Crpm, Giani chiude i lavori del political bureau: “Continuare a fortificare politiche di coesione UE”

Riguardo al futuro delle politiche di coesione dell’Unione europea occorre sgombrare il campo dalle ipotesi di una riduzione del budget complessivo e rendere più semplici regolamenti e procedure. Sono questi i principali punti al centro della giornata conclusiva dei lavori dell’ufficio politico (Political bureau) della Conferenza delle regioni periferiche e marittime (Crpm) ospitato l’8 e il 9 giugno in Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze. I temi oggetto della discussione di venerdì 9 giugno - a cui ha preso parte anche Nicola De Michelis, direttore alla Commissione europea presso l'unità responsabile di crescita intelligente e sostenibile, e responsabile della politica di coesione per il Sud Europa - sono stati fissati nella bozza di Manifesto che il bureau politico sottoporrà il prossimo novembre per l’approvazione definitiva all’Assemblea generale di questa storica rete di oltre 150 regioni europee, di cui la Toscana attraverso Eugenio Giani ricopre la vicepresidenza con delega proprio alla politica di coesione. 

Giani, tirando le fila del confronto che ha impegnato i delegati del bureau, ha sottolineato che “Le Regioni devono continuare a lavorare molto sulle politiche di coesione e fortificarle, perché sono lo strumento mediante il quale l’Europa si concretizza in ogni Stato membro dell’Unione”.

Per il presidente della Toscana, “conta il pragmatismo che deriva dalla ricchezza dei contenuti delle Regioni: così ad esempio nel caso dei fondi europei si vede come i bandi nazionali non colgano le priorità quanto invece riescono a fare le Regioni stesse”.

“I rischi di una diminuzione delle risorse nel nuovo periodo di programmazione ci preoccupano e la Crpm sta lavorando per evitarli”, ha spiegato Cees Loggen, presidente della Conferenza e assessore della provincia olandese del Nord-Holland. Per Loggen, che ha ringraziato la Regione per l’ospitalità, occorre rinnovare e migliorare questa policy così importante per le regioni e per i cittadini, soprattutto perché è una delle policy europee, se non l’unica, realmente visibile ai cittadini”. Inoltre, ha aggiunto il presidente della Conferenza, “bisogna garantire una politica di coesione più semplice”, perché la semplificazione “è un elemento chiave da migliorare per il futuro”.

Altro punto chiave affrontato durante il confronto è il futuro della politica comune sul settore ittico, tema molto caro alla Toscana e a tante altre regioni della Crpm. Nei mesi scorsi la Commissione europea ha presentato un pacchetto di norme per la pesca sostenibile, la protezione degli ecosistemi marini e la sicurezza alimentare.

Sul punto, il bureau ha dedicato uno specifico panel nella mattina del 9 giugno durante il quale la vicepresidente della giunta Stefania Saccardi ha portato le osservazioni della Toscana. “La pesca è un’attività che può essere svolta in maniera assolutamente sostenibile rispetto all’ambiente e in Toscana coinvolge un numero importante di piccole e medie imprese, spesso riunite in cooperative” ha precisato Saccardi. “La nostra marineria ha circa 560 imbarcazioni, il 90 per cento delle quali esercita una pesca di tipo artigianale, solo una piccola parte esercita la pesca a strascico ed è costituita da motopesca di dimensioni piuttosto contenute, che utilizzano attrezzature non particolarmente impattanti sul nostro fondale”. 

Di qui la prima delle questioni portate in evidenza dinanzi al bureau: “La Toscana ha davanti alle sue coste una grande quantità aree protette, circa 450 mila ettari su 1 milione e mezzo di ettari:  nel nostro mare l’obiettivo del 30 per cento di tutela delle aree è sostanzialmente già raggiunto e un’ulteriore limitazione sarebbe davvero devastante”. Perciò la raccomandazione dalla Toscana è di “fare attenzione alle diverse situazioni, il raggiungimento degli obiettivi è nazionale, ma non dovrebbe essere declinato in modo generalizzato sulle diverse regioni”.

C’è poi “necessità di maggiori investimenti sulla flotta: la tecnologia mette a disposizione motori e strumenti meno impattanti sull’ambiente e che consentono un risparmio economico alle imprese, alle prese con gli alti costi energetici”. E ancora, continua Saccardi, c’è la questione della sicurezza sul lavoro: “Investire sul rinnovamento consentirebbe di introdurre elementi di maggiore sicurezza per i lavoratori e sostenere anche il ricambio generazionale, che è un’altra delle criticità con cui si misura la pesca nella nostra regione, malgrado molte siano imprese a carattere familiare”. (Fonte: Toscana Notizie)

Condividi
Aggiornato al:
28.06.2023
Article ID:
159518327