Palazzo Strozzi Sacrati. Storia, protagonisti, restauri

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Palazzo Strozzi Sacrati è la nuova prestigiosa sede della Presidenza di Regione Toscana e un importante palazzo storico fiorentino. Il volume Palazzo Strozzi Sacrati. Storia, protagonisti, restauri, coedizione Regione Toscana e Giunti Editore (2009), contiene la storia secolare della "fabbrica" di questo monumento e rende conto delle problematiche affrontate in sede di restauro delle diverse tipologie di beni artistici che vi sono contenuti, dalle decorazioni pittoriche alle sculture, dagli elementi architettonici al giardino.

Completano il volume ricche e documentate appendici, contenenti notizie relative alle famiglie che sono state proprietarie del palazzo e schede biobibliografiche sugli architetti, pittori e scultori che hanno arricchito con le loro opere questo splendido edificio, restituito, dopo un sapiente lavoro, alla fruizione pubblica.
 

 


Le vicende storiche della fabbrica
Iniziato a costruire agli esordi del XVII secolo sulle case medievali della famiglia Bischeri e progressivamente ampliato dai marchesi Guadagni fino alla vendita giudiziaria dell'immobile (1795), il Palazzo giunse ad assumere la fisionomia attuale in seguito ai lavori realizzati nel corso dell'800 dalla nuova proprietaria, Anna Strozzi e dai suoi discendenti.
L'organismo, della volumetria complessiva di quasi 31.500 mc., si sviluppa su un lotto di oltre 3.400 mq. articolandosi in più blocchi edilizi innestati sulla "Casa Grande" eretta da Alessandro e Vincenzo Guadagni ed ampliata sino all'angolo con via Buia dopo l'accorpamento (1633-1642) delle abitazioni degli Arrigucci.
Fra il 1730 e il 1770 la dimora venne arricchita dello scalone monumentale e della Sala da ballo al piano nobile - quest'ultima in occasione delle nozze (1757) di Giovan Battista Guadagni con Teresa Torrigiani - nonché delle decorazioni pittoriche, opera di Antonio Vannetti e A. Domenico Giarré, che figurano in due locali a piano terra contigui alla corte coperta. Agli "ammodernamenti" intrapresi nel 1812 da Anna Strozzi, che volle anche dotare il Palazzo di un giardino con annessa voliera, si devono le pitture murali delle altre sale a pian terreno e di parte del piano nobile con scene a soggetto mitologico e paesaggi, opera di un team di artisti (Angelo Angelini, Luigi Catani, Antonio Fedi, Gasparo Martellini e Niccolò Contestabile) allora in auge presso la corte granducale e la nobiltà fiorentina.
Fra i lavori condotti dal figlio, Carlo Riccardi Strozzi - cui pure risalgono il trasferimento delle scuderie nell'ala a confine con le proprietà dell'Ospedale di S. Maria Nuova e il prolungamento della fabbrica su via Buia - va segnalata la creazione, in seguito all'apertura della strada (1860-62), della nuova facciata su via dell'Oriuolo che replica nel disegno quella di Piazza del Duomo e che comportò, con il taglio del fianco dell'edificio, radicali modifiche interne su progetto dell'ingegnere Felice Francolini.
A queste si accompagnò il rinnovo del décor dei piani superiori, ove spicca la sala con al centro del soffitto la scena dell'incontro fra Bianca Cappello e Francesco I° de' Medici, dipinta da Annibale Gatti.
Dopo la morte del Marchese Carlo (1871) il palazzo pervenne a Massimiliano Strozzi del ramo di Mantova, erede dei Sacrati di Ferrara, che provvide a un ulteriore sopralzo dell'ala già interessata dai lavori del Francolini, aumentando di un piano anche le scuderie per ricavare altri vani di servizio, e all'inserimento della scala contigua all'androne carrabile di via dell'Oriuolo.


