Atlante delle stragi nazifasciste in Italia

Il progetto nazionale "Per un atlante delle stragi nazifasciste in Italia" è un importante progetto di ricerca promosso dall'Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia (INSMLI), oggi Istituto nazionale Ferruccio Parri. Rete degli istituti per la Storia della Resistenza e dell'età contemporanea, e dall’Associazione Nazionale Partigiani d'Italia (ANPI).
E' stato finanziato dal Governo della Repubblica Federale Tedesca sul "Fondo italo-tedesco per il futuro".

Si compone di una banca dati, che raccoglie tutte le stagi e le uccisioni singole di civili e partigiani uccisi al di fuori dello scontro armato ad opera dei reparti tedeschi e della Repubblica Sociale Italiana all'indomani dell'8 settembre 1943, e da materiali documentari, iconografici e video correlati agli episodi censiti.

Dopo l'armistizio, l'Italia fu rapidamente occupata, per oltre metà del suo territorio, dall'esercito tedesco. Fra le altre conseguenze dell'occupazione, circa 12.500 civili, 6.700 partigiani catturati e qualche altro migliaio di vittime appartenenti ad altre categorie furono uccisi in azioni di cosiddetta rappresaglia. In realtà, si trattò spesso di vere e proprie operazioni terroristiche preventive per impedire lo sviluppo della lotta partigiana in alcuni casi con la collaborazione di gruppi armati, o di singoli collaboratori e coadiuvanti, della Repubblica Sociale Italiana.
Nello stesso periodo 6.806 ebrei furono arrestati e deportati: 5.969 morirono nei campi di concentramento.

L'Atlante delle stragi naziste e fasciste è disponibile online dal 7 aprile 2016.

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Aggiornato al:
22.06.2022
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116541011