4° Censimento generale dell'agricoltura 1990. Vitigni e vigne della Toscana

4° Censimento generale dell'agricoltura 1990. Vitigni e vigne della Toscana

Agricoltura

Vitigni e vigne della Toscana (Informazioni statistiche n. 3 marzo 1995)

4° Censimento Generale dell'Agricoltura 21 ottobre 1990

Introduzione

Le tavole statistiche contenute nel presente volume costituiscono l'analisi della viticoltura toscana desunta dall'elaborazione ad hoc dei dati relativi al 4° Censimento Generale dell'Agricoltura iniziato il 21 ottobre 1990.
I dati raccolti con i censimenti sono un'importante fonte informativa sugli aspetti strutturali e organizzativi delle aziende agricole; il fine principale è quello di ottenere dati comparabili sia a livello temporale che territoriale, sulla consistenza e sulla struttura delle aziende agricole, rilevati secondo concetti, metodi e definizioni uniformi, ma anche quello di ottenere una corretta impostazione della politica agricola italiana verso la comunità europea e di conseguenza regionale della Toscana.
In questo lavoro si è cercato di avere un'immagine delle aziende agricole produttrici di vino D.O.C. e D.O.C.G. in Toscana analizzando le superfici dei vitigni più diffusi in Toscana a livello territoriale comunale e per 25 aree D.O.C. e D.O.C.G. ottenute come aggregazione di comuni all'interno dell'area. E' necessario ricordare che non si può calcolare una sommatoria delle superfici dei vitigni per riaggregazione di aree vinicole per la presenza di alcuni comuni che appartengono a più di un'area contemporaneamente.

I vitigni analizzati sono qui di seguito elencati:
Aleatico, Ansonica, Biancone, Brunello di Montalcino (o Sangiovese grosso), Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Canaiolo Bianco, Canaiolo Nero, Chardonnay, Ciliegiolo, Colorino, Clairette, Grechetto, Greco, Malvasia del Chianti (o Malvasia lunga), Malvasia Nera di Lecce, Merlot, Montepulciano, Pinot Bianco, Pinot Grigio, Pinot Nero, Prugnolo Gentile, Riesling Italico, Riesling Renano, Roussane, Sangiovese, Sauvignon, Semillon, Syrah, Trebbiano Toscano, Verdello, Vermentino Bianco, Vermentino Nero, Vernaccia di San Gimignano.
Nel 4° Censimento dell'Agricoltura è stata dedicata un'intera sezione del questionario alle notizie particolari sulla coltivazione della vite all'interno della quale era chiesto di specificare la produzione di ciascun vitigno per classi di anno di impianto.
La superficie totale di ogni vitigno è ripartita in sei raggruppamenti secondo l'anno d'impianto; dette superfici sono poi state ulteriormente raggruppate in quattro ripartizioni secondo questa classificazione:
- posteriore all'agosto 1987
- dall'agosto 1987 al settembre 1980
- dall'agosto 1980 al settembre 1960
- anteriore al settembre 1960


