Il mare e i fiumi

Per la tutela delle acque, sia sotterranee che superficiali, la Regione ha attivato un monitoraggio della loro qualità con l’agenzia ARPAT anche grazie a una rete di 281 stazioni sulle acque superficiali e di 435 sulle acque sotterrane che vengono campionate più volte all’anno. A questa attività si aggiunge quella di monitoraggio e vigilanza sugli scarichi di acque reflue urbane ed industriali. C’è poi il monitoraggio quantitativo eseguito dal Settore Idrologico con una rete di 170 stazioni per le acque superficiali e 119 per le acque sotterranee. Un impegno di circa 1 milione e 700mila euro l’anno.

Il Piano di Tutela delle Acque inquadra e coordina le attività svolte dalla Regione. Fra quelle prioritarie, la regolazione dell’utilizzo dei fertilizzanti e dei fitofarmaci nelle aree di salvaguardia delle captazioni del servizio idrico. Una delibera del 2019 vieta da subito l’uso del glifosate nelle aree di salvaguardia dei punti di captazione delle acque sotterranee con utilizzo idropotabile. Al tempo stesso prevede la revisione annuale delle sostanze ammesse.

Sul piano della tutela quantitativa delle risorse idriche sono da evidenziare le norme per il razionale utilizzo della risorsa idrica, la partecipazione al progetto LIFE RE-WAT che prevede la messa in opera di una serie di azioni per la gestione sostenibile delle risorse idrica della Val di Cornia.

Per la tutela qualitativa delle acque sotterranee e superficiali dall’ inquinamento derivante dai nitrati di origine agricola sono state individuate tre nuove zone vulnerabili e precisamente quella delle Vulcaniti di Pitigliano, del Lago di Chiusi e dell’ Invaso di Santa Luce e confermate le 5 già esistenti, zona costiera tra Rosignano Marittimo e Castagneto Carducci, zona del Lago di Massaciuccoli, zona costiera tra San Vincenzo e la Fossa Calda, zona del Canale Maestro della Chiana, zona costiera della Laguna di Orbetello e del Lago di Burano.

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chiuso in redazione il 15 luglio 2020