale di Fivizzano, in parte arsi vivi nelle loro abitazioni nel gigantesco rogo appiccato dai rastrellatori (70 case sulle 72 esistenti sono distrutte). Il rastrellamento prosegue ancora per alcuni giorni, mietendo altre vittime fra gli inermi contadini della zona.
Responsabili
Tedeschi Sono impiegati nel rastrellamento circa 2000 uomini appartenenti al Reparto esplorante della Divisione Hermann Göring e ai battaglioni 905 e 906 della 135ma Brigata da Fortezza guidati dal colonnello Almers. Italiani Ampio sostegno di alcuni reparti italiani: una compagnia di bersaglieri, una compagnia del genio e una della Marina sono affiancate da una decina di unità reclutate fra la Gnr, la Guardia di Finanza e il reggimento San Marco.

Bibliografia

15. Salvadori Max, Breve storia della Resistenza italiana, Vallecchi, Firenze 1974, 278 pp.
29. Matta Tristano
(a cura di), Un percorso della memoria. Guida ai luoghi della violenza nazista e fascista in Italia, Electa, Milano 1996, 160 pp.
78. Rossi Andrea
, Fascisti toscani nella Repubblica di Salò 1943-1945, Biblioteca Franco Serantini, Pisa 2000, 160 pp.
82. I sentieri della memoria. Nel 50° anniversario del conferimento della Medaglia d'oro al Valor militare della provincia di Massa Carrara, s.e., s.d.
89. Amministrazione provinciale di Massa Carrara, Relazione sull'attività della Deputazione Provinciale nel sessennio maggio 1945 - maggio 1951, Tipografia E. Medici, Massa Carrara s.d. [ma 1954], 108 pp.
94. Iacopini Renato, Canta il gallo, Edizioni Avanti!, Milano-Roma 1960, 158 pp.
95. Calamandrei Piero
, Realtà della Resistenza apuana, Tipografia Fabbiani, La Spezia 1961, 34 pp.
98. Guidoni Giulio,
Ritorna la vita... nella "Terra di nessuno", Tip. Moderna, La Spezia 1967, 180 pp.
99. Amministrazione comunale di Massa
(a cura di), La Resistenza continua, s.e., s.l. 1968, 71 pp.
103. Mosti Emidio, La Resistenza apuana: luglio 1943 - aprile 1945, Longanesi & C., Milano 1973, 277 pp.
106. Ricci Giulivo
, Avvento del fascismo, Resistenza e lotta di liberazione in Val di Magra, Amministrazioni comunali, Parma 1975, 613 pp.
115. Centro Studi storia locale della Basilica Cattedrale di Massa,
La Chiesa di Apuania durante la guerra (1939-1945), Tipografica leberit, Roma 1985, 114 pp.
119. Comune di Carrara
, 48° anniversario "Eccidio di Bergiola". Discorso commemorativo del Prof. Ettore Gallo, già Presidente della Corte Costituzionale, s.e., s.l. 1988, 16 pp.
120. Fruzzetti Carla
, La VI Brigata Garibaldi apuana Gino Menconi bis, Centro aullese di ricerche e di studi lunigianesi, Aulla 1988, 207 pp.




Località della strage Tenerano data 13 settembre 1944




Elenco delle vittime

Numero e tipologia delle vittime: 10 vittime: 5 donne (2 bambine, 2 adulte e un'anziana), 5 uomini (3 bambini, un adulto e un anziano)
Antoniotti Diamante
, 30 anni
Antoniotti Mirella, 1 anno
Antoniotti Pietro, 59 anni
Forfori Amelio, 8 anni
Forfori Duilio, 5 anni
Forfori Orietta, 6 anni
Forfori Oscar, 13 anni
Morelli Santina, 38 anni
Sisti Isolina, 65 anni
Vincenti Laurina, 27 anni

 