1. Quadro generale sulla viticoltura in Toscana

1.1 Evoluzione dei principali vitigni presenti in Toscana vai >>>

1.2 Considerazioni in merito agli aspetti economici delle aziende viticole vai >>>

1.3 Evoluzione dei principali vitigni presenti in Toscana nell'ambito dei vini a D.O.C. e D.O.C.G. vai >>>

1.1 Evoluzione dei principali vitigni presenti in Toscana

Il Sangiovese in Toscana è ancora il vitigno "principe": i suoi 18.332,16 ettari (60,84% del totale dei vitigni considerati) sovrastano ogni altra presenza "viticola" regionale. Partecipa come vitigno dominante in ogni vino a denominazione di origine ed in molti casi, per la sua spiccata originalità, vengono proposti al consumo vini da tavola ad indicazione geografica con il vitigno Sangiovese in purezza.
L'86% degli impianti vitati destinati a Sangiovese sono stati realizzati negli anni '60, in coincidenza con programmi nazionali e regionali che favorirono la riconversione quantitativa e qualitativa dei vigneti. Solo il 2% del vitigno Sangiovese si è "riconvertito", ovvero reimpiantato nell'ultimo biennio degli anni '80.
Per tali considerazioni statistiche è certamente quello che ha maggiore necessità di essere riconvertito in quanto "maturo" sul piano dell'obsolescenza fisiologica.
Alla pari del Sangiovese, in quanto ha partecipato e partecipa alla "formula del Chianti", il vitigno Trebbiano Toscano con i suoi 3738 ettari, ovvero l'84%, 6% della superficie complessiva reimpiantato negli anni '60, ha la necessità di una riconversione quantitativa e qualitativa in considerazione dell'evoluzione degli studi in essere sul piano varietale e clonale. Tra i vitigni che si sono rivelati per una loro recente riconversione spicca su tutti il Sangiovese Grosso (clone Brunello di Montalcino) con il 17% degli impianti realizzati nell'ultimo biennio degli anni '80.
Nel quadriennio trascorso i dati rilevati dal 4° Censimento Generale dell'Agricoltura evidenziano che una serie di vitigni considerati "minori", ritrovano una seconda "giovinezza" e credibilità da parte del viticoltore ed un conseguente incremento delle superfici. Tale considerazione la si può affermare per i vitigni Aleatico, Ansonica, Ciliegiolo, Prugnolo Gentile e Vermentino Bianco.
Ai vitigni miglioratori Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Chardonnay, che continuano a riscuotere un grande interesse da parte dei vignaioli della Regione, si affiancano altri vitigni che hanno saputo ben ambientarsi in alcuni specifici areali quali il Merlot, il Riesling Italico, il Semillon, il Sauvignon ed il Syrah.
L'evoluzione dei principali vitigni presenti nelle discipline delle varie D.O.C. e D.O.C.G. in ambito provinciale e secondo le classi d'impianto evidenziano che nella provincia di Massa Carrara gran parte dei vitigni e delle aziende risultano essere presenti nel comune di Massa ed impiantati negli anni '60. Il comune di Massa primeggia per numero di aziende e per superficie vitata. Nella provincia di Lucca i comuni di Montecarlo e di Capannori rappresentano un po' l'epicentro delle due denominazioni di origine Montecarlo e Colline Lucchesi. Si denota nella denominazione Montecarlo, anche alla luce della recente modifica al disciplinare di produzione, un certo interesse dei viticoltori ad una riconversione varietale sviluppatasi principalmente in quest'ultimo quinquennio. Nella provincia di Pistoia i comuni compresi nell'area del Montalbano ed in parte della Val di Nievole riscontrano una significativa presenza di vitigni sia nella D.O.C.G. Chianti che nella D.O.C. Bianco della Val di Nievole. Il comune con il maggior numero di aziende in rapporto alla superficie vitata complessiva, ben 53 aziende per circa 64 ettari a dimostrazione di una forte polverizzazione, risulta essere Lamporecchio. Nella provincia di Firenze Greve in Chianti, San Casciano Val di Pesa e Montespertoli sono i tre comuni che superano di poco i mille ettari cadauno di superficie vitata con i principali vitigni oggetto di rilevazione. Greve in Chianti primeggia per numero di aziende (257) che rivendicano la Denominazione di Origine Controllata, per la precisione Chianti Classico. Anche questi comuni denotano una forte "obsolescenza" fisiologica con una percentuale media dei vigneti dal 12 al 15% impiantati prima degli anni '60. Nella provincia di Livorno i comuni di Castagneto Carducci (per la D.O.C. Bolgheri) e Portoferraio (per la D.O.C. Elba bianco e rosso) risultano essere pienamente rappresentativi delle rispettive aree a denominazione di origine. I comuni dell'Elba denotano una maggiore polverizzazione aziendale in rapporto alla superficie, nei confronti dei restanti comuni vitati della provincia. Nella provincia di Pisa i comuni di Terricciola, Crespina e San Miniato risultano essere gli unici a superare i cento ettari cadauno di vitigni impiantati per produrre vini a denominazione di origine. La riconversione quantitativa e varietale sviluppatasi nella provincia è di modesta entità, mentre San Miniato per numero di aziende si presenta particolarmente polverizzata in rapporto alla superficie vitata complessiva: una azienda per una superficie media di 4 ettari. La provincia di Arezzo denota un modesto investimento viticolo in quest'ultimo quinquennio: il comune di Terranuova Bracciolini spicca sugli altri comuni per il suo "dinamismo" nella sua riconversione quantitativa e qualitativa. Gran parte degli interessi vitati in provincia sono concentrati nell'area a ridosso di Arezzo e nella Val di Chiana. La provincia di Siena tra le province della regione è quella che ha mostrato un forte rinnovo generazionale in gran parte indipendentemente da ogni aiuto creditizio all'impresa. Castellina in Chianti, Castelnuovo Berardenga, Gaiole in Chianti, Montalcino, Montepulciano e San Gimignano, sono i comuni che con oltre mille ettari cadauno rivestono un ruolo di "traino" per tutta la viticoltura di qualità nel senese. In rapporto alla superficie vitata complessiva il comune con il maggior numero di aziende in cui sono presenti i vitigni considerati è Montepulciano. I maggiori investimenti vitati in questo quinquennio si sono concentrati prevalentemente nel comune di Montalcino. La provincia di Grosseto vede in Pitigliano e Scansano i comuni che rappresentano la viticoltura strettamente connessa alle denominazioni di origine del Bianco di Pitigliano e del Morellino di Scansano. Modesti risultano i nuovi investimenti vitati nel biennio fine anni '80. Un certo rinnovo quantitativo e varietale è in atto in provincia per l'applicazione di fondi strutturali della Comunità e per la recente approvazione di due nuove denominazioni di origine: Ansonica Costa dell'Argentario e Monteregio di Massa Marittima.

1.2 Considerazioni in merito agli aspetti economici delle aziende viticole

Forma giuridica
Tra i vini qualificati a denominazione di origine "controllata e garantita" il Chianti presenta il numero maggiore di aziende con persone fisiche che le conducono direttamente: 16,12% del totale. Segue il Vin Nobile di Montepulciano con il 18,72% del totale delle aziende e poi la Vernaccia di San Gimignano con il 15,83%. Per la forma giuridica delle persone fisiche si constata che ogni nucleo aziendale in media gestisce dai tre ai cinque ettari con una "punta" del Carmignano D.O.C.G. in cui otto nuclei familiari gestiscono 56 ettari. La figura della piccola o media azienda a conduzione familiare ha un indubbio interesse se si pensa che rappresenta per i vini a D.O.C.G. una superficie di 22.174 ettari pari a circa il 67% della superficie complessiva. Le sole S.P.A. rappresentano in termini di superficie investita il 9,58% della superficie globale. Per le altre aree qualificate a D.O.C. riscontriamo che nell'area del Bianco Val d'Arbia vi sono 17 Società Per Azioni con circa 1.161 ettari, ovvero circa il 22% dell'intera superficie (5.301): a tale aspetto si affianca una accentuata polverizzazione aziendale, ogni nucleo familiare per una media di 4,56 ettari vitati. Per le altre aree a D.O.C. si evidenzia lo stesso fenomeno di "polverizzazione" aziendale in rapporto alla superficie: per la zona della Val di Cornia: 2.158 nuclei familiari gestiscono 1.530 ettari. Un maggior dettaglio è possibile estrapolarlo dai dati della tavola 2.1.
Nelle province di Massa Carrara, Lucca, Livorno, Pisa, Arezzo, Grosseto e Pistoia, la forma giuridica prevalente è l'impresa familiare. Nella provincia di Firenze le S.P.A. "detengono" circa il 7,49% della superficie vitata complessiva. Comunque una percentuale rilevante del 66,21% della superficie vitata è detenuta da persone fisiche e/o nuclei familiari. Il comune che si evidenzia per aziende (230) e per superficie vitata detenuta da nuclei familiari è Greve in Chianti con 976 ettari, pari al 63,70% del totale. Lo stesso comune di Greve in Chianti denota che le S.P.A. ed altre Società rappresentano in superficie vitata il 35,24%. Nella provincia di Siena le S.P.A. ed altre Società detengono con una superficie complessiva di 5342 ettari ben il 47,31% della superficie complessiva (11.291,45 ettari). La maggiore quantità di aziende con nuclei familiari la ritroviamo nei comuni di Montepulciano e San Gimignano. Tali considerazioni rafforzano la convinzione che il "crinale" dei Monti del Chianti Firenze-Siena sia la "tratta" dove le aziende di tipo capitalistico (S.P.A. ed altre società, ad esclusione delle imprese familiari e delle aziende di enti pubblici) presentano una superficie media investita a vigneto per azienda di ha 24,28 per la provincia di Siena e di ha 18,04 per la provincia di Firenze.

