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La Regione Toscana sostiene il progetto sul Piroscafo Oria

Il 12 febbraio 1944 l'Oria si inabissò, portando con sé circa 4000 uomini
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La vicenda dell'Oria è tra le tragedie meno studiate del Mediterraneo durante il secondo conflitto mondiale, nonostante risulti tra i disastri bellici più consistenti per numero di vittime: la nave mercantile, infatti, partì da Rodi l'11 febbraio 1944 con un carico di circa 4000 soldati italiani, che si erano rifiutati di collaborare con il regime nazi-fascista dopo l'8 settembre 1943 e destinati alla deportazione nei territori occupati dalla Germania nazista. Mentre il Piroscafo si dirigeva verso il porto del Pireo (Atene) fu sorpreso da una forte tempesta nella notte tra l'11 e il 12 febbraio 1944; ne conseguì il naufragio dell'Oria, che in poco tempo si inabissò, portando con sé circa 4000 uomini. Pochissimi furono i superstiti.

I dati ufficiali disponibili sono ancora oggi pochi e frammentari; di conseguenza pochissime famiglie hanno ricevuto notizie sulla morte dei propri cari, molte ancora aspettano di sapere come sia effettivamente caduto il proprio congiunto.
La ricostruzione storica di questa tragedia e delle sue implicazioni politiche e militari è tra gli obiettivi che la Regione Toscana si propone di portare alla conoscenza di tutti.
La ricerca è coordinata dal Comune di Vaiano (PO) e dalla Fondazione CDSE, con la supervisione scientifica dell'Università di Siena (nella figura del prof. Nicola Labanca): il progetto è volto alla ricostruzione degli eventi legati al naufragio del Piroscafo Oria avvenuto il 12/02/1944, nel mar Egeo, nel quale morirono circa 4000 soldati italiani.
Ad oggi, grazie anche alle sollecitazioni di una rete di parenti delle vittime nata spontaneamente in internet che si sta adoperando per portare all'attenzione generale la vicenda dell'Oria, il Comune di Vaiano e la Fondazione CDSE, si sono fatti promotori di una campagna di ricerca dei vari nominativi, con il fine di provare a ricostruire la storia dei soldati toscani caduti durante il naufragio e di poter ritrovare le famiglie dei militari deceduti. Nonostante i dati siano molto lacunosi e difficili da ricostruire, un tentativo in questo senso è più che mai doveroso. Al momento, in Italia, solo un centinaio di famiglie su 4000 conosce la vicenda dell'Oria e quindi  il modo in cui i propri congiunti hanno trovato la morte nel febbraio 1944.
La Regione Toscana ha chiesto ai vari Comuni toscani di collaborare all'iniziativa, controllando se nelle loro anagrafi o registri comunali risultino morti o dispersi in guerra nell'Egeo, o comunque nelle date 11/12 febbraio 1944, in modo da poter verificare se tra tali soldati vi fosse qualcuno coinvolto nel naufragio.
In questo modo si intende non solo dare la giusta importanza ad una pagina quasi sconosciuta della nostra storia nazionale, ma soprattutto offrire un riconoscimento morale alla memoria dei nostri caduti che si rifiutarono di collaborare con il nazi-fascismo e, nello stesso tempo, dare dopo 70 anni una risposta alle famiglie dei dispersi.

per maggiori informazioni:

www.piroscafooria.it

Fondazione CDSE www.fondazionecdse.it

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Aggiornato al:
03.01.2014
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11250495