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Presentazione del libro "Caccia ai nazisti"

A Firenze in Palazzo Strozzi Sacrati mercoledì 29 novembre. Prevista la diretta streaming dell'evento

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Mercoledì 29 novembre alle ore 18 a Firenze, in Palazzo Strozzi Sacrati, sede della Giunta regionale, viene presentato "Caccia ai nazisti", il nuovo libro di Marco De Paolis, procuratore generale militare presso la Corte militare d'appello di Roma.

All'incontro sono presenti il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, Agnese Pini, direttrice di QN La Nazione, oltreché l'autore stesso.

La prefazione del libro è a cura di Liliana Segre.

Presentazione in diretta streaming.

«Nonostante il lungo tempo trascorso dalla data del fatto anzidetto, non si sono avute notizie utili per la identificazione degli autori e per l’accertamento delle responsabilità.» Recita così il decreto di archiviazione del 1960 peri fascicoli dell’«Armadio della vergogna», con il quale la procura generale militare di Roma negherà la giustizia per le stragi compiute dai nazifascisti in Italia dopo l’8 settembre 1943. Non era vero. Le «notizie utili» c’erano eccome, ma qualcuno aveva scelto, arbitrariamente, di non andare avanti con le indagini.
A fare una scelta diversa, a oltre quarant’anni da quell’archiviazione, sarà il giovane procuratore militare di La Spezia, Marco De Paolis. In questo libro è lui a raccontare i quindici anni, tra il 2002 e il 2018, di indagini, interrogatori, sopralluoghi, esami dei testimoni, processi che hanno portato a oltre 500 procedimenti giudiziari contro i criminali di guerra nazisti e fascisti per gli eccidi di civili e militari. Marzabotto, Sant’Anna di Stazzema, Civitella in Val di Chiana, ma anche Kos e Leros, Cefalonia: sono solo gli episodi più conosciuti tra quelli di cui De Paolis si è occupato, consapevole che «il dolore non va in prescrizione» e che la sete di verità dei sopravvissuti e dei parenti delle vittime era stata ignorata per troppo tempo. Una storia avvincente, una caccia ai colpevoli tra Italia, Germania e Austria per interrogare gli ex SS ancora in vita e stabilirne le responsabilità, portarli alla sbarra, farli condannare. E insieme un racconto intimo e privato di cosa ha significato immergersi in «un dolore così immenso», come lo definirà uno dei sopravvissuti, il dolore di chi ha dovuto subire l’ulteriore ingiustizia «del mancato assolvimento da parte dello Stato del primario e doveroso compito di ricercare, processare e punire i responsabili di quella brutale violenza».

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Aggiornato al:
28.11.2023
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178380655