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25 novembre 2024
17:42

Welfare culturale, a Cango il corpo dell’arte diventa partecipazione

Welfare culturale, a Cango il corpo dell’arte diventa partecipazione

Il tema fondamentale è la ‘centralità della persona’ che Virgilio Sieni suggerisce praticando la ‘democrazia’ nella postura del corpo, con la platea riunita a Cango Cantieri Goldonetta a Firenze: seduti, in piedi, allungati, le mani, le braccia, le spalle, il respiro... L’uditorio segue rapito ed esegue divertito: il ‘maestro’ gioca in casa e porge al pubblico di giovani il panel inserito negli eventi della Toscana delle Donne. Benvenuti al convegno ‘Abitare il museo. Il corpo dell’arte’ a cura del Centro Nazionale di Produzione della Danza Virgilio Sieni, con il sostegno della Regione Toscana, della Fondazione CR Firenze, Comune di Firenze e Ministero della Cultura. Qui Cristina Bucci, fondatrice dell’associazione culturale L’Immaginario e Chiara Damiani, responsabile dell’area educazione museale per Stazione Utopia, discorrono su innovative pratiche di accessibilità e fruizione del museo sperimentate in questi ultimi anni. 

La giornata di studio è dedicata alle più rilevanti esperienze nell’ambito delle nuove modalità di fruizione degli spazi museali. Il panel inserito nella Toscana delle Donne guarda principalmente ad alcune esperienze che fanno emergere “un modello femminile di welfare culturale che in Toscana ha trovato concretizzazione e che è quindi una tappa del ‘viaggio’ – dal titolo scelto per l’edizione 2024 della Toscana delle Donne –, ancora in corso, verso la parità di genere”.  Un modello che mette in discussione, qui e oggi, “le politiche culturali costruite dai sapienti” come spiega Elena Pianea, direttrice Beni e attività culturali della Regione, che porta i saluti di Cristina Manetti, la capo di gabinetto di Eugenio Giani che è anche l’ideatrice della Toscana delle Donne.    

A Cango si discute di come trasformare ‘l’osservazione di ciascuno in partecipazione’ nella fruizione del museo e delle opere d’arte, sbriciolando stereotipi, smantellando narrazioni, ribaltando pregiudizi. In pratica, così come Sieni ha indicato in apertura, anche il museo è chiamato a ‘cambiare postura’: spazio dunque all'esercizio di “servizi museali con e per tutti, incluse le persone con demenze e disabilità” (Bucci) e all’accessibilità assicurata per “tanti pubblici diversi”, ricordando che “la cultura è inclusione” (Damiani). Spazio dunque al museo che si apre e pronto a trasformare tutti, ma proprio tutti, in “attori attivi di un cambiamento”.