Biblioteca capitolare. Pescia
L'origine della biblioteca risale al lascito testamentario del cardinale Romualdo Cecchi, che nel 1648 donò i suoi libri al Capitolo della cattedrale. Riconosciuta da papa Alessandro VII nel 1666, la biblioteca si accrebbe con le donazioni seicentesche di Placido Puccinelli, Andrea Bonvicini e Anton Francesco Pesenti, con quella settecentesca di Francesco Forti e con quella ottocentesca del senatore Leopoldo Galeotti.
Nella banca dati sono presenti 569 record di edizioni appartenenti alla biblioteca.
Via della Cattedrale, 1 - 51017 Pescia
Tel. e Fax: 0572-476224
Biblioteca francescana. Castellare di Pescia
Nel Convento di Colleviti, fondato dai frati francescani dell’Osservanza nel 1494 e dedicato a San Lodovico d’Angiò, esisteva fin dall’origine una raccolta di libri, in gran parte liturgici, usati dai frati. Una vera e propria biblioteca fu fondata l’anno 1637 da padre Serafino di Cutigliano, come attestato nella Relazione istorica del Convento di San Lodovico volgarmente detto Colleviti vicino a Pescia del padre Serafino Giani. Nel 1694 la biblioteca, che contava circa tremila libri, fu riordinata, inventariata e organizzata per materie dal padre Antonio Gori.
Attualmente, oltre al nucleo originario, i principali fondi della biblioteca sono i seguenti: Serafino Giani, Convento di San Cerbone, Egidio Bertolozzi, Libero Di Stolfi,Pietro?Vallini, Adolfo Oxilia.
Nel data-base sono presenti 183 record relativi ad edizioni del XVI secolo.
Via di Colleviti - Castellare di Pescia, 23 - 51012 Pescia
Tel.: 0572- 477988
Biblioteca capitolare Fabroniana. Pistoia
Istituita nel 1726 in seguito alla donazione del cardinale Carlo Agostino Fabroni (1651-1727), la biblioteca fu aperta al pubblico nel 1730. Nel 1810, con la soppressione dell’ordine di S. Filippo Neri, passò al Comune di Pistoia e con la Restaurazione divenne proprietà del Capitolo della Cattedrale. Nel 1917 fu acquisita per donazione la libreria dell’avvocato pistoiese Tommaso Gelli (circa 5000 opere), dedicata principalmente alla storia locale.
La biblioteca è specializzata in teologia e storia della Chiesa.
Il fondo antico è di oltre 13.000 opere.
Nella banca dati sono descritte 1664 edizioni del XVI secolo, provenienti dai seguenti fondi: Convento di Giaccherino, Carlo Agostino Fabroni, Tommaso Gelli, Bonifacio Vannozzi.
Schede relative ai fondi consultabili nella banca dati Fondi Librari.
Piazzetta S. Filippo, 1 - 51100 Pistoia
Tel.: 0573-32074
Fax: 0573-32074
E-mail:fabroniana@tin.it
Biblioteca comunale Forteguerriana. Pistoia
La fondazione della Biblioteca Forteguerriana è tradizionalmente datata al 1473, quando, in seguito ad una donazione del cardinale Niccolò Forteguerrri (1419-1473) viene istituita la Pia Casa di Sapienza con l’annesso Collegio Forteguerri.
Con il munifico atto del cardinale le autorità comunali acquisivano la proprietà di 6 poderi e di numerosi affitti perpetui; le entrate, cui si dovevano aggiungere quelle garantite direttamente dal Comune, sarebbero state amministrate dagli Ufficiali della Sapienza, eletti ogni 5 anni, vincolati ad utilizzarle per fondare a Pistoia una scuola, gratuita e aperta a tutti, chiamata La Sapienza, e per istituire 12 borse di studio per giovani non ricchi, originari di Pistoia o del contado, che volessero dedicarsi a studi di teologia, diritto canonico e civile, medicina.
