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Qualificazione ambientale di prodotto

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Grazie alla collaborazione tra la Rete Cartesio ed i Ministeri dell'Ambiente e dello Sviluppo Economico, la Regione Toscana ha messo a frutto la propria esperienza di approccio territoriale allo sviluppo sostenibile contribuendo all'elaborazione di uno schema di certificazione in grado di gestire e migliorare gli impatti ambientali dei sistemi produttivi e delle filiere locali. Nel luglio del 2011 i due Ministeri e 7 Regioni (Toscana, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Sardegna, Liguria e Molise) hanno sottoscritto un Protocollo di Intesa per lo sviluppo di uno Schema di qualificazione ambientale per i prodotti che caratterizzano i cluster, coerente con l'impostazione della PEF comunitaria.

La Rete Cartesio è la promotrice dello schema e il Protocollo di intesa rappresenta il risultato di un lungo percorso che attualmente ha assunto la veste operativa di un Tavolo Nazionale di Coordinamento. Il Tavolo Nazionale ha approvato il Regolamento dello Schema e seguirà tutta la fase sperimentale di rodaggio del Marchio Ambientale Nazionale. In attesa del definitivo varo del sistema che avverrà con Decreto Interministeriale e conseguente approvazione del Regolamento, questi i documenti prodotti dalla collaborazione interistituzionale attivata dalla rete CARTESIO che potrebbero essere aggiornati in sinergia con la fase di sperimentazione avviata dalla CE per la promozione della Product Environmental Footprint:

Lo schema di qualificazione ambientale che é emerso dal confronto con tutte le componenti interessate prevede che il riconoscimento venga assegnato ai prodotti tipici e caratterizzanti un cluster (Sistema Produttivo Locale, Distretto Industriale o Filiera) e sia applicabile tanto a livello territoriale che a livello di singola azienda con un procedimento "a cascata" che consentirà di diminuire i costi di applicazione dello schema per le singole aziende e di sviluppare al meglio strategie territoriali e settoriali orientate alla sostenibilità.

Una configurazione di Marchio su cui si sta ragionando è quella visibile qua sotto con le tre asserzioni obbligatorie sull'impronta ecologica del prodotto (emissioni di CO2, consumo idrico e consumo di risorse) e l'ultima a discrezione degli operatori locali però sempre attinente le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile.

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Aggiornato al:
03.09.2014
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11910481
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