I mercati degli agricoltori: la filiera corta agroalimentare

In questo modo il governo regionale ha voluto promuovere chi si ispira allla stagionalità, alla tipicità e alla territorialità dei prodotti

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"Filiera corta" è un termine ricorrente, spesso utilizzato anche nell' ambito del Programma di sviluppo rurale del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale): filiera che non coinvolge più di un intermediario tra agricoltore e consumatore.


"Filiera corta" o "Chilometro zero" è l'espressione usata per indicare prodotti che non devono compiere lunghi trasferimenti, che comportano tra l'altro inquinamento ambientale.
La base giuridica su cui si instaura l'attività di vendita così come prevista dalla filiera corta.

Nel 2001, col decreto legislativo   228, "Orientamento e modernizzazione del settore agricolo, a norma dell'articolo 7 della legge 57/2001,  il legislatore ha ritenuto opportuno disciplinare l'attività di vendita diretta da parte degli imprenditori agricoli, in cui viene specificato che la vendita diretta in forma itinerante è soggetta al comune del luogo ove ha sede l'azienda di produzione, mentre per la vendita al dettaglio nell'ambito dell'azienda agricola o in occasione di sagre, fiere, o iniziative similari, non è richiesta la comunicazione di inizio attività.

Partendo dalla considerazione che c'è sempre maggiore attenzione verso i prodotti locali, i dati statistici confermano che il prodotto alimentare consumato fresco rappresenta di gran lunga la principale voce di acquisto delle famiglie italiane (circa due terzi in valore), la Regione Toscana assieme ad altre istituzioni pubbliche, soprattutto comuni, ha inteso negli anni favorire nuovi rapporti commerciali sostenendo soggetti che hanno partecipato alla filiera corta.

Nell'incontro fra produttore locale e consumatore si favoriscono processi di equità, di stagionalità del prodotto, di preservazione e riscoperta della tipicità e territorialità dei prodotti, di riconoscimento del valore etico ed economico del lavoro agricolo, di risparmio energetico, di rispetto della sostenibilità ambientale, di rafforzamento delle relazioni socio economiche territoriali: si favorisce insomma il costituirsi di valore aggiunto per quell'area, le sue attività turistiche, artigianali e culturali. In definitiva, è un concreto sostegno allo sviluppo locale.

La "filiera corta" in Toscana
Nella nostra regione l'agricoltura è un'attività sviluppata in coerenza con un obbiettivo semplice: produrre qualità per vivere in qualità. E' così che si preservano i territori, l'ambiente, il germoplasma, la cultura gastronomica, le specificità e soprattutto le comunità che rendono viva, ospitale e accogliente questa meravigliosa terra.
Accanto allo scenario in cui i processi di modernizzazione e globalizzazione del sistema agroalimentare hanno favorito la crescita di "filiere lunghe", si sono affermate in Toscana, a partire dal 2006,  iniziative e proposte dove il "circuito breve", la "filiera corta": proposte che nascono da concezioni del produrre e del consumare ispirate da valori sempre più spesso riconducibili a dimensioni etiche, politiche e culturali –e quindi non semplicemente ed immediatamente alla finalità economica.

Queste proposte mostrano un interesse evidente non soltanto per le "categorie" del produttore e del consumatore, ma anche per le Comunità locali, per l'Ente pubblico, per le politiche pubbliche, che ne possono cogliere l'innovatività e l'opportunità per rilanciare progetti di sostenibilità, valorizzazione e sviluppo rurale.

La filiera corta o circuito breve è quindi un progetto che ha promosso e sostenuto nel corso di questi anni quell'insieme di attività che hanno previsto un rapporto più diretto tra produttori agricoli ed utilizzatori finali dei prodotti (commercianti, ristoratori, albergatori e consumatori) facendo sì che il valore aggiunto creato fosse equamente diviso fra tutti i soggetti interessati.

Le attività promosse dalla filiera corta si sono  sviluppate in questi anni in vari contesti ed hanno preso forma in diverse modalità, come quello della vendita diretta nell'ambito di mercati all'aperto o in locali appositamente attrezzati (Mercatali), come accordi fra produttori e commercianti (patti di filiera), ristoratori, albergatori o con gruppi di acquisto o cooperative di consumo, spacci locali, o come progetti che facilitino nuove forme di rapporti commerciali basate, ad esempio, sul commercio elettronico.

Un altro obiettivo fondamentale della filiera corta è quello di avvicinare il consumatore in
modo consapevole ai prodotti del suo areale geografico, creando un rapporto più stretto dei produttori con gli utilizzatori più attenti e sensibili consentendo, contemporaneamente, una migliore conoscenza dei prodotti e di chi li produce.

 

Aggiornato al:
26.11.2019
Article ID:
15939764