Vecchie e nuove povertà

Se è vero che in Toscana si vive bene, è altrettanto vero anche nella nostra regione esistono categorie di soggetti e famiglie a rischio povertà che necessitano di opportune politiche di tutela pubblica. A dirlo, due degli ultimi rapporti dell’Irpet, “Indagine sulle condizioni di vita delle famiglie toscane” del 2004 e “Toscana 2020. Una regione verso il futuro” del 2005, in cui emergono ad esempio una penalizzazione della donna rispetto all’uomo (risultano infatti relativamente poveri il 16 per cento dei maschi contro il 18 per cento delle femmine) e un maggior rischio per le coppie con due o più figli minori (sono esposte al fenomeno il 21 per cento delle famiglie di questo tipo). Ma sono a rischio anche, sempre secondo l’Irpet, le famiglie composte da un solo genitore con figli minorenni, i single che vivono fuori dalla famiglia specie se in età avanzata, le famiglie che vivono in affitto, quelle in cui la persona di riferimento è di sesso femminile, quelle in cui il capofamiglia ha meno di 35 anni e soltanto la licenza elementare.
Secondo il Rapporto sulla povertà relativa – quella che si determina rispetto alla spesa media mensile per i consumi di una famiglia di due persone, la cui soglia è stata fissata nel 2004 a 919,98 euro – elaborato dall’Istat nel 2004, si stima che in Italia le famiglie povere siano l’11,7 per cento del totale, pari a 7 milioni e 588 mila persone (complessivamente 2 milioni e 764 mila famiglie). Nel Nord Italia le famiglie povere sono il 4,7 per cento contro il 7,3 per cento del Centro e ben il 25 per cento del Sud, dove in pratica una famiglia su quattro vive – secondo lo stesso Rapporto – in condizione di povertà (nel 2003 la percentuale si attestava sul 21,3 per cento). Per quanto riguarda la Toscana, il dato è passato dal 4,2 per cento del 2003 al 5,5 per cento del 2004.
Una variazione mitigata comunque dal fatto che la rilevazione fa riferimento ai consumi e non al reddito e che la popolazione toscana presenta un’alta incidenza di anziani che hanno una minore propensione al consumo. Comunque anche nella nostra regione tra le persone più a rischio troviamo gli anziani che vivono da soli, i disoccupati di lunga durata e senza specializzazione (soprattutto se over 50), ma anche i nuclei familiari che hanno come persona di riferimento una donna, le famiglie che vivono in affitto e che rischiano il doppio rispetto a coloro che hanno una casa di proprietà. Non solo povertà in termini monetari ma anche nuove povertà, figlie del nostro tempo: la solitudine soprattutto degli anziani, l’esclusione sociale, la discriminazione razziale, culturale e sessuale legate all’immigrazione. Per combattere il fenomeno occorrono perciò misure specifiche, interventi duraturi e non soltanto occasionali e di emergenza. Per questo, la Regione Toscana ha approvato nel 2003 il “Piano di azione sull’inclusione sociale e contrasto della povertà” con lo scopo di individuare sia una cornice di riferimento a carattere operativo sia obiettivi e strategie per rendere omogenei le azioni sul territorio regionale. Alla base degli interventi la famiglia, per il suo ruolo decisivo nell’assistenza e nella cura in situazioni di bisogno e di disagio e per la sua funzione redistributiva da un punto di vista economico. Tra le iniziative messe in campo dalla Regione, ad esempio, i contributi per l’acquisto della prima casa (3 milioni di euro nel 2004), il prestito sociale d’onore (nel 2004 sono stati stanziati 500 mila euro che hanno permesso l’attivazione di un capitale privato di 3 milioni e mezzo di euro), ma anche contributi economici ai Comuni con una popolazione superiore ai 30 mila abitanti. Un’esperienza particolare si è avuta a Massa Carrara – negli scorsi anni la provincia con il maggior tasso di povertà dovuto alla crisi delle industrie locali – con la sperimentazione del reddito minimo d’inserimento, una sorta di sussidio erogato alle persone che non superano una soglia minima di reddito mensile. Dal 1998 al 2003 sono stati spesi circa 12 milioni e mezzo di euro e, nel momento di maggior impegno, sono state 2.448 le persone che hanno sperimentato il reddito minimo di inserimento. Per ogni persona è stato studiato un progetto individuale in modo da motivare e aiutare il singolo a superare le difficoltà: c’è chi si è impegnato a seguire corsi di formazione, chi a seguire un corso di alfabetizzazione, chi ha avuto una borsa lavoro o si è impegnato a recarsi regolarmente dallo psicologo. A dicembre, quando il progetto è stato chiuso, erano 721 le persone ancora da seguire, con circa 1.700 persone uscite dal tunnel della povertà.

 

 

Obiettivo equità


Gli addetti ai lavori lo chiamano Isee ed è l’indicatore della situazione economica equivalente. Praticamente è uno strumento tecnico che consente di calcolare il benessere dei cittadini che chiedono prestazioni sociali agevolate partendo dalla valutazione del reddito, del patrimonio e del numero dei componenti del nucleo familiare in base ad una scala di equivalenza stabilita dalla legge.
Proprio in quanto indicatore oggettivo di una situazione concreta, l’Isee è uno degli elementi essenziali per il perseguimento di obiettivi di equità nella realizzazione delle politiche sociali oltre che per garantire la continuità ed i livelli degli interventi. La Regione Toscana lo ha inserito nel Piano sociale integrato considerandolo uno strumento essenziale sia in termini di accesso alle prestazioni del sistema di welfare locale che di determinazione di livelli di compartecipazione dei cittadini al costo dei servizi.
Secondo le ultime rilevazioni dell’Istituto di ricerche economiche e sociali (Ires) toscano, al quale la Regione ha affidato da tempo l’incarico di svolgere studi e indagini su questo nuovo strumento di means testing, l’Isee è stato utilizzato per lo più nel settore dei servizi scolastici ed educativi; seguono i servizi per gli anziani, quelli per il disagio economico e quelli per i disabili.
Per facilitare il processo di applicazione dell’indicatore della situazione economica e supportare l’attività degli enti che forniscono prestazioni sociali agevolate, è stato recentemente attivato il sito www.isetoscana.it che, oltre a fornire notizie ed aggiornamenti, mette a disposizione degli operatori uno spazio interattivo di discussione e confronto sul tema.

 

 

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Aggiornato al:
27.11.2019
Article ID:
262028