Sesso e tipologia del capo azienda
Nelle aree dei vini a D.O.C.G. constatiamo che gli uomini sono sempre in maggioranza ad avere la conduzione dell'azienda, anche se in proporzioni diverse, comunque superiori all'85%: la presenza femminile primeggia nell'area del Brunello di Montalcino e nel Carmignano che gestiscono ben il 22% delle aziende, a differenza del Chianti 16% ed in forma decrescente nel Vin Nobile di Montepulciano 15% e la Vernaccia di San Gimignano (Vino al femminile) vede ancora una predominanza nella conduzione degli uomini, in quanto le donne gestiscono solo il 14% delle aziende complessivamente. Per quanto riguarda la conduzione constatiamo che nell'area del Brunello e nel Chianti la conduzione è in parte delegata ad altra persona, per oltre il 20% nel Brunello e poco al di sotto nel Chianti. Nell'ambito dei vini a D.O.C.: riscontriamo che la percentuale di aziende condotte da donne varia tra il 10 ed il 25%. Percentuali vicino o al di sotto del 10% nel Bianco di Pitigliano, nel Bianco della Val di Nievole, nel Colli di Luni, nel Morellino di Scansano e nel Pomino, le restanti D.O.C. sono condotte da donne in una percentuale variabile che in alcuni casi supera il 25% come nel caso del Candia dei Colli Apuani, Elba Bianco e Rosso, Montecarlo, Montescudaio, Moscadello di Montalcino, Rosso di Montalcino. Circa il modo di condurre le aziende si evidenzia che tra il 70 ed il 95% le aziende sono condotte direttamente: in alcune aree la delega a soggette esterne è superiore, come ad esempio nel Bianco Val d'Arbia, nel Bianco Vergine Val di Chiana, nel Moscadello di Montalcino, nel Rosso di Montalcino e nel Rosso e Bianco delle Colline Lucchesi. I dati disaggregati per province si rilevano dai dati posti nella tavola 2.10.

Titolo di studio del capo azienda
E' possibile affermare che le aree vitate dedite alla produzione di vini a D.O.C.G. sono gestite da manager con una elevata qualificazione professionale, riferita al titolo di studio, rispetto al resto delle aree a D.O.C.: per le cinque D.O.C.G. considerate i laureati in agraria che conducono le aziende sono in numero di 163 e rappresentano il 2,81% dei conduttori. I periti agrari o gli agrotecnici sono 322, pari al 5,55% del totale dei conduttori. Ambedue le qualificazioni professionali rappresentano l'8,36% ed i soli laureati in Scienze Agrarie per le D.O.C.G. conducono idealmente cadauno oltre 200 ettari. Tutte le D.O.C. residue della Toscana affidano il loro patrimonio viticolo a soli 87 laureati in Scienze Agrarie, una percentuale estremamente modesta nei confronti della restante superficie vitata complessiva. Analizzando il riscontro provincia per provincia evidenziamo che: nelle province di Massa, Lucca e Pistoia nessun laureato è posto a dirigere aziende viticole e sono presenti solo 17 diplomati in agraria. Firenze guida la classifica tra le province più sensibili al "titolo" con 71 laureati nelle materie agronomiche e 113 periti agrari. Seguono Siena con 44 laureati e 92 periti agrari, Arezzo con 18 laureati e 40 periti agrari. Scarsa attenzione viene rivolta alla professionalità del titolo nelle province di Livorno, Grosseto e Pisa: in totale i dottori in agraria conducono 14 aziende ed i diplomati in agraria 22 aziende. Il comune dove operano più laureati in agraria è Greve in Chianti con ben 15 "capi azienda" dottori ed è sempre Greve in Chianti con 23 diplomati in agraria a gestire aziende vitivinicole.

1.3 Evoluzione dei principali vitigni presenti in Toscana nell'ambito dei vini a D.O.C. e D.O.C.G.

Brunello di Montalcino D.O.C.G.
Il vitigno Sangiovese Grosso (clone Brunello di Montalcino) vede un suo profondo rinnovamento generazionale nell'ultimo decennio. Gran parte degli impianti è stata realizzata già nel ventennio che va dal 1960 al 1980 e poco più di quaranta ettari, quindi soltanto il 6%, ha più anni di età.