Descrizione

La formazione di Dino decide ai primi di settembre di trasferire il campo da Bolignano alla vicina collina di Vergarolo, sempre nei pressi di Tenerano. Il gruppo conclude l'operazione nella notte tra il 12 e il 13 settembre, giusto in tempo per evitare un rastrellamento.
La colonna tedesca impegnata nell'operazione antipartigiana, infatti, raggiunge Bolignano soltanto a spostamento avvenuto. Questa successivamente scende verso il cimitero di Tenerano, deviando verso la località di Fano prima di raggiungere il fondovalle. Qui il rastrellamento tedesco, risoltosi in grave insuccesso militare, sfocia nello sterminio di due intere famiglie e nell'incendio delle loro abitazioni: la famiglia Antoniotti, sorpresa nel suo casolare, e i Forfori, provvisoriamente rifugiatisi in una capanna accanto al cimitero.Le famiglie colpite erano in contatto con le formazioni partigiane locali.
Si suppone che al rastrellamento abbiano partecipato elementi italiani.
Responsabili
Tedeschi
Fonti memorialistiche locali individuano i responsabili in unità della 16 Divisione "Reichfuhrer SS".

Bibliografia

41. Briglia Gino, Del Giudice Pietro (a cura di), Eserciti popolazione e Resistenza sulle Alpi Apuane. Atti del Convegno internazionale di studi storici sul settore occidentale della linea gotica, Massa 1995, 442 pp. 95. Calamandrei Piero, Realtà della Resistenza apuana, Tipografia Fabbiani, La Spezia 1961, 34 pp. 99. Amministrazione comunale di Massa (a cura di), La Resistenza continua, s.e., s.l. 1968, 71 pp. 103. Mosti Emidio, La Resistenza apuana: luglio 1943 - aprile 1945, Longanesi & C., Milano 1973, 277 pp. 113. Galletto Lido, L'umanità non sepolta: l'orizzonte nel profilo delle colline, "Pan Arte. Mensile di arte lettere cultura", Firenze 1982, 147 pp. 115. Centro Studi storia locale della Basilica Cattedrale di Massa, La Chiesa di Apuania durante la guerra (1939-1945), Tipografica leberit, Roma 1985, 114 pp. 125. Putamorsi Renato, Ricordi di un partigiano in Lunigiana, Zappa, Sarzana 1994, 125 pp. 128. Galletto Lido, La lunga estate, Tipografia Ceccotti, Massa 1995, 528 pp. 132. Galletto Lido, Memorie e documenti sulle vicende della popolazione delle Prealpi Occidentali Apuane, della Bassa Lunigiana e dei paesi a monte di Carrara, Ceccotti editore, Massa 1999, 127 pp.




Località della strage Vinca data 24-26 agosto 1944




Elenco delle vittime

Numero e tipologia delle vittime: 174 vittime - 90 donne (15 bambine, 51 adulte, 24 anziane) e 84 uomini (18 bambini, 38 adulti, 28 anziani)