Intorno al 1530 gli Ufficiali deliberarono di costruire un nuovo edificio che, nobilitato dalla facciata disegnata dall’architetto fiorentino Giovanni Unghero, divenne la sede definitiva della Sapienza e del Collegio: è dunque in questo contesto architettonico e funzionale che gradualmente si stratificano le raccolte librarie della biblioteca.
Secondo la linea interpretativa prevalente della ricerca storico-erudita locale, il primo nucleo bibliografico della Forteguerriana è costituito dal lascito del canonico del capitolo della cattedrale Zomino di ser Bonifazio (1378-1458), conosciuto col nome greco che egli stesso si diede di Sozomeno.
Sozomeno, con testamento redatto il 22 novembre 1423, donò la propria libreria all’Opera di San Jacopo (cioè al Comune di Pistoia), destinandola ad uso pubblico.
Morto il Sozomeno, nel 1458, il Consiglio generale del popolo deliberò che la libreria dello studioso venisse trasportata nel Palazzo dei priori; occorsero in realtà due anni per effettuare il riordino dei codici e compilarne l’inventario – datato 30 ottobre 1460 – che elenca 110 volumi e tre carte geografiche, purtroppo solo in parte conservati. I libri furono collocati, secondo una disposizione topografica desumibile dall’inventario, in 6 scanni della sala dell’Abbondanza.
La raccolta sozomeniana, nelle sue linee generali, si conforma ai canoni bibliografici del periodo, con la presenza dei poeti classici latini, di gran parte delle opere di Cicerone con il commentario di Asconio Pedanio, e poi ancora Seneca, Apuleio, Quintiliano, Plinio il Giovane, Livio, Svetonio, opere filosofiche, autori greci, sia in traduzione latina che nel testo originale e infine un Dante, così denominato secondo i criteri di titolazione della Commedia tipici del XIV e XV secolo. Non è certo quando i volumi sozomeniani abbiano fatto il loro ingresso nel Palazzo della Sapienza.
Un altro anno rilevante per la storia della biblioteca è il 1696, quando un motuproprio granducale impone agli Ufficiali della Sapienza di aprire all’uso pubblico le raccolte librarie. Negli anni successivi il Palazzo della Sapienza, ampliato in seguito agli interventi commissionati nel 1776 all’architetto pistoiese Giuliano Gatteschi, continuò ad ospitare la Scuola e la Libreria. Un motuproprio granducale del 1777, infine, sopprime la Pia Casa di Sapienza, stabilendo contestualmente che si provveda “alla conservazione e riordinazione della libreria, volendo che stia aperta al pubblico in certi determinati giorni, e che continuino i lettori attuali di legge e di filosofia a far turno da bibliotecarii a forma degli ordini”. La Scuola fu denominata Collegio, e poi, a partire dal 1814, Liceo Forteguerri; la biblioteca cominciò dunque da allora ad essere chiamata Libreria del Collegio Forteguerri, o Forteguerriana, e continuò a vivere in una condizione di stentata marginalità rispetto alle sorti dell’istituto scolastico da cui dipendeva, fino alla chiusura, tra il 1921 e 1923, per lo stato di grave abbandono degli spazi fisici e delle raccolte. La rinascita dell’istituto è dovuta allo strenuo impegno del Preside del Liceo ed in seguito bibliotecario Quinto Santoli, che ne fu direttore fino al 1959. Nell’arco cronologico che va dal 1926 al 1959 la biblioteca è passata attraverso diverse tipologie di gestione. Prima, tra 1930 e 1967, dipendendo da un Consorzio costituito dal Comune, dalla Provincia e dalla Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia; successivamente, ed a tutt’oggi, facendo direttamente capo all’Amministrazione comunale.
Il patrimonio della Biblioteca Forteguerriana è costituito da circa 300.000 libri ed opuscoli, di cui 12.000 libri per ragazzi, oltre 250 periodici correnti, oltre 1000 manoscritti, 126 incunaboli, circa 3000 cinquecentine, 2000 stampe, 3000 fogli volanti; le raccolte moderne ammontano a circa un quarto del totale dei volumi qui ricordato.