Carmignano D.O.C.G.
Il vitigno "principe" risulta essere il Sangiovese affiancato da una serie di vitigni cosiddetti "miglioratori" che in alcuni casi quali ad esempio il Cabernet Sauvignon ed il Cabernet Franc, trovano riscontro nel territorio di Carmignano da molti decenni. Il rinnovo degli impianti, pertanto, si è attestato principalmente negli ultimi anni in direzione del Sangiovese, del Cabernet Sauvignon e del Canaiolo Nero Modesti; gli interventi sul Trebbiano, la Malvasia Bianca Lunga ed il Canaiolo B.

Chianti D.O.C.G.
Poco meno del 10% dei vitigni tradizionali del Chianti (Sangiovese, Trebbiano Toscano, Malvasia Bianca Lunga, Canaiolo Nero) si presenta impiantato prima degli anni '60. Il restante 90%, per una superficie di poco superiore ai 16.000 ettari, ha comunque più di trent'anni. Il Cabernet Sauvignon pur presente modestamente nell'area del Chianti vede un interessamento dei viticoltori ad affiancarlo al Sangiovese già negli anni '80.

Vino Nobile di Montepulciano D.O.C.G.
L'area del Vino Nobile di Montepulciano si attende molto dalla ricerca in atto sui nuovi cloni di Prugnolo Gentile (Sangiovese) per rinnovare la viticoltura. In concreto tutta la superficie interessata a tale vitigno risulta essere impiantata negli anni '60. Un modesto interessamento dei produttori al rinnovo generazionale ha "investito" il Sangiovese in una percentuale comunque modesta e in ogni caso in questi ultimi anni. Modesto l'intervento di rinnovo del Canaiolo Nero sia sul piano qualitativo che quantitativo.

Vernaccia di San Gimignano D.O.C.G.
Lo storico vitigno Vernaccia di San Gimignano vede incrementare la sua estensione negli anni '60-'80 e dopo un periodo di stasi, l'ultimo decennio vede un profondo rinnovamento generazionale. La ricerca di cloni migliorativi del vitigno è particolarmente attesa dai viticoltori. Risulta minimale la presenza in percentuale di vitigni aventi oltre 35 anni. Il rinnovamento della Vernaccia è andata a discapito del rinnovo generazionale del Trebbiano. Quest'ultimo è presente in gran parte a San Gimignano come impiantato degli anni tra il '60 e l''80.

Bianco dell'Empolese D.O.C.
Dominanza della tradizionale accoppiata dei vitigni bianchi toscani: la Malvasia ed il Trebbiano. Superfici quasi interamente impiantate negli anni '60 che non presentano "segnali", almeno dalla lettura dei seguenti dati, di una qualche apertura all'introduzione di vitigni miglioratori in misura apprezzabile.

Bianco di Pitigliano D.O.C.
Per il "bianco degli Etruschi", dopo le recenti modifiche al disciplinare di produzione, è in atto una profonda trasformazione della sua base ampelografica. La dominanza del Trebbiano (di cui varie decine di ettari risultano essere impiantati prima degli anni '60) sarà attenuata dall'introduzione in questi anni di vitigni miglioratori. Un modesto rinnovo ha interessato in questo decennio la Malvasia Bianca Lunga.

Bianco Pisano di S. Torpè D.O.C.
Un vino a denominazione di origine che necessita di un profondo rinnovamento viticolo, sia qualitativo che quantitativo, è oggi impostato prevalentemente sul vitigno Trebbiano. Risulta opportuna una revisione del relativo disciplinare di produzione. Si denota un modesto intervento di rinnovo in questi ultimi anni per una percentuale che non supera il 10% dell'intera superficie investita a Trebbiano.

Bianco Val d'Arbia D.O.C.
Una denominazione alquanto recente che ancora non riesce a sviluppare una sua "identità" viticola ora concentrata quasi integralmente sul Trebbiano e la Malvasia. Contenuti gli interventi di rinnovo viticolo.

Bianco della Valdinievole D.O.C.
I pochi ettari di Vermentino presenti nell'area a D.O.C. si presentano alquanto longevi (impiantati prima degli anni '60). I vitigni tradizionali, quali il Trebbiano ed in particolare la Malvasia riscontrano un certo interesse ad esser rinnovati, sul piano generazionale, in questi anni.

Bianco Vergine Val di Chiana D.O.C.
Il Trebbiano domina incontrastato con una superficie quasi doppia rispetto alla Malvasia. Per ambedue i vitigni i viticoltori non hanno operato che un ridottissimo rinnovo viticolo, in attesa di poter utilizzare appieno le modifiche ampelografiche intervenute con la rinnovata denominazione di origine.

Bolgheri D.O.C.
La chiamano la "Napa Valley" viticola della Regione. La nuova D.O.C. con l'inserimento della tipologia Rosso e l'ingresso di vitigni miglioratori, ben adattati da anni in questi areali, sono una garanzia di sicura qualificazione per tale vino. La denominazione di origine, alquanto giovane, non era riuscita con i vitigni tradizionali, in particolare il Trebbiano, a sapersi adeguatamente distinguere e valorizzare sui mercati.

Candia dei Colli Apuani D.O.C.
Una viticoltura difficile in un territorio da tutelare ad ogni costo. Si denota la necessità di un profondo rinnovamento su tutti i vitigni presenti nell'area viticola di Massa: il 35-40% di tali vitigni è stato impiantato prima degli anni '60. Il Vermentino, allo stato dei fatti, risulta il vitigno su cui molti viticoltori credono di potervi investire le proprie energie in termini di riconversione qualitativa e quantitativa.

