Comune di Bagnone (Ms)

Comune di Bagnone (Ms)

  Località della strage Bagnone data 30 giugno - 7 luglio 1944



Elenco delle vittime

47 vittime: 42 uomini (un bambino, 37 adulti, 2 anziani e 2 s.i.a.), una donna s.i.a., 4 ignoti.

Angella Enrico, 37 anni
Angella Francesco, 49 anni
Baldini don Lino, 28 anni
Bertocchi Battista, 32 anni
Bertocchi Ermenegildo, 32 anni
Bertoli Antonio, 48 anni
Bertoli Erminio, 11 anni
Caneri Angelo, 34 anni
De Cesari Ettore, 43 anni
Donati Anselmo, 43 anni
Donati Mario, 21 anni
Faggioni Paolo, s.i.a.
Fiori Edoardo, 28 anni
Forni Virginio, 54 anni
Fortunato Raffaele, 21 anni
Giannarelli Ermenegildo, 27 anni
Giannotti Giuseppe, 40 anni
Grandi Mario, 39 anni
Guastalli Settimio, 30 anni
Guidotti Giuseppe, 21 anni
Matellini Pietro, 20 anni
Medici Alcide, 30 anni
Mori Giuseppe (o Leopoldo), 56 anni
Piagnero Emiliana, s.i.a.
Ricci Luigi, 41 anni
Righi Luciano, 52 anni
Russo Francesco, 25 anni
Salvetti Giuseppe, 23 anni
Sardella Giovanni, 32 anni
Sardella Vincenzo, 39 anni
Sassi Lidio, 20 anni
Saudei Remigio, 32 anni
Sbarra Guerrino, 17 anni
Tiradani Giuseppe, 45 anni
Travaglini Amelio, 22 anni
Travaglini Pietro, 68 anni
Turchi Terenzio, 38 anni
Vinciguerra Giovanni, 31 anni
Vinciguerra Lino, 25 anni
Vinciguerra Pietro, 28 anni
Zebra Amleto, s.i.a.
Zoppi Alfredo, 30 anni
Zoppi Pierino, 29 anni