Per disimpegnare i quartieri soprastanti fu creato un corridoio lungo l'affaccio sul piazzale interno, riducendo la dimensione delle stanze che occupavano in origine l'intera profondità del corpo di fabbrica. Fra le modifiche apportate dalla vedova di Massimiliano, Guendalina Steward e dal figlio Uberto si segnala, oltre all'installazione (1918) dell'ascensore antistante lo scalone monumentale e all'aggiunta di nuovi volumi edilizi sul lato est, l'allestimento neo-rococò della stanza dell'alcova al primo piano, su probabile disegno dell'architetto inglese Cecil Pinsent, ospite in quel periodo dei proprietari. Il progressivo frazionamento del complesso in più unità immobiliari date in locazione per usi diversi determinò l'esigenza di disimpegnare gli ambienti padronali da queste ultime, riorganizzando i sistemi di accesso e di collegamento interno. In particolare, negli anni '40 venne coperta con un solaio in vetrocemento la corte interclusa fra i locali dati in affitto al Monte dei Paschi di Siena e adibiti ad agenzia dell'Istituto di Credito.

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Il progetto e la realizzazione degli interventi di restauro
Dopo un primo lotto di lavori - progettati e diretti dall'ingegner Mario Focacci - comprendente, assieme alla bonifica delle coperture e degli scantinati, il rifacimento degli intonaci su Piazza Duomo, il complesso è stato sottoposto a un sistematico insieme di opere di adeguamento e restauro.
Il secondo lotto di lavori, iniziati alla fine del 1997 sempre sotto la direzione dell'ing. Focacci, comprendeva le sole opere edili e impiantistiche di adattamento dell'immobile alle nuove destinazioni d'uso, rinviando a una fase successiva quelle, ancora da definire, inerenti il "restauro artistico" degli ambienti monumentali.
Con il subentro nell'incarico (2002) dello studio SPIRA di Firenze, si è provveduto, in seguito a ulteriori rilievi e controlli sulle strutture, ad aggiornare il progetto originario, adeguandolo alle mutate disposizioni di legge e a quanto prescritto dalla Soprintendenza e da altri Enti (VV. FF., ASL, ecc.), nonché a modifiche funzionali richieste dalla Committenza. Ciò ha permesso di introdurre soluzioni tecniche rivolte a contemperare meglio, minimizzando l'invasività degli interventi, le esigenze di tutela del bene con gli inderogabili requisiti prestazionali e di sicurezza. Fra gli interventi progettati ex novo, si segnalano la sospensione con tiranti del setto murario che gravava sulla volta sottostante il Salone delle Feste e il risanamento statico della zona a confine fra Piazza del Duomo e via dell'Oriuolo, ponendo cosi rimedio ai gravi dissesti prodotti dal "taglio" del fianco su via Buia.
Per trasferire nel Palazzo, con la riconsegna dei locali del secondo lotto, un primo nucleo di uffici, si è provveduto alle necessarie opere di completamento, anticipando, mediante appalti separati, i relativi interventi di conservazione degli ambienti monumentali, già previsti nel lotto successivo.


Tali opere hanno riguardato, con la sistemazione del piazzale e del giardino (compresi gli scavi archeologici per la posa dei sottoservizi) e al restauro degli affacci interni, l'inserimento di un grande controlucernario in vetri colorati nel cielo della corte interna destinata ad ospitare ogni anno la cerimonia di consegna del "Premio Pegaso". La messa a punto degli interventi sulle superfici decorate dei vani, con il loro corredo di tappezzerie, serrami, camini, lampadari d'epoca, è stata preceduta da una sistematica campagna di indagini diagnostiche non distruttive, affidata all'ing. Maurizio Seracini. Con l'ultimazione del terzo lotto di lavori, riguardante il restauro degli ambienti del primo e del secondo piano (fra cui lo Scalone monumentale e la Sala delle Feste) non compresi nei precedenti stralci, è stato possibile il definitivo insediamento del Governo regionale e la ricollocazione nelle sale degli arredi e delle suppellettili che ornavano il Palazzo, rendendolo così "museo di se stesso".

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Il volume è disponibile nelle librerie ed è consultabile presso la Biblioteca della Giunta Regionale.

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Aggiornato al:
26.04.2016
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55161