Cosa significa raccontare una biografia che non ci appartiene, una vita che non abbiamo vissuto? Nel caso delle biografie migranti, la condivisione è imprescindibile: senza il coinvolgimento diretto dell’autore, la rappresentazione rischia di distorcere l’esperienza. La ricerca si concentra anche sulla relazione tra i diversi linguaggi artistici, poiché ogni forma espressiva lascia qualcosa di incompleto più linguaggi utilizziamo per raccontare un vissuto, più ci avviciniamo alla sua complessità.
Panel a tre voci – Con Paul Roberta Yao, Dolores Blasco Rodi e Massimiliano Bruni, questo incontro è stato pensato come uno spazio aperto per riflettere sull’esperienza migrante, la narrazione autobiografica e la responsabilità di costruire e trasmettere una memoria collettiva.
Ritratti di memoria – Laboratori a cura di Maria Virginia Moratti, antropologa e illustratrice, che ha proposto alle autrici DiMMi Samanta Amet, Jungu Chen, Fernanda González e Sonia Lima Morais l’uso della tecnica del Cavierdage. I racconti personali si sono trasformati in opere visive, creando un dialogo profondo tra arte e biografia.
Archiveo video – Elisa Cantelli e Riccardo Spagnol, con Emilio Pallavicino e Samuele Belotti, hanno raccolto testimonianze e seguito il processo laboratoriale, documentando uno spazio di ascolto e dialogo dove autore e artista hanno cercato insieme una rappresentazione condivisa.
Lilith e altre storie. Migrare un viaggio collettivo – Ha riunito i linguaggi artistici esplorati nel progetto: l’installazione di Neri Pierozzi ha integrato i materiali creati durante il percorso, Silvia Giorgi e Fabio Porroni hanno portato parole e suoni ispirati al libro Le femmine e i cani non possono entrare. La pratica filosofica, curata da Francesca Lurci e Riccardo Bianchini, ha esplorato il tema del migrare in uno spazio di dialogo e condivisione.
Biografie migranti dimostra come l’arte possa diventare uno strumento potente per il dialogo interculturale, dove le storie di migrazione trovano una nuova forma di espressione, condivisa e trasformativa.
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