ACHILLI ELDA, 31 anni
AGOSTINI PIETRO, 42 anni
BAIOCHETTI ORLANDO, 20 mesi
BARONI VERALDO, 45 anni
BATTAGLIA ALDO, 25 anni
BATTAGLIA ALPINA, 20 anni
BATTAGLIA AMBROSINO, 3 mesi
BATTAGLIA ANCHISE, 52 anni
BATTAGLIA ANNUNZIATA, 2 mesi
BATTAGLIA ARTEMISIO, 57 anni
BATTAGLIA DOMENICO, 48 anni
BATTAGLIA ELIO, 30 anni
BATTAGLIA GIOVANNA, 61 anni
BATTAGLIA GIUSEPPE, 39 anni
BATTAGLIA ILVO, 16 anni
BATTAGLIA ITALO BRUNO, 33 anni
BATTAGLIA LEONILDE, 55 anni
BATTAGLIA LORENZO, 61 anni
BATTAGLIA LUCIANA, 2 anni
BATTAGLIA MARIA, 59 anni
BATTAGLIA TORELLO, 52 anni
BATTAGLIA VINCENZA, 18 anni
BATTAGLIA VINCENZO, 13 anni
BATTAGLIA VIRGILIO, 61 anni
BEGGIA ISABELLA, 17 anni
BENELLI ANDREINO, 6 anni
BENELLI MARIA, 10 anni
BENELLI SABATINA, 33 anni
BIANCARDI POMPILIO, 22 anni
BONELLI ANDREINA, 15 anni
BONELLI GIUSEPPE, 8 mesi
BONI LIDIA LIVIA, 45 anni
BONI MARIA ALBA, 40 anni
BONI PIETRO, 76 anni
BONI RINALDO, 65 anni
BONI ROMANO, 22 anni
BONI SILVIO, 81 anni
BORGAZZI RENATO, 44 anni
BORGHINI ADELIA, 21 anni
BORGHINI GIUSEPPINA, 8 anni
BORZANI ANTIDE, 47 anni
BORZANI CAMILLO, 65 anni
BORZANI ENEA, 57 anni
BORZANI PIETRO, 69 anni
BUSSA ALPINICE, 41 anni
CAGNOLI ONELIA, 45 anni
CANNAVALE DOMENICO, 34 anni
CAPPE' GINO, 21 anni
COLONNA ALFONSINA, 47 anni
COLONNA GIUSEPPINA, 71 anni
COLONNA ROMANO, 66 anni
COLONNATA BENIGNO, 79 anni
COLONNATA ETTORE, 60 anni
COLONNATA FRANCESCO, 16 anni
COLONNATA LIDIA, 46 anni
COLONNATA NICOLINA, 70 anni
COLONNATA ORTENSIA, 52 anni
COLONNATA RIZIERI, 53 anni
COLONNATA SILLO, 23 anni
CORLEO GINO, 48 anni
CORLEO IGNAZIO, 29 anni
DELLA TOMMASINA PRIMO, 37 anni
DURANTI LODOVICO, 23 mesi
DURANTI RENATO, 31 mesi
FEDERICI ADAMO, 71 anni
FEDERICI DOMENICA, 70 anni
FEDERICI DOMENICO, 84 anni
FEDERICI FIDALMA, 72 anni
FEDERICI GIOVANNA, 60 anni
FEDERICI MARIA, 46 anni
FEDERICI MARTINO, 63 anni
FEDERICI NARCISO, 59 anni
FEDERICI STUARDA, 42 anni
FEDERICI VILMO, 17 anni
FEDERICI ZELMIRA, 37 anni
FERLINI GIUSEPPE, 75 anni
FERLINI MARIA, 48 anni
FERRARI ERSILIA, 33 anni
FERRARI MARIA, 55 anni
FERRARI PELLEGRINO, 77 anni
FERRI ANITA, 66 anni
FOLEGNANI OVIDIO, 38 anni
FORFORI AGOSTINO, 85 anni
FORFORI AMELIO, 8 anni
FORFORI DUILIO, 4 mesi
FORFORI ORIENTA, 6 mesi
FORFORI OSCAR, 13 mesi