Colli di Luni D.O.C.
Una propaggine toscana di tale denominazione che ha il suo maggior "investimento" viticolo in Liguria. Anche per questa D.O.C., alla pari del Candia dei Colli Apuani, il vitigno Vermentino sembra essere il protagonista di tale area.

Elba Bianco e Rosso D.O.C.
Un vino che recentemente ha subito profonde innovazioni, in particolare per l'inserimento a "pieno titolo" dei vitigni Ansonica ed Aleatico. Per la tipologia Elba Rosso il Sangiovese ed il Biancone, denotano un graduale e crescente interesse dei viticoltori dell'Elba.

Montecarlo D.O.C.
Una denominazione di origine che rivendica la presenza di interessanti vitigni (quali il Rousanne) da salvaguardare e la volontà dei viticoltori di continuare nel graduale inserimento di vitigni cosiddetti miglioratori. Si denota in questi ultimi anni un interesse nel rinnovo delle superfici verso il Rousanne, il Pinot Grigio, il Sauvignon ed il Semillon.

Montescudaio Bianco e Rosso D.O.C.
Il Sangiovese ed il Trebbiano rappresentano, in questa denominazione di origine, i vitigni base che hanno evidenziato anche un certo interesse da parte dei viticoltori a rinnovarli in questo decennio. Il Vermentino seppur modestamente rappresentato risulta in gran parte obsoleto e non riscuote nei Comuni interessati alla D.O.C. un grande credito. Il vino ha la necessità di un suo "riposizionamento" sul mercato per il tramite anche di una revisione del disciplinare di produzione.

Morellino di Scansano D.O.C.
La grande "popolazione" dei vitigni Sangiovese permette di produrre a Scansano un Morellino che, seppur non invecchiato, si presenta estremamente interessante sul piano organolettico. Oltre trecento ettari impiantati negli annni '60 che necessitano di una parziale riconversione quantitativa e nel caso un affinamento varietale se non clonale.

Moscadello di Montalcino D.O.C.
Una denominazione abbastanza recente che vede il vitigno Moscato impiantato a Montalcino in questo quinquennio, non rimpiangere la tradizione del Moscadelletto di Montalcino. Prime positive risultanze nella produzione del vitigno verso la tipologia "vendemmia tardiva".

Parrina D.O.C.
Una denominazione di origine presente in un areale estremamente ristretto. Solo recentemente le poche aziende presenti si sono adoperate per un rinnovamento varietale. Un rinnovamento che si affianca ad una presenza ancora dominante del Trebbiano, del Sangiovese e della Malvasia. Un certo interesse per la valorizzazione dell'Ansonica anche con i limitati ettari a disposizione.

Pomino D.O.C.
Un'area ristretta ed estremamente votata alla viticoltura, che "investe" in questi ultimi anni nel rinnovo di vitigni, Chardonnay, Merlot, Cabernet Sauvignon, "importati" nella frazione di Pomino già alla metà dell'800. Modesto l'interesse dei viticoltori per il Trebbiano ed il Canaiolo Nero.

Rosso di Montalcino D.O.C.
La modesta estensione del vitigno Sangiovese Grosso è giustificata dal fatto che il Rosso di Montalcino può esser rivendicato come denominazione a "cascata" dai vigneti iscritti al Brunello di Montalcino D.O.C.G.

Rosso e Bianco colline Lucchesi D.O.C.
Un grande interesse di questi anni al rinnovo viticolo da parte dei viticoltori della Lucchesia ai vitigni Vermentino Bianco, Trebbiano, Sangiovese e Malvasia. Si osserva per i vitigni Grechetto, Ciliegiolo e Vermentino Nero una certa obsolescenza per impianti effettuati prima degli anni '60.

Rosso Montepulciano D.O.C.
Alla pari del Rosso di Montalcino la modestia dei vitigni presenti in area è giustificata dal fatto che il vino a D.O.C. Rosso di Montepulciano può pervenire dai vigneti, in prevalenza il Prugnolo Gentile, iscritti alla D.O.C.G. Vin Nobile di Montepulciano per "Scelta vendemmiale".

Val di Cornia D.O.C.
Una recente denominazione di origine che investe in questi anni nel rinnovo del Vermentino Bianco, del Ciliegiolo ed in misura crescente verso il Cabernet Sauvignon.
 

Note metodologiche

 

In relazione ai dati considerati nelle tavole comunali, a tutela del segreto statistico, sono stati eliminati i dati relativi a singole aziende. Per tale motivo sia i dati individuali che l'assenza del dato sono stati sostituiti da una lineetta (-), pertanto, in alcune tavole, la somma dei parziali non corrisponde ai totali.
Nelle tavole che riportano i dati per classi di valori (superficie totale, superficie agricola utilizzata, ecc.) gli estremi inferiori di ciascuna classe si intendono inclusi e gli estremi superiori esclusi. Ad esempio nella classe di superficie totale da 2 a 5 ettari sono comprese le aziende da 2,00 ettari esatti fino a 4,99 ettari. Sono escluse pertanto le aziende da 5,00 ettari esatti.
E' da considerare, inoltre, che costituendo la superficie agricola utilizzata (SAU) una parte della superficie totale, nella ripartizione delle aziende per classi di SAU si verifica rispetto a quella per classi di superficie totale, un passaggio delle aziende verso le classi più piccole. Così, ad esempio, un'azienda costituita da 3,50 ettari di superficie totale di cui 1,20 ettari di SAU viene collocata nella classe da 3 a 4 ettari nella ripartizione per classe di superficie totale, mentre nella ripartizione per classe di SAU tale azienda figura nella classe da 1 a 2 ettari.