4 cadaveri non identificati

Descrizione

Nel quadro della vasta operazione di rastrellamento antipartigiano denominata Wallenstein I, i comuni di Bagnone, Comano, Filattiera e Licciana Nardi pagano un alto tributo di sangue, con un numero di vittime civili a tutt'oggi non quantificabile con esattezza, ma vicino alla cinquantina di unità.
Il 30 giugno 1944 viene ucciso il campanaro sordo e semiritardato Ettore De Cesari, colpevole di aver suonato le campane; i tedeschi pensando che il gesto sia un segnale convenuto con i partigiani, lo mitragliano e lo seppelliscono malamente. Il 2 luglio nella zona compresa tra Pieve di Bagnone, Gabbiana e Lusana, si registrano fucilazioni disperse in occasione del rastrellamento. Fra le vittime, il non ancora diciassettenne Guerrino Sbarra. Costui, rastrellato e trovato libero da obblighi di leva viene in un primo tempo liberato ma al suo ritorno in paese viene fucilato da una pattuglia tedesca. Anche Lidio Sassi, insieme ad un compagno, viene ucciso in questa fase: mentre il padre lo definisce partigiano, una relazione dei carabinieri di Bagnone lo certifica come renitente alla leva, colpevole soltanto di essersi presentato al comando tedesco per sostituirsi al padre, precedentemente arrestato.
I rastrellamenti sono serrati: la sera del 30 giugno una quarantina di uomini arrestati, fra cui alcuni parroci della zona e alcuni medici, sono condotti presso il Castello di Bagnone, accusati dal comandante di collaborazione con i partigiani e condannati al trasferimento presso il campo di detenzione di Bibbiano, in provincia di Reggio Emilia. Qui i prigionieri subiscono severi interrogatori ma sono subito rilasciati. Tornati verso il Pontremolese sono tuttavia nuovamente fermati dai tedeschi che impediscono loro il passaggio in considerazione del fatto che la zona è ancora soggetta a rastrellamento. Il 4 luglio sono riportati a Bibbiano, di lì trasferiti presso il seminario minore di Parma, punto di confluenza di tutti i religiosi delle diocesi di Parma, Reggio e Piacenza, da cui verranno inaspettatamente liberati il 21 luglio, dopo l'inizio dei bombardamenti alleati e l'intervento del vescovo di Pontremoli.
Dopo la prima fase di arresti mirati, i tedeschi piazzano mitragliatrici in punti strategici e sparano su tutto quello che si muove. Il 3 luglio ricevono l'ordine di non fare più prigionieri, ma di uccidere tutti coloro che sono sfuggiti al rastrellamento. Quel giorno, sul selciato di un'antica chiesa a Pieve di Bagnone, sono assassinati 7 giovani; la sera, la madre del parroco del posto, sorpresa al pozzo insieme ad un'amica in località Gradile da tre soldati in uniforme tedesca viene uccisa a colpi di pistola. Lo stesso giorno 5 giovani sono rastrellati in un cascinale di Dobbiana, trasferiti a Ponticello e fucilati sul piazzale della chiesa di fronte ai paesani costretti ad assistere. Altri due, fucilati la sera precedente a Villa Bandini a Villafranca Lunigiana sono impiccati sulla piazza di Filattiera. Il 4 luglio il rastrellamento si chiude con altri 5 morti a Bagnone, in località Mochignano, e con l'eccidio a Camporaghena, nel comune di Comano, di 4 residenti, fra cui il parroco, Don Lino Baldini, ritrovato in possesso di una radio e accusato di complicità con i partisanen. A Panicale viene ucciso il Dottor Giuseppe Giannotti, sospettato di collaborare coi partigiani o forse fucilato per errore. Il 5 luglio, in una località sopra Lusana un giovane non identificato è ferito da una mitragliatrice tedesca e lasciato ad agonizzare per due giorni. Il 7 luglio è fucilato a Gabbiana un certo Giuseppe Tiradani, accusato di collaborare coi partigiani, ma probabilmente segnalato dai fascisti come elemento filocomunista. Il corpo del fucilato viene appeso ad un albero e fotografato dai soldati tedeschi. A rastrellamento concluso, sul monte Busco vicino a Pieve sono trovati 4 cadaveri non identificati. Presso Fontana Murta viene ritrovato un cadavere identificato come Amleto Zebra di Sarzana.
Responsabili
Tedeschi
Sebbene la documentazione tedesca taccia sugli specifici eccidi, si può affermare che le unità responsabili siano le stesse coinvolte nel rastrellamento denominato "Operazione Wallenstein I" e coordinate dal comando del Flak-Regiment 131. Una delle unità di punta in questa operazione è il Luftwaffen-Jäger-Bataillon zbV 7, una unità disciplinare che ha operato a Napoli durante la rivolta popolare, nel Piemonte occidentale a dicembre e gennaio del 1944 e, successivamente, al fronte di Anzio. Sono coinvolte nelle operazioni le unità della polizia che presidiano le strade principali e della Brigata da fortezza di stanza nell'area della Spezia ed in Garfagnana, che sostengono lungo le strade del Passo di Cento Croci e del Passo della Cisa i più pesanti scontri con le formazioni partigiane di tutto il ciclo operativo, ed infine un gruppo della Sicherheitspolizei, guidato dal capitano delle SS Herbert Andor.

Bibliografia

82. I sentieri della memoria. Nel 50° anniversario del conferimento della Medaglia d'oro al Valor militare della provincia di Massa Carrara, s.e., s.d.
103. Mosti Emidio,
La Resistenza apuana: luglio 1943 - aprile 1945, Longanesi & C., Milano 1973, 277 pp.

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