GERINI MARIANO, 43 mesi
GIANNANTI PALMIRA, 24 anni
GIUNTONI ANNA MARIA, 6 anni
GIUNTONI IOLE, 33 anni
GIUNTONI IRLANDA, 31 anni
GIUNTONI ISMENE, 16 anni
GIUNTONI SESTILIA, 60 anni
GIUNTONI SESTILIO, 56 anni
JANNI GISBERTO, 46 anni
JANNI NORMA, 17 anni
JANNI Don LUIGI, Parroco di Vinca, 27 anni
LAZZONI ANGELO, 76 anni
LUCCHICCHIA ERNESTO, 2 giorni
MARCHI ALFIERINA, 20 anni
MARCHI DOMENICA, 66 anni
MARCHI LEDA, 17 anni
MARCHI PIETRO, 5 anni
MARIANI ALFONSINO, 37 anni
MARIANI ARIETTA, 33 anni
MARIANI CELESTINA, 20 anni
MARIANI DARIA, 48 anni
MARIANI MARIA, 66 anni
MARIANI MARIO, 39 anni
MATTEI ALICE, 22 anni
MATTEI ALTEA, 49 anni
MATTEI EDILIA, 24 anni
MATTEI GIROLAMO, 76 anni
MATTEI MARIA RITA, 7 mesi
MATTEI MARIA, 2 anni
MATTEI MARIO, 6 anni
MATTEI OVIDIO, 38 anni
MATTEI PAOLINA, 16 anni
MONTAGNANI GIGLIANA, 16 anni
MONTAGNANI PRIMETTA, 7 anni
MORANI ADRIANA, 17 anni
MORANI ADRIANO, 44 anni
MORANI AMEDEO, 74 anni
MORANI ANNUNZIATA, 16 anni
MORANI LINA, 27 anni
MORELLI SANTINA, 38 mesi
MORIANI ANNUNZIATA, 77 anni
MORIANI GIUSEPPINA, 75 anni
MORIANI LEOMBRUNA, 35 anni
MORIANI VENERANDA, 70 anni
MORUZZI GIUSEPPE, 41 anni
MOSCATELLI MARIA, 85 anni
MUSETTI ARGO, 30 anni
ORLANDINI ANNA, 41 anni
PALAGI ADRIANO, 28 anni
PANELLI GUIDO, 50 anni
PAPA ANGIOLINA, 43 anni
PAPA DOMENICA, 81 anni
PAPA ERCOLINA, 54 anni
PAPA MARIA, 50 anni
PAPA NICOLA, 74 anni
PAPA SANTINA, 72 anni
PATRIS UMBERTO, 52 anni
PENNUCCI CLEOFE, 77 anni
PINELLI GIUDITTA, 76 anni
POLI ALFREDO, 34 anni
QUARTIERI ADELE, 67 anni
QUARTIERI CONSIGLIA, 39 anni
QUARTIERI INES MARIA, 22 anni
QUARTIERI MARIA GIOVANNA, 45 anni
QUARTIERI MARIA, 42 anni
QUARTIERI MASSIMO, 71 anni
RANI MARIA, 72 anni
RATTI GIUSEPPE, 36 anni
SABATINI ANGIOLINA, 38 anni
SABATINI GIOVANNA, 21 anni
SERPIONI BICE, 30 anni
SPAGNOLI GIUSEPPINA, 36 anni
SPAGNOLI PAOLO, 67 anni
SPINETTI ALCIDE, 30 anni
TALIANI IDA, 51 anni
TONELLI GIACOMO, 45 mesi
TONETTI GIOVANNI, 69 anni
UN FETO tolto dal grembo di MARCHI ALFIERINA
VENTURI ALFONSINA, 37 anni
VENTURI ANGIOLINA, 63 anni
VENTURI CATERINA, 81 anni
VENTURI CLEONTE, 36 anni
VENTURI DANTE, 67 anni
VENTURI EGLINA, 49 anni
VENTURI GIOVANNINA, 20 anni
VENTURI LINDA, 18 anni
VENTURI MINELBA, 31 anni



