Firenze- Le otto ragazze di origine toscana residenti tra Svezia, Florida, Argentina e Brasile, che in questi giorni concludono i tirocini nell’ambito delle borse di studio e formazione professionale “Mario Olla”, sono state ricevute il 24 luglio 2024 in Palazzo Strozzi Sacrati dalla consigliera per le relazioni internazionali Serena Nannotti e dal dirigente del settore “Attività internazionali e attrazione degli investimenti” Filippo Giabbani insieme alla direttrice del Cedit Laura Simoncini che sono i responsabili del progetto formativo.
Le borse “Mario Olla” , che sono promosse nell'ambito di Giovanisì, il progetto regionale per l'autonomia dei giovani, sono state infatti erogate dalla Regione su progetto predisposto dal CEDIT (agenzia formativa di Confartigianato Toscana), denominato “Back to the Tuscan Roots”, e sono rivolte a giovani tra i 18 e i 35 anni di origine toscana per nascita o per discendenza, residenti all’estero, con una conoscenza della lingua italiana almeno di livello A2/B1.
Il progetto ha avuto una durata di 90 giorni, tra maggio e luglio, prevedendo otto o dodici ore di lezioni di approfondimento sulla lingua italiana, a seconda del livello di conoscenza; otto ore di corso sull’economia toscana; formazione in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro; un tour sull’artigianato artistico in Toscana, oltre che colloqui di orientamento finalizzati a individuare le aziende per lo svolgimento dei tirocini formativi. Tirocini di 36 ore settimanali sono stati realizzati presso piccole e medie imprese toscane, soprattutto in campo turistico e pubblicitario, oltre che della moda e del volontariato.
Nel dare il loro benvenuto, Serena Nannotti e Filippo Giabbani hanno chiesto alle giovani stagiste di raccontare la loro esperienza, così da avere spunti per migliorare e con l’auspicio che tutte portino con sé qualcosa di buono da questo percorso ormai arrivato agli ultimi giorni. Laura Simoncini del Cedit ha sottolineato la sempre più marcata partecipazione femminile: «Forse perché le ragazze sono più intraprendenti e pronte a misurarsi con un’esperienza importante: di vita all’estero, di convivenza con altre persone, di inserimento in un nuovo ambiente di lavoro. L’importante oggi per noi è cogliere aspetti positivi e negativi per riprogettare nuove esperienze che non vadano perse, lo scopo di questa borsa di formazione è di ricreare relazioni con la Toscana, tanto che numerosi vostri predecessori sono rimasti qua per lavoro, perché hanno avuto delle opportunità».
Opportunità che infatti stanno già valutando di cogliere alcune di loro, come Andreia Carolina, dalla Florida, che vorrebbe continuare a lavorare con buyer internazionali come fatto durante il tirocinio presso Toscana Promozione Turistica. Anche la collega Linnéa Hilda, di Stoccolma, in Svezia a cui piacerebbe lavorare per un’azienda che collabora con l’Italia. Interessata a lavorare nel belpaese anche la 18enne Martina che, vista la giovane età, prima della partenza aveva dimostrato qualche timore ad affrontare una trasferta così lontano da casa. Olivia Turchi, la sua tutor del Conventino ha preso la parola: «Grazie per questa opportunità, è stata una bella sfida che Martina ha vinto, siamo state bene insieme, ha imparato un piccolo mestiere, la gestione di una caffetteria letteraria e la cura dei dettagli, che può riapplicare anche in patria, è bravissima anche nella relazione con i clienti». Su una cosa sono tutte d’accordo: dal punto di vista culturale questa occasione ha permesso loro di imparare la lingua italiana, di conoscere nuove persone e città, di riscoprire le proprie origini che per loro erano legate soprattutto al cibo. Marina, di Mar del Plata, ha raccontato di essere andata a Sansepolcro per riscoprire le origini della sua famiglia e di essersi emozionata nel leggere il suo cognome su tanti campanelli.
Dato che perlopiù toscani erano i loro bisnonni l’italiano si era un po’ perso e con questa esperienza immersiva hanno potuto recuperare vocabolario e pronuncia. «Sono arrivata e avevo grosse difficoltà a parlare italiano» ammette l’altra 18enne Ana Laura, arrivata dal Brasile. La sua connazionale Paola, ha lavorato in una libreria e ha detto di aver imparato anche a fare il caffè. Florencia Sol, la più grande con i suoi 35 anni, ha lavorato come grafica, mentre Julia come traduttrice per una casa editoriale ed ha puntato il dito sul fatto che in Italia in pochi parlano un inglese fluente. Grande soddisfazione è stata infine espressa dalla tutor del progetto Francesca Masselli: «È stato un piacere accompagnarle in questo percorso, ci sono aspetti che miglioreremo ma siamo molto soddisfatti di questa esperienza che si ripete ormai da tanti anni e rappresenta un’importante opportunità».