Approvazione del PIT per Parco agricolo della piana e aeroporto: ora la sfida è far rispettare l'equilibrio ricercato dal PIT

Approvazione del PIT per Parco agricolo della piana e aeroporto: ora la sfida è far rispettare l'equilibrio ricercato dal PIT

L'approvazione in Consiglio regionale dell'integrazione al PIT per il Parco agricolo della piana Firenze-Prato e la qualificazione dell'aeroporto di Firenze, avvenuta il 16 luglio a tre anni e mezzo dalla prima delibera di giunta, rappresenta una sfida significativa per la pianificazione territoriale toscana, e non solo.

Quest'atto tiene infatti insieme, come noto, due oggetti potenzialmente antitetici: il progetto di un grande Parco agricolo della piana, "elemento ordinatore" per l'intera area non ancora urbanizzata compresa fra Firenze e Prato e per le urbanizzazioni da riqualificare che vi si affacciano, e un ambito di salvaguardia all'interno del quale, rispettando una serie di attente prescrizioni, può aver luogo l'adeguamento dell'aeroporto di Firenze oggi soggetto a forti limitazioni operative.

La sfida è duplice, e paradossalmente entra nel vivo proprio ora, con l'approvazione del piano.

Da un lato questa sfida si giocherà sulla capacità di realizzare davvero, dopo quasi mezzo secolo, il tanto vagheggiato Parco della piana. Un progetto oggi esteso per oltre 7000 ettari, dai 500 iniziali, a comprendere anche ampie aree agricole destinate a restare ed essere migliorate in quanto tali, sviluppando una pluralità di funzioni: cibo di qualità per le città attivando reti corte e mercati locali, salvaguardia idrogeologica, riqualificazione ambientale e paesaggistica delle aree aperte e dei margini urbani, funzioni didattiche e ricreative, nuova occupazione per giovani agricoltori, e cosi via; oltre ad aree con funzioni ambientali, di connessione, di fruizione per il tempo libero, con lo sviluppo di reti per la mobilità dolce. La realizzazione del parco, affidata ad accordi di pianificazione con i Comuni, costituirà una prova decisiva di quali territori siano effettivamente interessati ad assicurare ai propri cittadini una prospettiva di sviluppo sostenibile nel tempo lungo.

Dall'altro lato la sfida consiste nel tenere insieme un territorio con funzioni complesse come quello della piana, con un adeguamento dell'aeroporto (peraltro già presente) tale da farlo funzionare al meglio, senza aggravare le condizioni ambientali complessive del contesto, già di per sé abbastanza critiche.

E' un equilibrio assai difficile, quello ricercato dal PIT, del quale l'atto dà conto con grande trasparenza. Un equilibrio che non avrebbe certo potuto essere perseguito con altrettanta attenzione, se l'adeguamento dell'aeroporto fosse stato affidato a una decisione settoriale, con le procedure adottate per le sole opere infrastrutturali anziché con uno strumento di pianificazione territoriale.

La sfida, da questo punto di vista, è ora quella di far rispettare, e per quanto possibile migliorare ulteriormente, l'equilibrio ricercato dal PIT. Non soltanto con la norma che limita la lunghezza della pista a 2000 metri (è chiaro che una lunghezza superiore permetterebbe a velivoli più grandi di atterrare e decollare, rendendolo di fatto un aeroporto in concorrenza con quello di Pisa), ma anche con l'insieme delle altre prescrizioni date che riguardano le prestazioni ambientali, idrogeologiche, territoriali da garantire, gli approfondimenti sanitari da effettuare, la partecipazione degli abitanti al monitoraggio del funzionamento dell'aeroporto, e molti altri ulteriori dispositivi finalizzati a ottenere la maggior sostenibilità possibile dell'intervento. Tra questi il dibattito pubblico che, come specificato da una apposita risoluzione del Consiglio regionale collegata all'approvazione del PIT, dovrà essere attivato come "consultazione pubblica nelle forme più idonee alla partecipazione della cittadinanza" non appena possibile, di modo che la Regione possa tenerne in conto gli esiti nel formulare il parere di propria competenza nella procedura di Valutazione di impatto ambientale sul progetto di qualificazione aeroportuale.

Chi sostiene che i contenuti del PIT non valgono nulla, e che spetta all'ENAC decidere, trascura il fatto che quest'ultimo ente non ha (per ora) competenze in materia di governo del territorio spettandogli solo "l'approvazione dei progetti". La Toscana tutta, se ha a cuore la possibilità di decidere il proprio futuro, dovrebbe essere consapevole dell'importanza di far rispettare lo strumento di pianificazione che si è legittimamente data, e di mantenere le proprie competenze in materia di governo del territorio, senza cedere sovranità a organi terzi, peraltro non eletti dal popolo.

Anna Marson
Assessore all'Urbanistica, pianificazione del territorio e paesaggio


Ascolta l'intervista del 21 luglio a Controradio sull'integrazione al Pit  >>

 


 


 

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