Descrizione

Nell'agosto 1944 i comandi tedeschi del LXXV Corpo d'Armata, responsabile della protezione della Linea Gotica occidentale, sono messi a dura prova dalla crescente attività del movimento partigiano che, disperso sulle alture apuane, sabota ponti, ferrovie, strade, rallenta i lavori di fortificazione del tracciato difensivo e tende ripetute imboscate alle truppe occupanti.
Il 18 agosto un automezzo tedesco è attaccato lungo la strada tra Monzone e Vinca: nell'episodio perde la vita un ufficiale nazista. Gli Stati generali della 16a Panzer Grenadier Division RF SS, riuniti a Massa, decidono di reagire pianificando un ampio rastrellamento sul massiccio montuoso delle Apuane. Dal comando del Maggiore Walter Reder, responsabile del 16° Battaglione Esplorante, dipendono diverse compagnie appartenenti alla Divisione SS e un centinaio di brigatisti neri carraresi, messi a disposizione dallo zelante colonnello Giulio Lodovici.
Il raid antipartigiano esordisce la notte del 24 agosto per terminare soltanto tre giorni dopo. Ogni paese incontrato sul cammino dei tedeschi è raso al suolo, le abitazioni date alle fiamme, le chiese demolite, mentre coloro che non sono riusciti a fuggire in tempo nei boschi vicini - anziani, malati e infermi, uomini e donne colti alla sprovvista dal rastrellamento - sono fucilati senza pietà.
Il massacro tocca il proprio climax a Vinca: punto di convergenza di più direttrici di attacco, il paese è raggiunto una prima volta nel pomeriggio del 24 agosto dalla I Compagnia del 16° Battaglione Esplorante, guidata dal tenente Segebrecht. Occupato il centro, il giorno successivo lo stesso Reder, rinforzato dalla II e III compagnia e da un plotone di brigatisti neri, si dedica all'annientamento definitivo di ogni forma di vita esistente nella vallata. I suoi reparti setacciano scrupolosamente la valle di Vinca, stanano i residenti nascosti nelle grotte e nei boschi ed eliminano, con lanciafiamme, mitragliatrici e granate, decine e decine di persone.
Il 26 la "battaglia del Sagro", scontro a fuoco fra i tedeschi e alcuni partigiani appartenenti alla Brigata Muccini, distoglie gran parte delle truppe dall'occupazione del paese. Ma il giorno successivo i reparti nazifascisti tornano a Vinca, uccidendo buona parte dei superstiti, tornati nel frattempo in paese, saccheggiando le case ed incendiando l'intero abitato.
Per ben quattro giorni consecutivi, dunque, le truppe tedesche continuano a massacrare, caso unico in tutta la Toscana occupata. Quasi 160 le vittime: in maggioranza donne, quasi la metà bambini e anziani, con una percentuale non marginale, difficile da quantificare ma intuibile dalle numerose testimonianze raccolte, di malati e infermi.
Soltanto il 27 i tedeschi abbandonano il paese per rientrare ai presidi di Carrara.
Responsabili

Tedeschi
Il massacro è ascrivibile, per la guida e il fattivo coinvolgimento, al Maggiore Reder e al suo battaglione. La strage compare infatti fra i capi di imputazione che gli valgono la condanna all'ergastolo, comminatagli nel 1951 dal Tribunale di Bologna. Italiani
Sessantaquattro membri della Brigata nera apuana, guidata dal generale Biagioni, sono processati dal Tribunale di Perugia con l'accusa di "strage continuata" (che cumulava i reati commessi a Vinca e a Bergiola Foscalina). La sentenza, emessa il 21 marzo 1950, esprime condanne severe (ben 11 furono gli ergastoli comminati), destinate tuttavia ad ammorbidirsi a causa dell'applicazione dell'amnistia.

