Comune: | Firenze |
Via: | Da piazza Vittorio Veneto all'Indiano |
Tre sono i corsi d'acqua d'importanza e portata differenti che delimitano le Cascine: il fiume Arno, il torrente Mugnone ed il canale delle Macinate (costruito nel 1563). Il Parco con i suoi 118 ettari è il più vasto parco pubblico di Firenze. La sua storia è da sempre legata alla storia della città: dai Medici ai Lorena, al Regno d'Italia, ai giorni nostri. Le Cascine facevano parte delle proprietà, che Alessandro e Cosimo I dei Medici acquistarono per utilizzarle come bandita di caccia e per l'allevamento dei bovini. Il toponimo "cascina" sta, infatti, a significare "il cerchio di faggio dove si preme il latte rappreso per fare il cacio". Poste sulla riva destra dell'Arno, le Cascine furono oggetto di attente cure nelle piantagioni, nelle colture e nella manutenzione del terreno e vi furono piantate specie rare da frutto. La tenuta al tempo dei Medici comprendeva anche il terreno detto della Sardigna ed il trapezio compreso fra il ponte alla Carraia e Porta al Prato. Il possesso di questi terreni posti dentro e fuori le mura, assicurò forte continuità fra la vita di città e quella di campagna perseguita dalla famiglia Medici nel XVI secolo. Con l'estinzione della famiglia dei Medici nel 1737 ed il passaggio al granducato dei Lorena, le Cascine accentuarono il loro ruolo di svago per le passeggiate e le feste. Nel 1786 Giuseppe Manetti inizia i lavori di sistemazione delle Cascine per farne un grande parco, arricchito da arredi e architetture secondo un percorso simbolico e allusivo. Tra queste spiccano la Palazzina reale, l'abbeveratoio del Quercione, meglio noto come "fontana delle boccacce", la ghiacciaia a forma di piramide e i due tempietti neoclassici chiamati "pavoniere" per la loro funzione di gabbie per uccelli. Se pure aperte al pubblico solo in particolari ricorrenze fin dal XVII secolo, fu nel breve periodo napoleonico, sotto Elisa Baciocchi, che le Cascine diventarono un vero parco pubblico. Nella seconda metà dell'ottocento, questo superava per fama e per godibilità del passeggio a piedi e in carrozza le altre mete amate fino allora dai fiorentini come Fiesole o il Pian dei Giullari. Agli inizi del XIX secolo le Cascine sono oggetto di notevoli interventi di manutenzione, diretti da Giuseppe Cacialli. Nel 1869 il parco diventa di proprietà del Comune di Firenze, e l'architetto Felice Francolini ne cura il restauro. Durante il XX secolo si consolidano all'interno del parco alcune attività come la corsa dei cavalli, il tennis, il tiro a bersaglio, il tiro a piattello, il nuoto (Piscina delle Pavoniere), nonché l'Università con la Facoltà di Agraria e la Scuola di Guerra Aerea. Nonostante le trasformazioni subite in questo secolo che hanno contribuito ad un depauperamento delle condizioni complessive del parco, le Cascine non hanno perso la loro originale monumentalità. Prati di vasta estensione, delimitati da un bosco formato da cedri dell'Atalante, olmi, pini, ippocastani, farnie, pioppi., si aprono all'interno del parco tra questi vanno ricordati: il prato di via delle Cascine, il prato della Tinaia, il prato del Quercione, il prato delle Cornacchie, il colmo dell'argine dell'Arno.
The Cascine Park is bound by three waterways of various sizes and importance: the river Arno, the river Mugnone and the Macinate canal (dug in 1563). The park, which covers 118 hectares of land, is Florence's largest public park. Its history has always been closely bound up with that of the city: from the Medici to the Lorraine, and from the Kingdom of Italy to the present day. The Cascine (the term cascina, used in Italian to mean any farmhouse, refers to "the beechwood circle on which the set milk is pressed to make cacio cheese") were part of the property which Alessandro and Cosimo I dei Medici purchased and turned into a game reserve and area for the rearing of cattle. Located on the right bank of the Arno, the Cascine were carefully tilled and cultivated, and rare species of fruit planted there. At the time of the Medici the estate also included a piece of land called La Sardigna and the irregular rectangle of land between the Carraia bridge and the Prato gateway. Possession of this land, both inside and outside the city walls, ensured continuity between the city and country life the Medici family led in the 16th century. When the Medici family line died out in 1737 the property passed into the hands of the Grand-Duchy of Lorraine, and the Cascine were used more as a place of leisure, for walks and for parties. In 1786 Giuseppe Manetti began work on reorganising the Cascine to create a large park, with furnishings and architectural elements of symbolic significance. These include the "Little Royal Palace", the Quercione watering-place (also known as the Fontana delle Boccacce), the pyramid-shaped ice store and the pavoniere (two Neoclassical temples used as birdcages). Although they were only opened to the public on special occasions from the 17th century onwards, it was during the brief Napoleonic interlude, under Elisa Baciocchi, that the Cascine became a real public park. In the second half of the 19th century the Cascine Park became even more popular as a walking or riding place than other traditional Florentine destinations, such as Fiesole or Pian dei Giullari. In the early 19th century, the park was extensively renovated by Giuseppe Cacialli. In 1869, it became the property of the City of Florence and was again restored, this time by architect Felice Francolini. During the 20th century it became the venue for a range of sporting activities such as horse racing, tennis, target shooting, clay pigeon shooting, swimming (in the pavoniere pool), and the home of the Faculty of Agricultural Science and the School of Airborne Warfare. For all the changes the park has seen over the last century, which have generally impoverished its overall state of repair, Le Cascine have lost none of their original monumental aspect. Vast prati, or lawns, bordered by a wood of Atlantic cedar trees, elms, pines, horse chestnuts, oaks and poplars, are still to be found inside the park, each one with its own individual name, such as Prato di Via delle Cascine, Prato della Tinaia, Prato del Quercione and Prato delle Cornacchie.