Un tetto di 30 euro l'anno per il contributo per la digitalizzazione

Un tetto di 30 euro l'anno per il contributo per la digitalizzazione

Dopo una serie di approfondimenti e attente valutazioni, e in seguito alle richieste avanzate dal Consiglio regionale, con la giunta regionale abbiamo deciso di mettere un tetto annuo (anno solare) di 30 euro per il contributo di 10 euro per la digitalizzazione delle procedure di diagnostica per immagini, contributo che fa parte dei nuovi ticket introdotti dal 3 settembre scorso.
Voglio ricordare che siamo stati obbligati a introdurre nuovi ticket dalla manovra del governo, ma nella rimodulazione della compartecipazione alla spesa sanitaria in Toscana ci siamo fatti guidare, come sempre, dal principio di equità, cercando di continuare a tutelare le fasce più deboli e chiedendo di più a chi ha di più.

Per questo abbiamo rivisto e modificato le regole fissate in un primo tempo per il contributo di 10 euro per la digitalizzazione. Già ora una serie di categorie (invalidi di guerra, civili e del lavoro, ciechi, disoccupati, e altri) sono esenti da questo contributo. Inoltre, per molte patologie, come per esempio i tumori, la diagnostica viene fatta all'interno di un percorso ospedaliero: anche in questo caso, quindi, il contributo non è dovuto. E comunque, per contenere la spesa di chi per la propria patologia è costretto a fare molti esami l'anno, abbiamo deciso di mettere il tetto di 30 euro: si pagheranno cioè fino a 3 prestazioni di diagnostica digitale l'anno, dalla quarta in poi non si pagherà più. Analogamente a quanto già avviene per la farmaceutica, dove il tetto di spesa per il ticket sulla farmaceutica convenzionata per ogni singolo utente è di 400 euro nell'anno solare.

I numeri ci dicono che non sono molte le persone che ricevono più di 3 prestazioni di diagnostica digitale l'anno. Su oltre un milione di cittadini che ogni anno fanno esami di diagnostica per immagini, quelli che ne fanno più di 3 l'anno sono circa il 10%, quindi intorno ai 10.000. Abbiamo comunque ritenuto giusto introdurre questo correttivo, perché siamo fermamente convinti che equità e universalità debbano restare punti fermi del nostro sistema sanitario.

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