Il progetto di rigenerazione ha agito sul territorio coinvolgendo le comunità locali, in dialogo con artisti e pratiche internazionali. L’esperienza culturale, partecipata ed emancipante, è diventata momento di scambio rivolto all’inclusione sociale e all’educazione attiva.
Il centro di arte contemporanea, già convento e poi carcere, ha accolto i cittadini all’interno dei propri spazi, proponendo percorsi di ricerca rivolti alla contaminazione culturale di linguaggi e saperi, e allo stesso tempo ha invitato i propri artisti a raggiungere i cittadini nei presidi locali, nelle scuole, nei presidi sanitari e in luoghi di formazione universitaria e accademica. Un dinamismo che ha reso MAD non solo un centro di azione e diffusione della cultura, ma anche un luogo di progettazione inclusiva rivolto alla coesione sociale di una cittadinanza internazionale.
Lo strumento della residenza artistica si è posto come modalità di lavoro di rigenerazione profonda della collettività attraverso l’arte, in un attento coinvolgimento di studenti, giovani professionisti, addetti ai lavori, ma anche di fasce ampie e di cittadinanza attiva che è stata coinvolta ad ampio spettro sulle questioni più urgenti della contemporaneità.
Il palinsesto ha previsto: residenze per sostenere gli artisti in nuove committenze, azioni con giovani artisti (under 35) del territorio, ricerche artistiche internazionali condotte da artisti provenienti da Australia, Cina e U.S.A.