 


Quadro generale sui principali vitigni della Toscana

 

Tavola 1.1 - Superficie dei principali vitigni per anno di impianto e vitigno - Toscana (superficie in ha) (scarica tavola in xls)
Tavola 1.2 - Aziende e relative superfici D.O.C. e D.O.C.G. per anno di impianto dei vitigni e comune (superficie in ha) (scarica tavola in xls)
Tavola 1.3 - Superficie dei principali vitigni per aree D.O.C.G. (superficie in ha) (scarica tavola in xls)
Tavola 1.4 - Superficie dei principali vitigni per aree D.O.C. (superficie in ha) (scarica tavola in xls)
Tavola 1.5 - Superficie dei principali vitigni per comune (superficie in ha) (scarica tavola in xls)

 

Grafici

Ripartizione dei principali vitigni per anno d'impianto - per area D.O.C. e D.O.C.G.  (scarica tavole in file zip)

Ripartizione dei principali vitigni per area e anno d'impianto - per vitigno (scarica tavole in file zip)


Aspetti economici delle aziende vitivinicole per zone e comune

Tavola 2.1 - Aziende e relative superfici D.O.C. e D.O.C.G. per forma giuridica e area (superficie in ha) (scarica tavola in file xls)
Tavola 2.2 - Aziende e relative superfici D.O.C. e D.O.C.G. per forma giuridica e comune (superficie in ha) (scarica tavola in file xls)
Tavola 2.3 - Aziende con superficie D.O.C. e D.O.C.G. secondo la commercializzazione dell'uva per area (scarica tavola in file xls)
Tavola 2.4 - Aziende con superficie D.O.C. e D.O.C.G. secondo la commercializzazione del vino per area (scarica tavola in file xls)
Tavola 2.5 - Aziende con superficie D.O.C. e D.O.C.G. secondo la commercializzazione dell'uva per comune  (scarica tavola in file xls)
Tavola 2.6 - Aziende con superficie D.O.C. e D.O.C.G. secondo la commercializzazione del vino per comune (scarica tavola in file xls)
Tavola 2.7 - Aziende con superficie D.O.C. e D.O.C.G. che utilizzano mezzi meccanici per la raccolta dell'uva per area (scarica tavola in file xls)
Tavola 2.8 - Aziende con superficie D.O.C. e D.O.C.G. che utilizzano mezzi meccanici per la raccolta dell'uva per provincia (scarica tavola in file xls)
Tavola 2.9 - Aziende e relative superfici D.O.C. e D.O.C.G. per sesso e tipo del capo azienda e area (superficie in ha) (scarica tavola in file xls)
Tavola 2.10 - Aziende e relative superfici D.O.C. e D.O.C.G. per tipo e sesso del capo azienda, e comune (superficie in ha) (scarica tavola in file xls)
Tavola 2.11 - Aziende e relative superfici D.O.C. e D.O.C.G. per titolo di studio e tipo di capo azienda e area (superficie in ha) (scarica tavola in file xls)
Tavola 2.12 - Aziende e relative superfici D.O.C. e D.O.C.G. per titolo di studio del capo azienda e comune (superficie in ha) (scarica tavola in file xls)
Tavola 2.13 - Aziende con superficie D.O.C. e D.O.C.G. per titolo di studio, tipo e sesso del capo azienda - Toscana (scarica tavola in file xls)
Tavola 2.14 - Aziende con superficie D.O.C. e D.O.C.G. e giornate lavorate dal capo azienda per relativo sesso e tipo - Toscana (scarica tavola in file xls)

Allegati

Glossario

CAPO AZIENDA
Persona che di fatto gestisce l'azienda e cioè la persona fisica che assicura la gestione corrente e quotidiana dell'azienda.
Si ha la gestione quotidiana dell'azienda anche quando l'attività è assicurata per un limitato numero di mesi, come ad esempio, nelle aziende specializzate per la viticoltura, olivocoltura ecc.
Il capo azienda è in genere il conduttore stesso, ma può essere una diversa persona, qualora il conduttore stesso abbia affidato la gestione dell'azienda ad un'altra persona, per esempio ad un membro della famiglia.
Per ciascuna azienda si considera capo azienda esclusivamente una persona.
Se più persone partecipano alla gestione corrente e quotidiana dell'azienda, è considerato capo azienda la persona che reca il maggior contributo alla gestione dell'azienda.
Qualora tale contributo alla gestione sia ripartito in maniera uguale tra due o più persone, di queste è considerata capo azienda la più avanzata in età.
Il mezzadro è da considerarsi come capo azienda ed analogamente il soccidario per le aziende a soccida.

CONDUTTORE
Responsabile giuridico ed economico delI'azienda. Può essere una persona fisica, una società o un Ente pubblico.
Nel caso di colonia parziaria appoderata (mezzadria) come conduttore di azienda è stato considerato il mezzadro. Nel caso di soccida quale conduttore di azienda è stato considerato il soccidante.

FAMIGLIA DEL CONDUTTORE
Per famiglia, ai fini del censimento, si intende un insieme di persone legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela o da vincoli affettivi, coabitanti ed aventi dimora abituale nello stesso comune.
Sono considerate facenti parte della famiglia, come membri aggregati di essa, anche le persone addette ai servizi domestici, nonchè le altre persone che, a qualsiasi titolo, convivono abitualmente con la famiglia stessa.
I caratteri distintivi della famiglia per il censimento sono:
la relazione di parentela, affinità o affettività che unisce tra loro più persone;
la coabitazione, cioè la convivenza di tutti i membri nello stesso alloggio e la conseguente condizione della loro dimora abituale in uno stesso comune.

