Elenco delle vittime
Arrigoni Alberto, da Camaiore, 29Biagi Ranieri, da Gombitelli, 33
Bini Velio, Torre del Lago, 21
Bramanti Egisto, Valdicastello, 52
Cortopassi Angelo, Valpromaro, 29
Dati Lamberto, Valpromaro, 17
Farnocchia Otello, Camaiore, 34
Gori Lelio, Torre del Lago, 18
Posi Guido, Massarosa, 36
Primon Fulgido, Viareggio, 19
Rubinelli Nello, Valpromaro, 32
Titta Edilio, Gombitelli, 36
Descrizione
Il 28 giugno gli uomini della formazione "Mulargia" di Taddei decidono di spostarsi nella zona del Lucese in previsione di un aviolancio, concordato con "Radio Rosa". Il tragitto segue la strada Fibbialla-Piazzano-Le Gavine-Orbicciano-Gombitelli, per unirsi con la banda "Silvio Ceraioli" e arrivare nel Lucese.Nella notte gli uomini si imbattono e uccidono però a Piazzano, nella zona del Passo delle Gavine, con due portaordini tedeschi in bibicletta che appartengono al 165 reggimento di artiglieria della 65 Inf.Div., di stanza in quei giorni a Valpromaro.
All'alba del giorno successivo (29 giugno) inizia il rastrellamento che porta alla cattura di 25 residenti di Valpromaro, che vengono rinchiusi nella casa del lattaio: 10 restano qui, 15 sono portati al comando delle SS a S. Macario (e di questi, 3 riescono a fuggire durante il tragitto). Intervengono don Chelini, parroco di Gombitelli, e il prof. Clementi Pizzi (noto docente di latino e greco) che riescono a far liberare i 10 ostaggi rimanendo "prigionieri" loro stessi a garanzia della incolumità delle truppe tedesche durante la loro permanenza nella zona.
Nella tarda mattinata, un militare tedesco giunge a Gombitelli e si lascia andare ad atti vandalici; la formazione Ceraioli, nella zona, interviene e lo cattura
Alcuni abitanti del luogo (che avevano familiari tra i prigionieri dirottati a S. Macario) li pregano di lasciarlo libero, e dietro queste insistenze il comandante Michele Petrucci e il Commissario Politico Carlo Allia decidono di inviare don Angelo Chicca al comando di Valpromaro per trattare la liberazione dei prigionieri in cambio del soldato tedesco.
Il comandante tedesco li fa prigionieri, insieme ad altri catturati casualmente, per le strade, fa loro passare la notte in una baracca a "Polla del Morto" a Massarosa, e la mattina del 3 li fa ricondurre a Valpromaro e, di qui, dice loro di dirigersi anch'essi a S. Macario. Nel frattempo, i 12 che già erano là sono ricondotti in paese e rinchiusi insieme a don Chelini e al prof. Pizzi, che viene rilasciato insieme ad altri due civili (parenti del tenente della Milizia Bertacchi).
Restano quindi prigionieri 11 civili. Nel frattempo, giunge in zona un'altra pattuglia tedesca proveniente da Massarosa che, dopo una prima escursione a Gombitelli, ove brucia alcune fattorie in cerca dei partigiani, procede all'esecuzione dei prigionieri, cui aggiungono Lelio Gori e Velio Bini, due giovani di Torre del Lago che passavano per la strada trainando un carro carico di oggetti vari, diretti a casa. All'ultimo momento, don Chelini viene fatto uscire dalla fila ed è così risparmiato.
Responsabili
Carlo Gentile indica la duplice possibilità del colonnello Kuhl, comandante del reggimento di artiglieria della 65 Divisione, e del colonnello Strahammer, ufficiale in comando del 146 Grenadier Regiment della medesima.