Al termine di questi confronti tecnico-scientifici la Regione Toscana e la Regione Liguria hanno convenuto di procedere all’iscrizione congiunta all’Anagrafe nazionale della L. 194/2015, di questa risorsa genetica, con una denominazione composta che fosse riconosciuta in entrambi i versanti regionali, ossia “Avanzi 3-Grano 23”.
Tale risorsa genetica è stata recuperata grazie ad un progetto finanziato dalla Regione Toscana tramite Terre Regionali Toscane, con la Misura 10.2 del PSR 2014/2022; il progetto era di durata triennale condotto dal Dipartimento di scienze Agrarie, Alimentari, Agro-ambientali (DiSAAA-a) dell’Università di Pisa e coordinato dalla Prof.ssa Luciana Gabriella Angelini.
La prima iscrizione al Repertorio regionale portava il nome di “Grano 23”, così come meglio conosciuto in Lunigiana. Gli approfondimenti realizzati sul versante ligure hanno permesso di verificare che la stessa varietà locale è conosciuta anche con il nome di “Avanzi 3”, dal famoso genetista Enrico Avanzi (1888-1974), agronomo molto noto per la sua attività di costituzione di frumenti teneri, che ha insegnato presso l’Università di Pisa dal 1917 al 1959.
Le caratteristiche tecnologiche evidenziate dalle analisi sulla farina mostrano la possibilità di panificazione mediante metodi di doppia lievitazione con impiego di paste acide. Gli sfarinati di Avanzi 3-Grano 23, soprattutto se macinati in molini a pietra sono particolarmente adatti ad essere utilizzati nei tipici prodotti azzimi come i testaroli e panigacci. In queste produzioni viene particolarmente apprezzato e si sta diffondendo il suo impiego in tutta la Lunigiana. Nel versante ligure viene utilizzato anche per la produzione della birra artigianale.
Il frumento tenero “Avanzi 3-Grano 23” è attualmente conservato “ex situ” presso la banca del germoplasma dell’Università di Pisa e di Terre Regionali Toscane.