FIRENZE - "Sul diritto delle citt si fonda la pace, che non pu pi essere delegata, ma deve vedere tutti i potenziali attori impegnati in una "nuova diplomazia". E' con questo spirito che da molti anni la Toscana presente in Medio Oriente e nell'area del Mediterraneo con i suoi progetti di cooperazione".
Lo ha detto questo pomeriggio la vicepresidente della Regione Toscana Stella Targetti aprendo la sessione inaugurale del convegno "Il Mediterraneo e le citt - Colloquia mediterranea" la tre giorni organizzata a Firenze dalla Fondazione Giovanni Paolo II. Promossa dalla Regione Toscana, l'iniziativa nata per avviare una riflessione sulle ricchezze e sulle speranze del Mediterraneo con il coinvolgimento delle istituzioni politiche, del mondo economico, delle religioni e degli universi culturali e per rafforzare in alcuni casi, per promuovere in altri, un dialogo tra le citt , le regioni e i popoli del Mediterraneo.
"E' con questo stesso spirito - ha continuato Targetti - che in Toscana, istituzioni civili e religiose, mondo del volontariato e semplici cittadini, hanno dimostrato, anche in queste ultime settimane, di fronte alle emergenze umanitarie di saper essere disponibili, andando oltre la retorica delle parole e mettendosi in gioco in prima persona nella gestione dell'accoglienza dei giovani profughi tunisini.
L'operazione accoglienza dei profughi e dei richiedenti asilo provenienti da Lampedusa, ha visto la Toscana protagonista nel realizzare un modello rispettoso dei diritti ed efficace nella gestione di questa emergenza. In sole 24 ore abbiamo rifiutato la proposta del Ministero degli Interni di tendopoli, fili spinati e grandi concentrazioni, e organizzato invece un'accoglienza dei migranti sul territorio, ospitandoli in piccole strutture pi facilmente gestibili e integrabili con le comunit locali. I fatti ci hanno dato ragione".
La vicepresidente, sottolineando quanto sia stata appropriata la scelta di Firenze e della Toscana per ospitare l'evento, per il riferimento diretto al pensiero di Giorgio La Pira che qui promosse i colloqui euromediterranei, ha chiuso il suo intervento proprio ricordando una poesia di Rostand che a lui piaceva tanto: "E' di notte che bello credere nella luce, dobbiamo forzare l'aurora a nascere, credendoci".