La Regione Toscana, considerando la sostenibilità ambientale un "fattore fondamentale per lo sviluppo", attraverso un finanziamento del CIPE, ha promosso attività di ricerca volte ad una mobilità pulita e sostenibile, incentrate sull'uso dell'idrogeno come vettore energetico.
È così nato il "Progetto H2 Filiera Idrogeno" che si prefigge di sviluppare l'attività di ricerca nel settore delle tecnologie di produzione, distribuzione, stoccaggio dell'idrogeno e nel suo uso per propulsione in veicoli (con motori endotermici a idrogeno o veicoli a celle a combustibile).
L'intervento della Regione Toscana, in modo lungimirante, ha anche posto l'accento sulla opportunità di sfruttare i punti di forza del proprio territorio (la presenza di vaste competenze nella ricerca tecnologica del settore, grandi aziende del settore chimico, potenziali produttrici di idrogeno, la presenza di importanti realtà industriali legate alla produzione di veicoli e alla realizzazione di sistemi per produzione e distribuzione di idrogeno ed infine la disponibilità degli Enti locali a collaborare alla sperimentazione su flotte di veicoli e sistemi di distribuzione) per avviare appunto una sperimentazione di "filiera", cioè l'attivazione in scala locale di tutte le componenti di un sistema di mobilità basato sull'idrogeno.
Il Progetto "Filiera Idrogeno" ha, quindi, l'ambizione di trasformare questo insieme territoriale di assets di grande pregio in un sistema coordinato ed efficiente, in movimento accelerato verso le tecnologie sulle quali si fonderà la mobilità del futuro. Alla base del progetto sono sia ricerche di base sulla produzione e sulla combustione dell'idrogeno, sia ricerche tecnologiche su sistemi e componentistica, arrivando alla sperimentazione di veicoli a idrogeno con diverse concezioni.
Le principali linee di attività della "squadra" dei partners, che coinvolge vari Dipartimenti della Facoltà di Ingegneria dell'Università di Pisa e la Scuola Superiore S.Anna, sono due.
La prima riguarda la messa a punto di veicoli con motori endotermici trasformati per poter funzionare efficientemente utilizzando idrogeno (eventualmente miscelato con altri gas) come combustibile. In questo campo si sono fatti notevoli miglioramenti rispetto alle tecnologie presenti, in particolare per quanto riguarda i sistemi di iniezione e controllo dei motori.
La seconda linea di attività riguarda i veicoli elettrici alimentati con celle a combustibile che utilizzano idrogeno per produrre energia elettrica in modo assolutamente pulito. Qui le sfide riguardano il miglioramento del rendimento e dell'affidabilità delle celle, nonché l'abbattimento dei costi.
Il Progetto è poi caratterizzato da attività trasversali a tali linee di ricerca, che riguardano: l'elaborazione di proposte per la produzione sul territorio di idrogeno "pulito", i sistemi di accumulo dell'idrogeno a bordo dei veicoli, la sensoristica necessaria per controllare gli apparati e renderli sicuri, la sperimentazione di prototipi, lo studio dell'impatto economico ed ambientale per il territorio, il contributo alla messa a punto di normative per l'omologazione di componenti e sistemi.
Insomma, tutto ciò che serve per portare i risultati delle ricerche dai laboratori all'utilizzazione stradale.
Le Fasi del progetto
Il "Progetto H2 Filiera idrogeno" si sta sviluppando attraverso le seguenti fasi:
- Attività di ricerca e innovazione sulle modalità di produzione, purificazione, stoccaggio e distribuzione di H2;
- Attività di ricerca e innovazione sulla realizzazione di motori endotermici per veicoli da trasporto leggero e veicoli per trasporto persone;
- Attività di ricerca e innovazione sulla realizzazione di dimostratori di veicoli e della relativa componentistica e sviluppo di aree comuni (design, elettronica, impiantistica di bordo);
- Test e verifiche delle soluzioni proposte;
- Analisi di impatto economico ed ambientale;
- Analisi, controllo e contributo allo sviluppo della normativa;
- Attività di networking e disseminazione.
Convegno: Progetto H2 Filiera Idrogeno. Risultati e Prospettive
La mobilità basata sull'idrogeno richiederà però cambiamenti epocali, non solo nella tecnologia motoristica, ma anche nelle complesse infrastrutture di produzione e distribuzione del carburante. Tutto ciò non può avvenire in modo improvviso in quanto sono necessari mutamenti profondi del sistema industriale, mutamenti che non riguarda solo i prodotti, ma investono anche le professionalità necessarie, le normative di riferimento, i sistemi produttivi.
Proprio per questo i programmi degli stati più avanzati, e della stessa Unione Europea, prevedono al riguardo non solo il sostegno alla ricerca tecnologica sui "motori" a idrogeno, ma anche la sperimentazione di sistemi di mobilità basati sull'idrogeno, su scala locale e regionale. Tali esperienze sono ritenute, infatti, strumenti fondamentali per anticipare il cambiamento, sia per l'ovvia necessità di sperimentare in scala ridotta le diverse soluzioni proponibili, che, ed anzi soprattutto, per mettere in moto fin da ora i necessari processi di riconversione.
Perciò, il convegno di Firenze del 29 giugno in Piazza Duomo presso Palazzo Strozzi Sacrati, sede della presidenza della Giunta regionale toscana, ha inteso fare il punto, a più di quattro anni dall'avvio del progetto, sulle possibili strade per lo sviluppo futuro di una mobilità basata sull'uso dell'idrogeno come vettore di energia attraverso veicoli ZEV (Zero Emission Vehicles, veicoli a emissioni nulle) economici ed efficienti.
Il Progetto, oltre ad una notevolissima rilevanza sul piano locale, ha una valenza anche nazionale ed europea ed è soprattutto in tali ambiti che ne vanno valutati motivazioni e obiettivi, ecco perché a discuterne saranno esperti e operatori del settore insieme a politici.
Documenti correlati
Convegno - Firenze, 29 giugno 2011 - Programma della giornata (pdf, 320 kB)
Convegno - Firenze, 29 giugno 2011 - Documento di presentazione del progetto (pdf, 2,7 MB)
Comunicati stampa
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