FORMA GIURIDICA
Persona fisica, quando l'azienda è condotta da una persona singola o, pro­indiviso, da più persone legate da vincoli di parentela o da altri rapporti associativi di natura privatistica (società di fatto, comunanza od affittanza collettiva).
La comunanza, è un'associazione costituita da collettività di famiglie che conducono in forma mutualistica l'azienda agricola costituita, di norma, da terreni pascolativi di proprietà della comunanza stessa.
L'affittanza collettiva, è un'associazione di lavoratori agricoli che conducono pro indiviso l'azienda agricola costituita, di norma, da estese superfici prese in affitto.
Società (cooperativa, per azioni o di altro tipo). La cooperativa agricola è un'associazione tra agricoltori costituita secondo la legislazione vigente la cui caratteristica fondamentale è la mutualità (stalle sociali, cooperative di conduzione dei terreni, ecc.);
Ente pubblico, quando l'azienda è condotta da una persona giuridica di diritto pubblico (Stato, Regioni, Province, Comuni, ecc.) nonchè da altri enti ed istituzioni pubbliche non aventi scopo di lucro (ospedali, enti comunali di assistenza, enti ecclesiastici e religiosi, case di pena, scuole agrarie, ecc.).

GIORNATE DI LAVORO
Prestazione lavorativa non inferiore alle otto ore. Se il lavoro prestato giornalmente presso l'azienda è stato inferiore alle 8 ore si sono convertite le ore di lavoro in giornate di 8 ore. Il numero delle giornate di lavoro fa riferimento a quelle effettivamente prestate con esclusione di giorni di congedo, ferie e malattia.

ORGANISMI ASSOCIATIVI
Per organismi associativi si intendono le cooperative agricole e gli organismi associativi simili.
--Cooperative agricole. Associazioni tra agricoltori costituite secondo la legislazione vigente, aventi scopo mutualistico e rivolte prevalentemente alla fornitura di beni e servizi direttamente agli appartenenti all'organismo sociale a condizioni più vantaggiose.
Le cooperative a seconda della finalità e del campo di attività prendono denominazioni diverse, come cantine sociali, oleifici cooperativi, centrali ortofrutticole, latterie e caseifici sociali, macelli cooperativi, ecc.;
--Organismi associativi simili. Società di diritto o di fatto che operano nel campo agricolo e che hanno lo scopo di conseguire un dato fine economico sia attraverso l'aumento della produzione e della produttività che attraverso l'espletamento di determinati servizi senza che sia sancito il principio mutualistico.
Sono compresi tra gli organismi associativi gli enopoli, gli elaiopoli, i consorzi di miglioramento fondiario ed ogni altra società o ente che abbia come scopo mutualistico l'acquisto o la produzione per i propri soci di sostanze utili per l'agricoltura, l'acquisto di terreni, la raccolta, la conservazione, la trasformazione e vendita di prodotti ai soci.

RACCOLTA (MACCHINE PER LA)
Di uva: macchine semoventi, oppure trainate o portate da trattrici, utilizzate per la vendemmia e costituite da una piattaforma portante e da una testa di raccolta, nonchè da installazioni per la raccolta e lo scarico dell'uva.

SUPERFICIE AZIENDALE
Totale. Area complessiva dei terreni dell'azienda destinati a colture erbacee e/o legnose agrarie, inclusi i boschi, la superficie agraria non utilizzata, nonchè l'area occupata da parchi e giardini ornamentali, fabbricati, stagni, canali, ecc. situati entro il perimentro dei terreni che costituiscono l'azienda.
E' compresa la superficie coltivata a funghi in grotte, sotterranei ed in appositi edifici.
Agricola utilizzata. Insieme dei terreni investiti a seminativi, orti familiari, prati permanenti e pascoli, coltivazioni legnose agrarie e castagneti da frutto.
Essa costituisce la superficie investita ed effettivamente utilizzata in coltivazioni propriamente agricole.
E' esclusa la superficie investita a funghi in grotte, sotterranei ed appositi edifici.
Agraria non utilizzata. Insieme dei terreni dell'azienda non utilizzati a scopi agricoli per una qualsiasi ragione (di natura economica, sociale od altra), ma suscettibili di essere utilizzati a scopi agricoli mediante l'intervento di mezzi normalmente disponibili presso un'azienda agricola.
Sono compresi gli eventuali terreni abbandonati facenti parte dell'azienda.
Sono esclusi i terreni a riposo.
Altra. E' costituita dalle aree occupate da fabbricati, cortili, strade poderali, fossi, canali, cave, terre sterili, rocce, parchi e giardini ornamentali, ecc.
Sono comprese anche le superfici delle grotte, dei sotterranei e degli appositi edifici destinati alla coltivazione dei funghi.

UVA PER LA PRODUZIONE Dl VINI A DENOMINAZIONE CONTROLLATA (vini D.O.C.) E CONTROLLATA E GARANTITA (vini D.O.C.G.)
Uva prodotta da viti appartenenti a vitigni di uva da vino le cui superfici sono iscritte all'Albo dei vigneti istituito presso le Camere di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura, per la produzione di vino a denominazione di origine controllata (vino D.O.C.) o controllata e garantita (vino D.O.C.G.).
Tale uva può anche essere destinata in tutto o in parte alla produzione di altri vini o al consumo diretto.

VITIGNO
Varietà di una stessa specie di vite, compresi i loro incroci e reincroci, nonchè gli incroci tra diverse specie di vite, coltivate per la produzione di uva da vino, uva da tavola o materiale per la moltiplicazione vegetativa della vite.

Aree D.O.C. e D.O.C.G. e relativi comuni

Aree D.O.C.G.

