Costituito a Prato il tavolo antievasione. Nencini consegna a Gestri un canovaccio di possibili azioni

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Dopo Pisa e la settimana scorsa pure Firenze, si è costituito stamani anche a Prato il tavolo territoriale antievasione: una sorta di incubatore, nella strategia della Regione, dove elaborare azioni e idee comuni per contrastare l'illegalità economica, un luogo dove le istituzioni locali e regionali – ma anche le strutture periferiche dell'amministrazione statale, dall'Agenzia delle Entrate a quella del Catasto, dalla Prefettura a Polizia, Finanza e Carabinieri – potranno parlarsi e risolvere eventuali criticità oppure semplicemente ottimizzare il lavoro, evitando sovrapposizioni inutili o controlli che rischiano di non aver seguito. Cosa che in questi due anni in cui i Comuni hanno cominciato a muoversi e fare segnalazioni qualificate all'Agenzia delle Entrate – e Prato risulta tra i più attivi – non sono mancate.

La strategia è la stessa messa in campo da qualche tempo: fare squadra. E poiché a Prato, caso unico in Toscana, già esiste un patto sulla sicurezza, istituito nel 2007, e un gruppo di lavoro specifico sull'economia, il tavolo antievasione potrebbe operare in parte, per alcuni temi che più hanno a che fare con l'immigrazione, all'interno di quello. "Non è infatti obbligatorio raddoppiare – ha spiegato l'assessore al bilancio e ai tributi della Toscana Riccardo Nencini, intervenuto alla riunione a Palazzo Bonamici nella sede della Provincia di Prato – Se un tavolo esiste, si può lavorare all'interno di quello: l'importante è il lavoro che viene fatto e il risultato". E con l'occasione l'assessore ha consegnato al presidente della Provincia, Lamberto Gestri, il canovaccio di idee e possibili azioni che la settimana scorsa ha condiviso con le associazioni di categoria, incontrate presso la Camera di Commercio.

A Prato l'emergenza più grande riguarda il lavoro sommerso, l'evasione e l'illegalità che sembra particolarmente diffusa nelle tante aziende del distretto condotte da cittadini stranieri. Nel corso del suo intervento lo ha ricordato anche il prefetto Maria Guja Federico, da quasi due anni e mezzo a Prato. Due numeri: le imprese straniere a giugno dell'anno scorso erano 7.648, una su quattro tra tutte quelle della provincia, e 4.945, il 65%, cinesi. "Per risolvere il problema, che non è più solo pratese, – ha ripetuto Nencini – i blitz non sono sufficienti. Ai blitz abbiamo così pensato di accompagnare azioni che si riassumono in tre filoni: emersione del sommerso, contrasto dell'illegalità ma anche un'attività che aiuti l'integrazione".

La Regione intanto sta continuando a lavorare ed investendo risorse nel progetto Tosca, il software occhiuto che da qui ad un paio di anni permetterà a tutti i comuni toscani di scambiarsi informazioni e scovare più facilmente gli evasori fiscali.

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Aggiornato al:
15.03.2013
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640676