Toscana diffusa: un nuovo concetto di sviluppo socio-economico-territoriale

“Toscana diffusa” rappresenta un nuovo concetto di sviluppo socio-economico-territoriale alla base del quale c’è il principio che a tutti i cittadini toscani, indipendentemente da dove vivono, siano offerte le stesse opportunità e gli stessi livelli di servizi, a cominciare dai collegamenti. 

L’obiettivo è rafforzare la coesione economica, sociale e territoriale - uno dei pilastri della programmazione della Regione Toscana - mettendo in campo un insieme di strumenti volti a ridurre le disparità di sviluppo tra diversi territori intervenendo per ridurre il divario di cittadinanza, superare le diseguaglianze profonde, spesso accentuate dalla pandemia e superare la debolezza strutturale del sistema produttivo.

Se da un lato i tratti distintivi di queste aree sono il permanere di dinamiche demografiche negative, la bassa densità di insediamento umano e imprenditoriale, il depauperamento del patrimonio edilizio e la presenza di piccole comunità sparse in nuclei e centri abitati lontane dai centro capoluogo, dall'altro questi luoghi rappresentano l’identità e il cuore della Toscana

Sono i luoghi della memoria e di un immaginario collettivo, che racchiudono testimonianze di notevole interesse storico, architettonico e artistico, immerse, il più delle volte, in ambienti di grande pregio naturalistico e paesaggistico che hanno caratteristiche rurali e potenzialità di sviluppo inespresse, legate ad una migliore valorizzazione del proprio patrimonio ambientale, paesaggistico e culturale (piccoli borghi) e nelle quali va comunque garantito un pacchetto minimo di servizi, che potremmo definire “di cittadinanza”, incluso quelli di uso quotidiano.

A tal fine il Programma regionale di sviluppo (Prs) 2021-2025 ha declinato tale concetto andando ad identificarlo con l’insieme di comuni che, per caratteristiche intrinseche (morfologia del territorio, ovvero montanità) o estrinseche (distanza, e dunque accessibilità, rispetto ai luoghi di concentrazione degli insediamenti, delle opportunità di lavoro e dei principali servizi alle persone e alle imprese), si trovano ad affrontare la sfida della perifericità dall'asse centrale che rischia di esacerbarne lo spopolamento e portare a veri e propri fenomeni di abbandono.

La scelta di classificazione effettuata ha permesso di includere

 

 

  • oppure classificati Area interna “intermedia”, “periferica”, “ultraperiferica” secondo la nuova Mappatura Aree Interne 2020, approvata dal Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (Cipess) il 15 febbraio 2022 e parte integrante dell’Accordo di Partenariato per le politiche di coesione 2021-2027 dell’Italia.

Fonte: Elaborazione Irpet su dati Mappa aree interne 2020 del Dipartimento politiche di coesione della presidenza del Consigli dei ministri

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Aggiornato al:
17.09.2024
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216870580