Brunello di Montalcino
Montalcino (SI)

Carmignano
Carmignano (PO) - Poggio a Caiano (PO)

Chianti
Arezzo - Bagno a Ripoli (FI) - Bucine (AR) - Capannoli (PI) - Capraia e Limite (FI) - Carmignano (PO) - Casciana Terme (PI) - Casole d'Elsa (SI) - Castelfranco di Sopra (AR) - Castellina in Chianti (SI) - Castelnuovo Berardenga (SI) - Castiglion Fibocchi (AR) - Cavriglia (AR) - Cerreto Guidi (FI) - Certaldo (FI) - Chianciano Terme (SI) - Chianni (PI) - Chiusi (SI) - Colle di Val d'Elsa (SI) - Dicomano (FI) - Fauglia (PI) - Fiesole (FI) - Gaiole in Chianti (SI) - Gambassi Terme (FI) - Greve in Chianti (FI) - Impruneta (FI) - Lajatico (PI) - Lamporecchio (PT) - Larciano (PT) - Lari (PI) - Lastra a Signa (FI) - Londa (FI) - Lorenzana (PI) - Loro Ciuffenna (AR) - Lucignano (AR) - Monsummano Terme (PT) - Montaione (FI) - Montalcino (SI) - Montale (PT) - Monte San Savino (AR) - Montelupo Fiorentino (FI) - Montepulciano (SI) - Monteriggioni (SI) - Montespertoli (FI) - Montevarchi (AR) - Montopoli Valdarno (PI) - Murlo (SI) - Palaia (PI) - Peccioli (PI) - Pelago (FI) - Pergine Valdarno (AR) - Pian di Scò - Pienza (SI) - Pistoia - Poggibonsi (SI) - Pontassieve (FI) - Pontedera (PI) - Quarrata (PT) - Radda in Chianti (SI) - Rignano sull'Arno (FI) - Rufina (FI) - San Casciano Val di Pesa (FI) - San Gimignano (SI) - San Giovanni Valdarno (AR) - San Miniato (PI) - Santa Luce (PI) - Sarteano (SI) - Scandicci (FI) - Serravalle Pistoiese (PT) - Siena - Sinalunga (SI) - Sovicille (SI) - Subbiano (AR) - Tavarnelle Val di Pesa (FI) - Terranuova Bracciolini (AR) - Terricciola (PI) - Torrita di Siena (SI) - Trequanda (SI) - Vinci (FI)

Nobile di Montepulciano
Montepulciano (SI)

Vernaccia di San Gimignano
San Gimignano (SI)


AREE D.O.C.

Bianco dell'empolese
Capraia e Limite (FI) - Cerreto Guidi (FI) - Empoli (FI) - Fucecchio (FI) - Montelupo Fiorentino (FI) - Vinci (FI)

Bianco di Pitigliano
Manciano (GR) - Pitigliano (GR) - Scansano (GR) - Sorano (GR)

Bianco Pisano S. Torpè
Capannoli (PI) - Casciana Terme (PI) - Cascina (PI) - Chianni (PI) - Collesalvetti (LI) - Crespina (PI) - Fauglia (PI) - Lari (PI) - Lorenzana (PI) - Montopoli (PI) - Palaia (PI) - Peccioli (PI) - Ponsacco (PI) - Pontedera (PI) - San Miniato (PI) - Santa Luce (PI) - Terricciola (PI)

Bianco Val d'Arbia
Asciano (SI) - Buonconvento (SI) - Castellina in Chianti (SI) - Castelnuovo Berardenga (SI) - Gaiole in Chianti (SI) - Monteriggioni (SI) - Monteroni d'Arbia (SI) - Murlo (SI) - Radda in Chianti (SI) - Siena - Sovicille (SI)

Bianco della Valdinievole
Buggiano (PT) - Larciano (PT) - Marliana (PT) - Massa e Cozzile (PT) - Monsummano Terme (PT) - Montecatini Terme (PT) - Pescia (PT) - Pieve a Nievole (PT) - Uzzano (PT)

Bianco Vergine Valdichiana
Arezzo - Castiglion Fiorentino (AR) - Chiusi (SI) - Civitella in Val di Chiana (AR) - Cortona (AR) - Foiano della Chiana (AR) - Lucignano (AR) - Marciano della Chiana (AR) - Monte San Savino (AR) - Montepulciano (SI) - Sinalunga (SI) - Torrita di Siena (SI)

Bolgheri
Castagneto Carducci (LI)

Candia Colli Apuani
Carrara (MS) - Massa - Montignoso (MS)

Colli di Luni
Aulla (MS) - Fosdinovo (MS) - Podenzana (MS)

Elba Bianco e Rosso
Campo nell'Elba (LI) - Capoliveri (LI) - Marciana (LI) - Marciana Marina (LI) - Porto Azzurro (LI) - Portoferraio (LI) - Rio Marina (LI) - Rio nell'Elba (LI)

Montecarlo
Altopascio (LU) - Capannori (LU) - Montecarlo (LU) - Porcari (LU)

Montescudaio Bianco e Rosso
Casale Marittimo (PI) - Castellina Marittima (PI) - Guardistallo (PI) - Montecatini Val di Cecina (PI) - Montescudaio (PI) - Riparbella (PI) - Santa Luce (PI)

Morellino di Scansano
Campagnatico (GR) - Grosseto - Magliano in Toscana (GR) - Manciano (GR) - Roccalbegna (GR) - Scansano (GR) - Semproniano (GR)

Moscadello di Montalcino
Montalcino (SI)

Parrina
Orbetello (GR)

Pomino
Rufina (FI)

Rosso di Montalcino
Montalcino (SI)

Rosso e Bianco colline lucchesi
Capannori (LU) - Lucca - Porcari (LU)

Rosso Montepulciano
Montepulciano (SI)

Val di Cornia
Campiglia Marittima (LI) - Monteverdi Marittimo (PI) - Piombino (LI) - San Vincenzo (LI) - Sassetta (LI) - Suvereto (LI)

Questionario di azienda (modello ISTAT CA.1)




 

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