Domande e risposte sulla sismica in Toscana

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Vi proponiamo le domande che Carlo Bartoli sul quotidiano Il Tirreno ha posto a Giancarlo Fianchisti responsabile del coordinamento regionale prevenzione sismica e del Genio civile area vasta Firenze, Prato, Pistoia e Arezzo.
Gli edifici a rischio: quanti sono ? (suddivisi per tipologia e per aree)
Quanto costa completare la loro messa in sicurezza?
Quando si riuscirà a completare il programma, con quali step?
Quanto costa? (quanto ci mette la Regione e quanto gli altri enti)
Quanto si è già speso finora e quanti edifici (suddivisi per tipologia e per aree) sono già stati messi a posto?
Le norme antisismiche: come sono graduate?
Quali i requisiti nei Comuni a più alto rischio sia per i privati che per gli edifici pubblici?
Ci sono degli incentivi?
La normativa è stata cambiata recentemente?
Ci sono dei parametri in base ai quali chi acquista un’abitazione può sapere se l’abitazione è considerata sicura sulla base delle norme previste per quella data zona?
Mappa
Microzonizzazione




Gli edifici a rischio: quanti sono? (suddivisi per tipologia e per aree)

Tutto il territorio nazionale e quindi anche quello regionale è classificato sismico, pertanto anche l'intero patrimonio edilizio sia pubblico che privato è potenzialmente a rischio.
Naturalmente con graduatorie di rischio differenziate in relazione a numerosi fattori tra cui la pericolosità sismica, ma anche la vulnerabilità del patrimonio edilizio.
In Toscana le aree a maggior rischio sismico sono classificate in zona sismica 2.

Per quanto concerne gli edifici a rischio, la Regione Toscana dispone di un quadro conoscitivo (aggiornato al 2010) relativo esclusivamente agli edifici pubblici ubicati in zona sismica 2 (oltre ad alcuni comuni limitrofi in zona sismica 3).

Si tratta complessivamente di 1454 edifici di proprietà degli Enti Locali (tra scuole, municipi, ospedali, uffici degli enti locali, auditorium, ecc), tra Mugello (212), Casentino-Valtiberina-Valdichiana (424), Garfagnana (258), Lunigiana (207), Appennino Pistoiese (246) e Amiata (107).
Si sottolinea che dal 2010 ad oggi il quadro conoscitivo degli edifici è aumentato a circa 2700.


Quanto costa completare la loro messa in sicurezza?

Sul campione di 1454 edifici sono stati avviati nel corso degli anni una serie di attività di prevenzione e riduzione del rischio sismico. In particolare sono state già avviate interventi su 956 edifici di cui:
- 506, sono stati soggetti ad interventi di messa in sicurezza conclusi o in corso (nello specifico si tratta di 170 edifici già adeguati e 336 con interventi in corso);
- 450, sono stati oggetto di verifiche sismiche o solo di indagini conoscitive sui terreni e sulla qualità dei materiali di costruzione propedeutiche alle verifiche sismiche stesse (nello specifico si tratta di 280 edifici con verifiche sismiche in corso e 170 edifici con indagini conoscitive sul terreno e sui materiali in corso).
Per i restanti 498 edifici ancora da esaminare totalmente servono ulteriori risorse finanziarie specifiche per proseguire con le attività di verifica e di progettazione.

Da una stima del fabbisogno economico, per completare le attività di adeguamento sismico del patrimonio esistente sugli edifici pubblici e strategici nei soli comuni a maggior rischio sismico della Toscana, risulta che servirebbero almeno altri 440.000.000 euro circa.

Quando si riuscirà a completare il programma, con quali step?

Non è purtroppo possibile effettuare alcuna valutazione circa la tempistica per il completamento del programma di prevenzione sismica, poiché tale aspetto è direttamente connesso con l’entità delle risorse economiche messe a disposizione. Si ricorda che la L.R. 58/2009 stabilisce annualmente risorse economiche pari a circa 2.415.000 euro per attuare tali iniziative di prevenzione.

Quanto costa? (quanto ci mette la Regione e quanto gli altri enti)

E’ necessario sottolineare come ad oggi sono state stanziate in Regione Toscana complessivamente circa 142.000.000 euro per interventi di adeguamento/miglioramento sismico o nuova costruzione del patrimonio edilizio pubblico.

Circa 4.000.000 euro, inoltre, sono stati stanziati per coprire tutte le attività preliminari e propedeutiche di conoscenza del terreno e dei materiali degli edifici pubblici tramite la realizzazione di campagne di indagini geologiche, geofisiche e geotecniche sui terreni di fondazione, prove sui materiali degli edifici stessi e attività di studio/ricerche finalizzate alla prevenzione sismica mediante le quali sono stati coinvolti anche enti di Ricerca/Università.