Il nucleo documentario più antico della biblioteca è formato come si è detto dai codici sozomeniani sopravvissuti ai fenomeni di dispersione (33 dei 110 volumi originari); tali codici fanno parte del principale fondo manoscritto, il Fondo Forteguerriano, formatosi tra il XVIII ed il XIX secolo, che contiene 398 manoscritti, ordinati per lettera e numero, dalla A alla F, provenienti dalle acquisizioni del bibliotecario Anton Maria Rosati (1732-1810), e da alcune importanti donazioni: Francesco Canini (1830), famiglia Franchini-Taviani (1839), famiglia Puccini (1847), Convento di Giaccherino (1866), Sebastiano Ciampi (fine secolo XIX); da segnalare anche il fondo Acquisti e doni, con lettere autografe e documenti relativi a importanti personaggi del XIX e XX secolo.
Il patrimonio si accrebbe in misura assai notevole negli ultimi decenni del XIX secolo, quando la Forteguerriana ha acquisito nuclei librari provenienti da enti e congregazioni – religiosi e non – soppressi, come la congregazione dei Minori Osservanti e l'Accademia pistoiese di scienze, lettere e arti. La complessiva fisionomia bibliografica della biblioteca dipende inoltre da numerose altre donazioni ed acquisizioni di rilievo. Basti ricordare, per il XIX secolo, i fondi librari e manoscritti di Niccolò Puccini, Domenico Mazzoni, Sebastiano Ciampi e, per quanto riguarda il XX secolo, quelli di Mario Gianni, Guido Macciò, Ferdinando Martini e Alberto Chiappelli, Alberto Montemagni, Quinto Santoli, Alfredo Melani, famiglia Rospigliosi.
Il fondo antico, quasi interamente riversato su supporto elettronico, è rappresentato in banca dati da 43.459 record catalografici.
Piazza della Sapienza, 5 - 51100 Pistoia
Tel.: 0573-24348
Fax: 0573-371466
E-mail: biblioteca@comune.pistoia.it
Biblioteca dei Domenicani. Pistoia
I Frati Predicatori fissarono una loro dimora a Pistoia attorno al 1250. Il patrimonio originario di libri, ad uso istituzionale, si accrebbe sensibilmente nel 1493 per il lascito del beato Giovanni da Pistoia. Con la soppressione del convento nel 1783 e la dispersione della comunità religiosa, le 17 casse di libri e i 10 corali appartenuti al beato Giovanni emigrarono nel convento di San Domenico di Arezzo e da lì nel Seminario vescovile aretino, dove tutt'ora si trovano. Recuperata la sede nel 1928, i Domenicani della provincia romana vi raccolsero un nuovo fondo librario, ma, come parte del convento, anche la biblioteca venne colpita dagli eventi bellici. Dopo la ricostruzione, la nuova biblioteca venne inaugurata nel 1959.
Nel data base sono presenti 562 record di edizioni appartenenti alla biblioteca.
Piazza S. Domenico, 1 - 51100 Pistoia
Tel.: 0573 28158
Fax: 0573 307739
Biblioteca Leoniana. Pistoia
La biblioteca nasce verso la metà del ‘700, grazie alle donazioni di monsignor Lorenzo Cammelli ed all’impegno organizzativo del vescovo Federigo Alamanni. Nel corso dell’Ottocento si arricchisce con le donazioni del vescovo Sozzifanti e del sacerdote e professore Antonio Buonamici. Più recenti le donazioni Armando Rabizzani, Gino Vannacci e Alfredo Nesi. La biblioteca è specializzata in filosofia e discipline connesse e teologia. Sono presenti fondi speciali: Fondo Mazzei (musicale); Medagliere Buonamici; Fondo del Monastero Olivetano di san Benedetto in Pistoia.
Il fondo antico è costituito da circa 32.000 unità; nel data base sono descritte 1021 edizioni del XVI secolo italiane e straniere.
Via Puccini, 36 - 51100 Pistoia
Tel.: 0573-976133