Al termine della legislatura il consiglio regionale ha approvato definitivamente il nuovo piano regionale cave, che fissa le regole per coniugare sviluppo sostenibile e tutela delle risorse ma anche sicurezza del lavoro. Il piano disegna la cornice all’interno della quale i Comuni definiranno poi nel dettaglio le zone dove si può scavare e dove autorizzare la coltivazione di cave.
Un lungo lavoro preparatorio ha permesso di tracciare un quadro approfondito e aggiornato sui giacimenti attivi e potenziali in Toscana. Il piano ha considerato 640 aree: sono stati individuati anche più di trecento siti di interesse storico, sulla base delle ricerche delle università di Siena, Pisa e Firenze.
Nel 2016 le cave in Toscana risultavano 384: nel 2010 erano 393. Nell’ultimo decennio, le conseguenze della crisi economica hanno provocato il dimezzamento dei volumi estratti, passati da 12,65 milioni di metri cubi del 2007 ai 6 milioni scarsi del 2016.
Il nuovo piano regionale cave è stato redatto internamente agli uffici della Regione Toscana avvalendosi della collaborazione dell’Agenzia regionale per la Protezione Ambientale (ARPAT), dell’Istituto Regionale per la Programmazione Economica (IRPET), dell’Agenzia Regionale Recupero Risorse (ARRR).