We Will Survive ha trasformato il Siena Art Institute in un laboratorio di sperimentazione artistica e riflessione sulla sostenibilità ambientale, sociale e culturale. Il progetto ha promosso un dialogo tra giovani artisti, professionisti e la comunità locale, evidenziando il ruolo dell’arte come strumento di resilienza e rigenerazione.
Tra i protagonisti, l'architetto e artista Gabriel Feld ha esplorato il tema della sopravvivenza della bellezza, sottolineando come l’arte possa creare armonia anche in contesti difficili. La collaborazione con il Pratt Institute di New York ha arricchito il progetto di visioni globali: Borinquen Gallo, artista italo-portoricana, ha proposto installazioni che intrecciano materiali riciclati, comunità e sistemi socio-culturali; John Monti, scultore statunitense, ha indagato il dialogo tra bellezza seducente e malinconia; Gene Lakin, designer di costumi con esperienza internazionale, ha portato una prospettiva interdisciplinare. I giovani artisti residenti hanno dato vita a iniziative innovative: Teresa Chimienti ha realizzato un’installazione site-specific nel Giardino Nascosto, basata su canali sonori che evocano "radici contemporanee," simbolo di memoria e rigenerazione. Eszter Virok Tunde ha coinvolto la comunità con spettacoli di marionette create con elementi naturali. Il progetto ha coinciso con il programma Culture Moves Europe, favorendo un vivace scambio tra 7 artisti europei.
Oltre alle pratiche artistiche, We Will Survive ha integrato momenti di riflessione sulle sfide ambientali più urgenti, come l’attivismo per il clima e i temi affrontati durante COP29. Gli artisti e i partecipanti hanno esplorato il potenziale dell’arte non solo come mezzo di sensibilizzazione, ma anche come catalizzatore per azioni concrete a favore dell’ambiente.
Con residenze artistiche, talk pubblici e il coinvolgimento della comunità, il Siena Art Institute ha dimostrato come creatività e impegno possano contribuire a un futuro più sostenibile.