Bibliografia

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(a cura di), Eserciti popolazione e Resistenza sulle Alpi Apuane. Atti del Convegno internazionale di studi storici sul settore occidentale della linea gotica, Massa 1995, 442 pp.
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60. Provincia di Firenze, Istituto storico della Resistenza in Toscana (a cura di), La Resistenza e gli alleati in Toscana. I cln della Toscana nei rapporti col Governo militare alleato e col Governo dell'Italia liberata, Provincia-isrt, Firenze 1963, 305 pp.
68. Tramontin Silvio
(a cura di), La Resistenza dei cattolici sulla Linea Gotica. Atti del convegno (Sestino, 24-25 novembre 1979), Edizioni Cooperativa Culturale "Giorgio La Pira", Sansepolcro 1983, 292 pp.
72. Villani Giulio, Poli Fabrizio (a cura di), Chiese toscane: cronache di guerra, 1940-1945, Libreria editrice fiorentina, Firenze 1995, xii+724 pp.
78. Rossi Andrea
, Fascisti toscani nella Repubblica di Salò 1943-1945, Biblioteca Franco Serantini, Pisa 2000, 160 pp.
82. I sentieri della memoria. Nel 50° anniversario del conferimento della Medaglia d'oro al Valor militare della provincia di Massa Carrara, s.e., s.d.
89. Amministrazione provinciale di Massa Carrara
, Relazione sull'attività della Deputazione Provinciale nel sessennio maggio 1945 - maggio 1951, Tipografia E. Medici, Massa Carrara s.d. [ma 1954], 108 pp.
91. Dunchi Nardo, Memorie partigiane, La Nuova Italia, Firenze 1957, 334 pp.
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Pagine Pontremolesi. Cronaca delle vicende resistenziali relative al territorio di Pontremoli nel periodo luglio 1943-aprile 1945, Artigianelli, Pontremoli 1957, 3 voll.
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, Il clero della linea Gotica occidentale. Pagine di carità e di eroismi scritte dai sacerdoti della diocesi di Apuania durante la seconda guerra mondiale, Tip. Moderna, La Spezia 1966, 109 pp.
98. Guidoni Giulio, Ritorna la vita... nella "Terra di nessuno", Tip. Moderna, La Spezia 1967, 180 pp.
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La Resistenza apuana: luglio 1943 - aprile 1945, Longanesi & C., Milano 1973, 277 pp.
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: il caso della bassa Lunigiana, "Pan Arte. Mensile di arte lettere cultura", anno iii, n. 12, dicembre, Firenze 1977, 39 pp.
115. Centro Studi storia locale della Basilica Cattedrale di Massa, La Chiesa di Apuania durante la guerra (1939-1945), Tipografica leberit, Roma 1985, 114 pp.
116. Ricci don Angelo,
Il contributo di sangue e di servizio del clero di Apuania durante la guerra 1940-1945, Centro Studi storia locale della Basilica Cattedrale di Massa, Massa 1986, 20 pp.
119. Comune di Carrara
, 48° anniversario "Eccidio di Bergiola". Discorso commemorativo del Prof. Ettore Gallo, già Presidente della Corte Costituzionale, s.e., s.l. 1988, 16 pp.
124. Mori don Edoardo, Ceci don Guido (a cura di), Per non dimenticare, Tip. Conti, Fivizzano 1994, 79 pp.
125. Putamorsi Renato, Ricordi di un partigiano in Lunigiana, Zappa, Sarzana 1994, 125 pp.
128. Galletto Lido
, La lunga estate, Tipografia Ceccotti, Massa 1995, 528 pp.
432. Sonetti Catia, Noce Tiziana
, Il conte e le contese. Castagneto tra fascismo e dopoguerra: fonti e memorie, Nuova Perseveranza, Piombino 1999, 48 pp.
449. Cozzi Paolo, Reder. Il regista delle inaudite sagre di sangue. Numero speciale del Carrarese, Grafiche Sanguinetti, Ortonovo 1968, 88 pp.
472. Zerbini Bruno, Un partigiano isolato, Lalli, Poggibonsi 1984, 187 pp.
484. Guidi Oscar
, Garfagnana 1943-1945. La guerra. La Resistenza, Maria Pacini Fazzi editore, Lucca 1994, 212 pp.
488. Bergamini Francesco (a cura di), Battaglione Reder. La marcia della morte da Sant'Anna di Stazzema alle Fosse del Frigido, anpi Versilia, Pezzini, Viareggio 1995, 79 pp. + app. fotografica
493. Cipollini Giovanni
, Operazione contro i ribelli. I crimini della xvi ss Panzer Grenadier Division nel Settore occidentale della Linea Gotica. Estate 1944, Mauro Baroni, Viareggio-Lucca 1996, 343 pp.
509. Lanini Enzo
(a cura di), Testimonianze e memoria della xia zona partigiana. Edizione Mostra Storica dell'emigrazione. Montefegatesi di Bagni di Lucca, 13-22 luglio, Lucca, Centro documentazione per la storia di Liberazione, del movimento operaio e contadino - Filef Lucchese, Lucca 2002, x+212 pp.


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Aggiornato al:
12.02.2009
Article ID:
581528