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Noi, sempre più multietnici

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Periodico mensile della Giunta regionale toscana - anno XIV n.1 gennaio 2006
Secondo le stime del 2005 della Caritas-Migrantes, gli immigrati regolarmente residenti in Italia sono 2 milioni e 800 mila. Di questi, 222.829 – compresi minori e nuovi nati – vivono in Toscana e sono oltre il 6 per cento dei cittadini toscani con un’incidenza superiore alla media nazionale che si attesta invece al 4,8 per cento. La Toscana è dunque sempre più multietnica e la crescita degli immigrati, dovuta per la maggior parte dei casi a ricongiungimenti familiari, è sostanziale e progressiva; ad esempio, il trend storico riferito ai due ultimi censimenti della popolazione indica come i soggiornanti siano più che raddoppiati, passando dai circa 44 mila del 1991 agli oltre 94 mila del 2001, con un tasso di variazione (più 114,5 per cento) al di sopra del valore riscontrato su scala nazionale (più 110 per cento); mentre, secondo la Caritas, nel 2003 gli stranieri con un regolare permesso di soggiorno presenti nella nostra regione erano poco più di 175 mila. Dal punto di vista lavorativo, è cresciuto il numero degli immigrati che hanno trovato un impiego: 52.353 stranieri sono stati assunti soprattutto nelle province di Firenze e Prato; il settore che assorbe la maggiore percentuale di lavoratori extracomunitari (60 per cento) è quello delle collaborazioni familiari, seguito dalle costruzioni (12,9 per cento) e dai pubblici esercizi, in particolare alberghi e ristoranti, con il 12,2 per cento. In questi tre settori sono state anche perfezionate il 54,3 per cento del totale delle assunzioni, confermando così l’ipotesi che gli stranieri vanno a ricoprire ruoli ritenuti poco appetibili dalla generalità dei lavoratori italiani.
Sul fronte scolastico, la Toscana si colloca al quinto posto per numero di cittadini stranieri ed al settimo per incidenza percentuale sul totale degli alunni. Nella nostra regione infatti, 5,4 banchi di scuola ogni 100 sono oggi occupati da studenti non italiani: nell’anno scolastico 2004-2005 gli alunni stranieri sono stati 23.967 aumentando, rispetto all’anno precedente del 19,7 per cento. Un ritmo di crescita significativo anche se inferiore, soprattutto per effetto della regolarizzazione, a quello registrato nel 2002-2003 che aveva raggiunto la percentuale record di 36,5 (basti pensare che nell’anno scolastico 1998-1999 erano appena l’1,86 per cento del totale).
L’immigrazione è perciò un aspetto su cui la Regione Toscana giocherà una grossa partita in termini di coesione sociale. Quote consistenti di stranieri vivono e lavorano nella nostra regione già da anni; quindi occorre assicurare loro pari opportunità ed eguali diritti, con particolare attenzione al ruolo del sistema scolastico e formativo e all’integrazione delle seconde generazioni. Perché gli immigrati, e i dati statistici lo confermano, sono anche una risorsa dal punto di vista demografico e occupazionale: grazie ad essi la popolazione non diminuisce e si aggiunge una quota di forza lavoro suppletiva indispensabile in diversi settori. Concetti che stanno alla base della legge regionale numero 41 del 2005 secondo cui le politiche per gli immigrati “consistono nell’insieme degli interventi e dei servizi volti a favorirne l’accoglienza, prevenire e contrastare fenomeni di esclusione sociale e di emarginazione”.
In attesa di una nuova legge regionale sull’immigrazione, che affronterà anche il delicato tema del diritto di voto, la Regione ha comunque individuato alcune linee di indirizzo prioritarie: si va dall’integrazione delle politiche regionali sull’immigrazione alle politiche sulla sicurezza non più basate solo sul mantenimento dell’ordine pubblico; dalla costruzione di percorsi di cittadinanza attiva per gli stranieri e di alfabetizzazione sui diritti/doveri dell’essere cittadino toscano alla definizione di interventi specifici per la popolazione carceraria immigrata, con un’attenzione specifica anche alla questione religiosa; dalla promozione della concertazione con gli attori sociali per migliorare gli interventi sul territorio al rafforzamento delle azioni di cooperazione internazionale.
Ad oggi, in Toscana, sono stati attivati numerosi progetti sperimentali in grado di individuare modelli alternativi a quelli già esistenti. Ad esempio, possiamo citare quelli per l’inserimento lavorativo e abitativo nelle aree di Firenze, Prato, Arezzo; il progetto “Immigrati Colle Valdelsa” che, attraverso una rete di sportelli, dà informazioni agli stranieri sui temi della casa, del lavoro, della formazione e della intercultura; il progetto dei centri di prima e seconda accoglienza che hanno permesso a molti di trovare un alloggio seppur precario (in base ai dati forniti dall’Osservatorio sul disagio abitativo gestito dalla Fondazione Michelucci, in Toscana funzionano 74 strutture di questo tipo con 1.115 posti a disposizione); il progetto “Rete regionale per la prostituzione e la tratta” che prevede azioni di contrasto allo sfruttamento di esseri umani e la tratta delle donne immigrate; lo sviluppo del sito www.immigrazioneintoscana.it, con l’attivazione di un portale che dovrebbe non solo consentire agli immigrati di ottenere documenti dalle Questure o dagli uffici comunali ma offrire anche informazioni e approfondimenti sulla realtà migratoria.
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27.01.2008
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262001