Di seguito si riporta il quadro dei finanziamenti erogati ad oggi, suddivisi per funzione e, limitatamente alle strutture ospedaliere e agli edifici scolastici, anche per aree geografiche.

finanziamenti pubblici per interventi sul patrimonio edilizio pubblico strategico e rilevante (dati aggiornati a fine 2010)
FunzioneFinanziamenti (€)Percentuale/totale
Scuole94.000.000,0063%
Edifici Pubblici25.000.000,0019%
Ospedali7.000.000,005%
Altro18.000.000,0013%
TOTALE142.000.000,00 

Quanto si è già speso finora e quanti edifici (suddivisi per tipologia e per aree) sono già stati messi a posto?

Vedere risposta n.2 e n.4

Le norme antisismiche: come sono graduate?

Dal punto di vista della progettazione edilizia, con l'entrata in vigore del D.M. 14 gennaio 2008 la stima della pericolosità sismica, viene definita mediante un approccio "sito dipendente" e non più tramite un criterio "zona dipendente". In altre parole la stima dell’azione sismica necessaria per gli interventi di natura progettuale non è più connessa con la zona sismica di appartenenza (come nelle precedenti normative nazionali), ma viene stimata direttamente per il sito in esame, utilizzando come riferimento le informazioni disponibili nel reticolo di riferimento desunta dalla mappa di pericolosità sismica nazionale (riportato nella tabella 1 nell'allegato B del D.M. 14 gennaio 2008).

Pertanto con l'entrata in vigore delle nuove norme tecniche (NTC’08), la classificazione sismica del territorio è scollegata dalla determinazione dell'azione sismica di progetto, mentre rimane il riferimento per la trattazione di problematiche tecnico-amministrative connesse con la stima della pericolosità sismica.

Quali i requisiti nei Comuni a più alto rischio sia per i privati che per gli edifici pubblici?

I requisiti sono stabiliti dalla normativa sismica nazionale (NTC ’08) e sono direttamente connessi con la valutazione della severità dell’azione sismica di progetto definita in funzione dell’ubicazione del sito in esame e in relazione alla sua destinazione d’uso (differente tra i privati e i pubblici).

Ci sono degli incentivi?

Vi sono numerosi incentivi regionali che vengono promossi dal Settore Coordinamento Regionale Prevenzione Sismica mediante la pubblicazione di bandi pubblici rivolti esclusivamente agli enti locali. Sul sito http://www.rete.toscana.it/sett/pta/sismica/index.shtml è possibile reperire la documentazione relativa.

Inoltre entro il 2012 saranno definiti anche alcuni incentivi rivolti ai privati.

La normativa è stata cambiata recentemente?

Vedere riposta n. 6

Ci sono dei parametri in base ai quali chi acquista un’abitazione può sapere se l’abitazione è considerata sicura sulla base delle norme previste per quella data zona?

Prioritariamente, il riferimento generale è quello della normativa sismica nazionale (NTC ’08) che fissa il livello di sicurezza da raggiungere per ogni abitazione anche in funzione della sua posizione geografica.

Naturalmente è necessario effettuare anche ulteriori valutazioni rispetto all’epoca di costruzione degli edifici in relazione alla storia della classificazione sismica del Comune in esame.

C’è una classificazione antisismica degli edifici anche privati?
E’ la medesima dei pubblici (NTC ’08)

Mappa



Microzonizzazione

Con le mappe di pericolosità sismica nazionali a cui fanno riferimento anche le norme tecniche per le costruzioni (NTC ’08) è possibile definire esclusivamente la pericolosità di base del territorio, cioè la risposta sismica attesa in un sito in condizioni ideali tali da escludere qualsiasi fenomeno di amplificazione del moto sismico, rappresentato da un suolo roccioso rigido (assenza di amplificazioni stratigrafiche) e con morfologia pianeggiante (assenza di fenomeni di amplificazione topografica).

In realtà è invece necessario prevedere ulteriori complicazioni connesse con il possibile incremento dell’azione sismica connesso con gli effetti locali dei terreni imputabili alle condizioni stratigrafiche, topografiche peculiari di ciascun sito nonché alla morfologia del substrato roccioso al disotto delle coperture alluvionali. Questo fenomeno viene studiato in ambito regionale mediante indagini e studi di Microzonazione Sismica.

Oltre ai fenomeni di amplificazione del moto sismico in tali studi vengono individuate e perimetrate le aree suscettibili di instabilità che in caso di sisma posso dar luogo a frane, cedimenti differenziali e come accaduto in Emilia a fenomeni di liquefazione delle sabbie.

Tali studi di Microzonazione Sismica sono stati avviati in Toscana, a partire dal 1997 con l’attuazione di un programma denominato VEL (Valutazione Effetti Locali), mediante il quale sono state realizzate numerose indagini geologiche, geofisiche e geotecniche sui terreni finalizzate alla predisposizione di mappa di pericolosità sismica a scala comunale.

Questo aggiornamento lo trovi in:
Aggiornato al:
14.04.2015
Article ID:
51004