Risoluzione crisi aziendali

Sono stati molti, oltre 200, i casi di vertenze aziendali che la Regione Toscana ha affrontato nel corso della legislatura. Quando scriviamo ce ne sono ancora aperte 48, e coinvolgono oltre 12.300 lavoratori (senza considerare l’indotto) impiegati nelle unità produttive con sede in Toscana. Gran parte di questi posti sono a rischio, con esuberi dichiarati o già formalizzati in licenziamenti, oppure sotto ammortizzatori sociali.

Tra le vertenze ancora aperte di particolare rilievo sono quelle che riguardano il polo siderurgico di Piombino (ex Lucchini, ora passato al gruppo Jindal) e la Bekaert a Figline.

Ma ci sono state anche la Whirlpool a Siena, la Sanac (controllata Ilva) a Massa, la Mercatone Uno, la Gkn, Cooperativa agricola di Legnaia a Firenze. Rilevanti le vicende Richard Ginori a Sesto Fiorentino, Braccialini e Malo a Scandicci, Floramiata (caso di successo in territorio ‘debole’), Cft, Smith nella Valdicecina, Comdata (ex People Care) di Collesalvetti, Scarlino Energia ed Eurovinil a Grosseto, Cerpelli-Finder a Seravezza, Panitaly ad Altopascio e la Vibac di Vinci, (conclusa con il ritiro delle procedure di licenziamento).

A luglio del 2019 la Regione Toscana ha firmato con le parti sociali il patto per lo sviluppo: 8 miliardi di euro di investimenti che, secondo le stime di Irpet, possono contribuire a creare 110mila nuovi posti di lavoro in cinque anni.

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chiuso in redazione il 15 luglio 2020